Dal filosofo Bovio a Totò, le 99 vie della massoneria a Napoli. Il nuovo libro del giornalista Piedimonte esplora storia, personaggi e segreti delle logge all’ombra del Vesuvio. Tra i massoni Salvatore Quasimodo, premio Nobel. E alla scoperta di un mondo sconosciuto ai più: quello delle donne massone.
DA LA STAMPA DI LUCA FORNOVO- Un’originale mappa esoterica s’intreccia con una storia della massoneria che racconta come per secoli Napoli sia stata una delle grandi capitali della massoneria europea.
Nel suo nuovo libro in vendita anche su Amazon, “Le 99 vie massoniche di Napoli” (Edizioni Sub Rosa), il giornalista e scrittore Antonio Emanuele Piedimonte racconta gli episodi principali e i più curiosi: una passeggiata virtuale tra aneddoti e personaggi, tracciando un’ideale percorso tra squadra e compasso all’ombra del Vesuvio.
Sono oltre cento tra strade e piazze portano il nome di protagonisti della Libera-muratoria e tra questi c’è anche un principe molto famoso, più per la sua comicità che per il lignaggio nobiliare: Antonio de Curtis in arte Totò, gran maestro del Grande Oriente e fondatore di una loggia.(ndr doverosa correzione di Trucioli.it dopo la pubblicazione: Totò non era Gran Maestro ed apparteneva alla Gran Loggia d’Italia degli Antichi liberi accettati muratori di Rito scozzese antico e accettato -Obbedienza di Piazza del Gesù)
Dal cuore del centro antico alle lontane periferie gli esempi sono tanti: c’è il Lungomare che celebra un grande eroe del mare, l’ammiraglio Francesco Caracciolo, e la piazza che ricorda Giovanni Bovio, filosofo, docente, stimato parlamentare e figura di primissimo piano nella storia della massoneria italiana (fu anche l’oratore ufficiale all’inaugurazione del monumento a Giordano Bruno a Roma).
l libro – 320 dense pagine (con alcune foto “illuminanti”) ci accompagna lungo vie, vicoli e slarghi di una Napoli segreta: il vasto e inedito stradario evoca uomini e imprese della più grande comunione iniziatica del mondo e tiene insieme, sotto le insegne massoniche, scienziati e letterati, avvocati e artisti, docenti e poeti, militari e studenti, politici e uomini di Chiesa, compresi alcuni vescovi, due re e una regina.
Il saggio di Piedimonte, che dal 2004 scrive per «La Stampa», passa in rassegna i profili di piccoli e grandi protagonisti dell’universo partenopea e internazionale. Si pensi, ad esempio, a Gaetano Filangieri e ai suoi rapporti con il “fratello” statunitense Benjamin Franklin (venerabile della leggendaria loggia parigina “Les Neuf Soeurs”) e con il teologo danese Friederich C. H. Munter che a Napoli operò (con successo) per conto dell’Ordine degli Illuminati di Baviera. O al brillante imprenditore ebreo che regalò ai napoletani la loro squadra di calcio e il primo stadio: Giorgio Ascarelli (il mitico primo presidente del Napoli calcio); o il geniale Hugo Pratt (il “papà” di Corto Maltese). Ma pure Luigi Settembrini, Pasquale Villari, Ettore Carafa, Alessio Aurelio Pelliccia, Giuseppe Fiorelli (il grande archeologo), Vittorio Imbriani, Giuseppe Piazzi (il fondatore dell’Osservatorio astronomico di Palermo), Arnaldo Lucci, Luigi Luzzatti, Pasquale Baffi.
Dal documentato volume emerge pure la folta schiera di medici – tra gli altri Cotugno, Cirillo, De Meis, Jannelli, Bianchi, Castellino, Pietravalle, Pascale – e quella ugualmente corposa di letterati: i premi Nobel Carducci, Quasimodo, Fermi, e quindi Goethe, Stendhal, Sue, Dumas, Foscolo, Pascoli, De Sanctis, Malaparte.
Ma il libro di Piedimonte è anche l’occasione per andare alla scoperta di un mondo sconosciuto ai più: quello delle donne massone. In primis le gran maestre napoletane Enrichetta e Giulia Caracciolo, due figure eccezionali che la stampa del tempo definì «le tigri del libero pensiero della massoneria italiana».