Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Celle Ligure, bassorilievo di Renata Minuto
donato dalla massima artista savonese vivente a Raffaele e Carolina Arecco. La benedizione dei vescovi Lupi e Marino


Anni or sono si inaugurava nei Giardini dello stato vaticano un ampio altorilievo (cm 480 × 240) modellato da Renata Minuto. L’iniziativa era partita da Don Raffaello Lavagna, sacerdote savonese, drammaturgo, operante alla Radio Vaticana, e dalle sorelle Suetta, signorine savonesi, le quali offrirono un adeguato finanziamento, frutto di sudati risparmi A Don Lavagna – così narrava anche a chi scrive e con legittima soddisfazione – l’idea era frullata in capo nel vedere un portale tamponato nell’edificio della Radio Vaticana, già cappella fino al secolo scorso, poi dismessa. Perché non occupare quel solenne vano centinato con un’effigie di Nostra Signora di Misericordia?

Il bassorilievo rappresenta N.S. di Misericordia mentre appare al beato Antonio Botta. Dono di Renata Minuto a Raffaele Arecco e alla consorte Carolina

L’idea non era soltanto scaturita dall’amor natii loci. Di fatto i giardini ospitavano già una mezza dozzina di edicole mariane, ma, ci sia consentito rammentarlo, dopo quello lauretano, il santuario più celebre nei secoli passati nell’ecumene cattolico era quello savonese. Non solo, al santuario era giunto pellegrino Pio VII, prigioniero del tiranno d’Europa e poi, una volta libero, vi si era ancora recato per coronare nella cripta la sacra statua, il 10 maggio 1815, in un trionfo di popolo plaudente. Una semplice popolana cellasca lo aveva profetizzato, allorché la notizia appariva incredibile.

E il 10 maggio 1995, a nome della Diocesi sabazia e delle confraternite era offerta al pontefice Giovanni Paolo II la monumentale ceramica della Minuto. L’arte è sì una conquista dell’artista, ma prima ancora un dono concesso graziosamente da Sua Divina Maestà. Ogni artista, anzi ogni persona pensante, ne è consapevole, purché non accecata dalla vanagloria.

Scendendo al prosaico, Renata Minuto ha voluto donare a Raffaele Arecco ed alla consorte Carolina, appartenente a chiara famiglia (sebbene poco ricordata), un attestato della sua riconoscenza per l’ausilio logistico prestato in questi decenni: gratia artis, appunto. Né senza ragione, poiché l’intera iniziativa della ceramica in Vaticano fu seguita e supportata, simbiosi verace, fra l’artista savonese e l’Arecco, di vetusta famiglia cellasca. E il riferimento a Celle Ligure, sia pure in modo alquanto criptico,  si scorge nella creazione stessa: l’edificio modellato all’altezza della mano sinistra della Vergine richiama infatti il seicentesco mulino a vento sulla collina dei Boschi in Celle.

Ma veniamo al bassorilievo posto in opera nella casa del Castellaro. Modellato a mano con impasto refrattario nella manifattura ERNAN in Albisola Superiore condotta da Ernesto Canepa (detto Tino) e dalla contitolare Annamaria Pacetti, misura centimetri 160 × 92; è stato decorato con ossidi e smalti policromi dopo la prima cottura, cotto una seconda volta, ridecorato con oro, platino, bronzo e lustri, cui è seguita la terza cottura.

Da sinistra Gian Luigi Bruzzone, Carolina Arecco, Renata Minuto, Annamaria Pacetti, Tino Canepa, Raffaele Arecco

Il soggetto rappresenta Nostra Signora di Misericordia mentre appare al beato Antonio Botta. Conforme alla tradizionale iconografia, la Vergine si libra nell’aria, con le braccia allargate sotto il mantello in segno di protezione. Veste e manto risultano candidi ma trascoloranti in turchino, il capo incoronato, avvolto in aurea atmosfera con cinque teste di putti alati all’intorno. In basso a destra sta ginocchioni  il contadino Botta in preghiera ed estatico alla vista dell’apparizione. Nel registro inferiore si intuisce un ambiente agreste, all’altezza della mano sinistra un lacerto paesaggistico con un ponte ed una costruzione appena accennata, in memoria del seicentesco mulino a vento di Celle, implicito omaggio dell’artista a Raffaele. Già presenti nell’alto-rilievo vaticano. Il bassorilievo presenta una cornice formata di tanti piccoli mattoni: la soluzione si ispira all’edicola vaticana incastonata – come accennato in esordio – in un portale di laterizio, come del pari la cortina muraria, nella calda tonalità del mattone.

La pregevolissima creazione dell’artista Renata Minuto campeggia sulla candida parete di casa Arecco dall’alto del Castellaro e Colei che è effigiata ne protegge i proprietari e quanti a Lei fidenti ricorrono. Essa è stata benedetta martedì 14 maggio alla presenza delle LL. EE. Mgr Vittorio Lupi vescovo emerito di Savona e di Mgr Calogero Marino ordinario diocesano, del Prevosto di Celle Don Piero Giacosa, nonché della massima artista savonese vivente, del ceramista Tino Canepa e di un gruppo di amici degli Arecco.

Gian Luigi Bruzzone


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