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Liguria e Basso Piemonte

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Imperia, i ciceroni di Scajola sindaco
Rivoluzione turismo: coinvolti alberghi, bar, ristoranti, negozi, artigiani. Esempio unico


A leggere le cronache nel corso degli ultimi decenni sul turismo in Liguria si sono sprecate un’infinita di parole. E meglio la discussione ed il confronto, magari acceso, sono utili purchè il filo conduttore siano i risultati. Ancora una volta è destinato a far parlare il rinnovamento della politica, applicata all’Amministrazione comunale, con il ritorno sullo scranno di sindaco di Claudio Scajola. Questa volta va in scena una vera e propria rivoluzione, almeno vista nella cronaca e nella storia ligure o forse italiana, di far turismo.  Vanno bene i tecnici, le indicazioni e le strategie degli esperti, che come nel calcio sono inflazionati, benissimo chi promette (intanto nessuno tiene in mente come è finita) di aver trovato la strada giusta sotto la sua regia. Ora siamo con l’assessore regionale avv. Giovanni Berrino, Fratelli d’Italia. E’ stato il suggeritore del ritorno alla Tassa di Soggiorno per dare finalmente slancio all’industria ricettiva ligure. L’unica zona a non soffrire è quella delle Cinque Terre.

L’assessore che si era lasciato prendere dall’euforia con il boom dell’anno 2017 con un Europa e il Medio Oriente alle prese con clamorosi attentati terroristici, perfino sulla ‘rivale’ (in turismo) Costa Azzurra. E a beneficiarne (involontariamente) era stata l’Italia e la Liguria. Le aride cifre di arrivi e partenze illudevano che grazie al governo Toti e all’assessore Berrino si era rimessa in moto la formidabile macchina che attrae vacanzieri dall’Europa e oltre, convince i connazionali a non rischiare e spendere i loro soldini in casa. Illusioni a destra e a manca, ma è durata poco la felicità degli illusionisti. Ora c’è chi ‘prende il toro per le corna’. Scajola ex ministro l’aveva promesso e lo sta facendo: serve una rigenerazione a 360 gradi. Come descrive l’articolo di Giorgio Bracco il sindaco di Imperia chiede ai suoi concittadini, titolari di attività che col turismo in genere hanno a che fare, di trasformarsi in ciceroni del ‘prodotto vacanze ad Imperia’. Iniziando, ovviamente, con ‘azioni formative’ (sempre utile tornare a scuola) per tutti gli addetti alle Iat volanti: non solo albergatori ed affini,  commercianti, professionisti del settore, artigiani, accompagnati a diffondere tra gli ospiti (con gli stranieri e le lingue immaginiamo qualche difficoltà in più) “le nozioni basilari di cultura, storia, arte, ambiente ed enogastronomia locali attraverso appositi corsi di formazione che riguardano anche mini stage per conoscere vocaboli e frasi più comuni delle principali lingue straniere”.

Uno straordinario progetto popolare che parte davvero dalla base. Non sappiamo se si tratta di un’idea originale e tutta made Imperia o se l’ex ministro dello Sviluppo economico l’abbia presa in prestito. Poco importa a chi riconoscere la paternità. Sono gli effetti e cosa cambierà in positivo per la ‘lucertolina’ Imperia che, a parte il clima, non gareggia tra i primi posti nella salute (benessere) materiale dei suoi concittadini. Un esempio da attenzionare, c’è in gioco non solo la credibilità operativa del primo cittadino che scommette mettendoci la faccia. Anzi, la sapienza frutto dell’esperienza.


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