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Savona: Non sono vittima di mio marito processato per ‘sodomia’. Constance Lloyd femminista e Oscar Wilde nel libro di Guglielmi


L’Istituto Internazionale di Studi Liguri Sezione Sabazia ed ErediBibliotecaDonne invitano alla presentazione del libro”Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde” della giornalista e scrittrice Laura Guglielmi.

Ore 16 del 9 aprile presso il Museo Archeologico e della città di Savona. COMPLESSO MONUMENTALE DEL PRIAMAR. Ne discutono l‘autrice e Betti Briano.

Molti ne ignorano l’esistenza, altri la considerano una vittima di suo marito: niente di tutto questo. Constance Lloyd – moglie dello scrittore Oscar Wilde – fu una donna libera, colta e impegnata in battaglie sociali importanticon un’insaziabile sete di conoscenza.


Collana Femminile Singolare
252 pp. – 17,90 euro

«Mi chiamo Constance Mary Lloyd. Avevo ventidue anni quando ho incontrato Oscar Wilde, ma lui non è l’unica cosa importante della mia vita, anche se il nostro è stato un grande amore. Non mi sono mai sentita vittima di mio marito. Questa che state per leggere è la mia storia, la mia parte di verità.»

Colta, ironica e attraente, Lady Constance Lloyd (Dublino, 1858 – Genova, 1898), scrittrice, giornalista e attivista, è una figura femminile che deve ancora trovare la sua giusta collocazione nella Storia. Dopo la condanna del marito ai lavori forzati, dovette fuggire dall’Inghilterra vittoriana, e riparò in Liguria, prima a Nervi e poi a Sori e Bogliasco.

Oscurata dalla fama e dal processo del marito, dal quale ebbe due figli Cyril e Vyvyan, Constance è una donna che merita di essere riscoperta. Femminista e progressista, è stata paladina di una rivoluzione culturale che voleva migliori condizioni di vita e istruzione per tutte le fasce “deboli” della società inglese, a partire proprio dalle donne. Ai suoi tempi era conosciuta quasi quanto Wilde per il suo impegno nella rigida, e spesso ipocrita, società vittoriana. Erano la coppia più in vista della scena londinese.

Non volle mai divorziare da Oscar Wilde e, a differenza di tutti i loro amici e conoscenti, non rimase certo scandalizzata dalle scelte omosessuali del marito. Ricordiamo che lo scrittore inglese è stato iniziato all’Amore che non osa dire il suo nome da Robert Ross, che all’epoca aveva 17 anni. In quel periodo, Constance e Oscar erano in attesa del secondo figlio.

Il libro ripropone tutte le vicende del processo raccontato in prima persona dall’io narrante, Constance Lloyd stessa. Pur essendo ambientato a fine Ottocento, può offrire degli spunti di riflessione per il dibattito contemporaneo sulle tematiche di genere.

Sinossi – Tre atti, come la celebre commedia, L’importanza di chiamarsi Ernesto, che decretò il successo di Oscar Wilde.

La vita di Lady Constance Lloyd, però, non fu leggera e scoppiettante come una pièce dello scrittore che scelse per marito, ma nemmeno infelice. Di origine irlandese, come Wilde, crebbe in una famiglia agiata, con una madre insoddisfatta e violenta e un padre assente ed egoista. Molto più dotata del fratello Otho, non ebbe accesso alla sua stessa formazione perché le donne non potevano frequentare l’università. Conobbe Wilde in un salotto in cui lei leggeva in italiano un canto della Divina Commedia. Insieme avrebbero conquistato Londra e incarnato un modello di coppia innovativa e originale. Lei diresse una rivista che auspicava la rivoluzione della moda, e scrisse racconti, aiutando anche il marito a mettere ordine nelle sue opere.

Ma il loro sogno è destinato a infrangersi contro i continui debiti contratti da Wilde e con l’affacciarsi, nella loro vita, di Lord Alfred Douglas, Bosie. La relazione omosessuale tra Oscar e il giovane aristocratico sfocerà nel famoso processo per “sodomia” e “atti osceni (gross indecency)”, che vedrà Wilde come protagonista e unico condannato. Pur essendo l’artista più famoso del suo tempo, lo scrittore verrà messo all’indice dalla bigotta società vittoriana, che prima lo aveva acclamato. Ma Constance non abbandonerà mai il marito e saprà anche difendere i suoi figli dalla pesante eredità del nome che portano e reinventare se stessa.

Nel 1896, dopo lo scandalo del processo, Constance dovette quindi fuggire dall’Inghilterra e si trasferì in Italia, nella Riviera Ligure, dove viveva l’amica Lady Margaret Brooke, la sua “principessa asiatica”: prima a Nervi e poi a Villa Elvira a Bogliasco. Forte e coraggiosa, nonostante i suoi problemi di salute, continuerà fino all’ultimo a credere in se stessa e nelle sue capacità, vivendo anche una nuova intensa relazione. È sepolta nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova.

Laura Guglielmi ha portato avanti ricerche dettagliate sui luoghi liguri di Constance.

L’AUTRICE  – Laura Guglielmi è nata a Sanremo ma vive a Genova, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma, Dublino e Londra. Ha lavorato per le pagine culturali de «Il Secolo XIX» e ha diretto il web magazine www.mentelocale.it. Ha collaborato anche con Radio Rai, «D-la Repubblica delle donne», e «TuttoLibri – La Stampa».

Si è specializzata nel rapporto tra letteratura e paesaggio e ha curato una mostra fotografica su Italo Calvino, che è approdata anche alla New York University. Nel 2019 ha pubblicato, per la Newton Compton, Le incredibili curiosità di Genova. Suoi racconti sono usciti su antologie e riviste. Esperta di giornalismo culturale e di media digitali, insegna all’Università̀ di Genova. La trovate anche sul suo sito www.lauraguglielmi.it.

Laura Guglielmi- “Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde”

isbn 9788862988629- 252 pp. – 17,90 euro. Anche in formato ebook 6,99 euro

Con Extended Book (https://www.morellinieditore.it/extendedbook)

INFO- Morellini Editore by Enzimi srl- Viale Zara 9 – 20159 Milano

tel. 02/87383764 – info@morellinieditore.it – www.morellinieditore.it

Ufficio stampa: Francesca Tamaninifrancesca.tamanini@morellinieditore.it – 348/0675148. Danilo Bruno (Istituto Internazionale di Studi Liguri – lasalab@yahoo.it -tel. +393292239928). Si ringrazia la libreria UBIK –Savona per la cortese collaborazione.

 


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