Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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PRECIPITEVOLISSIMEVOLMENTE


La sbaraccopoli berluscoidale sbaraglia il profondo west- trascinati nell’abisso come sul corno d’Africa- fortunosamente evitati i gas asfissianti alla Graziani- piovono i paracadutati

   La vicenda formativa delle liste berluscoidali è, dappertutto, connessa a tragicomici ammaestramenti che andrebbero intesi nel senso di “come non si deve fare”.

    Sul palco della deteriore commediola, il Capo sembra cospicuamente affannato a prodursi nell’insegnamento negativo. “Privilegiate personaggi esterni al territorio; lasciate fuori le donne, ce ne abbiamo troppe; lasciate perdere quelli capaci di dare le dimissioni quando sono da dare; riesumate quelli dei bei tempi andati, sono graditi combattenti e reduci; con la Lega da sgabello ci giochiamo il settebello; ecc.”

    Pare che abbia inizio una scantonale “diaspora” perché gli ideali (??) si annebbiano, appare in effetti squilibrato ed inaccettabile il costretto abbandono dell’onorevole Scajola. Quello che si addebita alla sua posizione è infatti del tutto risibile se paragonato ad altri cui viene appaiato, per non parlare di “Lui”.

    Ci hanno, come sempre, interessato le esternazioni del nostro Presidente provinciale Angelo Vaccarezza, scajoliano della prima ora ma, soprattutto, concittadino loanese dal linguaggio pregnante ed impregnato di storici e possenti rimandi.

    Egli ha infatti osservato come dal centro del suo partito, che ha deciso le candidature, la Liguria sia stata ritenuta terra di conquista coloniale come per i fascisti l’Abissinia, con particolare riferimento ad una conquista per mezzo dei paracadutisti. Da fonti precarie abbiamo saputo che si è rallegrato solo perché, non avendo un Maresciallo Graziani a disposizione, nessuno ha pensato a diffondere sui membri liguri del PDL i gas asfissianti abusati, a suo tempo, in Abissinia. “Ci è andata bene!” pare abbia esclamato. “Per i veleni resta solo la Tirreno Power!” gli ha sussurrato uno di Vado.

    Ma quello che più ci ha colpiti è stato l’attacco frontale al Capo -“Lui”- paragonato al Maresciallo Cadorna al quale, nella grande guerra 1915-1918, per la tattica dominata da una spregiudicata visione quantitativa delle forze combattenti, è stata attribuita la definizione delle truppe come “carne da cannone”; era peraltro in buona compagnia nell’armata italiana e anche nelle altre. Malgrado tutto, Cadorna non mandò i suoi soldati allo sbaraglio e, per quanto riguarda Caporetto, v’erano stati molti altri responsabili, tra i quali il Maresciallo Badoglio che, invece, ne venne fuori pulito.

    La macelleria berluscoidale ha strippato i colpi bassi costruendo uno schema da ventiquattresima ora: temporeggiatrice e micidiale, facendo leva sul porcellum con nomination dall’alto, ha diluito nei giorni le aspettative dei candidabili, sbaraccando poi con la spinta sulla linea d’arresto la predisposta cruenta conclusione.

     “Ma come!?” Ha imperversato il vetero- compagno Rosso che, come sanno i nostri quattro lettori, stravede per Scajola, ” Per una non accusa di un bel niente, che semmai se c’era qualcuno che voleva piaceri è rimasto a becco asciutto, mi mettono o ministro nella stessa gabbia di un Dell’Utri? di un Cosentino? c’è una differenza come tra Lenin e Stalin (sic!).”

    A parte le esagerazioni soviettistiche del sullodato vetero- compagno, in effetti lo sforamento del Capo dei peripatetici berluscoidi ha lasciato perplessi anche noi. Ci sembra che nel tramballero del sciu Brambilla si siano smollati i perni, la guida abbia sbandato scarrocciando tutto l’insieme nel fossato.

La maledetta frettolosità. Bisogna capire.

Già andare alle elezioni a febbraio…forse era meglio avere un po’ di tempo ancora, la colpa è del Monti che l’ha presa subito male. Poi i processi che incalzano…Ma come si fa a governare con questi giudici che vogliono perseguire gli amici impegnati e gli eletti dal popolo? Prima dovranno chiedere il permesso, per tutti dovranno chiederlo. “Scusi, signor ministro, possiamo procedere contro Innocente Sperandio che ha dato fuoco al suo negozio per truffare l’assicurazione?”

    Si vedrà, perbacco!, se si tratta delle Generali va bene, se si tratta dell’Unipol non è detto.

    Una bella riforma della Giustizia ci vuole, altro che “potere giudiziario”, il potere ce lo deve avere, tutto, il Governo. Come si fa se no?

    Così con l’accadere concitato degli eventi, il Capo si è sentito il vuoto sotto ed è corso ai ripari, anzi si è precipitato, precipitando, precipitevolissimevolmente.

     BELLAMIGO





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Bellamigo

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