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Finale Ligure ‘prigioniera’ della viabilità Medievale? Il ponte di ferro compie 50 anni. Lo sviluppo urbanistico e supercementificazione


Sulla pagina Facebook di Giuseppe Testa, finalese d’adozione, nei giorni scorsi, è stata pubblicata una testimonianza-riflessione-commenti che meritano di essere letti e conosciuti dalla comunità. Il ponte di ferro: Finale “prigioniera della viabilità antica?

In Italia si parla tanto di Ponte SULLO Stretto… A Finale non fummo capaci di fare, a suo tempo, un (vero) ponte  NELLO stretto, cioè nel punto dove l’alveo del Pora, per via dell’orografia della Caprazoppa, si stringe al minimo…
E’ indubbio che oggi la viabilità di Finale Ligure ricalchi in gran parte la viabilità Medievale. L’orografia del territorio, che schiaccia il centro urbano tra le falde dei promontori e la linea di costa, lascia poco spazio al tracciato di nuove vie. Oggi si è molto costruito sulle piccole piane alluvionali che costeggiano i torrenti, precludendo nuove possibilità di tracciatura.
In prossimo articolo vedremo i rozzi e disperati tentativi (falliti) di Finale di dotarsi di una viabilità funzionale e moderna, oggi accenniamo ai “ponti militari provvisori”. Il “ponte di ferro” sul torrente Pora, (sono in realtà due affiancati), può sembrare fuori posto rispetto alla viabilità di oggi.
In effetti la sua posizione è legata al fatto che quello è il punto più stretto dell’attraversamento del torrente nel tratto Borgo-Marina, e di conseguenza più facile da superare, con il ponte più corto possibile, relativamente all’esigenza della viabilità antica. Questo ponte militare non era il solo presente a Finale: soluzione analoga era stata ricavata a Finalpia, e fu sostituito da pochi anni con un moderno ponte sollevabile, in caso di piena, da martinetti idraulici.
Il ponte BAILEY- Si tratta di un ponte militare del tipo “Bailey”. Risulta essere un “reduce” della seconda guerra mondiale. Come riporta la targhetta identificativa risulta costruito nel 1943 in Gran Bretagna. Fu posizionato sul torrente Pora nel 1965. E’ un mistero di come sia giunto fino a noi. E’ probabile che fosse al seguito dell’Ottava Armata britannica e la Quinta statunitense nella risalita della penisola, e sia rimasto inutilizzato, o inutile, senza essere richiesto indietro dagli alleati dopo la guerra.
Gli Stati Uniti produssero su licenza il ponte, che diventò poi materiale standard NATO e quindi materiale di normale impiego dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano. Passato quindi in uso al nostro esercito, questi lo impiegò ove necessario nel dopoguerra in varie zone dove le infrastrutture risultavano maggiormente devastate dai bombardamenti. È quindi possibile che tratti di una sezione di ponte già utilizzata provvisoriamente altrove, poi resa inutile dalla costruzione di un ponte definitivo, quindi smontata e immagazzinata per usi futuri.
A Finale l’uso “provvisorio” si prolunga oramai da più di mezzo secolo!
Studiamone la genesi-
Anno 1000 circa: non esiste la Marina, non esiste il Borgo e nemmeno Pia come le conosciamo oggi. Pia e Marina sono “fuse” in un piccolo nucleo sullo sperone di Castelfranco, esiste un nucleo nei pressi della Pieve. Per ciò che riguarda il Borgo, erano presenti alcuni piccolo nuclei alle spalle della zona del Palazzo del Tribunale e alcune case, con chiesa e hospitale in (odierna) via Monte Tabor). Questo nucleo, quando sarà fondato il Borgo ed erette le mura sarà detto “Extra Muros” o “Extra Moenia”.
Il litorale di Finale non presentava costruzioni sulla spiaggia, e per secoli non sarà possibile farlo per il divieto esplicito dei Marchesi di edificare. In quei secoli non serviva attraversare il torrente all’altezza della foce: questa era troppo larga e, soprattutto, era un vicolo cieco. Non vi era il tunnel di Caprazoppa, iniziato solo nel 1836 ed aperto al traffico nel 1839.
Con lo sviluppo dei commerci nel secolo spagnolo, intorno alla piazza che fungeva da scalo merci  e area portuale, nasce una cittadina.
Emergono nuove esigenze di spostamento. Qui entra in giogo la rivalità tra Borgo e Marina. Dal Borgo Capitale, ormai più piccola per abitanti e importanza,  partivano le vie per Borgio e Verezzi (via del Cavo e via dell’Orera). Chiunque di Marina che volesse andare in quei luoghi doveva andare in prima Borgo ed imboccare i sentieri, laddove partono ancora oggi.
I Marinesi che dovevano andare a Borgio, Verezzi o nella costa a ponente dovevano fare quindi un “inutile” allungamento di tragitto. Fu allora scelto il punto più vicino a Marina, dove il corso era più stretto (alla foce il guado era improponibile), e fu gettata una passerella di legno per potere tagliare ed intercettare la via del Cavo poco più in alto. A forza di transiti fu ricavato un sentiero, detto “Scorciatoio” .
In un secondo tempo invece, come riportano l’Anonimo finalborghese (Memoria sopra la strada litorale che passa da Finale, 1830)., ed il Silla, (Vecchia “Marina”…Addio!) questo “scorciato fu rifatto. La strada fu rinominata “Scorciatoio a Zig Zag”. Il caratteristico andamento a zig zag fu necessario agli Imperiali, che la “ridisegnarono” nel 1795 per conferirle la caratteristica di carrabilità, nella fase iniziale della guerra, fornendola di nuovo ponte in legno scopo di questo rifacimento era permettere il transito delle artiglierie pesanti, poiché il vecchio sentiero ed il vecchio ponte, che era una passerella, erano inadeguati. La passerella di legno, già evidenziata in un disegno del 1722, aveva evidenti caratteristiche di precarietà, ma non si era, fino ad allora, voluto o potuto sostituirla con un ponte in muratura.
Rifatto più volte in legno, per gli stessi motivi per i quali fu “gettato”  in quel posto, fu sostituito con un ponte di ferro militare (anzi due), rimasti in disuso dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sarà disponibile a breve una pubblicazione completa con la storia di questi ponti.
La solita leggenda urbana recitava che il Comune di Finale Ligure pagava un affitto alle Forze Armate per il suo “noleggio”, e che l’esercito poteva riprenderlo in caso di necessità per esigenze militari. Negli archivi mai è emersa ricevuta di pagamento, ne mai gli ultimi amministratori hanno notizia di pagamenti. Se soldo ci fu, fu pagato all’acquisto. Però il Comune lo ha ripetutamente modificato, cambiando il piano di calpestio, facendo manutenzione o piccole migliorie, lavori che non sarebbero stati possibili se il ponte fosse in prestito in quanto ancora di proprietà dell’esercito, perché risulterebbero alterate le caratteristiche costruttive e di portata che altererebbero lo standard previsto dal “Genio” Militare.
I tentativi di Finale di avere una viabilità moderna
Urbanista: esperto che “disegna” la città, le sue strade ed i suoi servizi per il buon, anzi miglior,  vivere della popolazione. Per la definizione completa e accademica vai su Treccani web.
Secondo me ogni studio urbanistico dovrebbe progettare il futuro, e non rispondere completamente alle esigenze attuali, ma dovrebbe saper prevedere quelle che saranno in un futuro a breve e lungo termine. Ma uno studio di questo tipo, per Finale, doveva essere fatto molto tempo fa, almeno durante il boom economico, quando c’erano le prime avvisaglie di super cementificazione e dell’arrivo del turismo di massa. Nello stesso periodo le Autostrade Italiane scartavano il progetto dell’autostrada a tre corsie più quella di emergenza, ritenendo che sarebbe bastato (lo fu per pochi anni) un tracciato a due corsie. Errore incalcolabile ed irrimediabile, che va ad aggravare la difficoltà del traffico locale.
Ecco, secondo me, il grave errore commesso a suo tempo: si è cercato di dare una risposta immediata alle richieste contingenti, mano a mano che queste si presentavano. Terminati i lavori, ci si accorgeva che ormai le richieste erano già altre. Erano modificate le condizioni e doveva ricominciare la rincorsa per cercare di “tappullare” (termine dialettale).
Se volete facciamo una piccola analisi sui micro o macro errori del passato, alla quale vi invito a dare il vostro contributo. In fondo, ripeto, io non sono di origine finalese. Sono qui da circa un trentennio e potrei ignorare alcune cose del passato recente.
Giuseppe Testa
(Le immagini pubblicate sono state riprese nello stesso testo facebook)
COMMENTI –
Luigi Sanguineti: Molto interessante, tra l’altro, il ponte lo puoi solo imboccare da monte verso mare e in uscita da mare verso monte. Avrebbe bisogno di un cambio di viabilità per poter snellire il traffico.
Alessandro Saracco: Condivido la tua analisi, paghiamo ciò che, nel bene e nel male, quel periodo di sviluppo incalzante ed incontrollato ha prodotto. Ora, un po’ ovunque, con la saturazione edilizia in essere, diventa difficile dare risposte alle nuove esigenze….
Roberto Ferrario: Tutto si può fare (secondo la normativa) ma non puoi chiedere di edificare un ponte in un sito che danneggia uno dei più belli Borghi d’Italia e pure la viabilità, ad esempio: Ti sembra normale il traffico pesante e quello normale attraverso la strettoia dell’Asilo del Borgo. Il sito scelto è demenziale!

Giuseppe Testa: Prima di iniziare una disamina sulle nuove proposte presentate al riguardo del nuovo progetto del ponte, alla confluenza dei torrenti Pora ed Aquila, guardiamo un attimo indietro per essere più pronti ad affrontare il futuro.

PARTE I – La necessità di collegare le due valli quando non esistevano altri ponti, salvo una passerella lignea al posto del “Ponte di Ferro”. La “Circonvallazione del Borgo”, la strada che rasentava le mura. Una strada molto importante anticamente era la cosiddetta CIRCONVALLAZIONE del Borgo. Oggi interrotta, parzialmente cancellata e comunque utile a tratti ma non più funzionale alla viabilità odierna. Quale era il suo sviluppo?
Riportano ancora i documenti che questa… era l’unico sfogo esterno della viabilità tra le valli del Pora e dell’Aquila dopo la chiusura delle porte (Porta Reale e Porta Testa la sera erano sprangate). Questa “ … che ha principio sulla Via NICOTERA presso PORTA TESTA e giunge all’AQUILA rasentando la Antiche Mura a mezzogiorno della Città … ed era essa per avventura quella che meglio doveva essere comoda al transito, perché ivi era il passo di tutti i veicoli dal levante al ponente e viceversa”. Perché era importante? Lo era perché arrivando dai monti (valle Aquila o Pora) o dal mare, era la prima, unica e comoda strada che metteva in comunicazione le due valli senza costringere a sbalzi di quota, scavalcando le propaggini montuose.
Per cercare di capire la sua funzione ed importanza dobbiamo fare un rapido excursus sulla viabilità del passato, e la sua evoluzione, e dobbiamo ricordare alcune condizioni che esistevano anticamente.
Finalborgo, fin dopo il 1700 era provvisto di un solo ponte, a Porta Reale. L’unico vero ponte in muratura che attraversava il Pora era a San Sebastiano, sulla via di Gorra. Il primo ponte a Porta Testa, secondo i documenti, fu fatto tra il 1704 ed il 1715. Da Porta Testa si attraversava a guado per la Caprazoppa o si risaliva verso San Sebastiano. La strada Litoranea oggi Aurelia non esisteva: niente ponte dalla Piaggio fino al 1840. Esisteva un ponte/passerella di legno dove oggi c’è il ponte di ferro, rifatto più volte.
1) Il Borgo era arroccato dietro le sue mura, prospicienti al greto dei due torrenti (senza arginatura), arroccato e quasi impenetrabile.
2) La circonvallazione era la prima, e per secoli unica vera strada, che univa le due valli, a monte ed a valle della confluenza dei torrenti.
3) La via de burgo ad maritimam , oggi via Brunenghi, unica strada dallo scalo marittimo al Borgo, arrivava al ponte di porta Carretta (poi Reale). Molti mulattieri, diretti verso il Borgo (e viceversa) dallo scalo marittimo preferivano il greto dei torrenti, quando l’acqua dello stesso lo permetteva, specialmente se dovevano risalire la valle Pora.
Vi era quindi la possibilità di rasentare da Porta Reale le mura per collegarsi ai due ingressi, quando aperti (di giorno). Entrare era indispensabile se si voleva imboccare quella che dopo il 1666 diventerà la strada Beretta. Di notte, chiuso il Borgo, fu fatto in seguito un by-pass che dalla valle Aquila, risaliva in contrada Bolla fino a San Benedetto, dove ci si innestava nella Beretta senza entrare nelle mura.
Un tratto della circonvallazione, da porta Reale a Porta Meloria, fu rimosso a metà del secolo scorso perché i piano di bacino imponeva l’allargamento del corso fluviale. Il tratto parallelo Porta Testa-portello della pesa pubblica, oggi è solo pedonale, ed è pericoloso in tempo di piena. Il tratto delle vecchie Mura è l’unico sopravvissuto nonchè allargato, ma asservito ad altra viabilità.

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