Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Albenga, addio Gianni Michero, dall’Accademia a industriale tessile


Il 22 novembre 2018. Trucioli.it titolava: Albenga, prima alunni del Nautico (Savona), ora solidali nella disgrazia con l’amico Gianni. La notizia ? Gianni non c’è più. Il suo forte cuore ha cessato di battere; era ricoverato all’ospedale San Carlo di Milano accanto ai figli Maurizio e Carlo. I funerali della parrocchia del Sacro Cuore venerdì 1 marzo ad Albenga.

Trucioli.it solito non dimenticare le tante persone operose che meritano e in vita non hanno indossato i panni dell’esibizionismo. Anzi della riservatezza e della modestia lo hanno distinto. Gianni, in silenzio, ha amato e onorato la sua città. Un motivo di orgoglio per figli e nipoti.

 

Carlo Michero con gli ex compagni del Nautico di Savona e con il figlio

Era novembre del 2015, al ristorante Madonna del Monte, i ‘ragazzi’ del Nautico di Savona.di Savona, hanno festeggiato il 15esimo incontro (amicizia e ricordi). Quelli della Terza Età: mariti, papà, nonni, con le loro storie di vita. ‘Lupi’ di mare, quando solcare gli oceani, era un’avventura difficile da dimenticare. Si approdava nei porti di quattro continenti,  spesso alle prese con tempeste e insidie, ritorno a casa e ripartenza, sperando nella buona stella, nel destino amico. Ora ritrovarsi, raccontarsi con momenti di commozione. Ad Albenga una testimonianza molto significativa. Qui abita Gianni Michero, uno di loro: alunno, diploma, Accademia, ma scelse di non navigare, intraprendere un’attività in proprio nel settore industriale.

Il legame scolastico non si è mai interrotto, testimoniato dall’immancabile foto ricordo da ‘rimpatriata’. Fino al dramma. Gianni, una notte, colpito da ictus. Salvo per miracolo. Ha perso la parola e l’uso degli arti inferiori. Vedovo, vive sulla sedia a rotelle, lucido e soprattutto felice quando rivede il gruppetto di affezionatissimi ex, tornano a fargli visita, ad abbracciarlo. “Non ti dimentichiamo…”

Sono Giuseppe Bottino, Vittorio Bovone, Carlo Gambetta, Renato Piovano. C’eravamo noi di trucioli, a nostra volta ‘vecchi cronisti’ di provincia, interessati a tramandare fatti e capitoli di vita che meritano di essere conosciuti, raccontati, quasi mai descritti nelle pagine dei quotidiani locali, Tv liguri, i social che imperversano, ‘fanno scuola di giornalismo’ copia ed incolla, seduti al desk, si consuma il cellulare anziché la suola delle scarpe come accadeva un tempo. Al contatto personale, alla strada, al marciapiede, alla testimonianza personale, al pathos, è abituale seguire gli eventi seduti alla scrivania.

Non si limitano, invece, a chiedere notizie (come stai….) quattro ‘giovanotti’, tra le ultime memorie viventi del ‘mitico’ Nautico di Savona, sorgente formativa nel lavoro, ieri più di oggi, con il suo carico di fascino, avventure, di opportunità. Nautico, a quei tempi, una meta ambiziosa nella scala sociale e del benessere.”Eravamo una casta invidiata….”

Eccoli in ordine alfabetico.  Carlo Gambetta, forse il più popolare in provincia per essere stato tre volte sindaco della sua Noli e da allora una vena, un impegno da testimone nell’informazione locale. Coscienza critica che firma articoli, mai nell’anonimato, con tenacia ed orgoglio combatte, oggi via trucioli.it,  per una missione di democrazia partecipata. In prima linea, tra i concittadini, per informare, criticare, proporre, far tesoro dell’esperienza, della libertà di esprimere il proprio pensiero affinché ognuno possa conoscere i problemi di Noli. Il ‘comandante’ che ha navigato su petroliere e super petroliere, percorrendo la scala di comando. Da ultimo alle dipendenze della Fiat per l’imbarco di auto a Porto Vado.

Giuseppe Bottino, tra i sempre più rari cittadini Doc di Varigotti. La memoria, soprattutto,  degli anni ’40 e ’50. Vita da comandante, capitano marittimo,  sulle Piattaforme Agip. Ora vive molti mesi all’anno a Novi Ligure. Rivive i tempi del Nautico, i compagni di classe, di viaggio in treno e in pullman. Ricorda Eugenio Picasso di Loano (classe 1934) tra i primi a diplomarsi. Il comandante Pecchioni di Pietra Ligure il primo della classe. I libri di testo, Capasso da Imperia. ” Il comandante della nave ci dava dei lei, così come erano soliti fare gli insegnanti. Prima di saper comandare, bisognava imparare ad ubbidire. Ho iniziato sulle navi con la scopa, mazzetta e punteruolo a pulire le guglie”.

Bottino cita l’avv. Paolo Cappa  che fu ministro della Marina nel governo di Alcide De Gasperi.  Cappa nasce a Genova nel 1888, comincia a fare giornalismo nel “Letimbro” (Savona), nel “Momento” di Torino e nel “Cittadino” di Genova. Si laurea in giurisprudenza a Genova nel 1908 a 21 anni. Viene eletto nel PPI alla Camera dei deputati e rieletto nel 1921 e nel 1924. A 38 anni, nel 1936, viene espulso dal Parlamento come antifascista ed emarginato dalla politica, intraprende la carriera forense. Durante la seconda guerra mondiale mantiene i contatti con Paolo Emilio Taviani. Nel 1945 rientra in politica, a 57 anni, dopo un ventennio di lontananza dalle scene. Membro del parlamento nella Democrazia Cristiana, fa parte dell’Assemblea Costituente, partecipando attivamente alla redazione della Costituzione italiana. È Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel II, nel III Governo De Gasperi. In seguito ricopre l’incarico di Ministro della Marina Mercantile nel IV e nel VII Governo De Gasperi. Si occupa della riorganizzazione del sistema dei trasporti, in particolare a livello dei porti e degli aeroporti, considerati fulcro vitale per il rilancio dell’economia del dopoguerra. Senatore della prima legislatura repubblicana, muore a Roma nel 1956, all’età di 68 anni.

Cappa aveva una villa a Stella e una a Finalpia poi acquistata dall’armatore Serra. Un figlio di Cappa, dipendente Eni, poi Italsider, morì in un incidente d’auto. Altri due figli  Franco e Roberto (avvocato) vivevano a Genova. I Cappa forse posseggono ancora una villetta alle Manie. A Stella erano proprietari di boschi il cui legname era destinato alla cartiere.

Bottino: ” La piattaforma Eni più grande che ho comandato si trovava nel Mare del Nord. Nel 1990, mese di aprile, Rai 3 fa un servizio, sulla vita di bordo. Abbiamo salpato da Genova, direzione Malaga, Gibilterra, Lisbona  dove si sono imbarcati 100 operai, passo della Manica, Norvegia in banchina. E la circostanza, non comune, di non aver registrato mai un morto sul lavoro e purtroppo senza fare notizia. La normativa e le procedute di quel paese erano molte rigorose. L’inizio del lavoro sulle piattaforme risale al 1968 era un esordio assoluto per l’Italia, così come l’inizio delle estrazioni, nel 1969, ed io sono stato tra i protagonisti.  Ero capitano di lungo corso con la ‘patente’ di comandante”. Bottino ha proseguito il suo ‘medagliere’ di comandante per la Saipem con Sarabeo 2- 3- 4 dal 1972 al 1986. Fino allo Scarabeo 5, il più grosso in assoluto, utilizzato in Norvegia. Altre piattaforme utilizzate nel Mediterraneo, nel Golfo del Messico, in Angola, Costa d’Avorio. Al catering provvedeva il fornitore di bordo Ligabue. Si perforava il mare, i pozzi a profondità fino a 6 mila metri, con una torre di 500 ton., a terra al massimo di 250 ton.  Ora si utilizzano piattaforme ancora più imponenti e capace di trivellare ancora più in profondità alla ricerca del ‘tesoro nero’.

Bottino che ricorda quando fu aperto quello che oggi è più di un ristorante storico da oltre 60 anni gestito dalla famiglia Frumento. Un fiore all’occhiello, una vera eccellenza di successo e buona cucina marinara, che rende onore ed attrae buongustai. La Conchiglia d’Oro – Muraglia che fu aperta, inizio anni ’50,  da Moscato in un altro locale che si trovava sempre sull’Aurelia, poco dopo la galleria e  che ora ospita un negozio di frutta e verdura. Il papà era marinaio.

Luciano Corrado


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto