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Peagna di Ceriale dal furto dell’autoamedica della Croce Rossa al dramma mortale in A 12


Una storia triste e di dolore, sgomento e pietà. Forse hanno fatto bene i media ed i cronisti locali ad ignorarla – così come non era stata riportata la sentenza di condanna -, eppure non è mancanza di rispetto ad una vittima innocente della strada.  Allen Tarsio Antrade, 24 anni che ha perso la vita in un tragico e finora misterioso incidente sull’A10 a Sestri Levante, si era reso protagonista di un episodio che aveva suscitato clamore ed incredulità. Ai primi di novembre dello scorso anno aveva rubato, nel parcheggio della Croce Rossa di Ceriale, l’automedica e trovata, dopo una serrata caccia in Riviera e nell’entroterra, parcheggiata nel porticciolo turistico di Finale Ligure. Arrestato, incarcerato, il responsabile. Piccoli precedenti penali contro il patrimonio era finito in tribunale il giorno dopo e su richiesta del difensore Gian Maria Gandolfo il dibattimento rinviato al 28 novembre. Come sia finita non l’abbiamo letto.

“Ho preso la macchina perchè non volevo andare a piedi a Peagna”. Una scusa puerile manco a dirlo. I ringraziamenti sinceri della Croce Rossa di Ceriale all’Arma dei carabinieri per la “rapida ed efficace azione dei suoi militari”. Il giovane brasiliano, con la mamma, una sorella  ed un fratello pure del Sud America, risiedono da parecchi anni a Peagna di Ceriale. Una famiglia tranquilla.

Aleen Tarsio non era un ragazzo irrecuperabile e la sorte pare non gli sia stata davvero amica. Così come restava inspiegabile quel furto dell’automedica proprio alla Croce Rossa dove è milite il fratello, giovane a modo e stimato. La famigliola ospitata nella vecchia casa che fu dell’ex sindaco di Ceriale, Carlin Vacca. Il nipote Mirco, figlio del compianto Livio Vacca, convive da tempo con la mamma di Allen Tarsio e i di lei congiunti. 

Mirco ha rinunciato a coltivare i campi e fa il piccolo padroncino di trasporti per conto terzi. I Vacca – la mamma di Mirco  è mancata un paio d’anni fa – sono persone  tranquille, purtroppo il destino riserva anche ciò che mai più si può immaginare. La presenza, appunto, nel nucleo famigliare, di Allen Tarasio, con qualche amicizia non proprio raccomandabile, i vizietti e le mode di certe compagnia, la società del denaro e dell’apparire. Ceriale che non è il bronx, ma un certo disagio sociale coinvolge diversi giovani. Lo spaccio ed il piccolo spaccio, soprattutto nelle ore serali e notturne, non è una novità; interessa tre quattro zone, dal lungomare di levante e di ponente, ai sottopassi ferroviari,  spiaggia, strade minori tra l’Aurelia e Via Romana. A ciò si aggiunga la vecchia piaga delle prostituzione, la presenza di extracomunitari che in assenza di lavoro campano soprattutto di spaccio, furti, espedienti. La ‘gang della frutta e verdura’ che commercia sfacciatamente sull’Aurelia ed ha a Ceriale un paio di magazzini, o forse più.

Allen, come altri giovani, alle prese con la difficoltà a trovare un posto di lavoro. Con i bisogni, le piccole spese, lo svago. Non è difficile finire tra le braccia di chi, invece, campa su attività criminose, qualcosa di più di una ‘cattiva compagnia’. La sua morte, come quella dell’autista, Lorenzo Borgonovo, che abitava a Leca d’Albenga, resta per ora un mistero. Tra le ipotesi un colpo di sonno, un malore. Certamente devono essere stati momenti terribili per Alen che prima ha visto la morte in faccia e poi non ha dato più segni di vita. Uno strazio per i congiunti e per quanti lo conoscevano come ragazzo esuberante, ma di animo buono.  La mamma, come Mirco Vacca, si prodigavano con le immaginabili preoccupazioni, ansietà. La piccola comunità di Peagna, formata ormai in gran parte da ‘foresti’, partecipa al lutto interrogandosi sulla sventura accorsa al compaesano straniero.

LA NOTIZIA DEL FURTO DELL’AUTOMEDICA E DEL PROCESSO PER DIRETTISSIMA

DIFFUSA DAI MEDIA CARTACEI E ON LINE DELLA PROVINCIA DI SAVONA  E DELLA LIGURIA

Ceriale, 14 novembre 2018. È stato processato per direttissima questa mattina il ventitreenne brasiliano, Allen Tarsio Muniz De Andrade, arrestato ieri mattina dai carabinieri a Finale Ligure per il furto notturno dell’automedica della Croce Rossa di Ceriale. Al giovane era stata contestata inizialmente l’accusa di ricettazione, ma questa mattina in sede di convalida il capo d’imputazione è stato modificato in furto aggravato visto che non c’erano dubbi sul fatto che sia stato lui a rubare il mezzo.

A quel punto De Andrade, noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti, era finito in manette. Questa mattina il suo arresto è stato covalidato e, vista la richiesta di termini a difesa del suo legale, l’avvocato Gian Maria Gandolfo, il processo è stato rinviato al prossimo 28 novembre. L’automedica, già ieri mattina, era stata restituita alla Croce Rossa di Ceriale, che aveva ringraziato l’Arma dei carabinieri per la rapida ed efficace azione dei suoi militari.

Lo straniero, che probabilmente aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, ha spiegato di aver preso l’automedica perché non sapeva come tornare a casa, a Peagna, frazione di Ceriale. Una volta al volante, però, anziché prendere la via di casa ha finito per guidare fino al porto di Finale dove la mattina seguente è stato trovato dai militari della stazione di Pietra Ligure. Alla vista della pattuglia, tra l’altro, il ventitreenne ha tentato una fuga che è finita davanti alla chiesa di Calvisio.

LA NOTIZIA DATRA DA IVG.IT IL GIORNO DEL FURTO

Ceriale. È stata rubata l’automedica della Croce Rossa Italiana di Ceriale. Difficile a dirsi e difficile a credersi e non è ancora certo se si sia trattato di un furto in piena regola oppure di una sorta di goliardata, ma l’episodio, ovviamente, ha generato rabbia e sconforto tra militi e operatori della Cri cerialese. “C’è tanta rabbia per un gesto vile. L’automedica è un mezzo indispensabile per i servizi di assistenza, trasporto dializzati e pazienti radioterapici”, hanno dichiarato dalla Cri. Il furto è già stato denunciato alla polizia municipale di Ceriale e ai carabinieri, che hanno immediatamente attivato le ricerche e le indagini per risalire ai responsabili dell’accaduto (anche se non è ancora chiaro se si sia trattato di una o più persone).


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