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La ‘rivoluzione evangelica’. Poveri di tutto il mondo, camminiamo insieme


Poveri di tutto il mondo, camminiamo insieme. Papa Leone XIV rilancia la “rivoluzione evangelica” dei diritti:  terra, tetto e lavoro al centro della vita.

di Vincenzo Bolia

Nel suo primo incontro con i Movimenti Popolari, giovedì 23 ottobre 2025, nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha pronunciato un discorso destinato a segnare una svolta nella dottrina sociale della Chiesa. Riprendendo idealmente il cammino aperto da Papa Francesco, il Pontefice ha rilanciato con forza l’appello alla giustizia sociale, parlando dal punto di vista delle periferie e non più dei centri del potere economico.

«La terra, la casa e il lavoro sono diritti sacri – ha affermato – e vale la pena lottare per essi. Voglio che mi sentiate dire: ci sto, sono con voi!». Un passaggio che riecheggia, in chiave cristiana, il grido di Karl MarxLavoratori di tutto il mondo, unitevi”, ma lo porta oltre, trasformandolo in un appello universale: “Poveri di tutto il mondo, camminiamo insieme”.

Leone XIV ha ricordato di aver scelto il nome “Leone” in omaggio al grande predecessore Leone XIII, autore della Rerum novarum (1891), la prima enciclica sociale della Chiesa, scritta nel pieno della rivoluzione industriale. “Oggi – ha detto – le “cose nuove” non sono le tecnologie o l’intelligenza artificiale, ma «le richieste degli esclusi che invocano giustizia».

Il Papa ha denunciato «la globalizzazione dell’impotenza» e «la cultura dello scarto», indicando la necessità di passare dall’elemosina alla giustizia, dall’assistenza alla partecipazione. I movimenti popolari, ha spiegato, «non fanno ideologia, ma vivono il Vangelo», costruendo solidarietà e amore attraverso l’organizzazione concreta della vita: dare pane, casa e lavoro a chi non li ha.

Un discorso di forte ispirazione sociale e politica, che smaschera le contraddizioni del mondo globale. Il Papa ha richiamato le nuove schiavitù del nostro tempo: la dipendenza digitale, la povertà nascosta, l’esclusione dei migranti, l’abuso dei poveri da parte del mercato e della finanza. «Finché i problemi dei poveri non saranno risolti in modo radicale – ha ammonito – non si troverà soluzione ad alcun problema del mondo».

Nel passaggio forse più incisivo, Leone XIV ha definito i militanti dei movimenti popolari “poeti sociali”, capaci di trasformare la solidarietà in poesia, l’impegno quotidiano in Vangelo vissuto. «La Chiesa deve essere con voi – ha detto – povera per i poveri, coraggiosa, profetica e gioiosa».

Il messaggio finale è un invito all’azione e alla speranza: «Dobbiamo colmare il vuoto etico del mondo, opporre alla globalizzazione dell’indifferenza una cultura della riconciliazione e dell’impegno». E ha concluso: «Andate avanti nel cammino, con gioia e speranza».

Un discorso che, come ha sottolineato il sacerdote e scrittore genovese don Paolo Farinella,squarcia l’indolenza e la connivenza di oggi con i ricchi schiavi del mercato e i poveri scartati, esclusi e derubati”. Non più elemosina, ma giustizia; non più parole, ma organizzazione e unità. Perché, come ha detto il Papa, la rivoluzione è già cominciata: si chiama amore sociale.

Vincenzo Bolia


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