Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pino il calzolaio, mito di Savona, racconta


Un mestiere antico, calzolaio. Non è in via di estinzione, ma le scarpe  nelle tradizionali ‘botteghe’ non le fa più il ciabattino. Pochi casi in Italia, la produzione è appannaggio dei calzaturifici grandi e piccoli. A volte con aspetti artigianali. Nel ponente c’è chi ne ricorda due, ancora dopo la Grande Guerra: La Taverna di Ventimiglia e Vito Cozzato, vivente, di Albissola Superiore. A Savona c’è una figura storica della categoria, in pensione ma ancora in attività:  Giuseppe (Pino) De Marsico, lo scarparo più popolare nel comprensorio salì alla ribalta della cronaca nazionale quando divenne promotore di uno sciopero contro l’introduzione della ricevuta fiscale. Non si arrese neppure di fronte al parere contrario delle due associazioni, Confartigianato e Cna. Nei giorni scorsi foto sul Secolo XIX per aver festeggiato i 50 anni dimatrimonio.

Giuseppe (Pino) De Marsico e la moglie Rita Fonti della ‘Velocissima’

Bisogna tornare indietro alcune decenni per raccontare la vita lavorativa di Pino, originario di Pisticci (Matera), l’area che proprio in questi giorni è stata colpita da un alluvione.  E’ dal 28 marzo 1961 che lavorava nel negozio-laboratorio di via Luigi Corsi, in centro città. Non mancano le attestazioni e le soddisfazioni morali. E’ Cavaliere del Lavoro, può fregiarsi di medaglia d’oro del Comune di Savona (nel 1995 con 32 anni di attività), un libro edito a Parma  dal Comitato paritetico dei calzolai gli ha dedicato due pagine.

Un eterno appassionato di un lavoro che nei secoli ha vissuto trasformazioni,  fino a diventare uno dei simboli del ‘made in Italy’.  Tra gli oggetti più antichi del mestiere, Pino conserva alla stregua di una reliquia la ‘rullatrice’, faceva parte degli strumenti e degli arnesi del banco lavoro.  Ricorda la ‘spiritiera’, si accendeva come un lume per scandare e rendere malleabile, tirare la toma .

Da dove iniziare la lunga parabola del calzolaio di via Corsi? La prima tappa, lasciato Pisticci, è stata Recco. A Savona ha iniziato a lavorare a La Rapida, negozio ancora attivo, in corso Italia, dove è rimasto fino al 1961.  Una grande volontà e tanto spirito di iniziativa. Il fiuto del successo. Dal ’61 al ’65, dopo essersi messo in proprio, Pino realizzava in toto, con le sue mani, scarpe da uomo, donna e bambino. Da adolescente aveva frequentato la scuola di taglio e modellista.

Vangando nei ricordi è ancora più preciso: “Le prime scarpe nuove ho iniziato  a modellarle nel luglio del ’48. Ricordo come ieri quando consegnai il primo paio.  Avevo 13 anni. Ero il più giovane a lavorare da apprendista nella fabbrica dei fratelli Vena.  Pasquale Vena e figli, avevano anche le corriere e nel 1894 inventarono la ricetta dell’Amaro Lucano. Era Cavaliere il signor Peppino”.

La famiglia di Pino De Marsico, la moglie Rita e la figlia Maria Cristina a Roma

Nel negozio di via Luigi Corsi, negli anno del boom economico,  De Marsico era arrivato ad assumere 11 operai, tra i quali un egiziani di cui però non conserva un positivo ricordo. Uno è rimasto al suo fianco, aiutante valoroso, fino a quando raggiunse la pensione. Era Giuseppe Romano, rimasto scapolo. Aveva tentato di mettersi in proprio a Carcare, ma dovette la spugna.  Tra l’altro Pino dal 1979 al 1983, oltre a via Luigi Corsi, teneva l’attività anche a La Rapida.  “Ho venduto per comprare casa”.

Per realizzare ex novo una scarpa si impiegava due giorni. Il ‘segreto’ per così dire sta che una volta che si ha la forma del primo paio tutto è più semplice. Infatti oggi per una scarpa su misura ci vuole non meno di 1500 euro, che scenda a metà dopo col secondo paio. Dal calzolaio oggi si va soltanto per le riparazioni, suole e tacco  soprattutto.  Tra i suoi clienti Pino ha ed ha avuto personaggi pubblici di Savona, ricorda gli onorevoli Scardaoni e Amasio, lìex presidente della Regione Magliotto, Berruti presidente del CNA. Il questore Trimarchi che nel 2004 gli fece visita a casa perchè era ammalato, donandogli un bottiglia di vino pregiato. Per ultimo il questore Grillo, comandanti dei carabinieri, ricordo Caputo, noti avvocati, Angelo Luciano Germano ed Antonio Chirò. Tra i clienti più assidui Pino fa il nome del prefetto Princiotta. Una pedilezione per le scarpe fatte da Pino. “Mi pare che le ultime costassero 800 mila lire e a pensare che quando ero in Basilicata – narra – per un paio di scarponi del calzolaio non si pagava più di cinque mila lire”.

“Credo che a Savona mi vogliono tutti bene – sorride Pino – , penso di aver fatto del bene, mi ero impegnato nel campo sportivo.  Ho amici che valgono un tesoro. Penso al più famoso Nicola Marino, titolare de ristorante- pizzeria di via XX Settembre. Quando ci incontriamo, l’abbraccio ed il bacio è spontaneo come fratelli. Ho un debito di riconoscenza. E’ la prima persona che ho conosciuto a Savona, mi ha data da mangiare da dormire. Sono legato e onorato dell’amicizia di Settimio Pagnini, 93 anni, è stato allenatore dello Splugen basket. Penso a quel brav’uomo del notaio Motta, al pittore Moiso, a uno dei fratelli Valvassura, partigiani, al compianto Scrofani, pittore e ceramista siciliano”.

 

Un desiderio non appagato? “Vorrei trovare una persona disposta a raccogliere le mie memorie e fare un libro. Ho il ricordo di quanto decisi di contattare la Mondadori.  Preparai una prefazione con 72 fogli scritti a mano.  Tra gli epidodi di cui sono stato protagonista raccontavo  che a Pisticci conoscevo un deputato del Pci.  Un’amicizia del figlio con una giovane di famiglia fascista.  Tra i protagonisti c’era Nicola Cataldo del foto lucano. Un fratello era notaio. Ebbene riuscii a non farli sposare, non fu semplice, nè facile.  Una storia da romanzo che volevo intitolare “due cuori e una capanna’. Accade che durante un viaggio in Liguria, mia mamma, prese tutti i fogli e li gettò via”.

Un episodio particolare che le è rimasto impresso? Pino: “Difficile, difficile, il calzolaio a volte è come un confessore. E poi un periodo mi avvicinai anche alla politica, militavo nel Pci ed in un’occasione  finii per litigare con Alberto Teardo, ricordo che ero con Rocco De Carlo, abbiamo lavorato insieme ed il figlio fa il calzolaio in via Don Bosco. Rocco era consigliere comunale del Psi”.

Maria Cristina De Marsico

Pino ha avuto un paio d’anni fa una grossa soddisfazione. La moglie Rita Fonti è calabrese di Antonimina, era arrivata a Savona quando aveva tre mesi, il papà lavorava all’Ilva.  Una coppia affiata anche sul lavoro.   Una figlia, Maria Cristina, con un passato di passione per il canto, presta servizio dal 2004 nei vigili del fuoco di Savona.  Ebbene i coniugi Pino e Rita hanno riscosso l’interesse di un appassionato produttore di documentari. Li ha portati a spasso per Savona, negli angoli più suggestivi, poi ha messo tutto in rete su  youtube  . “Una bella soddisfazione – conclude Pino – . ad una certa età più che il venale, appassionano altri valori.  Non a caso ho sempre davanti agli occhi la poesia del calzolaio”.

Luciano Corrado

 

 

 

 

   


 

 

 


L.Corrado

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