Trucioli

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La sfida USA-Cina e la società di grande massa nell’era diluviana del XXI secolo


La sfida USA-Cina non è tale: sono altamente compatibili perché tra loro c’è soltanto un problema di concorrenza economica, peraltro compensato sullo stesso piano da una forte integrazione patrimoniale e civile.

di Sergio Bevilacqua

Le Chinatown sono parte integrante delle metropoli occidentali e il costume di vita col lavoro dei cinesi ha trovato uno spazio concretamente sistemico. La Cina ha, come l’Occidente, economia secondaria. Russia e Islam quasi soltanto economia primaria: cioè, non creano la ricchezza con la concorrenza e la qualità tecnico-economica, ma con i prezzi. E ogni causa è buona per alzarli, guerre incluse. Il resto sono magari non piccole cose, ideologie e religioni, ma per cui non si fanno guerre nel Terzo millennio, anche se il maschio umano è molto poco intelligente.

Perché stare con Israele? In primis perché Israele è un pezzo fondamentale della nostra civiltà occidentale, che è evoluta grazie al metodo sperimentale, alla rivoluzione scientifica, all’economia industriale e alle democrazie, che hanno dato a tutto gradi di libertà mai visti nell’umanità, e, secondo elemento solo in ordine logico, perché è un eroico cuneo nella geografia del pericolosissimo anacronismo dell’Islam. Certo, i territori possono essere storicamente attribuiti in modo diverso, ma il rogito più importante è quello futuro, non quelli ambigui del passato.

Che Cina e Occidente siano diversi poi sul piano civile e culturale è una chiara argomentazione di tipo sovrastrutturale nel senso smithiano, marxiano, freudiano e keynesiano, ma potrei allungare la lista fino a Zamagni, giusto per citare un economista di cultura cattolica, Ma se quella socioculturale fosse l’unica tenzone ci si potrebbe anche perdere qualche minuto di ragionamento.

Invece, prima di quella tenzone c’è quella tra primari (che oggi sfruttano i secondari) e secondari che vogliono il libero mercato del primario (nel mondo, Lega Araba, Russia e Paesi africani soprattutto). I cinesi, che sono un popolo profondamente pacifico all’esterno, non vorrebbero mai cadere nelle grinfie dei primitivi, dopo quel pò pò di sacrificio che hanno fatto con la rivoluzione culturale per diventare con successo secondari. Ergo: 1. Breve termine confermo integralmente la mia posizione espressa nell’articolo. 2. Medio termine, qualche dubbio a favore ipotesi sovrastrutturale potrebbe venire. 3. Lungo termine (ginecoforia) esclude ipotesi punto 2. Ma così, la fourche di breve e lungo esclude ipotesi 2, in logica.

Poi c’è la poesia è la religione. Ma io non sono teocratico, bensì semmai agostiniano. Infatti, non escludo qualche dubbio, che però non possono non avere anche coloro che mettono avanti ideologie, religioni e cultura.

Il punto è che sul breve-medio alla Cina conviene tenersi vicini i primari, che le fanno prezzi migliori per il suo agnosticismo strategico colorato. Sono saggi e pacifici. Taiwan è il minimo del minimo, e val bene uno sconto su materie prime, e anche energia (malgrado le loro 70 centrali nucleari, in veloce crescita verso le 100). A lungo termine, potrebbe forse essere scontro per la Cina, ma con i primari. Però sul lungo si apre l’Armageddon della ginecoforia, col deterrente totale della mutazione che esclude il cromosoma Y. Il mondo non è una favola, nemmeno bellissima. E la Trappola di Tucidide è la favola della supremazia, la favola, superata, del cromosoma Y.

In era quadrivoluzionaria occorre guardare avanti e NON indietro, perché è la Storia Magistra Vitae stessa che ci dice di non essere “magistra vitae” in ere propriamente rivoluzionarie.

E quindi confermo che la mutazione incipiente, intanto antropologica, mette in crisi la credenza diffusa del suprematismo. Essa è figlia della mentalità maschile, quella dei femminicidi, della guerra, della violenza, dell’Edipo tragico che è fortunatamente in doverosa revisione grazie alla ginecoforia “atomica” (cioè, attrezzata col deterrente estremo). Tale deterrente può comportare la distruzione di quest’umanità entropica, violenta e autolesionista (il vero “serpente”, il vero 666), così come portare alla “Nuova Venuta”, se seguiamo il buon senso, la vita, i sentimenti positivi (Amicizia, Amore e Arte), come descritti sotto le mille metafore che l’uomo buono, quello mosso dai neuroni specchio, ha creato per sostenere le logiche della convivenza e non dell’ostilità. L’ostilità, che permane in alcune culture ridicolmente ma tragicamente tardo-edipiche come l’Islam.

Edipo non è più metafora dell’umanità odierna. Il modello della Umanità oggi è l’immagine della donna, pacifica, accogliente, paziente, materna, mariana, lacaniana, e non il fallo, totalitario, violento, castratorio, ottocentesco e di Freud (che anche su questo aveva perfettamente ragione, all’epoca in cui sperimentava e scriveva).

La Trappola di Tucidide è un riferimento che fa chic, ma superato. Come Vico e i suoi ridicoli corsi e ricorsi: cose da semplice Luna Park intellettuale, nel XXI secolo diluviano, nel Terzo Millennio della grande Quadrivoluzione.

E dunque, guardando al futuro. non confondiamo “donna” e antropologia femminile, di cui peraltro soprattutto le donne sono principali portatrici. E non dimentichiamo che la scienza, oltre all’elettricità, alla radio, ai motori, al microprocessore, all’energia nucleare ha scoperto il modo per fecondare un ovulo femminile con il DNA di un altro ovulo femminile. E il fatto di “Non vedere” è figlio di “Non sapere”.

Che poi le sue implicazioni non siano del tutto ovvie è chiaro, tanto che ho delineato due scenari logici estremi come conseguenza della “atomica filogenetica”:

1. Distruzione dell’umanità per effetto della resistenza edipico-fallico-patriarcale che scatenerebbe guerre all’infinito per non cambiare;

2. Cessazione di “quest’Umanità” per il sopraggiungere di una nuova specie MUTATA che elimina il cromosoma dell’aggressività e della violenza (il cromosoma Y).

Ma per fortuna c’è ancora una terza via, che la Politica (però ci vuole la P maiuscola…) può realizzare. E non c’è già più spazio per la polemica ma solo per una dialettica costruttiva e consapevole.

Le istituzioni di oggi sono MASCHILI. E le donne che vi hanno successo fanno i maschi. L’antropologia femminile di cui parlo è quella cui ho fatto potenti accenni sopra, che prevede ben altro funzionamento delle istituzioni. Per quello ho messo la maiuscola alla P di politica. Dunque, attenzione alla vista (vedere è sapere, come ben si sa dal greco).

La mia fatica di sociatra vero (non come quelli che senza esperienza clinica di società umane usano le parole come piume di pavone, e qualcuno gli dà anche retta…), dice che il cambiamento della società umana a fronte di una scoperta è sempre lungo: quanto ci ha messo il mondo a cambiare grazie ai motori? Alla radio? All’elettricità? Al microprocessore? All’energia nucleare? Decenni.

Siamo già a due decenni dalla scoperta della bomba filogenetica. Chi ha interesse si sta organizzando o lo ha già fatto sotterraneamente (non dimentichiamo che l’effetto è totale, e cambia TUTTI, ma proprio tutti, gli interessi). Il mio dovere è di segnalare gli effetti sociologici di questa scoperta dirompente. Cosa che ho fatto da subito, venti anni fa, e che è documentato nella mia opera di Sociologia del Futuro (non fantascienza…) “Gynandromakia”, ove si analizza come potrebbe avvenire che una specie con due sessi divenga una con un sesso solo, pensare alle implicazioni future di tale cambiamento biologico e trarne le intelligenti conseguenze, a breve, a medio e a lungo termine.

Quando si parla di società contemporanea si parla di un insieme di individui E di altri soggetti che sono società tra individui e che includono altre “cose”. Questa è la società di oggi e di domani, la Società di Grande Massa. Dunque, non sono semplici convinzioni ma estrapolazioni logiche di eventi oggettivi che sono stati descritti prima e di una lunga esperienza di clinica societaria con un occhio rivolto sempre alla ricerca sul piano antropologico, quello d’intera specie. La Sociatria (Organalitica), il metodo e disciplina che ha cambiato la sociologia conducendola ad essere disciplina clinica come ad esempio già la Psicologia, è documentata nel mio saggio “Introduzione alla Sociatria” che è stato testo universitario sia dei miei corsi di Sociologia generale alla Università LUMSA di Roma che alla Federico II di Napoli. 4. I sociologi, in particolare se sociatri, cioè, referenziati sulla Clinica delle società umane, fanno il loro mestiere come i fornai… Certo, il loro mestiere è vieppiù importante oggi in quanto il funzionamento dell’umanità è incomprensibile senza la buona conoscenza dei funzionamenti societari. Dunque, parlare di futuro non è vaticinio, roba da sfera di cristallo ma, con le debite approssimazioni ma anche le doverose certezze, un mestiere come un altro in termini di specializzazione e di referenze scientifiche relative. Non profezia e nemmeno convinzioni opinionistiche quindi. Perché non si possono considerare opinioni quelle basate su pratica sperimentale, in particolare se documentata con circa mille casi, strutturati metodologicamente per delineare infrastrutture di conoscenza appropriate all’oggetto.

La mente semplice del passato millennio riconosceva solo certezza da scienza esatta (dopo Heisenberg ed Einstein, Adorno e Freud sono “opinioni” pure queste?) ed esercizi di menti belle. Si è inserito nell’ultimo secolo un altro sapere, quello dei sistemi aperti, il cui sapere si sostanzia con la Clinica. In Sociologia, la Clinica societaria.

Se si legge “Introduzione alla Sociatria” ci si chiarisce anche questa differenza attuale tra semplici opinioni, sapere dei sistemi aperti e sapere dei sistemi chiusi.

Ciò che sostengo e che attuo da 50 anni è un percorso scientifico, strutturato su casi documentati a cui è stata applicata da me e da decine di miei collaboratori nei decenni una metodologia che conferma un sapere. Alle volte occorre riprendere a studiare, oppure è buona norma sospendere totalmente il giudizio, tipo: non so e non posso esprimermi perché non so. La storia dei tre minuti e del Bignami purtroppo non serve sempre, in particolare, poi, quando si parla di una scienza, la Sociologia, rinnovata dalla Clinica organalitica (come già la Psicologia dalla clinica in primis psicoanalitica nel XIX e XX secolo). Sono disponibili online da molti anni testi pressoché settimanali che derivano da quella pratica e che in alcuni casi trattano proprio i temi epistemologici che riguardano opinioni e non-opinioni. Non pretendo che si leggano i miei libri, per i quali l’acquisto discrezionale è assolutamente proprio di ciascuno, ma i tanti testi gratuiti che ho postato e che sono ancora lì a disposizione. Ci si trova molto di ciò che serve per capire la distinzione tra:

1. Semplici opinioni

2. Scienze dei sistemi aperti (Scienze sociali, scienze umane, praticate in modo sperimentale)

3. Scienze dei sistemi chiusi (ben note, cosiddette esatte).

Sapere necessario per potere affrontare correttamente il lavoro Politico che ci consentirà di decidere del nostro futuro, anziché lasciare che esso avvenga senza utilizzare la nostra volontà, scienza e coscienza, che possiamo anche chiamare libero arbitrio.

Sergio Bevilacqua


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