Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Rigassificatore rifiutato a Piombino ma accolto nel golfo di Savona-Vado. Scelta energetica insostenibile tra inquinamento del mare e aria. E altri gravi pericoli. 2/ Italia Nostra: Il progetto del gasdotto è da modificare. 3/Il Golfo dell’Isola Trail Race dal 19 al 22 ottobre 


Storicamente nel comprensorio di Savona-Vado il problema energetico è sempre stato declinato in modalità e con impianti molto impattanti. 2/Italia Nostra: Il progetto del gasdotto del Rigassificatore è da modificare. 3/ ‘Le ‘mani sulla città’. Assemblea popolare di “Memoria e Futuro”, formazione nata dall’abbraccio fra “Vivere Vado”, storico movimento ambientalista e Rifondazione Comunista. 4/La nomina di Monica Giuliano a commissario dell’Agenzia regionale per i rifiuti (ARLIR): un compenso di 125 mila € lordi l’anno. 5/Vedi anche: Il Golfo dell’Isola Trail Race dal 19 al 22 ottobre.

di Giovanni Maina

L’arch. Giovanni Maina già presidente di Italia Nostra in Liguria

Sin dall’ottocento, ci furono la siderurgia e la kokeria, rispettivamente, la prima in porto a Savona e il relativo carbone trattato a Vado Ligure. La prima venne dismessa gradualmente e la seconda è tuttora delocalizzata nell’entroterra.

Nel secondo dopoguerra, ecco la centrale termoelettrica a carbone, poi convertita a metano a fine millenio, dopo un contrastato iter, per gravi motivi di salute pubblica e ambientali.

Oggi, dopo l’annuncio del Governatore ligure Giovanni Toti, ecco  la prospettiva del rigassificatore del  Gas Naturale Liquido nel golfo di Savona – Vado, con relative strutture di supporto sparse sul territorio comprensoriale adiacente.

Sostituire il metano russo con quello liquido USA, costituisce una svolta strategica antistorica e insostenibile.

L’intera filiera di questa tecnologia, non offre alcuna virtuosità concreta e socialmente diffusa, esclusi i profitti notevoli di  pochi grandi enti privati.

Il gas estratto e liquefatto a -162°in america, sarà trasportato su nave frigorifera per 7000 km fino al nostro rigassificatore, li riscaldato e immesso infine nella rete metanifera.

Il sistema previsto di durata limitata al 2035, comporta investimenti strutturali-impiantistici miliardari e costi di gestione molto elevati, conseguenti a una grande dispersione energetica sia per il raffreddamento e il mantenimento a -162° durante il trasporto, sia per il riscaldamento necessario alla rigassificazione finale.

Tali costi peggioreranno quelli di tutti i prodotti e servizi della quotidianità, causa la loro componente energetica intrinseca, oltre a quelli delle bollette e dei trasporti; una specie di tzunami  peraltro già in corso,  sulle condizioni socio-economiche dei cittadini e sulla bilancia dei pagamenti dello Stato.

Inoltre questa transizione tecnologica peggiorativa, allontana l’indipendenza e l’autonomia energetica, spostando il condizionamento che può soffocare la qualità della nostra vita, dalle mani orientali a quelle occidentali, che padroneggiano giacimenti e mercati di gas e petrolio.

Infine rimane il peggioramento dell’equilibrio ecologico del comprensorio, consistente nell’inquinamento del mare (ammoniaca) e dell’aria legato alla rigassificazione.

In concreto, l’impianto di rigassificazione è classificato al più alto livello di pericolosità (esplosiva) della scala Seveso.

Nel caso di una perdita di gas liquido, si forma una nuvola di gas più pesante dell’aria, che con la concentrazione del 15-25% diventa esplosivo. In caso di vento di mare il pericolo potrebbe raggiungere  Savona e Vado con  conseguenze facilmente immaginabili. (Sarebbe quel che succede quando si verifica una perdita di metano in una abitazione, ma in scala centuplicata… ).

L’evento studiato dagli esperti, fu presentato in un programma TV nel 2007 da Piero Angela. Sebbene valutato con una probabilità relativamente bassa, data la distanza del rigassificatore dalla costa,  fu ritenuto tuttavia possibile poiché i venti persistenti verso terra, non sono rari.

Del resto quanti eventi disastrosi ritenuti impossibili, si sono invece verificati ? Quelli nucleari di Chernobyl e di Fukushima (tzunami impensabile), sono la testimonianza incancellabile di una eredità mortale. Senza dimenticare i meno, forse un po’ meno gravi: di tipo chimico, come la diossina di Seveso e quelli precedenti del DDT e del Mercurio in Giappone. Completano la rassegna degli ultimi anni, gli incendi inarrestabili in Australia, e quelli del Canada che hanno affumicato le città di confine degli USA, qualche settimana fa grazie al vento persistente per alcuni giorni.

Dunque il Governo Nazionale e quello della Regione Liguria, hanno deciso comunque di attuare questo progetto dissennato, contravvenendo a tutti gli accordi internazionali Cop e alle direttive UE, che  prevedono la transizione energetica verde, sebbene gradualmente, ma che escludono nuovi impianti a combustibili fossili sin da subito, anche a metano.

Quindi ci saranno comminate le onerose sanzioni UE previste per l’infrazione della regola.

Sul piano etico il governo e i parlamentari favorevoli, si rendono responsabili rispettivamente di omissione di atti di buon governo e di mancata tutela dei diritti e interessi dei cittadini.

Certamente saranno condannati anche dal tribunale morale News Generations, per l’aggravamento delle criticità socio-economiche e ambientali causate, invece del risarcimento doveroso previsto da un preciso patto del PNRR, consistente nelle mancate, ma possibili iniziative atte a migliorare la vivibilità globale futura.

Infine l’impatto negativo colpirà l’iniziativa simbolo della rinascita del nostro comprensorio

“Savona Capitale della Cultura”.

Infatti la scelta del GNL e del Rigassificatore nel golfo Vado-Savonese, è assolutamente priva di ogni senso nobile della Cultura, essendo piuttosto antistorica, antiecologica, antieconomica e antisociale sebbene aumenti di qualche decina i posti di lavoro.

Viceversa questa prospettiva disastrosa potrebbe essere ribaltata sebbene gradualmente, in tutti i punti, applicando la direttiva UE della transizione energetica mediante l’idrogeno verde.

Si tratta di utilizzare tutte le componenti della cultura tecnologica più innovative e virtuose, che consentono di utilizzare l’H estratto dall’acqua di mare con elettrolizzatori alimentati da energie sostenibili e rinnovabili, per sostituire il metano in numerose applicazioni.

Invece del rigassificatore, la riconversione graduale a H della centrale di Vado Ligure produrrebbe effetti definitivamente positivi a 360°in tempi brevi, costi di investimenti decimati, e definitivamente ridotti dell’energia elettrica. (vedi progetto su Trucioli.it e la Nuova Savona….).

Certamente la transizione energetica ecologica e definitivamente sostenibile, comporta costi ed effetti collaterali sul sistema socio-economico attuale. Tuttavia si tratta di investimenti produttivi, mentre continuare a rimandare e/o attuare scelte conservative opposte e dannose per tutelare interessi economici di pochi, causa per la collettività oneri sempre più gravi.

Comunque per recuperare fondi e incentivi per sostenere industrie e cittadini durante la transizione, non pare particolarmente difficile organizzare una procedura per distribuire in modo equo i costi.

Un patto eticamente corretto e partecipato da una collettività energetica nazionale virtuosa.

Ad esempio, il governo dovrebbe tassare gli extra profitti miliardari lucrati dagli enti che hanno gestito il mercato dei combustibili fossili, dall’inizio della guerra in Ucraina. Atto da molti ritenuto doveroso non solo eticamente ma anche di rilevanza costituzionale, poichè l’aumento speculativo dei prezzi e delle bollette  ha destabilizzato il sistema economico nazionale e i bilanci familiari dei cittadini. Non si tratterebbe di una manovra fiscale vessatoria nei confronti di Eni, Agip, Enel e altri enti privatizzati a partecipazione statale, che già godono del privilegio di pagare le tasse in Olanda o in altri paradisi fiscali, che di fatto gestiscono le attività con finalità di profitto privato piuttosto che di interesse nazionale.

Tale gettito fiscale servirebbe per facilitare, tra l’altro, la transizione alla mobilità elettrica, evitando le manovre protezionistiche che la contrastano con un fuoco di sbarramento in buona parte pretestuoso.

Ma anche per sostenere le industrie per produrre un modello di auto elettrica “spartano” senza superaccessori non essenziali che, secondo gli esperti, quasi ne raddoppiano il costo.

Oppure anche per incentivare chi rottama un’auto a carburante fossile e passa all’elettrica, con un bonus massimo se 100% elettrica, ma diminuito per le ibride in proporzione all”effettiva autonomia a batteria.

Inoltre il bollo dovrebbe essere abolito solo per le auto full electric, oltre i 5 anni attuali, ma applicato in proporzione alla potenza del motore a scoppio e all’inquinamento prodotto dalle altre.

In conclusione rimane sospeso un ultimo interrogativo preoccupante: per quale motivo un impianto così pericoloso e rifiutato a Piombino dalla cittadinanza tutta, con in testa il sindaco anch’esso del più importante partito di governo che lo vuole imporre, viene invece  eccolto a braccia aperte dal governatore Toti, anche lui esponente della maggioranza governativa? Forse perchè e la popolazione interessata che fa la differenza e i savonesi sono considerati disponibili o peggio incapaci di difendere il proprio territorio da imposizioni esterne?…o chi sa cos’altro !

Giovanni Maina

2/ITALIA NOSTRA/Il progetto del gasdotto del Rigassificatore di Vado è da modificare.

Il Progetto del Rigassificatore di Vado rivela una superficialità tipica dei progetti fatti in fretta senza valutare l’uso del territorio previsto dalle popolazioni locali. Nei loro studi professionali (lo abbiamo già visto per l’Aurelia Bis a Savona) usano modelli e cartine disponibili, ignari delle valutazioni e delle aspettative dei cittadini. Ciò penalizza in particolare le popolazioni che invece ricercano di utilizzare la poca area disponibile per trovare un equilibrio ed un futuro collettivo.

Così è avvenuto con l’impianto di filtro e pulizia del gas (impianto PDE e IW). Hanno tracciato il percorso del gasdotto ottimale sulla carta e nel primo spazio libero fuori dall’area inondabile hanno piazzato il loro impianto nella località Gagliardi (in sponda destra del Quiliano).

Il progetto invece deve esser modificato per salvaguardare le caratteristiche paesaggistiche e produttive del territorio, già pesantemente condizionato da una serie di altri impianti funzionali all’economia italiana ma poco rispondenti alle esigenze locali (centrale termoelettrica, deposito costiero petrolio, Autostrade, Mercato ortofrutticolo ecc.).

L’impianto di rigassificazione ha grande importanza per l’economia italiana (se non si facesse dovremmo raddoppiare il consumo di carbone) e ben può sopportare una differenza di costo di investimento del percorso del gasdotto per ottenere una compatibilità complessiva.

Abbiamo due proposte alternative che proponiamo per una valutazione tecnica:

  • Nel progetto il gasdotto risale il corso del Quiliano e poi va nella sponda di ponente per sistemare l’impianto di regolazione in area agricola in località Gagliardi, poi torna al fiume e imbocca la valle del Quazzola dove prosegue sulle alture: la prima nostra proposta è di collocare l’impianto nella sponda di levante, al posto di due o tre serbatoi piccoli dei 7 della Sarpom. Da lì può proseguire per il percorso già previsto; è molto probabile che la Sarpom che ha ridotto il volume trattato (e che in futuro dovrà ridurlo ancor più per motivi di mercato) possa riorganizzarsi in minori volumi (giustamente compensata); tutto ciò sarebbe realizzato senza ulteriore consumo di suolo e senza modificare molto il progetto;
  • Il gas dovrebbe essere inviato alla centrale Tirreno Power e l’impianto di regolazione collocato negli spazi lasciati dalle unità a carbone; il gas trattato poi sarebbe inviato alla rete nazionale raddoppiando la linea esistente (20” 70 bar) o sostituendola con una nuova linea da 26” 75 bar. Questa soluzione ha il vantaggio di percorrere un tracciato già esistente (anche se più lungo).

Italia Nostra Savona chiede che queste due alternative vengano esaminate facendo partecipare le amministrazioni locali.

3/DA SAVONA NEWS DEL 6 AGOSTO 2023 di Luciano Parodi- “Le mani sulla città”, l’incontro pubblico di Vivere Vado: “Costi ricaduti sul Comune e benefici sul sindaco”. Al centro il rigassificatore, il deposito Gnl e i cassoni ma non solo: anche le cave e le discariche sul territorio, gli stabilimenti a rischio incidenti rilevanti secondo il movimento vadese e la piattaforma Maersk.

“Il bilanciamento costi-benefici a Vado ha avuto un metodo consolidato che ha avuto il suo apice in questi giorni, quando il sindaco e l’amministrazione hanno lasciato il campo dando partita vinta. Tutti i costi sono ricaduti su Vado e i benefici sono ricaduti solo sul sindaco”.

Franca Guelfi  è stata candidato sindaco di “Memoria e Futuro”,  formazione nata dall’abbraccio fra “Vivere Vado”, storico movimento ambientalista di cui la stessa ex insegnante è stata leader storico, e il Partito per la Rifondazione Comunista.

Così Franca Guelfi dell’associazione Vivere Vado, capogruppo consiliare di Memoria e Futuro, ha aperto l’incontro pubblico che si è svolto venerdì sera nei giardini di Villa Groppallo dal titolo “Le mani sulla città”.

Più di 200 persone (raggiunta la capienza massima di 150, altri hanno seguito dall’esterno in via XXV Aprile) hanno preso parte ad un incontro che ha visto al centro il tema legato al posizionamento del rigassificatore, del deposito Gnl (sono ancora in corso le procedure, comunque sarebbe previsto in zona portuale sul territorio di Bergeggi al confine con Vado) e dei cassoni in porto.

Ma non solo: anche argomenti che tengono banco da anni nel comune vadese come le cave Mei-Colombino e la cava Trevo, gli stabilimenti secondo il movimento Vivere Vado a rischio incidenti rilevanti come Alkion e Infineum, la centrale Tirreno Power e tutta la cronistoria degli anni passati, la discarica del Boscaccio e Bossarino e i futuri ampliamenti e la piattaforma Maersk.

“Il rigassificatore speriamo che sia l’ultimo motivo che ci fa veramente alzare e ribellare. Abbiamo sentito delle dichiarazioni delle opposizioni di Spotorno-Noli che dicono che è necessario ma che in quei comuni si vede la nave e potrebbe influire sui turisti che sono contrari. Noi siamo messi male come servitù ma quanto a intelligenza e solidarietà c’è chi è messo peggio di noi” ha proseguito Guelfi.

Successivamente al confronto, moderato dal giornalista Marco Preve, hanno partecipato il giurista esperto di diritto ambientale Marco Grondacci e il biologo marino professor Maurizio Wurtz. In conclusione è intervenuto anche il capogruppo regionale d’opposizione della lista Sansa, Ferruccio Sansa.

3/NOTA DI TRUCIOLI.IT – AMBIENTE, MONICA GIULIANO NOMINATA COMMISSARIO- 125 mila € lordi l’anno- DELL’AGENZIA REGIONALE PER I RIFIUTI. PRESIDENTE TOTI: “ENTE AL LAVORO PER ARRIVARE A CHIUSURA CICLO RIFIUTI”

Foto della presentazione con il presidente Toti, l’assessore Giampedrone e Monica Giuliano che come neo commissario percepisce 125 mila €. l’anno.

GENOVA COMUNICATO STAMPA- Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha nominato il sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano Commissario dell’Agenzia regionale per i rifiuti (ARLIR). Il Commissario, oltre ad essere rappresentante legale dell’Agenzia, avrà il compito di effettuare la ricognizione complessiva delle attività, del personale, dei beni e delle risorse finanziarie e strumentali necessarie per lo svolgimento delle funzioni dell’Arlir, oltre che di svolgere tutte le azioni necessarie per avviare e dare piena operatività all’ente stesso. Il Commissario assume il ruolo a partire da oggi, 4 agosto, e resterà in carica fino alla nomina di un direttore. La nomina odierna segue l’approvazione da parte del consiglio regionale, il 28 giugno scorso, del disegno di legge di istituzione dell’Agenzia Regionale Ligure per i Rifiuti (ARLIR), già approvato ad aprile dalla Giunta.
“Con la nomina del Commissario – spiega il presidente Toti – la nuova Agenzia regionale per i rifiuti è pronta a operare, guidata da una figura di comprovata esperienza come Monica Giuliano, a cui faccio le mie congratulazioni e auguro buon lavoro. L’obiettivo che ci siamo posti creando questo strumento, all’interno del vasto programma pensato per dare risposte a lungo termine sul tema dell’economia circolare legata alla gestione del ciclo dei rifiuti, è ambizioso e importante per il futuro dei liguri: l’agenzia è il braccio operativo che concretizzerà il piano regionale di gestione dei rifiuti per arrivare alla chiusura del ciclo e rendere così la Liguria autosufficiente. L’obiettivo finale – conclude Toti – è arrivare in prospettiva a una riduzione della Tari a carico dei cittadini”.
“Istituire l’agenzia regionale significa far passare a un livello superiore il sistema di governo della gestione integrata dei rifiuti urbani e delle funzioni di Autorità d’Ambito territoriale ricoperte da Regione – aggiunge l’assessore al Ciclo dei rifiuti Giacomo Giampedrone – La funzione primaria dell’Arlir è traguardare la realizzazione degli impianti previsti dalla pianificazione di settore per la chiusura del ciclo, coordinando tutte le procedure necessarie. Oltre a questo, l’agenzia si occuperà della gestione del sistema di regolazione tariffaria e del controllo sui costi, come previsto dall’Autorità nazionale ARERA”.
“Ringrazio il Presidente per la nomina alla guida dell’Agenzia – commenta il neo Commissario Monica Giuliano – un impegno che fin da subito concentrerò sulle azioni ben delineate dalla legge istitutiva dell’Agenzia stessa, azioni che hanno come obiettivo finale condurre la nostra regione verso un sistema impiantistico integrato d’eccellenza, funzionale al raggiungimento di un’economia circolare che assicuri un vantaggio concreto per tutti e rappresenti, sia dal punto di vista ambientale, con il superamento di alcune criticità strategiche, sia da quello economico, in termini di riduzione dei futuri piani tariffari all’utenza, un best practice virtuosa tra i diversi livelli di governo territoriale”.
Il compenso per il Commissario è pari a quello di un vicedirettore di struttura regionale (125mila euro lordi annui). L’affidamento e la gestione dei servizi di raccolta rimarranno invece di esclusiva competenza degli enti locali territoriali, così come richiesto nelle interlocuzioni dei mesi scorsi anche dal Comitato delle Autonomie Locali. La nuova legge prevede la garanzia di partecipazione all’attività di governo del sistema da parte di tutti gli enti interessati, anche tramite le Assemblee locali, che saranno composte dai sindaci delle diverse aree territoriali indicate dai piani di livello provinciale o metropolitano e avranno una funzione di supporto, propositiva e consultiva. Il soggetto incaricato delle decisioni strategiche del ciclo dei rifiuti rimane il Comitato d’ambito.

4/ RIGASSIFICATORE E ISTITUZIONI: NON PRESENTARSI CON L’ELENCO DELLA SPESA

di Franco Astengo

La questione dell’impianto di rigassificazione da installare nella rada di Vado Ligure, assieme a quella della fabbricazione nella stesso zona dei cassoni di cemento destinati alla costruenda diga di Genova, minaccia ( o promette, a seconda dei punti di vista) di trasformarsi in uno dei momenti “clou” della tormentata storia dei progetti di sviluppo economico della nostra zona.

All’attenzione di un attento osservatore non sfugge l’impressione che da parte della Regione Liguria ci si muova con una certa faciloneria, dimostrata nell’annunciare la disponibilità a farsi carico dell’impianto ultimata la sua permanenza in quel di Piombino: faciloneria nell’annuncio e assenza di analisi approfondita sotto diversi aspetti.

In primo luogo emerge la sottovalutazione del tema dei diversi aspetti di servitù che l’impianto proporrà al territorio sia in mare, sia a terra nel caso dell’installazione dell’impianto di distribuzione sia del percorso da percorrere per far giungere il metano a destinazione.

Esiste, inoltre, una valutazione di carattere generale che riguarda l’approvvigionamento energetico: la decisione di ricorrere al metano di trasformazione dalla forma gassosa a quella liquida risale, infatti, alla prima fase della guerra ucraina quando nell’ansia di provvedere (e di creare nuove fonti di profitto) si è sottovalutato il fatto il metano costituisce sicuramente materia proveniente da fossile ed è difficile spacciarne l’utilizzo come fase di transizione rispetto all’avvento delle fonti rinnovabili.

In secondo luogo deve essere fatta rilevare l’assenza di una precisa valutazione delle esigenze di approvvigionamento energetico complessivo: per quel che riguarda la nostra zona rimane intatta l’assenza di un progetto di re-industrializzazione (che dovrebbe comprendere la presenza di azienda ad alta capacità d’innovazione tecnologica e quindi di alta voracità energetica) riguardante l’area del savonese e della Val Bormida (dove rimane prioritaria la questione del recupero delle aree industriali dismesse e dell’isolamento infrastrutturale).

Il tema che si intende affrontare in questo intervento è però prioritariamente quello delle relazioni istituzionali. Da parte della Regione Liguria l’annuncio è stato dato sulla linea decisionista: poi rendendosi conto delle difficoltà del territorio sono cominciati i distinguo.

Adesso il Presidente della Regione annuncia, per il mese di settembre, incontri con i sindaci di Bergeggi, Spotorno, Noli e Vezzi Portio considerati, con Vado, quelli interessati alla vicenda. Occorre chiarezza su questo punto: tanto più che ci si trova in un clima di estrema debolezza dell’amministrazione provinciale (resa scarsamente rappresentativa dal sistema elettorale e dalle scelte compiute con l’accordo PD/Lista Toti) questa logica degli accordi separati non deve essere accettata dalle istituzioni e dalla comunità locale.

Prima di tutto non può essere ripetuto l’errore commesso, a suo tempo, con la dichiarazione di area industriale di crisi complessa con l’esclusione dal tavolo del Comune di Savona: proprio in presenza di questa debolezza strutturale della Provincia (ed anche della evidente debolezza politica, a livello regionale, dell’area del savonese in un quadro di storica divisione socio – economica e politica della provincia stessa) la necessità di costruire una soggettività istituzionale, politica e programmatica attorno al Comune di Savona e comprendente l’area centrale (quella dell’antico PRIS), la Val Bormida e dell’area compresa tra Noli e Spotorno appare elemento del tutto necessario.

Il tavolo provinciale per lo sviluppo appare sede del tutto insufficiente: la necessaria partecipazione dei corpi intermedi (“in primis” il sindacato) all’elaborazione della progettualità necessaria in questo frangente deve essere raccolta in dimensione “forte” da parte delle istituzioni che soltanto la presenza dell’amministrazione del Comune capoluogo può in effetti garantire.

Naturalmente in un contesto di pieno concorso da parte di tutti gli attori presenti sulla scena e senza alcuna pretesa di prevaricazione verso interessi particolari di territorio o di indirizzo. Un ultimo accenno alla “progettualità necessaria”: l’ultima cosa da fare è presentarsi in regione con il cappello in mano a pietire la soddisfazione (parziale) di un semplice “elenco della spesa” (Franco Astengo).

5/ Il Golfo dell’Isola Trail Race in programma dal 19 al 22 ottobre. 

COMUNICATO STAMPA – Gran Finale delle Golden Trail World Series 2023.
Salomon, marchio che supporta il circuito internazionale di trail running, si è affidato al collaudato binomio organizzativo tra Golfo dell’Isola e TriO Events, con il sostegno di Regione Liguria e dei Comuni di Noli, Spotorno, Vezzi Portio e Bergeggi, per incoronare i numeri 1 al mondo su short distance.
Sarà la Liguria ad ospitare dal 19 al 22 ottobre il Gran Finale delle Golden Trail World Series 2023 con Il Golfo dell’Isola Trail Race. Salomon, marchio che supporta il circuito internazionale di trail running, si è affidato al collaudato binomio organizzativo tra Golfo dell’Isola e TriO Events, con il sostegno di Regione Liguria e dei Comuni di Noli, Spotorno, Vezzi Portio e Bergeggi, per incoronare i numeri 1 al mondo su short distance.

MERAVIGLIOSI PERCORSI TRA TERRA E MARE- I tracciati delle sfide, studiati appositamente per il Gran Finale delle GTWS, valorizzeranno lo stupendo patrimonio della riviera di Ponente, in cui convivono gli aspri sentieri di montagna savonesi e le spettacolari panoramiche sul blu del Mar Ligure.

Il programma, strutturato in giornate riservate rispettivamente a donne e uomini, prevede giovedì 19 e venerdì 20 ottobre lo svolgimento di un prologo crono di 8,7 km con 400 m D+, mentre sabato 21 e domenica 22 ottobre si terrà la gara principale su 25 km con 1.260 m D+. Ma le travolgenti emozioni e la pura adrenalina di questa intensa avventura non animeranno solo gli atleti élite: anche 800 amatori e appassionati avranno la possibilità di correre insieme ai campioni della disciplina iscrivendosi su ilgolfodellisolatrail.com Le sfide daranno, inoltre, vita a una classifica Open ed Elites, oltre a un ranking a squadre delle migliori Golden Trail National Series. 

LA FAN ZONE, IL PUBBLICO PROTAGONISTA- Il cuore pulsante delle competizioni sarà la Fan Zone, dove i trail runner da tutto il mondo transiteranno ben 5 volte lungo il percorso. In questo modo i corridori si immergeranno in un vero e proprio bagno di folla, con cui fare il pieno di energie per portare a termine l’impresa, e, al tempo stesso, gli spettatori potranno seguire l’intera manifestazione tifando i propri preferiti con campane e gadget forniti dall’organizzazione per rendere il pubblico parte integrante dell’evento.

UNA COPERTURA MEDIATICA INTERNAZIONALE- Il Golfo dell’Isola Trail Race sarà trasmesso in diretta su Eurosport, sulle piattaforme YouTube e sui relativi canali social. Sono attesi in Liguria 150 atleti di fama mondiale e uno staff di oltre 30 professionisti, 4 commentatori in lingue diverse e una visibilità distribuita attraverso 70 canali televisivi. Saranno numerosi anche i fotografi presenti, che immortaleranno i ricordi di questa esperienza rendendoli indimenticabili.

LE GOLDEN TRAIL WORLD SERIES- Le Golden Trail World Series nascono per celebrare il trail running attraverso una selezione degli eventi ad oggi più iconici nel mondo. Le sei competizioni della serie (Zegama, Marathon du Mont-Blanc, Dolomyths Run, Sierre-Zinal, Pikes Peak Ascent, Mammoth 26k) e la stessa finale nel Golfo dell’Isola sono state, quindi, selezionate per lo scenario, il carattere della sfida, la storia e l’atmosfera che sono capaci di offrire, sia ai partecipanti sia al pubblico. La classifica generale viene stilata considerando i tre migliori risultati di ciascun corridore nelle sei gare, al termine delle quali i primi 30 uomini e donne saranno invitati alla Gran Finale in provincia di Savona, così come i primi 3 uomini e donne delle 23 Golden Trail National Series. Il Golfo dell’Isola Trail Race sarà una battaglia epica tra i migliori dei 5 continenti fino all’ultima finish line. 

“È un onore essere stati coinvolti da Salomon e dal Golfo dell’Isola in questa manifestazione di carattere mondiale – dichiara Andrea Rosa di TriO EventsSarà un’esperienza che ci farà crescere ulteriormente come azienda specializzata nell’organizzazione di grandi eventi sportivi”.


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G.Maina

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