Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La querelle con il Comitato Nolese


Dal 29 giugno 2017 di trucioli.it: <Chi è il signor Alesben.B che si permette di “liquidare” l’operato del “Comitato nolese per la difesa di Salute e Ambiente”? vedi……>>

Già, pure io, me lo sono più volte domandato chi è questo signor Alesben; forse, egregie signore, Maria Vincenti, Antonella Marotta, Anna Fontana, volevate definirlo semplicemente idiota, ma per non troppo offendere gli avete affiancato [ad idiota] il nome di Dostoevskij, con il risultato che l’idioma ha assunto un altro significato.

L’idiota (in russo: Идиот, Idiot) è un romanzo di Fëdor Dostoevskij. Considerato uno dei massimi capolavori della letteratura russa, vuole rappresentare “un uomo positivamente buono“, un Cristo del XIX secolo.

La stesura del romanzo fu contemporanea all’esilio dello scrittore, dovuto ai debiti: ebbe inizio a Ginevra nel settembre del 1867, proseguì a Vevey (sul lago di Ginevra), a Milano, e terminò nel gennaio del 1869 a Firenze. Una targa al numero 22 di Piazza de’ Pitti ricorda la permanenza dell’autore nel palazzo per quasi un anno. L’opera nel frattempo uscì a puntate dal 1868 sulla rivista Russkij vestnik (il Messaggero Russo), mentre fu presentata in forma unica l’anno successivo.

In una lettera del 1867 indirizzata allo scrittore Apollon Nikolaevič Majkov, Dostoevskij descrisse il nucleo poetico del romanzo a cui stava lavorando:

« Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto. »

È importante sottolineare come l’aggettivo buono usato nella lettera fosse nell’originale russo prekrasnyj, che indica lo splendore della bellezza e della bontà insieme. Nel libro viene detto che il principe personifica la bellezza della perfezione morale.


Ed ancora:

Del resto le nostre critiche hanno riguardato tanto l’Amministrazione Niccoli che l’Amministrazione Repetto e riteniamo che le problematiche ambientali si riferiscano a valori da tutelare per l’intera Comunità, al di sopra dei colori di parte.

È sorprendente che tra il citato articolo e uno precedente sullo stesso argomento, il signor Alesben, nonostante le nostre contestazioni e i nostri inviti, non ci abbia mai avvicinato per sentire anche la versione del Comitato; ad esempio, se fosse intervenuto all’assemblea pubblica del 19 aprile scorso (che ha dato lo spunto per la LETTERA APERTA) avrebbe potuto liberamente discutere, visionare i documenti, per poi scrivere a ragion veduta alimentando un dibattito e un proficuo confronto che avremmo senz’altro gradito.

Invece ha preferito sparare a zero su un Comitato che si è speso molto e che merita rispetto, non il sarcasmo che viene così facile al sig. Alesben quando travisa sostanza e spirito delle nostre battaglie.

Vada a leggersi le motivazioni della Sentenza che condanna il Comune, come aveva del resto previsto il Comitato

Sia ben chiaro, il signor Alesben, di “nostri inviti” ne ha mai ricevuti; se li avete fatti per interposta persona, quest’ultima si è presa ben guardia di esternarli.

Il signor Alesben che è un “foresto” allergico ai campanilismi ed alle assemblee, quelle pubbliche in fattispecie; che non conosce i componenti del comitato, eccetto uno, non è contro il comitato di salute pubblica, ma contro la sola e sempre “linea di attacco frontale” che viene perpetrata all’amministrazione nolese, sia essa attuale sia essa pregressa, ossia è una “questione” solo di strategia.

Ogni esercito non avanza verso il nemico solo con una manovra, la battaglia è persa in partenza, occorre, a volte, aggirare l’ostacolo [accerchiamento] con manovre diversificate, per arrivare all’obiettivo finale.

Visto che avete citato  Dostoevskij, rimaniamo sul suolo russo con la sconfitta napoleonica nella Battaglia della Beresina (in francese bataille de la Bérézina, in russo
Сражение на Березине) fu una battaglia combattuta presso il
fiume Beresina, affluente di destra del Dnepr, tra la Grande Armata di Napoleone e l’esercito dell’impero russo tra il 26 e il 29 novembre 1812, durante la campagna di Russia. Lo scontro ebbe un esito discusso: anche se le forze francesi riuscirono a forzare la linea russa, evitando così di finire intrappolate fra le tre armate che convergevano su di loro, la battaglia costò loro moltissime perdite, ed in ogni caso la ritirata dalla Russia non fu arrestata.

La battaglia della Beresina è contemplata dagli storici come uno dei peggiori disastri militari della storia contemporanea, benché dall’esito parzialmente favorevole. Essa infatti è stata eretta a simbolo della disfatta della campagna di Russia intrapresa dall’Impero francese nell’estate del 1812.

Oppure con la Battaglia di Stalingrado (in russo:сталинградская битва, traslitterato: Stalingradskaja bitva, in tedesco Schlacht von Stalingrad) si intendono i duri combattimenti svoltisi durante la seconda guerra mondiale che, tra l’estate del 1942 e il 2 febbraio 1943, opposero i soldati dell’Armata Rossa alle forze tedesche, italiane, rumene ed ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell’importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale.

La battaglia, iniziata nell’estate 1942 con l’avanzata delle truppe dell’Asse fino al Don e al Volga, ebbe termine nell’inverno 1943, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l’annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell’Asse impegnate nell’area strategica meridionale del fronte orientale.

Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come “la più importante di tutta la Seconda guerra mondiale”, segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti.

Alesben B. (ex sindacalista S.N.A.L.S)  [1].

[1] Delegato effettivo portatore di 1400 voti, del S.N.S.M. al “IL CONGRESSO COSTITUENTE” dei sindacati autonomi della scuola riunito in Roma il 26 e 27 febbraio 1976 per dar vita ad una nuova esperienza di sindacato unitario, libero, democratico ed autonomo dei lavoratori della scuola dello Stato,

Lo SNALS nasceva come sindacato “antiideologico”, distinto e distante dai partiti e dal collaterale apparato amministrativo e burocratico. La nostra non fu una scelta facile, innanzitutto perché era una scelta controcorrente! Oggi possiamo affermare che la nostra era una intuizione vincente, anche dal punto di vista culturale, oltre che sindacale. …


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Alesben B

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