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Liguria e Basso Piemonte

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Albenga-Borghetto-Carcare-Predosa. Sì di Regione Piemonte. I danni della ‘bretella’ che Toti, Scajola e Pasquale vogliono. Cosa si nasconde ai cittadini e potenziare le Ferrovie


Il Presidente Toti ripropone la bretella autostradale Borghetto-Carcare-Predosa e Europa Verde  ancora una volta  documenta la pericolosità del progetto indicando possibili alternative.

di Gabriello Castellazzi*

La CGIL ha da tempo denunciato l’obsolescenza del sistema trasporti tra Liguria e Piemonte e ha  elencato gli investimenti che, grazie ai fondi europei (PNRR), potrebbero riequilibrare una situazione  avviata decisamene al collasso, ritenendo assolutamente necessari: i  raddoppi ferroviari Genova-Ventimiglia e Savona-Altare, la nuova linea  Altare – Ceva, il ripristino linea Savona-Alessandria, il completamento dell’Aurelia-bis, i potenziamenti di S.S. 334 del Sassello, della 490 del Melogno, la messa in sicurezza della Statale 28 con completamento del  tunnel  Armo- Cantarana.

La “cura del ferro” è auspicata da tutti coloro che lavorano per il rispetto del “Trattato di Parigi” sui cambiamenti climatici, e secondo Europa Verde il trasporto ferroviario deve essere assolutamente privilegiato. Per questo risulta non in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea l’ autostrada “Albenga-Borghetto-Carcare-Predosa” che il Presidente Toti ripropone.

I Comuni dell’entroterra Finalese, interessati al progetto hanno già preso posizione su questo problema dichiarando contrarietà decisa alla realizzazione di questa opera: tutte le componenti politiche si sono pronunciate in questo senso nei singoli Consigli Comunali e le delibere sono facilmente consultabili in rete ( Finale Ligure il 30/09/2013, Rialto il 16/07/ 2012, Calice Ligure il 27/09/2012, Giustenice il 18/19/2012, Orco Feglino il 20/10/2012).

La Giunta Toti  continua a non tener conto di queste decisioni e ovviamente ci si aspetta che i rispettivi Sindaci facciano ancora sentire la loro voce su un provvedimento di così grande importanza per il futuro della vasta e delicata area Finalese. Il dibattito su questo progetto è ormai decennale, e parte da lontano:

La Regione Liguria in data 9/02/2010 trasferì al Comune di Savona 100.000 Euro “per la redazione dello studio di fattibilità della Bretella Autostradale tra la A10 (nel tratto Albenga-Borghetto) e la A6 in Val Bormida, fino a Predosa sulla A26”.

Il “Ministero dei Trasporti”, con lettera 11/03/2010, ha “invitato ANAS ad effettuare uno studio di fattibilità in grado di mettere a confronto le varie ipotesi progettuali”.

In una riunione tenutasi presso ANAS – Genova  il 29/04/2010, le Amministrazioni interessate all’intervento hanno concordato come procedere per la “redazione di uno studio di fattibilità organico su varie ipotesi di collegamento (suffragato da analisi trasportistiche e da una verifica di fattibilità tecnica, economico-finanziaria) in concertazione con i territori attraversati”.

La legge continua ad indicare in modo chiaro quale deve essere la strada da seguire per poter realizzare “grandi opere”. I progetti non possono essere “calati dall’alto”con provvedimenti burocratici, ma devono, fin dall’inizio, rispettare precise procedure democratiche, senza le quali le opere non potranno essere realizzate (Il Dibattito pubblico, obbligatorio per legge nazionale e per una precisa norma della stessa Regione Liguria). All’uscita del primo, unico progetto, consegnato alle Amministrazioni Comunali interessate all’opera, dopo una attenta analisi tecnica (geologica, economico finanziaria), è stato redatto uno studio specifico che dimostra l’inutilità e i danni di questa “bretella”.

Il Prof. Willi Husler (Docente universitario e noto esperto di trasporti internazionali) ha dimostrato in una articolata relazione come tale opera non possa in alcun modo risolvere i problemi della viabilità del Ponente ligure e che questi devono essere affrontati, innanzi tutto, con il completamento del raddoppio ferroviario Genova – Ventimiglia (raddoppio in sede tenendo conto delle esigenze degli abitanti lavoratori pendolari della costa e dei turisti).

In un paragrafo della relazione il Prof. Husler dice: – La prima tratta, da Predosa a Carcare/Altare, serve delle zone con attività economiche parzialmente in difficoltà e crea una certa ridondanza nella rete autostradale a favore dei nodi di Genova ma senza decongestionare le punte del pendolarismo nella zona metropolitana di Genova.

– La seconda tratta (variante F) misura 31 km e collega Carcare/Altare con Borghetto Santo Spirito eliminando il nodo di Savona. Il punto più alto con 535 metri si trova sul territorio di Mallare, circa 80 metri sopra il livello di Carcare. Da questo punto scende a Borghetto Santo Spirito dove raggiunge l’ Autofiori a livello di 40 metri.

La “Bretella” prevede l’attraversamento di diverse valli con viadotti di enormi dimensioni. Questo succede tra Altare e Borghetto Santo Spirito sul territorio di Mallare, Feglino, Rialto, Giustenice e Boissano.

Nel caso di Rialto il viadotto dovrebbe attraversare il Rio Pora su una altezza di 86 metri e con una lunghezza di 450 metri (in salita del 4%) con un impatto acustico, estetico, di gas di scarico e polveri inaccettabile per la maggior parte dei residenti, per il paesaggio, per il turismo orientato alla tranquillità e alla alta qualità ambientale.

Il progetto della “Bretella”, confine Liguria – Carcare- Borghetto Santo Spirito, comprende su 47,9 km. un totale di 33 km di gallerie gemelle con  66 km. di gallerie a due corsie da costruire. Questa opera raggiunge e supera i grandi valichi delle Alpi con investimenti (3’619’000’000 € ) e costi di servizio e di manutenzione enormi. Sotto il titolo di “ Bretella” si nasconde un “valico” di dimensioni straordinarie. La somma della lunghezza delle gallerie supera più di cinque volte la galleria a due corsie del Monte Bianco con i suoi 11.3 km. .

La “ Bretella” ha le dimensioni della “variante del valico” dell’Autostrada del Sole, dove per l’attraversamento dell’Appennino, sono in costruzione 29270 m di gallerie, dei quali 3630 m solo in un senso di marcia ma con una sezione simile al progetto della “Bretella” ( 2 corsie di percorrenza + 1 per le emergenze). Stiamo parlando, dunque, di un’opera di dimensioni gigantesche benché si tratti di una “Bretella” di 47,9 km che taglia un angolo della rete autostradale, che risparmia solo13.4 km di strada, per un certo numero di utenti”.

A questo punto ci sono tutti i motivi per un chiaro “no” alla bretella, “visto il grave danno che tale opera arrecherebbe al settore economico-sociale, a quello agricolo-forestale e alla salute pubblica, unitamente a un impoverimento dell’offerta turistica”.

*Gabriello Castellazzi  -“Europa Verde- Verdi del Finalese.


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