Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Quel prete con due mogli e padre di più figli


Una storia vera di corruzione di cui non si parla e non si scrive quasi mai. Eppure i Legionari di Cristo (2 mila religiosi e migliaia di adepti) operano anche nel Bel Paese, presenti in terra ligure. E’ recente il ritratto approfondito di Marcial Maciel Degollado, sacerdote messicano, nato nel 1920, morto nel 2008.  L’autrice  è Franca Giansoldati, vaticanista del Messaggero.  Titolo:  Il demonio in Vaticano. Il sacerdote dal forte carisma è riuscito persino ad indossare gli abiti di insospettabile marito con due mogli; di padre con più figli con i quali si incontrava ed andava in vacanza. Tanto scaltro che in un libro intervista era riuscito a coinvolgere il giornalista cattolico più accreditato (in Spagna) e l’allora cardinale di Genova, Tarcisio Bertone, che a sua volta firmava la prefazione.

 Una vicenda complessa e scabrosa quella di padre Degollado, fondatore nel 1941 dei Legionari di Cristo. La congregazione è assai ben vista sia da Paolo VI, sia da Giovanni Paolo II, il papa polacco ora sugli altari. Il sacerdote messicano, amato nella late sfere del Vaticano,  diventa un simbolo  dell’anti-Teologia della liberazione.  I veli su di lui cadono nel 1997, a seguito di un’inchiesta giornalistica americana sulla pedofilia.  Storie di abusi sessuali subiti da sacerdoti vicini  a Marcial Maciel.  Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, avvia un’indagine che porterà alla sospensione a divinis del sacerdote che muore nel 2008.

Dal libro Il demonio in Vaticano risulta che Maciel è una personalità sdoppiata che agisce da ‘predatore seriale’, pedofilo, folle. Non è solo  un abile regista di attività illegali, compreso il traffico di droga che portano alle sue casse ingenti patrimoni.  Il sacerdote possiede un forte carisma tanto da dare vita ad una congregazione tuttora solida, con adepti anche in Liguria. Maciel che  si presenta come agente della Cia e dispone di numerosi passaporti.  Tra le frequentazioni abituali non mancano le gerarchie ecclestiastiche.

Passa indenne tra i sospetti e le denunce che non sono mai mancate.  Il Vaticano, nel corso dei decenni, ha ricevuto informative precise da sacerdoti e da vescovi. Tutto si insabbiava.  Una emittente privata messicana, Canal 40, nel 1997 manda in onda un servizio su droga e   pedofilia che coinvolge padre Maciel. La Tv perde una serie di contratti pubblicitari ed entra in crisi.  Il sacerdote del ‘demonio’ non andava toccato.

La giornalista Giansoldati scopre la pratica della ‘morbida’, un sistema di bustarelle che consente a Maciel di ottenere garanzie ed immunità ovunque, soprattutto in Vaticano.  E quando le prove aumentano e la macchina di Ratzinger raccoglie implacabili dossier su di lui, il sacerdote ricorre a tutto pur di offrire un’immagine pulita di sè. E in parte ci riesce. Papa Benedetto XVI nel libro conversazione Luce del Mondo ammette “Purtroppo abbiamo affrontato la questione solo con molta lentezza e con grande ritardo. In qualche modo era molto ben coperta. Per me Maciel rimane una figura misteriosa. Da una parte  un tipo di vita al di là di ciò che è la morale: un’esistenza avventurosa, sprecata, distorta.  Dall’altra vediamo la dinamicità e la forza con cui ha costruito la comunità dei Legionari…Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio,  dovrebbero appartenere completamento a Lui”.

E’ il tema dei ripetuti appelli di papa Francesco sui soldi, carrierismo, burocrazia che hanno contaminato gerarchie e curie. Da qui l’urgenza di una riforma della Chiesa su cui sta lavorando l’attuale pontefice.

QUEL PAPA (RONCALLI)  UN VERO CRISTIANO

Nessuno si era accorto di lui prima che sedesse sul trono di San Pietro. Certo fu nominato vescovo, arcivescovo e cardinale.  Egli non era tra i papabili quando entrò in conclave. Si narra che  i sarti vaticani  non avevano preparato alcun abito della sua taglia. Egli venne eletto  perchè  i cardinali  non riuscivano a mettersi d’accordo ed erano convinti, come scrisse egli stesso , che ” sarei stato un papa di provvisoria transizione”.

A sorprendere non è tanto il fatto che monsignor Roncalli non rientrasse tra i papabili, ma che nessuno si fosse accorto di chi egli realmente fosse, e venne eletto perchè tutti lo consideravano una figura di scarso peso.  A ben vedere la Chiesa ha predicato l’imitatio Christi per quasi duemila anni e nessuno può dire quanti sacerdoti e monaci possono essere esistiti che, vivendo nell’oscurità attraverso i secoli, abbiano affermato come il giovane Roncalli: ” Ecco dunque il mio modello: Gesù Cristo”.  Sembra ascoltare la voce di sacerdoti  che abbiamo avuto la fortuna di conoscere e frequentare.  Altre parole di papa  Giovanni XXIII, ora sugli altari: ” Dicono e credono che io sia un minchione. Lo sarò anche, ma il mio amor proprio non lo vorrebbe far credere. E’ qui il bello del gioco.

Papa Roncalli accolse la sua morte dolorosa e prematura come conferma della sua vocazione: il sacrificio necessario per la grande  impresa che egli doveva lasciare incompiuta. La riluttanza della Chiesa a nominare alle cariche più alte quei pochi la cui unica ambizione era di imitare Gesù di Nazaret non è difficile da comprendere.


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