Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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L’architetto / Il futuro dell’auto elettrica


La recente notizia del notevole successo di vendite del nuovo gruppo Fiat Chrysler Automobiles, illustra i notevoli risvolti occupazionali anche negli stabilimenti italiani.connessi ai nuovi modelli Maserati, Jeep e 500X.

 

La condivisibile soddisfazione della Dirigenza, dei Sindacati e del Governo, è mitigata tuttavia dalla constatazione della totale mancanza di un qualunque modello di auto elettrica, fatto che induce una preoccupata valutazione per il prossimo futuro, quando il mercato sarà gradualmente dominato dalle auto elettriche a emissioni zero, tutte straniere e già in produzione.

Questa previsione si basa sul motore elettrico, un propulsore con un rendimento più che doppio rispetto al motore endotermico a benzina, gasolio o gas, che conferisce alle auto prestazioni equivalenti.

In particolare a parità di potenza e velocità, l’auto è silenziosa, l’accelerazione è migliore, il costo al km è la metà e il solo limite sta nella capacità di carica delle batterie, che ne riduce l’autonomia a percorrenze inferiori a 200 km. Inoltre il propulsore, è molto più semplice e leggero, richiede poca manutenzione e costa un decimo, mentre il prezzo maggiore dell’auto elettrica è dovuto alla limitata produzione attuale.

Così, in attesa di un miglioramento della capacità delle batterie e soprattutto della costruzione della rete di punti di ricarica rapida, l’auto elettrica è perfettamente adatta ad un impiego urbano, oppure interurbano a piccolo raggio.

La situazione attuale è desolante: a Savona i punti di ricarica rapida, che in mezz’ora riforniscono l’80% della batteria, sono solo alcuni, presso il campus universitario,non di servizio pubblico e solo a Bergeggi esiste un “distributore” comunale a carica da pannelli solari.

A Genova funzionano due parcheggi pubblici con 13 colonnine rapide. A Milano sono 59 e a Roma 122. In tutta Italia i punti pubblici Enel ammontano a 479. Veramente troppo pochi, ma sufficienti a testimoniare che la tecnologia necessaria esiste , a basso costo,per organizzare un sistema a sostegno di un uso diffuso dei mezzi elettrici, moto comprese.

Eppure i dati del possibile grande vantaggio di esercizio sono chiari. Una ricarica per 170 km costa 5€ ( 15€ e 12€ a benzina e a gasolio ).Inoltre fa risparmiare 5 kg di gas serra.

Per una percorrenza di 10000 km si risparmiano 600 oppure 400 € rispetto alle auto a benzina o gasolio. Manca soltanto la volontà” politica”, poiché le risorse per una rete di prese per alimentazione elettrica pubblica, sono veramente molto modeste. Infatti tutte le ditte che devono operare in zona urbana ZTL, ne sono dotate per i propri mezzi auto e furgoni.

Quindi non è soltanto il gruppo FCA ad essere gravemente poco lungimirante, ma purtroppo anche il sistema paese è in grave ritardo.

Una svolta verso la mobilità ad emissioni zero prevista dal protocollo di Lima, sottoscritta dal nostro paese, comporterebbe non soltanto benefici ecologici, ma anche un consistente incremento di occupazione nell’industria e nei servizi.

Per raggiungere gli obiettivi di Lima, che prevedono la riduzione di 36 mld di tonnellate / anno di gas serra entro il 2070, un contributo fondamentale deve venire da un piano di interventi riguardanti la mobilità su gomma, basato sia sul livello legislativo che su quello normativo locale, con un programma di incentivi almeno decennale, per le auto e le moto elettriche.

Gli incentivi attuali sono il bollo gratis e il dimezzamento della polizza assicurativa.

Ma un piano efficace per lanciare veramente l’uso dei mezzi elettrici potrebbe comprendere, ad esempio norme del tipo:entro il 2070 in città potranno circolare solo veicoli a inquinamento zero. Perciò ogni comune amplia del 10% ogni 5 anni la zona a traffico limitato.

Si impone gradualmente un limite all’acquisto delle auto inquinanti, promuovendo ogni altro mezzo a zero gas, con un programma incentivato a contributo decrescente: enti pubblici: un ‘auto ecologica 0, ogni 10 nuovi acquisti da subito, con graduale aumento del rapporto ogni 5 anni, fino a 10 su 10.

Privati: la terza auto di famiglia in poi deve essere elettrica da subito. Per tutti gli acquisti di mezzi ad emissioni 0, è previsto un incentivo ( diretto o fiscale ), decrescente gradualmente: 8000 € ogni auto, 1500 € ogni moto.

Ogni comune deve installare da subito, 1:–: 100 colonnine a ricarica rapida a due prese, in proporzione agli abitanti, presso un parcheggio pubblico.  Una normativa ad oc è indispensabile per promuovere e facilitare i punti di ricarica a pannelli solari, sia per i privati, che soprattutto per i distributori di benzina, dove l’installazione dei pannelli fotovoltaici è facilitata dalla struttura già esistente.

Infine, l’ente petrolifero italiano ENI, finalmente dovrebbe utilizzare i consistenti finanziamenti delle quote che tutti gli automobilisti pagano sulla benzina e sulle bollette di gas e luce, ma che in realtà usa diversamente.

Il modo migliore forse è quello di installare i punti di ricarica per batterie, alimentati dal sole, in tutti i suoi distributori nazionali.

  • Osservazioni conclusive La parte immediatamente realizzabile del programma, meno costosa e più virtuosa, è quella mirata ai motocicli, infatti: moltissimi sono gli utenti potenziali disponibili;-numerose le ditte anche italiane produttrici dei motocicli;
    -il costo degli incentivi è il più limitato possibile;

    -il rapporto costo-ecologia è il migliore poiché a parità di potenza le moto sostituite inquinano di più delle auto anche acusticamente, mentre quelle elettriche sono del tutto silenziose e pulite;

    -occorre installare un minor numero di colonnine per avviare il volano del sistema in tempi brevi;

    -per il loro minor costo, sono molto più numerose le centraline a pannelli solari prefabbricate a kit di montaggio, che ottimizzano il sistema e che anche i privati possono installare;

    Inoltre, il sistema della mobilità elettrica delle moto, se realizzato, fa da rompighiaccio per quello delle auto, assai più grande, lento e costoso.

    Giovanni Maina

     

     

     

     




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