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Pietra Ligure, tutto pronto per il ponte sul Maremola. Ma come è finita. Riflessioni


Il Sindaco di Pietra fa articoli per decantare le sue demolizioni dei cementi armati di quello che avrebbe dovuto essere il nuovo ponte sul Maremola. Ma la vera questione non è questa, bensì la sua scelta di non fare più il ponte.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo Consiliare Centrodestra

Consigliere Mario Carrara

Ma la vera questione non è questa, bensì la sua scelta di non fare più il ponte. Mentre è stata approvata la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, a Pietra Ligure non è stato capace di costruire un ponte su un torrente: neanche il Maremola fosse il Nilo o il Rio delle Amazzoni.


Chiariamo subito: il Maremola non è un fiume. Il Maremola è un torrente; quindi, a differenza di un fiume, la cui affluenza d’acqua è costante, quella del Maremola non lo è, varia: può esser soggetto a piene impetuose, come avere l’alveo secco e deserto per la maggior parte dell’anno, come sta succedendo oggi, con la siccità. Tuttavia, il torrente divide in due Pietra Ligure, che negli anni si è espansa, ed ha la sua parte più popolata soprattutto nella zona di levante.

L’esigenza per la città è, dunque, quella di avere un “collegamento” che unisca le due sponde e che si aggiunga ai due ponti veicolari “storici” di via Matteotti e dell’Aurelia; infatti, i medesimi due ponti esistenti si vede bene che non sono più bastanti per tutto il traffico che devono sostenere: soprattutto dopo le scellerate imposizioni di sensi unici, che dal 21 Gennaio 2021 dimostrano ogni giorno di più quanto siano insostenibili per far fronte a tutto il traffico della città stessa. Sia per il “blocco” o il rallentamento quotidiano dello stesso traffico, tutto “deviato” sull’Aurelia, che per il progressivo impoverimento e desertificazione della frequentazione del centro storico.

Eppure, nonostante il Sindaco avesse posto il “Ponte sul Maremola” come uno dei punti principali e qualificanti del suo programma elettorale, addirittura considerato una delle “TRE SFIDE” per il futuro di Pietra Ligure, ora, ha deciso che non si faccia più; dice lui: per sopravvenute modificazioni alle normative regionali tecniche in materia.

Eppure, questo ponte non è che sia, in sé, una gran cosa: deve unire due sponde distanti tra loro 23 metri..! Tanto per fare un esempio: il ponte Viveri, ad Albenga, è sui 95 metri!

Eppure qui, il ponte di Pietra Ligure è come se dovesse attraversare non il torrente Maremola ma il Nilo, o unire le due sponde del Rio delle Amazzoni o del Mississippi, tanto l’hanno fatta difficile…

Per di più oggi, tuttavia, dal lato di via Francesco Crispi c’è disponibile (che “prima” non lo era perché non era del Comune) l’intera area dell’ex impresa Orso, tale da poter ospitare qualsiasi tipo di rotonda o rampa d’accesso per il ponte; ovviamente, essa sarà “disponibile” fintantoché lì non verrà attuata quella sciagurata idea di farci un minicimitero, con tanto di loculi e sepolture nel campo, così dice che da quel momento quest’area sarebbe persa per sempre.

E, dall’altra parte, da viale della Repubblica, si deve stabilire da “dove” far partire la rampa per il ponte. Lo spazio c’è.

Seppur in Consiglio comunale, viste le sopravvenute difficoltà normative, avessimo ipotizzato una ipotetica collocazione “diversa”, in altra posizione, del ponte, tuttavia, è impensabile che lo stesso grande viale debba terminare di fronte ad un muro, cioè al muro dell’argine, e non, invece, continuare oltrepassando il torrente ed, infine, collegandosi con la via Aurelia. Negli anni ’60, viale della Repubblica fu costruito proprio con questo obiettivo: essere una strada di scorrimento “interna”, che oltrepassasse il corso d’acqua e raggiungesse l’Aurelia.

Ma, ripetiamo: non è tanto l’incaponirsi sul fare “un ponte” che poi, provoca il “non fare niente“, quanto quello di realizzare qualsiasi soluzione tecnica valida tale da realizzare “il collegamento” tra le due sponde: un tunnel? Sotto La Manica l’han fatto e l’han fatto sotto il mare, non sotto un fiumiciattolo; a New York c’è da un secolo, che passa sotto al fiume Hudson; a Genova, per ovviare alla sopraelevata, confermano che stanno proprio pensando ad una nuova strada in un tunnel per oltrepassare il porto. E siamo sempre sotto il mare e non sotto ad un fiumiciattolo. Ma anche soluzioni più umili: un ponte in ferro “militare” a Finale sta collegando le due sponde del Pora da decenni; oppure, un ponte “mobile”, che venga “alzato” allorché vengano emanati “allerta meteo” o anche un “passaggio a guado” su grossi tubi, da precludersi al suo transito, sempre negli “allerta meteo” da chiusure laterali degli argini. E non si vengano a fare i risolini supponenti di compatimento che abbiamo visto in Consiglio comunale allorché abbiamo presentato queste idee, perché “dall’altra parte” non abbiamo niente, nessuna proposta ma solo supponenza. Insomma: il ponte, pur restando come “priorità” tra le soluzioni tecniche, non ne rappresenta l’unica possibile.

La vera “priorità ” è, quindi, creare un “collegamento” veicolare tra le due sponde, ma in quella posizione, in prosecuzione di viale della Repubblica; perché se il collegamento deve essere fatto, deve essere fatto lì: a completamento dello stesso viale e, quindi, di collegamento di tutto il levante Pietrese con il centro e con la via Aurelia.

Certo, tuttavia, ora sarà tutto più difficile, perché avendo dissipato quanto rimaneva del mutuo originario per fare il ponte, €. 825.000, che non è una “piccola somma”, per fare “altro” come demolirne le strutture in cemento armato esistenti o fare, dall’altra parte della città un sottopassaggio pedonale al servizio delle spiagge pubbliche e private del Ponente, significa aver perso “la base” finanziaria su cui “appoggiarsi” per realizzare il “collegamento” viario tra le due sponde del Maremola. Diciamo così perché “qualsiasi cosa si faccia”, in relazione al finanziamento totale necessario per realizzarla, chiunque (Stato, Regione, Europa, Ente, ecc) fosse disposto al finanziamento dell’opera chiederebbe sicuramente una “compartecipazione” finanziaria, in percentuale sul totale, al nostro Comune che ne beneficiasse. “Compartecipazione” finanziaria che, con €.825.000, avremmo potuto garantire subito “pronta cassa”. Ora, invece, avendoli tutti impegnati per far altro, non li abbiamo più perché non ne resta più niente.

Appariva, quindi, senz’altro più prudente ed opportuno, prima di tutto decidere “cosa” fare per collegare le sponde del torrente: se un ponte e “quale” ponte, o un’altra soluzione tecnica idonea, e poi, solo “DOPO” decidere sull’utilizzazione di questa ingente somma residuata.

Dal 2009, data di chiusura del fallimento della ditta che aveva in appalto la costruzione del ponte originario, questa stessa somma è stata pervicacemente tenuta in cassa, facendo perdere a questi stessi €.825.000, in questi 14 anni, il loro valore in termini di potere d’acquisto, pur senza decidere niente in merito (neanche di “restituirla”, così, almeno, non avremmo pagato alla Cassa depositi e prestiti 14 anni di interessi per niente). Quindi, se adesso si fosse ancora aspettato almeno il tempo necessario di decidere cosa fare per il ponte, non sarebbe morto nessuno.

Leggere sui social: “Bravo Sindaco“, “Finalmente si buttano giù quelle brutture“, “Non si potevano più vedere…” è come “guardare il dito che indica la luna, anziché la luna che è il vero obiettivo“. Le “brutture” costituite dai muri di cemento armato in demolizione, rappresentavano è vero qualcosa di “antiestetico”, ma pur sempre qualcosa che riguardava solo “l’estetica” e basta. La vera “tragedia” è che il ponte NON SI FA PIÙ. E questo non riguarda solo una questione estetica, ma il futuro della città.

“Poca”, anzi:ben poca” credibilità hanno le dichiarazioni del Sindaco che nelle sue ultime agli organi d’informazione ha dice…: “Ma non è detto che il ponte non si potrà fare. Non è escluso che lanceremo un concorso d’idee in proposito…”. È la classica frase, buttata lì, per gettare nuovo fumo negli occhi alla gente. Infatti, se voleva bandire un “concorso d’idee per il ponte”, non poteva pensarci prima? In questi ultimi 4 anni in cui è stato ancora Sindaco? E non ad un anno dalle elezioni? E non poteva pensarci prima l’attuale assessore ai lavori pubblici, che è, come nei 5 anni precedenti, il responsabile della pratica (ma solo “nominalmente” perché chi comanda lì è solo uno), fino a giungere di assicurare (il 12 Giugno 2016) che il ponte era sul punto di essere, addirittura, “regalato” alla città? Salvo, poi, non farne niente..?


Questa novità del Sindaco De Vincenzi che ora, dopo aver azzerato la somma “base” per fare il ponte, dice: “non è detto che non si potrà fare..“, appare come una “foglia di fico”; infatti, apre ancora un’illusoria speranza, fa un’altra vana promessa ma soltanto per evitare che sul “ponte”, prima delle elezioni gli dicano di tutto, accusandolo di non aver mantenuto proprio una promessa su un’opera decisiva; opera che lui aveva indicato addirittura tra le TRE SFIDE fondamentali per il futuro di Pietra Ligure


Così descrivendo il suo impegno sulla costruzione del nuovo ponte, se i cittadini gli avessero dato il voto: Iniziamo dal ponte sul Maremola: “E’ un’opera da fare, per la funzionalità del paese, per sistemare il territorio e per dare seguito agli interventi viari realizzati durante il mio ultimo mandato da sindaco. Il progetto c’è, in parte è già finanziato, e sono convinto che la Regione Liguria potrà dare i contributi necessari per portare a termine l’iter progettuale e dare il via ai lavori“; questa la dichiarazione di De Vincenzi il 20 Maggio 2019, qualche giorno prima delle ultime elezioni comunali.

Su impegni come questo chiedeva alla gente di dargli fiducia: LA SFIDAPonte sul Maremola: conferma del nuovo progetto del ponte strallato, definizione dell’iter burocratico e accesso ai finanziamenti necessari“.

Un impegno ed una promessa solenne: peccato che era solo una… promessa elettorale.

Mario Carrara, consigliere comunale

29 Marzo 2023


M.Carrara

M.Carrara

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