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Liguria e Basso Piemonte

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Savona, liberiamo la storia comunale


Trovo molto sconveniente e banalissima la presunzione storica del sindaco di Savona che, nel ricordare giustamente l’emancipazione precoce della città dalla servitù marchionale dei Del Carretto nel medioevo, acquistando, così, con l’Editto di Ottone del 1191 i privilegi di una magistratura municipale, tesse un filo rosso che conduce direttamente ai martiri di Valloria uccisi dalla barbarie nazista.

 

Primo: vorrei ricordare al sindaco, poiché anche la mia famiglia era schierata con i partigiani garibaldini ed avendo avuto come “martire” mio zio, Alfredo Benvenuto, che si trova nel sacrario dei Pini Storti a S. Alberto, che anche i partigiani del gruppo savonese Stella Rossa molto spesso non combatterono per la libertà e l’autonomia, ma per l’Idea, cioè il comunismo e la rivoluzione stalinista come tanti garibaldini italiani dell’epoca.

Secondo: la barbarie nazista fu esattamente nazi-fascista, perché si sottovaluta l’enorme supporto volontario delle famigerate Brigate Nere, e che le stesse rappresaglie con l’uccisione di dieci o più ostaggi per ogni soldato ucciso dai ribelli (che la stampa italiana definiva allora terroristi: come cambiano i tempi…, e l’ortodossia storiografica), furono applicate dall’esercito italiano, dai Podestà fascisti, dai miliziani e anche dagli Alpini, in Jugoslavia, Albania, Grecia, Etiopia, Spagna, Libia, ecc., con massacri di centinaia di civili alla volta come ad Antivari in Montenegro, dove i nostro soldati erano comandati da Pirzio Biroli (180 ostaggi uccisi per sette miliziani feriti e feriti a morte).

Quanto all’identità comunale questa giunta fa di tutto per dissanguarla.

Per onestà intellettuale!

FAUSTO BENVENUTO

Consigliere comunale – Savona


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