Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Piano Socio-Sanitario Ligure 2023-2025: 200 pagine. Attesa per deroghe alla Legge Balduzzi. Le brevi osservazioni e proposte del Comitato amici del San Paolo. Levante e ponente a confronto. Ultima ora- Ok del ministero


Savona. Brevi osservazioni al ‘Piano Socio-Sanitario Ligure 2023-2025 del ‘Comitato amici dell’ospedale San Paolo’. Approvato dalla Giunta regionale con atto N° 255/2023 nella seduta n° 3796 del 23 marzo 2023, numero d’ordine 15.Audizione II Commissione Salute e Sicurezza Sociale.ULTIMA ORA- REGIONE LIGURIA, MINISTERO PROMUOVE A PIENI VOTI IL NUOVO PIANO SOCIOSANITARIO.

ULTIMA ORA – SANITÀ: REGIONE LIGURIA, MINISTERO PROMUOVE A PIENI VOTI IL NUOVO PIANO SOCIOSANITARIO. PRESIDENTE TOTI, “MOLTO SODDISFATTI, PARERE POSITIVO CONFERMA CORRETTEZZA NOSTRE SCELTE” (VEDI…..PIANO SOCIO SANITARIO MINISTERO)
COMUNICATO STAMPA – GENOVA. Il ministero della Salute promuove a pieni voti il Piano sanitario regionale 2023/2025. Il parere positivo è stato espresso attraverso una lettera inviata ad Alisa dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria in cui si sottolinea che “l’impostazione generale del Piano riprende le indicazioni prioritarie della programmazione nazionale”.
“Siamo molto soddisfatti di questo parere del ministero, che arriva alla vigilia dell’avvio del confronto sul Piano in Consiglio regionale e conferma la correttezza delle nostre scelte – dichiarano il presidente Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola -. La certificazione del ministero della Salute definisce la bontà del Piano regionale e ne evidenzia alcuni aspetti particolarmente positivi tra cui il rafforzamento dell’offerta territoriale, una sempre maggiore presa in carico individualizzata e un’ulteriore salto di qualità nella direzione della digitalizzazione. Il ministero ha particolarmente apprezzato l’integrazione tra territorio e ospedale attraverso il rafforzamento del territorio attraverso un’offerta capillare e diffusa sia per gli aspetti sociali e socio sanitari sia per quelli sanitari tout court, lasciando alla componente ospedaliera la risposta alle patologie acute e alle grandi patologie”.

“L’interlocuzione con il ministero è stata proficua – aggiunge il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – il Piano è frutto di un intenso e proficuo lavoro, sia di analisi e programmazione, sia di confronto per arrivare ad un documento condiviso e in grado di mettere le basi per dare ai cittadini risposte ai loro bisogni. L’obiettivo della presa in carico personalizzata e sempre più vicina al paziente è stato condiviso. Abbiamo gli strumenti sia di tipo organizzativo, sia quelli legati alla digitalizzazione della sanità che ci potranno consentire di mettere in pratica quanto previsto da questo fondamentale documento di programmazione.

Il ministero esprime inoltre “particolare apprezzamento su alcuni aspetti, nella descrizione della rete territoriale, quali l’implementazione di un unico sistema di valutazione multidimensionale, che dovrà coordinarsi con il livello nazionale, in grado di ‘fornire informazioni individuali (riguardo l’andamento della salute della persona) con esame completo dei problemi sanitari, assistenziali, sociali, economici’ ed il potenziamento delle progettualità tese all’utilizzo di strumenti in grado di intercettare precocemente la fragilità in una fase in cui è ancora reversibile”.

Tra gli elementi di innovazione del piano sociosanitario sono infatti presenti il passaggio ad un nuovo modello di organizzazione dell’offerta con gli obiettivi di una presa in carico personalizzata del paziente, semplificando l’accesso a prestazioni e servizi e innovando i sistemi informativi e digitali. A proposito di questo ultimo aspetto, il ministero definisce “di particolare interesse il progetto di un sistema informativo accessibile a tutti gli operatori, che contenga tutti i percorsi di cura, sanitari, sociosanitari e sociali e che metta in rete tutte le strutture e i professionisti coinvolti nella presa in carico del cittadino”.

Nella lettera si evidenzia tra gli aspetti positivi anche la “governance pubblica” sulle “case della comunità, modello organizzativo di integrazione istituzionale e professionale non solo in ambito sanitario ma anche tra sanità e sociale”. E’ infatti centrale nel piano approvato il ruolo dei grandi ospedali da una parte, sempre più dedicati e specializzati ad affrontare le patologie più complesse, e a quello di ospedali e case di comunità previsti dal Pnrr, sempre più integrati con il territorio (tramite i distretti), destinati a diventare il punto di riferimento per i cittadini, non solo per i ricoveri a bassa intensità di cura, ma anche per affrontare le cronicità e per garantire prestazioni ambulatoriali, cure domiciliari, continuità assistenziale, servizi sociali, alla persona e alla famiglia. -


30 ottobre 2023

COMITATO AMICI DELL’OSPEDALE SAN PAOLO

AUDIZIONE II COMMISSIONE SALUTE E SICUREZZA SOCIALE

BREVI OSSERVAZIONI RELATIVE ALLA

P.A. n.70 “PIANO SOCIO-SANITARIO LIGURE 2023-2025”

Approvato dalla Giunta regionale con atto N° 255/2023 nella seduta n° 3796 del 23 marzo 2023, numero d’ordine 15

PREMESSA- Trattasi di un documento di quasi 200 pagine di non agevole valutazione tanto più che non è noto ad oggi il contenuto della risposta alla lettera con cui la Giunta Regionale Ligure chiede al Ministero della salute le deroghe alla legge Balduzzi (DM70/2015) per il riposizionamento delle specialità nei nosocomi .

Dalle schede distribuite a suo tempo in Commissione risultano 44 richieste profondamente incisive nel disegnare il futuro della sanità regionale.

Ciò non rende possibile al momento una valutazione complessiva per la parte ospedaliera .

Inoltre rispetto alla istruttoria del precedente piano regionale manca completamente un “libro
bianco” che permetta di approfondire in modo trasparente le attività delle singole realtà, base fondamentale per fare scelte oggettive legate ai bacini di utenza, agli skills in ottemperanza alla legge Balduzzi che coniuga territori-epidemiologia-specialità.

TERRITORIO-OSPEDALI- Il documento approfondisce in modo dettagliato il futuro della medicina territoriale anche in applicazione del DM.77 / 2022.

Non vi è dubbio che una parte dei problemi del servizio sanitario regionale e nazionale passi attraverso la riorganizzazione dell’equazione ospedale- territorio e quindi il piano dia le necessarie direttive per l’applicazione del decreto. Al di là dei lodevoli propositi e della nuova architettura descritta non sfugge a nessuno la complessità dell’operazione che richiederà anni per trovare una esaustiva applicazione.

Gli ostacoli da superare non saranno di poco conto:

  • Oggi finanziamenti incerti del pnrr
  • Tempi di realizzazione dei locali nuovi o ristrutturati
  • Penuria nelle ASL/ AO e sul mercato del lavoro di personale infermieristico , medico di mmg, medico specialista, pediatri di libera scelta.
  • Diminuzione di iscrittti nei corsi di laurea in infermieristica ( non più appetibili)
  • Allontanamento dei neolaureati medici dalle scuole di specialità dei dipartimenti di emergenza
  • Modifica degli ordinamenti giuridici del personale e dei contratti di lavoro che permettano la riorganizzazione

Per le ragioni sopra esposte è indispensabile in questa fase di transizione adoperarsi affinchè l’esistente ( assistenza ospedaliera e territoriale) riesca a continuare a dare risposte ai cittadini assumendo ove possibile il personale e facilitandone la residenzialità in particolare nelle aree non metropolitane.La sfida più grande per le ASL/AO sarà quella di creare le condizioni (economiche, ambientali, ecc.) per contenere le fughe del personale ormai profondamente esausto ( dopo il covid19) , esasperato, deluso.

Modello di transizione e modello compiuto

Saggio riflettere su come arrivare al modello compiuto, considerando che la costruzione degli stabilimenti ospedalieri richiede per esperienza decenni, mentre deve essere comunque curata la popolazione sempre più anziana con difficoltà di mobilità.

Certamente gli scenari potranno cambiare con tre nuovi ospedali pubblici (La Spezia, Erzelli , Arma di Taggia) e due nuovi ospedali convenzionati (Gaslini, Galliera) in una prospettiva di una ulteriore diminuzione di popolazione in tutta la regione (parte quarta, 3.2).

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA CASE DI COMUNITA’- OSPEDALI DI COMUNITA’

Una riflessione merita la scelta della collocazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità nell’ASL2 Savonese:

————————————————————————————————————————-

PONENTE LEVANTE

Distretto albenganese 60 870 abitanti distretto savonese 116 575

Distretto finalese 51 725 abitanti distretto valbormidese 38 124

Totale
112 595
abitanti Totale
154 699

————————————————————————————————————————

———————————————————————————————————————————-

AREA LEVANTE OVEST AREA LEVANTE EST

spotorno 3165 varazze 12.769

bergeggi 1081 urbe 666

vado ligure 8734 stella 2.960

quiliano 6982 sassello 1.769

totale 19.962

pontinvrea 820

mioglia 501

celle 5.026


totale 24.511

———————————————————————————————————————————-

Se hanno un senso i bacini di popolazione , dai dati sopra riportati si evince una concentrazione di strutture nell’area finalese già ricca di specialità e servizi previsti nell’ospedale S.Corona facilmente raggiungibile in pochi chilometri rispetto al distretto savonese dove l’area varazzina ( 24.511 abitanti a parte i turisti) rimane completamente scoperta con un prezioso profondo entroterra con una viabilità complessa abitato prevalentemente da anziani.

Alla luce di quanto sopra si auspica una equa soluzione.

MODELLO LIGURE- UNA REGIONE DUE MODELLI ORGANIZZATIVI (capo 4)

La regione in questo capitolo prende atto felicemente della realtà territoriale ligure.

Aldilà delle scelte organizzative ( fusione tendenziale del S.Martino con il Villa scassi, asl ponente e levante fuse, ecc. ) si ricorda che alla luce delle esperienze già fatte nei decenni si può certamente affermare che queste sono operazioni che richiedono anni di assestamento, disagio nel personale e non necessariamente hanno dato buoni frutti.

Più efficaci possono risultare unificazioni di funzioni amministrative tenendo comunque presente che in sanità tutto è correlato strettamente per non bloccare i servizi.

E’ comunque indispensabile in attesa dell ‘attivazione ospedale degli Erzelli ridurre il rischio di smobilitazione dell’esistente nel ponente genovese per non andare ad intasare il San Martino e il suo pronto soccorso oggi già in difficoltà.

MODELLO HUB AND SPOKE ( parte quarta,4.2)

Questo modello teorico, ripreso dalla letteratura internazionale in contesti geomorfologici sovente diversi da quelli italiani ed in particolare liguri, mal si attaglia ai bisogni di risposta sanitaria in emergenza/ urgenza.

A parte alcune specialità a bassa incidenza epidemiologica ( cardiochirurgia, ,neurochirurgia…) giustamente previste nel DM 70 / 15 che richiedono ampi bacini di utenza per garantire adeguati skilss i servizi di chirurgia vascolare, gastroenterologia con servizio endoscopico , pneumologia con servizio endoscopico e chirurgia toracica (in consulenza) indispensabili per l’emergenza /urgenza debbono essere previsti negli ospedali dotati di pronto soccorso di primo livello allo stesso modo dei centri ictus e di cardiologia interventistica (come emerge lodevolmente nel documento), forzando la disposizione della legge Balduzzi e/o prevedendo strutture semplici con professionisti di queste specialità nonché organici che permettano la costituzione di equipes mobili.

Esemplificando, sia l’ospedale Sanremo-Imperia, sia il S. Corona, sia il San Paolo di Savona debbono essere dotati di tutte queste specialità.

Le distanze e la viabilità sono troppo rilevanti per ragionare con il modello hub and spoke.Una riflessione che non è considerata in questa organizzazione è il futuro professionale dei medici specialisti che lavorano nelle periferie: la concentrazione delle casistiche a livello hub non permette ai medici a livello spoke di fare importanti esperienze con conseguente continua crescita professionale. Viceversa il centro Hub non è sovente in grado di assorbire tutte le richieste della regione. Ciò porta i giovani specializzati a rifiutarsi di lavorare in periferia lasciando vuoti gli organici.

LA PREVENZIONE (parte terza)

  • In questo capitolo non pare presente alcuna indicazione sulla Prevenzione salute e sicurezza ambienti di lavoro. Questa è una funzione prevista dalla Legge 833/78 con una struttura complessa (PSAL); la drammaticità che leggiamo sui media del ripetersi sul territorio nazionale di gravi incidenti fino alla morte di lavoratori impone al piano di dare direttive per attivare corsi educazionali e attività ispettive preventive. Ricordiamo che le procure si avvalgono dei nostri UPG per le indagini. Anche il problema del personale non è secondario.
  • Veterinaria. Il Piano sembra non dare direttive per programmi di educazione sanitaria ed di informazione rivolta alla popolazione e agli operatori del settore. Le attività ispettive debbono essere coniugate con preventive attività formative ed educazionali . (parte terza, punto 10). Questo vale per tutte le S.C. del dipartimento di prevenzione.

PUNTI NASCITA

Per la provincia di Savona il piano ne prevede due con la richiesta di due deroghe: uno per il S. Corona e uno per il S. Paolo che serve il capoluogo di Provincia di Savona e un comprensorio di oltre 160.000 abitanti. Dalle informazioni giornalistiche di questi ultimi giorni l’Assessore dichiara che il ministero ha risposto positivamente. Farebbe piacere vedere il documento. Il punto nascite del San Paolo con la nuova parto analgesia da poco attivata oltre a servire il territorio provinciale potrebbe diventare attrattivo anche per il basso Piemonte e per i comuni limitrofi all’area metropolitana limitando le fughe.

CENTRALE UNICA DEL PONENTE 118 (pag.126) :

Dal punto di vista tecnico una centrale telefonica la si può mettere ovunque, anche su un monte. Nulla cambia nella funzione SE IL PERSONALE E’ FORMATO.

Ma allora perché spostarlo andando incontro a costi, perdita di posti di lavoro a Savona, spese di nuovi impianti, ecc, ecc.?

Inoltre il 118 dovrebbe stare nel capoluogo di provincia visto che è un anello fondamentale del Comitato Prefettizio sulla sicurezza come il comando dei Carabinieri, Questura, Finanza, Capitaneria di porto, Protezione Civile, Vigili del fuoco.

Inoltre ha un valore identitario per la città di Savona poiché il 118 savonese è stato uno dei primi in Italia preso come esempio e replicato.

Dopo la Cassa di risparmio, la port autority, la camera di commercio, il carcere, la banca d’Italia, la centrale del latte, le industrie delocalizzate….ecc ecc…la città di Savona viene privata di un altro pezzo della sua identità?

GASLINI DIFFUSO- Dipartimenti materni infantili –DIAR materno infantile

Nell’osservare la realtà attuativa della legge regionale sul Gaslini diffuso, mal condivisa nella generalità, si osserva per ora una scarsa RIDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE IN PERIFERIA e uno scollamento con i dipartimenti Materno infantili delle pediatrie gestite ormai extra Asl. Si riscontra una difficoltà a mantenere le organizzazioni di pronto soccorso pediatrico e gli ambulatori già preesistenti. E’ auspicabile un maggiore coordinamento fra le diverse anime del dipartimento ( Consultori, neuropsichiatrie infantili , ecc) come prevede la legge nazionale.Si segnala il disagio delle famiglie che debbono dalla periferia seguire i bimbi all’Istituto Genovese (talora trasferiti con l’elicottero) dove prima in molti casi le cure venivano fatte nelle pediatrie degli ospedali. Il costo dei trasferimenti pesa sui bilanci della regione e sulle tasche dei cittadini.  In conclusione non si vede quale vantaggio abbia finora portato il Gaslini diffuso che non sta arricchendo le periferie ma accentrando nell’hub genovese pazienti e sanitari.

DIPARTIMENTO DI EMERGENZA ASL2 SAVONESE

PROPOSTA

MODELLO DI DEA2 DIFFUSO

TESTO DELLA BOZZA DI PIANO

“Per l’Ospedale Santa Corona, privo di alcune specialità (peraltro già presenti a livello regionale), si provvede a garantire l’offerta adeguata al cittadino attraverso misure organizzative, i.e. I.R.C.C.S. diffuso, équipe itineranti, sinergie organizzative

con DEA I livello presente all’interno dell’ASL2.”

Ci permettiamo di proporre una soluzione più logica,

corretta e coerente con le esigenze delle popolazioni:

Ospedale di Santa Corona e ospedale San Paolo

Il Piano necessariamente prende atto che il S. Corona per essere classificato DEA di II livello manca di specialità essenziali, molte presenti nel S. Paolo, il quale però è classificato DEA di I livello. La Giunta regionale chiede pertanto la deroga al Ministero per il DEA di II livello a Santa Corona.

Parrebbe invece più corretto e coerente alle linee di indirizzo del piano chiedere una deroga che, mettendo insieme le STRUTTURE COMPLESSE (specialità) presenti o nell’una o nell’altra struttura, consenta un DEA di II livello diffuso fra l’ospedale di Santa Corona e l ‘ospedale San Paolo. I due ospedali già oggi lavorano sinergicamente mettendo in comune le rispettive strutture complesse (specialità) e ciò permetterebbe una reciproca integrazione non solo del San Paolo nei confronti del S.Corona (come dice la tabella del piano ) ma anche viceversa.

Nell’ambito di questa integrazione viene giustamente citata la possibilità di impiegare équipes itineranti, che pur richieste negli anni insistentemente, non si sono mai rese operative preferendo trasferire i pazienti gravi con i relativi rischi e disagi dal San Paolo al Santa Corona.

La priorità nell’emergenza-urgenza è dare ai pazienti una risposta rapida muovendo le équipes specialistiche fra i diversi nosocomi e non trattare i pazienti gravi come pacchi postali!

Il Santa Corona ha le seguenti strutture complesse (specialità) che non ha il San Paolo: neurochirurgia,medicina nucleare,chirurgia vascolare,chirurgia plastica ricostruttiva,neuroradiologia,gastroenterologia, malattie infettive osteo-articolari, ortopedia e traumatologia indirizzo protesico, unità spinale.

Il San Paolo ha le seguenti strutture complesse ( specialità ) che non ha il Santa Corona: radioterapia,nefrologia e dialisi, otorinolaringoiatria ,oculistica, ortopedia e traumatologia indirizzo chirurgia della mano(struttura da DEA2), malattie infettive, dermatologia,punto nascita, pediatria e neonatologia del Gaslini diffuso…

Altre strutture complesse ( specialità) già oggi sono gestite trasversalmente con direttore a scavalco: direzione di presidi ospedalieri ,anatomia patologica,oncologia ,centro trasfusionale, farmacia ospedaliera,laboratorio analisi, con direttore con sede nell’ uno o nell’ altro nosocomio.

Tutte le altre articolazioni in comune ( strutture semplici dipartimentali, strutture semplici,consulenze, accordi ) non previste dalla Balduzzi non vengono citate. La somma delle Strutture complesse (specialità) dei due ospedali e il bacino di utenza minimo richiesto (600.000 contro i meno di 500.000 di asl1-asl2……seppur implementato dai flussi turistici stagionali) non risponde ai requisiti del DM. Balduzzi per avere un DEA 2.

LA LOGICA VORREBBE CHE SI CHIEDESSE UNA DEROGA PER UN DEA2

DIFFUSO NELL’ ASL2 SAVONESE

E comunque mancano per fare un DEA 2 senza deroghe: s.c. cardiochirurgia e rianimazione cardiochirurgica, s.c.chirurgia toracica, s.c. chirurgia maxillo facciale,s.c.rianimazione pediatrica e neonatale, s.c.Broncoscopia interventistica… ( vedi decreto). Per questa ragione ci vuole la deroga anche sommando le strutture complesse dei due ospedali.

La proposta è fatta alla luce della filosofia organizzativa della bozza di piano presentato dalla Giunta regionale che nel capo IV –La rete ospedaliera ligure al paragrafo 3 prevede i modelli diffusi fra i quali:

“Gaslini diffuso” (DGR n. 255/2022 Art.27bis della L.R. 41/2006 e ss.mm.ii.

Provvedimenti attuativi).

Policlinico san martino diffuso

IRCCS Policlinico San Martino con strutture complesse allargate ad altre Asl. (anestesia Asl2-S.Corona)

Ospedale Galliera idem ( urologia allargata all’asl1) ( ortopedia protesica ospedale Rapallo)

DIAR ( dipartimenti interaziendali regionali)

Dipartimenti interaziendali asl1-asl2:

Radiologia, Oncologia, Laboratorio (che comprende Patologia clinica, Immunoematologia e Medicina trasfusionale), Donna-Bambino (Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia), Riabilitazione (Recupero e rieducazione funzionale, Unità spinale del Santa Corona), Area tecnica (Interventi strutturali come nuovi ospedali, fondi Pnrr, Ingegneria clinica, Patrimonio) e Neuroscienze (Neurologia, Neuroriabilitazione, Neuroradiologia, Terapia del dolore, Unità spinale del Santa Corona). Sistema informativo Farmaco del Ponente.

CONCLUSIONE- Queste poche note del Comitato certamente non esaustive debbono essere lette come contributo di idee per concorrere ad una sanità migliore nella nostra Regione nell’interesse della popolazione.

30 ottobre 2023. Il Presidente, Giampiero Storti.

COMITATO AMICI DEL SAN PAOLO- Consiglio direttivo: Presidente: Giampiero Storti. Vicepresidente: Amnon Cohen, Segretario: Giovanni Battista Siccardi. Consiglieri: Paolo Bellotti, Luca Despini, Guglielmo Marchisio, Gabriella Voersio.

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto