Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure senso unico e intasamenti record sull’Aurelia. Penalizzati anche le ambulanze e ‘utenti’ del Santa Corona. 2/Giustenice e Magliolo: Aree Wilderness


Chi segue i social e i post su Facebook che coprono il territorio del comprensorio pietrese e loanese, ma non solo, avrà avuto modo di leggere decine di commenti sulla ‘paralisi’ che colpisce l’Aurelia, soprattutto direzione levante, tra Ceriale e Pietra Ligure, con la cittadella strategica dell’ospedale Santa Corona. Con il suo flusso di utenti e traffico.

Scrive sulla sua pagina Facebook G.B. Cepollina, presidente del Consiglio comunale di Loano e da ‘sempre’ milite della Croce Rossa loanese. “Gli effetti sul traffico del senso unico sul lungomare di Pietra Ligure stanno assumendo toni epici. Scherzi a parte… un delirio”.

Loano che non può certo esibire lezioni di educazione contro la ‘sosta selvaggia’ lungo la statale Aurelia, negli spazi riservati alle fermate dei bus di linea, come su marciapiedi ed incroci. E dire che si organizzano per studenti, con la Polizia locale, corsi di educazione stradale e alla legalità. Evviva la coerenza di cui andare fieri!

Torniamo al tema che investe Pietra Ligure e le conseguenze a macchia d’olio dopo l’istituzione di un senso unico sul lungomare con accesso sull’Aurelia. E che investe gli stessi residenti e turisti pietresi. Prendiamo una giornata a caso di cui possiamo dare testimonianza. Venerdì 30 giugno, giorno che ospita anche il mercato settimanale di Loano. Partendo da Albenga, subito dopo il semaforo centrale di Ceriale, iniziano i rallentamenti. Sono le 9,30. Si procede a passo d’uomo tra soste continue. Ai confini tra Loano e Borghetto si arriva alle 10,15. All’ingresso di Loano chi conosce la rete stradale cerca di immettersi, a mare dell’Aurelia, sul lungomare attraversando il sottopasso nei pressi della stazione ferroviaria. Si arriva in Corso Europa che è, a sua volta, semi-paralizzato nonostante il senso unico. Altro esempio. Chi spera di baypassare l’Aurelia percorre le vie a monte ma finisce per trovarsi ‘ingabbiato’ all’incrocio di via dei Gazzi o di Piazza Vallerga (chi ha percorso la strada delle Bulasce). C’è un’altra alternativa, utilizzare la strada in prossimità del Monte Carmelo e raggiungere tra tornanti e strettoie (doppio senso di marcia) lo svincolo dell’Autofiori. Si finisce bloccati alla rotonda sull’Aurelia. Sta di fatto che, come si legge in diversi post di automobilisti, da Ceriale al Santa Corona dove sono molti ad avere appuntamenti per esami diagnostici e viste specialistiche, oppure visitare parenti ricoverati, si impiegano almeno due ore. Immaginiamo cosa comporta il disservizio in conseguenza dei ritardi.

Non mancano segnalazioni sulle difficoltà che incontrano, a causa del serpentone di auto, le stesse ambulanze a sirene spiegate.  Che dire del danno economico-sociale che si provoca a migliaia di utenti della strada, in particolare a chi si sposta per ragioni di lavoro e per necessità famigliari. Che dire dello spettacolo-paralisi in cui finiscono ignari turisti in trappola pur disponendo del navigatore che segnala le ‘code’.

E’ fuori dubbio che la causa del ‘tappo’ sull’Aurelia, non saltuario, è l’istituzione del senso unico sul Lungomare di Pietra Ligure e di cui Trucioli.it ha ripetutamente documentato con gli articoli e foto a firma del consigliere di opposizione Mario Carrara. Non si tratta di fare la ‘guerra’ tra minoranza (peraltro solitaria) e maggioranza ma di prendere atto di una realtà (la paralisi sull’Aurelia)  che a macchia d’olio provoca danni e gravi disagi a cittadini incolpevoli. Finora pare che i sindaci di Borghetto S. Spirito e Loano (i due centri più colpiti e sui quali gravitano i paesi della Val Varatella e Boissano) non abbiano ritenuto di far sentire la loro voce, chiedere un incontro al primo cittadino di Pietra Ligure. Il quale, come si è dimostrato, è tenacemente arroccato al dissennato mantenimento del senso unico che pare abbia ottenuto il consenso del comando della Polizia locale senza che sia stato preceduto da uno studio di fattibilità del traffico cittadino e sulla statale.

Se gli automobilisti non sono di fatto tutelati (e vediamo cosa succede sulle Autostrade del ponente ligure) forse sarebbe auspicabile un intervento del prefetto. Qui non si tratta di sconfessare una scelta della giunta di Pietra Ligure, semmai di tutelare e scongiurare che tutto proceda come nulla fosse. Non siamo più ai tempi del Duce (le imposizioni non si discutono), non vogliamo neppure invocare il buon senso smarrito. Siamo di fronte ad un interesse pubblico che viene meno ed è fonte di gravissimi disagi e disservizi. Non ci interessa sapere se il sindaco-geometra De Vincenzi può andare fiero per quanto accade, per la ‘rivolta silenziosa’ di quanti si trovano a subire le conseguenze. Fino a quanto ?

GIUSTENICE E MAGLIOLO AREE WILDERNESS ALTA VAL MAREMOLA E MONTE CARMO –

Sabato 8 luglio, presso la sala consigliare del Comune di Giustenice, alle ore 10,30 saranno presentate le Aree Wilderness dell’Alta Val Maremola e del Monte Carmo, designate, la prima lo scorso anno e la seconda quest’anno, dai Comuni di Giustenice e di Magliolo. Oltre ai Sindaci dei due paesi, Mauro Boetto ed Enrico Lanfranco, saranno presenti il Segretario Generale della Wilderness Franco Zunino, l’onorevole parlamentare Francesco Bruzzone, il Vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana e il Presidente della Provincia di Savona Pierangelo Olivieri. Le due Aree costituiscono, unitamente a quella già designata in passato dal limitrofo Comune di Rialto, realtà ambientalistiche per la difesa del territorio e della natura volute dall’autonomia locale; scelte che sebbene ancora prive dei crismi di una legalità regionale o statale, rappresentano iniziative forse anche di maggior valore da un punto di vista democratico, in quanto volute e decise dall’autonomia locale, vera detentrice delle liberali regole democratiche. Una salvaguardia che diviene garante di una perpetuità di stati territoriali rimasti integri e meritevoli di essere così tramandati alle generazioni a venire con tutto il complesso dei valori paesaggistici, naturalistici, ma anche storici e culturali in genere, in esse presenti. Ma anche una salvaguardia che nello stesso tempo assicura il perpetuarsi dei diritti e degli usi tradizionali di utilizzo delle risorse naturali rinnovabili, dal taglio dei boschi, al pascolo, alla caccia e alla raccolta dei frutti del sottobosco, e altresì una corretta forma di valorizzazione turistica. (Franco Zunino)


L.Corrado

L.Corrado

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