Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Le mani sul Secolo XIX: in vendita la gloriosa testata in crisi di copie e di identità. Quale futuro. ‘Cane da compagnia’ o ‘cane da guardia’ del potere? Chi sono e quali obiettivi degli aspiranti editori


Un post del giornalista Sansa, capogruppo di opposizione in Regione: ‘Le mani di Toti sul Secolo XIX?’. Torna l’ipotesi (riportata anche da Trucioli il 24 gennaio scorso) di un nuovo editore. La direttrice Stefania Aloia è troppo indipendente? Un esempio. I contratti di InLiguria con il Secolo XIX sono a zero, mentre negli anni precedenti il quotidiano incassava decine di migliaia di euro.

ULTIMA ORA – Associazione Ligure dei Giornalisti, Gruppo Cronisti Liguri e Ordine del Giornalisti della Liguria esprimono pieno sostegno e massima vicinanza ai giornalisti del Secolo XIX in sciopero nella giornata di domani 22 marzo. La decisione è stata presa all’unanimità dall’assemblea. Sabato 23 marzo il giornale non sarà in edicola e venerdì 22 marzo non verrà aggiornato il sito online. “La decisione – si legge in una nota del Comitato di redazione del Decimonono –  è stata presa dall’assemblea dei giornalisti dopo che la redazione, nei giorni scorsi, aveva già proclamato uno stato di agitazione e affidato al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero. Nonostante le formali e reiterate richieste da parte della rappresentanza sindacale, infatti, l’azienda non ha fatto alcuna chiarezza in merito alle insistenti e continue indiscrezioni di stampa relative a una possibile vendita del Decimonono. Non solo: il gruppo Gedi, anche in questo caso nonostante ripetuti solleciti, non ha presentato un piano di investimenti per il giornale che, in forma cartacea e digitale, rappresenta la voce di Genova e della Liguria da quasi 140 anni”. Associazione, Ordine e Gruppo Cronisti si uniscono alle istanze del Cdr e chiedono all’azienda di fare chiarezza sul futuro del giornale. Sindacato e Ordine continueranno a essere al fianco dei lavoratori del Secolo XIX in ogni azione che decideranno di mettere in campo per la salvaguardia e la tutela della testata.

Associazione Ligure dei Giornalisti- Gruppo Cronisti Liguri-Ordine dei Giornalisti della Liguri

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Chi naviga dietro le quinte? Chi si vede all’orizzonte? Quali interessi di tipo economico politico? Toti replica: “Non può e non deve essere compito delle istituzioni, occuparsi della cessione di un’azienda privata, ancor più trattandosi di un quotidiano. Un fondamento della libertà di stampa. Quella stampa che deve essere libera da condizionamenti della politica”. E’ quanto sta praticando la direzione Aloia per ora nelle pagine nazionali ? Con l’auspicato ritorno agli anni memorabili del primo quotidiano ligure? Con la sua caratteristica identità e indipendenza. Con alcune redazioni provinciali fucina del giornalismo e del successo nella scala gerarchica. Il Secolo XIX dei Perrone e di Brivio Sforza, dell’indimenticato Piero Ottone che puntava sulle giovani leve.

Vedi Trucioli.it del 9 novembre 2023. Titolo: Con il cambio di direttore è finita la ‘luna di miele’ tra Tooti e Il Secolo XIX. Il presidente non ha gradito ‘Il mortaio sul Tamigi’…..

L’immagine postata da Ferruccio Sansa sulla sua pagina Facebook (Personaggio politico). Sansa: ‘Sosteniamo i giornali e i giornalisti liberi’. Nella foto gli imprenditori Spinelli, Rossi (editore di Primocanale) e Toti.

Toti ‘propiziatore’ e ‘accompagnatore’ per far comprare il Decimonono a un editore amico? Stato di agitazione al giornale e un pacchetto di 5 giorni di sciopero. L’assemblea dei giornalisti: “Se Gedi dovesse cederne la proprietà, la redazione sarebbe disposta ad accettare solo l’ipotesi di un soggetto di dimensioni, capacità, posizionamento, visione e volontà di investimenti che siano coerenti con la nostra storia. No a ingerenze di tipo economico politico….”. Non lasciamoli  soli. 
COMUNICATO STAMPA- “Massima solidarietà ai giornalisti del Secolo XIX in stato di agitazione”. L’assemblea dei giornalisti: “L’azienda non può e non deve svendere questo giornale”Associazione Ligure dei Giornalisti, Ordine dei Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri esprimono massima solidarietà e pieno sostegno ai giornalisti del Secolo XIX. L’assemblea dei giornalisti ha proclamato questo pomeriggio lo stato di agitazione affidando al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero “dopo che l’azienda, il gruppo Gedi, non ha smentito pubblicamente le indiscrezioni di stampa relative a una possibile vendita del quotidiano con sede a Genova. L’azienda ha negato di avere ricevuto offerte di acquisto e di avere attivato trattative per la vendita del Secolo XIX ma ha pure affermato che il gruppo valuterà eventuali proposte di acquisto qualora dovessero arrivare, sia per il Secolo XIX che per le altre testate del gruppo”, si legge in un comunicato sindacale del Cdr. “Per quanto riguarda invece indiscrezioni e voci su recenti incontri avvenuti nel capoluogo ligure da parte della dirigenza del gruppo finalizzati a una possibile cessione del Secolo XIX – prosegue il comunicato –  l’azienda ha risposto che nei giorni scorsi ci sono stati incontri con istituzioni e operatori economici del territorio ligure, come accade con cadenza periodica da parte del gruppo Gedi anche nel resto d’Italia. Alla dirigenza di Gedi – sottolinea il Comitato di redazione – ricordiamo che Il Secolo XIX, dal 1886, è la voce libera e indipendente di un territorio e di una popolazione che consideriamo a tutti gli effetti il nostro naturale editore”. “Il Secolo XIX – chiude il comunicato – ha consolidato negli anni la sua posizione di leader nell’informazione regionale ed è da sempre riconosciuto come testata di rilievo nazionale grazie alla professionalità e all’autorevolezza dei suoi giornalisti. Per questo l’assemblea dei giornalisti chiede con forza e in tempi brevi all’azienda di presentare un piano industriale e un preciso piano di investimenti per Il Secolo XIX.  Qualora invece Gedi dovesse cederne la proprietà, la redazione sarebbe disposta ad accettare solo l’ipotesi di un soggetto di dimensioni, capacità, posizionamento, visione e volontà di investimenti che siano coerenti con la nostra storia. Diciamo no, quindi, a soluzioni di basso cabotaggio o filtrate da ingerenze di tipo economico politico e confermiamo la nostra netta opposizione a scelte in contrasto con l’identità della testata che, con orgoglio, rappresentiamo”.

Associazione Ligure dei Giornalisti- Ordine dei Giornalisti della Liguria- Gruppo Cronisti Liguri

COMUNICATI STAMPA LISTA TOTI – 

1) Risposta al segretario del Pd Davide Natale, a proposito della possibile cessione del quotidiano Il Secolo XIX-

“NON SIAMO IN UNIONE SOVIETICA”- “Caro Natale, l’ Unione sovietica è finita. Torna tra noi nel presente. Capiamo la nostalgia, ma la Regione non si occupa di aziende private, che hanno una loro governance e loro azionisti. Che hanno il diritto di decidere delle loro proprietà nel rispetto delle leggi e della tutela del diritto del lavoro. Se qualche legge è stata violata, le delegazioni sindacali lo denunceranno, altrimenti non capiamo di cosa stia parlando il Pd in questo suo sospetto e continuo insinuare”. Replica così la Lista Toti al segretario regionale del Pd che pretenderebbe sia il presidente Toti a intervenire e fare chiarezza sulla possibile cessione del Secolo XIX.
“L’investigatore Natale e il suo fare inquisitorio forse credono ancora che esista la Pravda da difendere! Oddio… talvolta anche a noi sembra che la Pravda esista ancora… ma fa parte della libertà di stampa come della libertà degli editori in questo paese”, chiosa la Lista Toti.

2) Risposta al consigliere Ferruccio Sansa a proposito della cessione del Secolo XIX

“SANSA GIOCA AL DETECTIVE DEL SABATO SERA”- Sansa, Pd, tutti a chiedersi se Toti si occupi della cessione del Secolo XIX. Francamente ci sembra se ne occupino molto più loro, del Secolo XIX, in modo forse fin eccessivo o forse per banale gratitudine, dello stesso Toti che come già detto, ma forse a qualcuno è sfuggito, non si occupa di vicende tra privati. Ma sembra comunque un nuovo caso, il giallo del sabato sera per il consigliere Sansa. Ormai il cercatore di scandali è più datato di Colombo: per provare a tornare di moda, visto che ultimamente viene battuto (e nemmeno al fotofinish) dai suoi colleghi, mette Toti  tra i sospettati. Ligio alla trama monotona dei suoi noir, dimentica che di solito gli insospettabili sono i colpevoli più probabili e soprattutto il gallo che canta prima. Certo, lui non potrebbe “uccidere” il quotidiano, l’astuto detective ha infatti un probabile debito di riconoscenza su chi gli concede spazio tra i romanzi di serie b che cercano in tutti modi il comodo assassino. Vi lasciamo indovinare i sospetti, i sospettati e l’assassino.

3/ LISTA TOTI: “LE COINCIDENZE DELLA STAMPA LIBERA CON I SILENZI DELL’OPPOSIZIONE”.

“L’8 novembre 2021 c’è un accesso abusivo alla banca dati Siva da parte di Striano nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Il 10 novembre, 48 ore dopo, il Fatto Quotidiano dedica l’apertura del giornale e ben due pagine con un articolo di Stefano Vergine (uno dei tre giornalisti indagati per l’inchiesta dossieraggi, ndr) in cui racconta tutta una serie di fatti che ovviamente non erano nella disponibilità di tutti. Dopo pochi giorni sul “Domani” c’e un articolo di Giovanni Tizian (altro indagato, ndr) che era il destinatario – questo si legge dalle carte – dell’accesso da parte di Striano, che ripete le stesse cose. Nella stessa pagina, il leader politico di quella Regione (Ferruccio Sansa, ndr) fa un editoriale spiegando nel titolo che “La Liguria è il modello disastroso della nuova politica”.

Questa è cronaca. Questi sono fatti registrati nel corso dell’audizione del procuratore di Perugia Raffaele Cantone in Commissione Antimafia. Il deputato di Noi Moderati, Pino Bicchielli, chiede espressamente al magistrato che indaga sullo scandalo dossieraggi, se ritenga “oppure se emerga dalle carte, che questi giornalisti avessero rapporti con una parte politica e se questa parte politica abbia usato queste informazioni a danno di un’altra parte politica”. Con estrema correttezza e rispetto dell’indagine in corso, il procuratore Cantone, spiega di aver “rimesso le valutazioni in sede politica, perché non è compito dei pubblici ministeri occuparsi di questi temi”.

Gli articoli lasciavano intendere (a volte anche con espliciti riferimenti) che c’erano indagini della Guardia di Finanza in corso. Quando in realtà si trattava del ribaltamento dei fatti e dei tempi, la confusione della causa con l’effetto: gli articoli venivano scritti perché un finanziere – non la Guardia di Finanza in un’attività istituzionale di verifica – sottraeva illecitamente materiale da fornire ad alcuni giornali. E allora oggi, proprio oggi che il Fatto Quotidiano esce con un nuovo articolo fantasioso contro Toti e costruito su ricostruzioni suffragate con elementi smentiti, le domande le rivolgiamo noi in sede politica. Le rivolgiamo al Pd. Le rivolgiamo al M5S. Le rivolgiamo alla Lista che porta il nome dell’editorialista chiamato a commentare il frutto del dossieraggio illecito contro Toti.

Ritengono che i fatti e la cronologia in cui sono avvenuti siano frutto di coincidenze? Ritengono che sia una stampa libera dal condizionamento della politica quella che fa commentare al leader dell’opposizione, il materiale riservato, trafugato e usato strumentalmente per costruire articoli falsi e diffamanti? E in particolare Sansa, come mai non ha ritenuto di utilizzare in questo caso la deontologia professionale che sbandiera sempre? Ritengono che oggi sia Toti a doversi difendere da inesistenti accuse di utilizzo della stampa? Ritengono che questo sia il giornalismo che garantisce la libertà e che è tutelato dalla nostra Costituzione? Ritengono di unirsi a noi nel chiedere che la stampa libera voglia fare cronaca anche oggi? Contrariamente alla redazione del Fatto Quotidiano, non abbiamo dovuto convincerci che “buona parte dello scenario sia vero”. Perché queste non sono “versioni non coerenti l’una con l’altra” come quelle usate stamattina dal Fatto. Sono un fatto. Sono, appunto, cronaca.

HA SCRITTO FERRUCCIO SANSA GIA’ CANDIDATO PRESIDENTE DELLA REGIONE SULLA SUA PAGINA FACEBOOK

LE MANI DI TOTI SUL SECOLO XIX?
Si dice che a Giovanni Toti non piaccia la nuova direttrice del Il Secolo XIX, Stefania Aloia, colpevole di troppa indipendenza.
Sarà un caso che i contratti di InLiguria per il 2024 con il Secolo XIX sono a zero, mentre negli anni precedenti il quotidiano prendeva decine di migliaia di euro. Una punizione?
Ma la cosa più grave è un’altra: nessuno ha ancora smentito che Toti, insieme con gli inseparabili Aldo Spinelli e Maurizio Rossi, si sarebbe impegnato direttamente per far comprare il Decimonono a un editore amico (magari il gruppo Cairo). Addirittura si parla di un incontro tra il Presidente della Regione Liguria e la società proprietaria del Secolo XIX. Roba da repubblica delle banane, se fosse vera.
Sono anni che denunciamo il rischio di commistione tra il potere di Toti e la stampa. Una visione proprietaria che forse il Presidente della Regione ha mutuato da Silvio Berlusconi, il suo padrone dei tempi di Mediaset.
Milioni di euro in pubblicità e propaganda, eventi organizzati insieme con gli organi di informazione, per un giro di affari che rischia di minare l’indipendenza della stampa fornendo ai cittadini un’informazione amica di chi comanda. Toti vuole una stampa che sia ‘cane da compagnia’ e non ‘cane da guardia’ del potere. Da consigliere regionale, da giornalista e da cittadino, l’intrusione del presidente della regione nei destini di un giornale indipendente, mi sembrerebbe un tradimento del compito delle istituzioni e del ruolo della stampa.
Tutto perché la direttrice Aloia ha fatto il suo dovere. Sosteniamo i giornali e i giornalisti liberi.

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