Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettera aperta ai preti, religiosi, laiche e laici della Diocesi di Genova sui risultati elezioni Consiglio Presbiterale. Gli eletti. Hanno votato 130, meno della metà del clero


Vi scrivo, assumendomi ogni responsabilità e conseguenza di quanto riferisco, consapevole di obbedire alla
mia coscienza in fedeltà alla Legge della Chiesa (Diritto canonico), che mi tutela con chiarezza giuridica, nonostante
Vescovo, vicari episcopali e, in parte minore, Cancelliere diocesano, si siano opposti al rispetto della Legge.

di Paolo Farinella prete

A norma del Codice di Diritto Canonico, canone 173 §2 pubblico l’elenco degli eletti al nuovo Consiglio Presbiterale per il triennio 2023-2026, pur sapendo che tutti gli eletti sono illegittimi perché nella indizione, nella procedura e nella proclamazione, da parte del Vescovo e dei suoi complici vicari episcopali, una cum aliis, sono state disattese tutte le norme canoniche obbligatorie (Libro I, Titolo IX).

Offro gratis a tutti una lezione di Diritto, di Legalità e di Moralità, e Sinodalità, essenziali per l’esercizio del Ministero presbiterale. Qui si parrà la vostra nobilitate, direbbe il Padre Dante. Lui lo poteva dire, ma noi? «Ai posteri l’ardua sentenza» (A. Manzoni).
Vi scrivo consapevole di obbedire alla mia coscienza in fedeltà alla Legge della Chiesa (Diritto canonico), che mi tutela con chiarezza giuridica, nonostante Vescovo, vicari episcopali e, in parte minore, Cancelliere diocesano, si siano opposti al rispetto della Legge.
Il Cancelliere, don Michele De Santi, che stimo (e lui lo sa!), mi ha detto per telefono che egli «non ha un
concetto del Diritto “positivo”», intendendo positivista e quindi strettamente materiale (o letterale). Problema suo.
Nemmeno io ho un concetto positivista del Diritto, tanto che mi sono specializzato per ben due volte, a Gerusalemme,
Studium Biblicum Franciscanum in esegesi biblica ed esegesi in chiave giudaica (contesto giudaico al tempo di
Gesù), per interpretare la Bibbia e, in essa, specialmente il NT, secondo la «veritas hebraica» (San Girolamo) perché senza questa «chiave» non possiamo capire il 90% del Vangelo che, infatti, interpretiamo come ci gira o vogliamo, con mentalità e cultura occidentale, estranei alla cultura semita. Tutto questo a Vescovo & C. non interessano, perché non si fidano di me e della mia «cattolicità», in quanto vogliono solo pensieri e menti addomesticabili. Un giorno, quando sarò morto da un pezzo, mi riabiliteranno, come è costume della «chiesuola clericale», che a Genova sputa sulla sinodalità, mentre ne celebra il Sinodo, concluso da papa Francesco, oggi, 29 ottobre 2023.
Questa Newsletter è da me dettata a persona di fiducia perché improvvisamente è subentrato un problema al vitreo che mi impedisce di vedere e scrivere, se non con estrema difficoltà, ma sono in fase di cura, per quanto possibile. Per qualche refuso o errore abbiate pazienza.
Nell’esercizio di un diritto, tutelato dal Codex Juris Canonici (CJC), dopo ben tre richieste (la prima del 10-
07-2023) a Vescovo e Cancelleria diocesana per avere la lista degli eletti e relativi voti riportati da ciascuno, a
norma del can. 137 §2, finalmente, forse per intermediazione dello stesso Cancelliere, dopo ben 93 gg. mi è stato
concesso di visionare il verbale, con comunicazione del Cancelliere (e-mail del 05/10): «Ti comunico che il Verbale
dell’elezione del Consiglio Presbiterale è a disposizione in Cancelleria per la sola visione dalle ore 9 alle 12».
Come tutti sapete, a norma del Diritto vigente, e dopo avere consultato Avvocati della Rota Romana, ritengo
e affermo, contro ogni contestazione, che la procedura, la gestione e l’esito delle elezioni del Consiglio
presbiterale siano illegali, illegittimi e quindi nulli. Nonostante Vescovo, suoi vicari e il Cancelliere siano stati da
me avvertiti a più riprese per lettera, essi hanno disatteso e violato fraudolentemente tutti i canoni del CJC (Libro I,
Titolo IX cann. 145-196).
Il Vescovo volutamente (premeditazione) non ha incluso nella lista degli eleggibili tre vicari episcopali,
Pietro Pigollo, Giovanni F. Calabrese e Giovanni Grondona, temendo che non sarebbero stati eletti o avrebbero racimolato pochi voti, preferendo nominarli tra quelli di sua spettanza. In questo modo ha alterato le elezioni, compiendo un atto illecito. Si è avverata la profezia dello stesso Vescovo Tasca, che a una riunione di preti ebbe a profetare: «Questa volta i preti ce la faranno pagare». Così fu. E fu sera e fu mattino… impara l’arte e mettila da parte. Queste elezioni, giunte dopo tre anni di anomalia giuridica sono il giudizio apocalittico del clero sulla
gestione episcopale di Tasca e dei suoi vicari. A Roma mi hanno detto che «a Genova il Diritto si usa “a umma a
umma”». Il can 501 §2 obbliga: «Quando la sede diventa vacante, il Consiglio Presbiterale cessa e i suoi cómpiti sono
svolti dal collegio dei consultori; entro un anno dalla presa di possesso, il Vescovo deve costituire nuovamente il
Consiglio Presbiterale». Il CJC dice che il Vescovo «entro un anno… deve», non dopo tre anni e rotti. Va bene il
«diritto non positivo», caro Cancelliere, ma passare direttamente al «diritto negativo» è troppo anche i santi e beati.
Per la procedura di elezione, il can. 173 §2 stabilisce: “Gli scrutatori raccolgano i voti e di fronte al
presidente dell’elezione esaminino se il numero delle schede corrisponda al numero degli elettori, procedano allo
scrutinio dei voti stessi e facciano a tutti sapere quanti voti abbia riportato ciascuno». Più chiaro di così! Di
cosa aveva bisogno il Vescovo e suoi paralabàni, di un disegnino a colori? La Legge volutamente è stata stravolta,
disattesa, calpestata con premeditazione, cioè con dolo.
Nonostante io consideri illegali e illegittime e quindi nulle le elezioni e gli eletti, munito di lente d’ingrandimento, giovedì 26/10, mi sono recato in Cancelleria per prendere visione del verbale con il nome degli eletti e relativi voti riportati. Mi hanno accolto all’accettazione con squisita gentilezza e durante tutto il tempo della consultazione è stata con me la Sig.ra Roberta Capelli, che ringrazio per la sua accoglienza e necessario supporto a leggere la lista, sopperendo alle mie difficoltà di vista. Non ho potuto prendere appunti, per cui ho messo in moto i
metodi biblici di memorizzazione, applicando una tecnica a catenaccio per blocchi: ho escluso tutti i simili (n. 6 eletti
con 7 voti ciascuno, n. 2 con 10; n. 2 con 8, ecc.), ho separato i primi 9 che avevano una cifra alta (25, 19, 17[2x],
16, 14, 11 e 10[2x]) e così di seguito. Ho letto più volte la lista, separando e distinguendo parole chiave e agganciando
i nomi come si fa nel calcio. Arrivato a casa, con il pc a caratteri cubitali ho impresso su file la memorizzazione. Non
credo di avere sbagliato calcolo, ma se vi fosse qualche errore, fin da ora chiedo scusa.
Pubblico l’elenco memorizzato, non in ordine alfabetico, come ha fatto puerilmente il Vescovo per nascondere la sconfitta sua e dei suoi succursali. Se fosse/fossero stati adulti e responsabili, avrebbero potuto renderlo
pubblico in una occasione ufficiale. Non l’hanno voluto farlo, dimostrando la grettezza di una concezione di Chiesa
verticistica, anti-sinodale e meschina. Il Vescovo avrebbe potuto vietarmi di pubblicare questo elenco e io avrei
obbedito. Avrei solo chiesto, come ho sempre fatto con i suoi predecessori, di mettere il divieto o l’ordine per iscritto,
citando «expresso modo» il canone in forza del quale avrebbe comminato il divieto. Sono un prete «obbedientissimo»
con il dono della legalità. Avrei solo chiesto al Vescovo l’osservanza del CJC che non prevede né il capriccio del
vescovo né il criterio della convenienza/opportunismo, né il «Diritto a umma aumma». Nessun vescovo, da Siri a
Tasca, hanno mai potuto farmi «bau-bau/miao/miao» sul piano teologico, biblico, morale, disciplinare. Sono uno
stakanovista della obbedienza, sempre a norma di Legge che vincola me e vincola il Vescovo, volente o nolente.
Il Vescovo non mi ha proibito nulla né poteva farlo, perché il Diritto gli imponeva di agire in modo
esattamente opposto a come ha agito lui e la sua corale episcopale, i vicari «laudatores plaudentes» (volgarmente
detti adulatori). Questa corale episcopale non sta aiutando il Vescovo a governare, ma è una muraglia cinese e una
cortina d’incenso che gli impedisce di vivere la vita reale. Che Dio guardi vescovi e parroci dai cerchi e cerchietti
magici o cartomantici, perché alla fine si affossano da soli. Prego il Signore che si facciano sposare i preti (io sono
fuori gioco e quindi non ho conflitto d’interessi) affinché preti e vescovi acquisiscano un «suocero» che li possa
sculacciare al momento di necessità.
Dai risultati delle elezioni emergono fatti gravi sui quali il vescovo «deve riflettere» o, in coscienza, non può
impunemente celebrare l’Eucaristia o parlare di «fraternità sacerdotale» perché bestemmierebbe.
a) Hanno votato 130 preti aventi diritto, cioè meno della metà del clero: una sconfitta solenne della tanto declamata
«chiesuola sinodale». Nemmeno i preti vi credono più.
b) Le schede bianche sono state n. 2, quelle nulle 6.
c) Pertanto, i voti validi sono stati n. 122, di cui hanno avuto:
1. Sobrero Carlo il 20,5% con 25 voti.
2. Galli Marco il 15,5% con 19 voti.
3. Cavallero Michele e Robotti Andrea il 14% con 17 voti cadauno.
4. Moretti Stefano il 13,11% con 16 voti.
5. Leidi Alvise il 11,50% con 14 voti.
6. Decaroli Andrea il 9% con 11 voti.
7. Fischer Roberto e Ghiglione Claudio con l’8,19% con 10 voti cadauno.
8. Tutti gli altri hanno avuto voti da 9 a 7.
Tre dati emergono solenni e chiari, senza possibilità di errore:
1. Mons. Carlo Sobrero con 25 voti stacca tutti di 6 voti di vantaggio e 5 punti percentuale: un vero plebiscito
universale come risposta del clero alla ignobile sua destituzione dall’Economato e al diniego sistematico del
Vescovo di riparare alla lesione della sua «buona fama». Il clero stima don Sobrero e gli conferma fiducia assoluta.
Il voto è un atto di riparazione sostitutiva o vicaria verso un uomo onesto e perbene, offeso, umiliato e diffamato
immoralmente. Che il voto sia anche una sfiducia nei confronti del Vescovo e del suo cenacolino è facile dedurlo, ma non mi azzardo a tanto, perché sarà la Legge a porvi chiarezza. Gli esperti di demoscopia, da me consultati, facendo loro leggere i risultati e alcune documentazioni hanno confermato all’unanimità questa interpretazione.
2. La scarsissima affluenza è un messaggio di disinteresse e di rifiuto del metodo dei trasferimenti in massa, fatti alla
carlona, tanto è vero che diversi di quelli appena trasferiti sono stati di nuovo ri-trasferiti come pacchi postali, via
Amazon Prime (la velocità è l’anima del commercio).
3. La conferma che il Vescovo aveva ragione: se i suoi vicari fossero stati nella lista, di sicuro non sarebbero stati eletti: il Vescovo ne temeva la vergogna, e l’ha avuta, invece di vedervi, anche da francescano e per giunta minore, una piccola
lezione di umiltà e di verità.
Tutta la questione è in fase di ricorso a Roma. Sarà il Papa a dire l’ultima parola, perché così stabilisce la
Legge. Avrei potuto stare zitto e farmi i fatti miei e dedicare il tempo allo studio e alle pubblicazioni; non l’ho fatto
perché credo nella Chiesa del Concilio Vaticano II e quella sinodale di Papa Francesco. Se non fossi intervenuto, sarei stato complice di ingiustizie e di insubordinazione alla Legge universale della Chiesa… il don Abbondio della diocesi di Genova.
Di seguito, nudo e crudo, come l’ho memorizzato, il risultato delle elezioni, a norma del can. 173 §2 del CJC
che il Vescovo e i suoi complici non hanno voluto obbedire. Cordiali saluti a voi e se incontrate la signorina «fraternità
sacerdotale» che abbonda nei gargarismi clericali, abbiate la compiacenza di segnalarmela perché anche io vorrei
porgerle i miei omaggi nella diocesi di Genova dell’èra Tasca, vescovo Marco.
Genova 29-10-2023, anti-antivigilia del mio 51° anniversario di ministero presbiterale.
Paolo Farinella prete, ateo per grazia di Dio.

Risultati del 2° turno delle elezioni per il Consiglio Presbiterale che restano illegittime e nulle per il Diritto.
Schede N. 130 Preferenze N. 259 Schede bianche N. 2 Schede nulle N. 6.
Eletti (illegittimi per il Diritto: v. supra) e relative preferenze:
1. Sobrero Carlo 25
2. Galli Marco 19
3. Cavallero Michele 17
4. Robotti Andrea 17
5. Moretti Stefano 16
6. Leidi Alvise 14
7. Decaroli Andrea 11
8. Ficher Roberto 10
9. Ghiglione Claudio 10
10. Torre Giuseppe 09
11. German Mario 08
12. Primerano Fernando 08
13. Bernagozzi Gabriele 07
14. Colombelli Stefano 07
15. Conte Matteo Paolo 07
16. Marrè Brunenghi Paolo 07
17. Moriani Silvestro 07
18. Zoppi Matteo 07
PS. Tutti gli eletti, seppure illegittimi, hanno l’obbligo morale e giuridico di affrontare la questione alla prima convocazione del Consiglio, che fino ad oggi non è stata ancora convocata (chi va piano, va sano e non arriva mai), a norma del can. 173 §2 e l’intera modalità di elezione in contrasto con il Libro I Titolo IX, cann. 145-196. Se non lo fate voi, chi deve farlo. Esigetela legalità, se volete essere credibili e stimati. Diversamente siete complici e colpevoli anche voi.
PPS. FINE PER ME, MA PROSEGUE A ROMA- Genova, 29-10-2023


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P. Farinella

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