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Savona/ Chi non medita sugli errori fatti li ripeterà. Il tradimento del Crescent 2


Il presidente di Italia Nostra di Savona, Roberto Cuneo, ha scritto una lettera, pubblicata da Il Secolo XIX martedì, 19 febbraio, pagina 19, titolata: “L’Intervento. Come al solito il cemento cancellerà posti di lavoro”.  Cuneo chiama in causa il vice sindaco Di Tullio, il fallimento ex Italsider, la riconversione dei volumi, il Crescent 2, la variante da residenza turistica alberghiera a nuove case. Definito il tradimento dell’ultimo dei tanti impegni assunti quando nacque il progetto.

Ecco il testo scritto dall’ingegner Cuneo.

Sembra impossibile che Di Tullio, che ha vissuto personalmente la vicenda del fallimento dell’ex Italsider e la riconversione dei volumi industriali a colossale iniziativa edilizia residenziale, invece di meditare sugli errori fatti, accusi chi cerchi di capire, di essere un soldato giapponese rimasto nella giungla. Questo però spiega perché a Savona gli errori vengano ripetuti: prima all’ex Italsider, ieri nelle aree Metalmetron destinate a Centro Commerciale anziché ad attività produttive, domani al litorale di ponente (Cantieri Solimano) destinato a residenze anziché ad attività turistiche e legate alla preziosa collocazione balneare. Tutte scelte che riducono i posti di lavoro e incrementano i margini per il capitale.

Proprio i capannoni dell’OMSAV, citati da Di Tullio, restati come magazzini per il porto, avrebbero potuto ospitare il trasferimento dell’azienda per continuare l’attività per le quali aveva un vantaggio competitivo enorme, essendo l’unica metalmeccanica di precisione a filo di banchina del Mediterraneo, ideale per la spedizione di moduli impiantistici premontati e precollaudati (che già aveva fornito in Brasile e a Singapore). Per farlo però avrebbe dovuto investire e cioè disporre del valore delle aree, cedute a soli 4 miliardi e valutate invece a 15,2 miliardi nella perizia della Magistratura. Con quei soldi avrebbe potuto fare trasloco ed adeguamento impiantistico ed oggi noi avremmo, in porto, nelle aree a mare rispetto alla ferrovia, ancora una fabbrica con 150 tecnici e operai e 200 di indotto, con un immenso mercato a disposizione. Invece quei soldi furono generosamente lasciati all’imprenditore delle residenze. Vinsero avidità, ignoranza  e cecità.

Quando Di Tullio cerca di metter una pietra sopra il passato lo fa anche per cancellare gli errori e le responsabilità che non furono poche: un po’ di polpa toccò anche alla CGIL che ebbe ad un prezzo molto conveniente la sede del Circolo Italsider di Via Boito con una operazione immobiliare che lasciò molti interrogativi, come riportato nel libro “Il fallimento perfetto” di Lugaro.

Autorizzare la variante da Residenza Turistico Alberghiera a residenze al Crescent 2, è il tradimento dell’ultimo dei tanti impegni assunti (e poi traditi) quando nacque il progetto (esso fu approvato perché prevedeva area artigianale, ricchi oneri di urbanizzazione, aspetto leggero, sede dell‘agenzia del turismo, tutte cose, fetta dopo fetta, sparite). Se l’imprenditore non ritiene più che ci sia spazio commerciale per la parte dedicata alle residenze turistico alberghiere del Crescent 2, rinunci a costruirlo e indennizzi la collettività per i posti di lavoro non creati, per i quali si era impegnato, o passi la mano ad un altro più capace di lui.

Roberto Cuneo

Presidente di Italia Nostra Savona


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