Scrive l’ultimo socialista rimasto a Loano, Lucio Tognolo: Le belle notizie: ” Strade rotte e viadotti che cedono mentre Salvini taglia 1,7 miliardi per finanziare il Ponte sullo Stretto”.
DAL SITO DELLA DELLA PROVINCIA DI IMPERIA- La sicurezza delle strade provinciali è messa a rischio dai tagli drammatici imposti dalla Legge di Bilancio e dal Milleproroghe ai programmi di investimento che erano state assegnate alle Province. Se ne è discusso ieri a Roma all’Assemblea dei Presidenti delle Province.
Il Presidente Claudio Scajola dice: <Sulle strade provinciali si è abbattuto un taglio di 1,7 miliardi, risorse già assegnate a Province e Città metropolitane e destinate agli investimenti per la messa in sicurezza e l’efficientamento di 120 mila chilometri di vie che collegano il Paese. Molto grave poi è che si sia tagliato il 70% delle risorse che riguardano investimenti degli anni 2025 e 2026. Contestiamo tutto ciò: è una riduzione che di fatto sta bloccando cantieri già previsti e concordati con lo stesso ministero, con ripercussioni sulla viabilità e quindi sulla sicurezza dei nostri cittadini. La riduzione delle risorse è del 50% su tutti i fondi fino al 2029 e si avvicina alla stessa percentuale per i fondi che erano stati assegnati alle Province dal 2030 al 2036. Vogliamo subito un tavolo di crisi con il Ministro Salvini e che si proceda a ritrovare subito i 385 milioni di fondi sottratti per il 2025 e 2026>
ROBERTO PAOLINO SU ‘TRUCIOLI SAVONESI’
Paolino, nel 2019 segretario comunale della Lega a Finale Ligure, aveva scelto di scendere in campo direttamente nella lista di centrodestra a sostegno di Massimo Gualberti, scriveva IV G.it.
“La scure di Salvini”
Tagliati i fondi per la manutenzione. Il ministro dirotta 1,7 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto di Messina. Questa la decisione che davvero ci rende sgomenti.
Taglio del 70% dei fondi per la manutenzione strade. È questo che le Province italiane, da nord a sud, si sono viste comunicare dal governo con una lettera in cui viene annunciata la riduzione dei trasferimenti per la viabilità.
Complessivamente il taglio ammonta a 1,7 miliardi di euro e, secondo il presidente dell’Upi (Unione delle Province d’Italia) Pasquale Gandolfi, quelle risorse verranno dirottate su una delle grandi opere più demagogiche nella storia del nostro Paese: il Ponte sullo Stretto di Messina, il cui avvio dei cantieri è già slittato di un anno rispetto alla timeline indicata dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini.
Direi ormai senza vergogna e diciamolo forte e chiaro senza rispetto per il Paese e soprattutto per il Nord che lo fece Segretario federale per appunto rappresentare gli interessi del territorio.
Chi vive la quotidianità sulle strade sa di cosa parliamo viabilità e manto stradale sono un dramma vergognoso.
Il governo ha deciso una riduzione consistente delle risorse destinate alla manutenzione delle strade provinciali, con una ricaduta diretta su alcune aree strategiche del paese, tra cui Genova e il terzo valico. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato in modo netto la decisione e le sue conseguenze, mettendo in chiaro quale sia la destinazione effettiva di parte di questi tagli. Il nodo dei fondi e la manutenzione delle infrastrutture liguri è tornato a occupare un ruolo centrale nel dibattito pubblico.

Per quanto riguarda il capitolo costi dell’opera, con la legge di Bilancio c’è stato un aggiornamento: con un emendamento alla manovra sono stati infatti aggiunti 1,5 miliardi. Per cui le risorse per la copertura finanziaria totale dell’opera, pari a 13,5 miliardi, come previsto dal DEF 2024. Il ponte vero e proprio ha un costo stimato di 5 miliardi, mentre oltre 8 miliardi sono destinati a opere accessorie e compensative che servono a migliorare infrastrutture e servizi.
Dopo una panoramica su costi tagli alla manutenzione non è possibile non aprire un ragionamento squisitamente politico e soprattutto ricordare cosa a suo tempo diceva Capitan Fracassa sul progetto ponte di Messina.
2015/16. “Dubbi e criticità” – Salvini è segretario della Lega da ormai quasi due anni, sul ponte sullo Stretto sembra essere contrario. Siamo a settembre 2015 e a Sky tg24 dichiara: “Io ho sempre avuto tantissimi dubbi sull’utilità e i costi del Ponte sullo Stretto, ma non spetta a Salvini decidere. Io farei referendum in Sicilia e Calabria e chiederei ai cittadini, costi alla mano, se lo vogliono o no per inciso il referendum”. Non si fece, per cui a decidere per tutti il campione del centralismo….il Capitano.
Ormai è cronaca quotidiana sui cambi di idea di Salvini, dire cronaca impietosa che dimostra come viva ormai nella confusione totale e come unico scopo prendere voti, senza guardare in faccia nessuno, neppure se stesso.
Questa politica sconclusionata, è arrivata probabilmente al suo epilogo, perché pensiamo che vedere Vannacci,con l’Alberto da Giussano sul bavero della giacca, e l’ingresso nel partito della Mussolini rendono plastica l’idea che davvero la lunga, bellissima storia della Lega è finita e nel modo peggiore con la farsa grottesca di questi ultimi tempi.
Davvero chi crede nel federalismo nel Nord non può e non deve più stare in un partito che senza ombra di dubbio rappresenta il peggiore centralismo italico, facendo rimpiangere persino il pentapartito che per inciso la VERA Lega ha sempre combattuto.Prendere posizione per poi cambiarla in continuazione, è accettato solo a letto. Altrimenti si chiama incoerenza. Fabrizio Caramagna.