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Diano Marina, topi intelligenti rubano due volte in casa del sindaco leghista che dice: più controllo del territorio ed intelligence


Rubare due volte, a Villa Faraldi, nella casa del sindaco più ‘barricadiero’ del popolo leghista imperiese della prima ora, non può che destare clamore e sorpresa. ‘Topi d’alloggio’ intelligenti e informati degli hobby (cacciatore e caccia) e dei ‘tesori’ di Giacomo Chiappori da due mandati sindaco della turistica Diano Marina (5.867 abitanti). C’è da credere che almeno nel suo caso i carabinieri hanno provveduto a trovare traccia di impronte digitali e faranno del loro meglio per dare anche una buona notizia all’amico combattente Matteo Salvini attivissimo ministro dell’Interno. Difficile ipotizzare il recupero del bottino, armi, preziosi e denaro, quantomeno si potrebbe dare un volto ed un nome ai responsabili.

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Maurizio Tagliano, corrispondente de La Stampa ed Il Secolo XIX (vedi sotto), scrive che la seconda volta nella villetta di Villa Faraldi (472 residenti), frazione Riva Faraldi, a 6 km e mezzo da Diano Marina, forzando un armadio blindato si sono impadroniti di una pistola calibro 7.65 con munizioni, 5 mila euro in contanti,  un orologio d’oro regalo di compleanno (il 3 ottobre, classe 1953) della moglie dopo un precedente furto. “E’ successo due mesi fa – ha raccontato il primo cittadino, già senatore della Repubblica e ripetutamente salito alla ribalta della cronaca giudiziaria, con assoluzione finale – mi avevano portato via  altri orologi di grande pregio ed è probabile che visto il bottino ed il fatto di averla fatta franca, li abbia indotti a tornare e rubare. Mi incuriosisce il fatto che l’ultima volta abbiano tralasciato diversi fucili da caccia ereditati da mio padre ed altre due pistole”. E sconsolato il sindaco – senatore si sfoga: “Ormai in casa mia hanno rubato  quasi tutto. Volete sapere qual è il risultato ? Che sto mettendo telecamere  ovunque, blinderò anche le finestre. Insomma sto diventando un uomo in carcere, mentre i ladri  fanno ciò che vogliono. E ormai si sono affezionati – conclude – sono a quota cinque furti in cinque anni”.

Certamente il sindaco cacciatore, già tribuno senatore leghista e beniamino degli amici della caccia tra i più fedeli alle urne, non avrà letto quanto è successo parecchi mesi fa al vecchio cronista, anche di anni, che nel cuore della notte, nel sonno, è stato narcotizzato, con la moglie, in due camere distinte, derubato di tutto quanto faceva bottino, ma anche della pistola 38 Special, con 6 pallottole nel tamburo, che teneva a portata di mano sul comodino accanto al letto. Risveglio da choc in tarda mattina, con dolori di emicrania, bruciore di gola, intontiti. Non è servito il sistema di allarme, la telecamera. Si sono fatti ‘strada’ conoscendo perfettamente la zona. Nei piccoli cantieri edili i controlli sono una favoletta. Non solo, una prima volta, sempre nel cuore della notte, era già suonato l’allarme. Un’ispezione interna ed esterna nel giardino dava esito negativo. Per una banale dimenticanza, non era più stato azionato il dispositivo di allarme, ma i ladri non potevano saperlo. Sta di fatto che sono tornati, seguendo lo stesso percorso, scavalcando oltre tre metri di cinta ferrata. Preparazione e colpo studiato a tavolino ?

Un ufficiale dell’Arma ha commentato: ‘Tutto sommato è andata bene così, se si fosse svegliato con i ladri in casa e fossero stati a loro volta armati, un conflitto a fuoco..” Da cardiopatico forse non avrei retto allo stress, forse avrei avuto la peggio. Anche se da anni vivo in allerta, spesso andando a letto  con un presentimento. Altre volte nel cuore della notte il soprassalto per il lacerante sibilo di allarme. Nel vicinato parecchie ville ed abitazioni erano già state ‘visitate’, in un caso persino cinque o sei volte. Ma i tempi sono cambiati, negli anni di corrispondente di provincia c’era l’accesso mattutino alla caserma, ai fascicoli dei furti e delle denunce, dei danneggiamenti. Massima trasparenza si direbbe, la cittadinanza era tempestivamente informata leggendo le cronache locali. Non c’erano ancora web on line. Ora tutto è cambiato. In meglio ? In peggio ? Di furti si legge raramente, le notizie vengono date, centellinate quelle negative dal comando della Compagnia. Gli stessi sindaci, almeno a Loano, pare non siano informati del numero di furti, in che zona, se di giorno o di notte, le modalità. Tutti tacciono. A chi fa comodo ? A chi giova ? Chi ha dato queste direttive ?

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Speriamo che almeno nei confronti di un sindaco, ex senatore, si sia proceduto ad accertamenti minuziosi, impronte e studio delle modalità,  se c’è una legame con altri colpi in abitazione. Io che ero in allarme da anni, che per via della professione. Ho scritto la cronaca di centinaia e centinaia di furti, assalti notturni, violenze alle vittime, rapine e di episodi ben più drammatici, ho ricevuto dall’Arma un trattamento senza privilegi. Anzi, per via della notizia sparata in prima pagina (Assalto notturno alla villa del giornalista, narcotizzati e rapinati….), alle 8 di mattina del giorno in cui i giornali locali hanno dato conto (Per Ivg.it, il più letto della provincia e di cui è direttore il corrispondente dell’Ansa, agenzia giornalistica degli editori italiani, sono bastate poche parole: ” Si è verificato un furto in abitazione, a  Loano, denunciato qualche giorno dopo…”) la prima telefonata è stata del maggiore comandante la compagnia di Albenga e che a Imperia aveva condotto importanti operazioni  contro ‘ndrangheta e criminalità organizzata. Oltre alla denuncia in caserma a Loano già presentata, dovevo subito recarmi al comando di Albenga per ‘motivi urgenti di polizia giudiziaria’. Poco contava il certificato medico (5 giorni), la prostrazione psicofisica, le palpitazioni di chi ha problemi cardiologici. “O viene lei o procedo a termini di legge….”. E per dare più forza all’ordine mi è stato notificato personalmente dal comandante la stazione che da anni non incontravo per strada, l’invito – ordine a presentarmi alle 16 del pomeriggio. Tralascio i particolari del nuovo interrogatorio, o meglio volevano sapere perchè tenevo la pistola sul comodino, accanto al letto, dopo che mi era suonato l’allarme, come risultava nella denuncia sporta il giorno prima al comando di Loano. L’unico ‘reperto’ criminoso lasciato era un cappello copricapo  ed un capello. Nessun rilievo per eventuali impronte visto che hanno aperto decine di cassetti, cassettiere, armadi, armadietti. Nessun sopralluogo se non l’arrivo, per la prima denuncia orale, c’era in ballo una pistola carica, di una pattuglia da Pietra Ligure, educati e cortesi.

Forse all’ex senatore sindaco potrebbe interessare il fatto che pochi mesi prima avevo subito, in due tempi diversi e ravvicinati,  due curiosi o perlomeno insoliti furti, quasi centro città.  Scavalcando un muro di cinta di tre metri, con le case affacciate, hanno rubato quattro galline ovaiole che erano nell’orto frutteto, libere, da anni e mai successo nulla. Inizialmente non volevo neppure fare denuncia, in caserma un gentile e professionale appuntato sulle prime credeva che scherzassi; era la prima volta di un furto di galline denunciate a Loano. “Mi accadeva anni fa quando prestavo servizio in Piemonte, si tratta di zingari….”. Il dubbio che quel furto fosse una sorta di messaggio l’ho avuto, l’ho accennato…ma in quel caso, trattandosi di un possibile avvertimento di malavita organizzata, occorreva seguire altra procedura di denuncia e di cui ne veniva dato  conto al sindaco, al questore, al prefetto, al presidente della Regione e all’autorità giudiziaria, ovviamente, motivando perchè si sospettava una trama, un atto intimidatorio ad un veterano cronista di giudiziaria che nel corso dell’esistenza aveva subito minacce. Aveva seguito omicidi, sparatorie, inchieste sui colletti bianchi, personaggi arrestati per associazione mafiosa e poi assolti, con derubricazione ad associazione a delinquere. Acqua passata. E allora ? Oggi c’è un blog che si sforza di raccontare ed approfondire senza doveri di riconoscenza o di riguardo.

Al sindaco della Lega dura e pura (così era ai tempi in cui militava con Bossi) possiamo solo consigliare, non tanto le telecamere e le blindature delle finestre, ma di promuovere una capillare sensibilizzazione, invitare i cittadini a collaborare informando il sindaco, ma anche gli organi di stampa in presenza di furti. La prova del nove, verrebbe da dire, l’abbiamo avuta dopo la notizia dell’assalto notturno subito e reso noto dai media. Abbiamo ricevuto decine di telefonate di professionisti, di due ex parlamentari savonesi, artigiani, gioiellieri, albergatori, commercianti che raccontavano di essere rimasti vittime di furti, di notte, come di giorno, in alloggi, come in ville, in negozi. Spesso colpi audaci, l’apertura di cassaforte con fiamma ossidrica, con buchi nei muri a suon di trapano. In casa rubate le chiavi dell’auto trafugata dal garage o davanti al giardino recintato, neutralizzando e riuscendo  ad azionare il cancello munito di automatismo a distanza.

Il sindaco Giacomo Chiappori fa benissimo ad invocare, in primis, il presidio del territorio e lavoro di intelligence. Ottima e concreta proposta. Ricordiamo, come fosse ieri, il maresciallo o il brigadiere, che non era raro incontrare in abiti civili nei locali pubblici, in strada, sul lungomare. Conoscevano tutti, tenevano d’occhio le ‘facce’ sconosciute, le segnalavano alla pattuglia, i numeri di targa, entravano nei bar a controllare i clienti o chi oziava. Oggi le abitudini investigative sono cambiate almeno nella routine quotidiana. Si vedono transitare auto di servizio, controlli stradali saltuari e da statistica. Chiunque venga fermato anche casualmente, viene registrato. Può succedere che trasferendosi da una parte all’altra della provincia ci si imbatta in più pattuglie delle diverse località ed ogni volta, se fermati, l’iter di identificazione non cambia. In compenso la cronaca locale almeno una volta in settimana da risalto ad una mega operazione di controllo, da una città all’altra. I risultati quasi sempre indicano cittadini arrestati per esecuzione di ordine di carcerazione, mancato rispetto degli arresti domiciliari, spacciatori di piccole dosi. Bisogna anche ammettere che l’impennata dei furti in abitazioni è ‘compensata’, si fa per dire, dalla quasi totale assenza di omicidi, contrariamente a quanto accadeva negli anni ’70 ed ’80 soprattutto, nel mondo della prostituzione, della malavita organizzata.

Erano numerose anche le rapine in banca, agli uffici postali con colpi clamorosi, tre a Loano fruttarono un miliardo e mezzo di lire senza che i responsabili fossero scoperti. C’è chi sostiene che quando la mala fa affari non vuole disturbare gli inquirenti. Non vuole creare allarmismo e conseguenti azioni di contrasto. Certamente la piovra della prostituzione non è fuggita, come la presenza di venditori ambulanti organizzati che provengono dalla Campania. Non è una novità che abbiano soggiornato in Riviera  esponenti mafiosi catturati nella loro latitanza. Resta la realtà di un territorio che imporrebbe una maggior presenza di uomini in divisa ed in borghese  e come suggerisce uno che forse se ne intende più di noi, per esperienza e frequentazioni, sarebbe necessario tornare alla buona pratica di servizi di intelligence.

Almeno al sindaco di Diano hanno risparmiato il colpo notturno; chi l’ha subito resta schioccato a vita, con improvvisi risvegli e ad ogni rumore ci si alza con il cuore in gola. Nessuno vuole più restare solo in casa, specie di notte. Ma che importa la ‘condanna civile’ a chi non l’ha mai provata. Ai promotori ed ideatori di notizie tranquillizzanti, da città sotto controllo, nulla da temere. Sogni d’oro !


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