Ho avuto modo di ascoltare, in uno dei tanti ricordi dedicati al maestro Gigi Proietti, il brano da lui scritto ed interpretato “Com’era bello il mondo” dove si descrive la tristezza di un astronauta che, per un guasto alla navicella, non ha più modo di tornare sulla terra. Vedi anche Il Gran Galà della Danza: consegnato il Premio Città di Diano Marina ad Oriella Doriella.
di Guglielmo Olivero
E soltanto al momento delll’irreparabile si rende conto di quante meraviglie ha lasciato per sempre. E ho pensato che oggi come non mai questo pezzo sia di profonda attualità. Si perché tanti di noi, compreso chi scrive, hanno vissuto un periodo terribile, dei quali la pandemia e la guerra nel cuore dell’Europa ne hanno costituito il centro.
E , presi dal panico, del quale comunque qualcuno dovrà renderne conto, ci siamo chiusi, isolati diventando proprio come l’astronauta perso nello spazio. E anche noi ci siamo messi a pensare di quanto bello era il mondo, come se non ci fosse un domani.
Mettendo ordine nel mio infinito disordine, del quale comunque vado molto orgoglioso, ho trovato foto scattate dai miei genitori nel ’60 a Roma. Immagini di volti felici, sorridenti, gente che festeggiava: eppure erano passati appena quindici anni dalla fine della seconda guerra mondiale, che aveva lasciato l ‘Italia in macerie.
Anche negli anni 40 si sarà cantato “Com’era bello il mondo”, sapendo davvero che bastava un niente per morire. Quelle persone, alle quali dobbiamo un grazie infinito, sono tornate alla vita. E allora, in questo momento difficile, in queste ore difficili per il mondo, ripartiamo anche noi con fiducia e tanta voglia di ricominciare. Non sarà facile perché la depressione che ha avvolto tante anime non si arrenderà senza accanirsi. Ma dovremo farcela sapendo che nei momenti più bui, tendendo la mano ci sarà qualcuno o qualcuna pronta a stringerla.
Guglielmo Olivero
PRIMIO CITTA’ DIANO MARINA A ORIELLA DORIELLA
