Un giornalista ligure nella “Bestia”, la propaganda social di Salvini. Non ha dubbio Marco Preve, tra i decani dei giornalisti in sella, albenganese, da anni al desk per le pagine de la Repubblica, edizione ligure, ma anche autore di due libri (Il partito del cemento e La Colata) che, dopo il successo ed il clamore iniziale, hanno lasciato la nostra Liguria, almeno quella di ponente che più conosciamo, in balia dei nuovi ‘signori del cemento’. Agli immobiliaristi locali sono subentrati investitori (società) piemontesi, lombarde, venete. Acquistano perlopiù edifici abbandonati o di ‘sfrattati’, alberghi chiusi, per il mercato delle seconde case. bilocali e trilocali. Coinvolgendo una rodata rete di interessi, quasi sempre gli stessi. Questa volta Preve ha picchiato duro su un collega savonese, Cristiano Bosco. Leggiamo l’articolo apparso nei giorni scorsi.
Cristiano Bosco, addetto stampa al Senato e nel “ Team Matteo” assieme al superconsulente Luca Morisi. Intanto le rassegne letterarie estive svoltano a destra: Bannon, sovranismo e riletture di intellettuali fascisti.
C’è anche un ligure nella Bestia, come viene ormai definita la macchina della propaganda mediatica che determina lo strapotere di Salvini sui social.
Il giornalista savonese Cristiano Bosco è infatti entrato nel Team Matteo, quello staff allargato di comunicatori che fa capo a Luca Morisi, l’uomo ombra e gran consigliere del leader del Carroccio. Il consolidamento nella squadra di Bosco si accompagna anche alla moltiplicazione di eventi rivieraschi monopolizzati dalla nuova destra con le sue spinte sovraniste. Ma, forse sarebbe più giusto parlare di un fenomeno di sostituzione. Molti di quegli appuntamenti estivi a metà strada fra politica, cultura e divulgazione che un tempo ricadevano, in senso ampio e con variegate declinazioni, sotto l’influenza del centro sinistra, oggi virano sulla destra estrema. Un segno dei tempi.
Come lo è la scalata di Cristiano Bosco, 37 anni, cortese e preciso, ha percorso tutta la trafila necessaria a trasformarsi in uno “ spin doctor”, come ama definirsi. Quindi le collaborazioni nella riviera del ponente savonese, poi quelle con il Giornale, la Padania, il sito Linkiesta e molti altri. Poi la svolta con l’ufficio stampa della sindaca leghista (la zarina Rosy Guarnieri, compianta da neo onorevoile leghista ndt) di Albenga all’inizio del decennio e dopo quello a fianco della sindaca di Savona Ilaria Caprioglio.
Poi diventa addetto stampa della Lega a Genova ed entra i Regione come collaboratore del presidente oggi senatore Francesco Bruzzone. Nel frattempo come organizzatore di iniziative estive eccolo ospitare nel 2016 ad Alassio l’unica tappa ligure per la
presentazione del libro di Matteo Salvini.
Bosco ha fiuto e alla fine del 2018 eccolo volare a Roma nello staff della comunicazione dei senatori della Lega. Le foto su Facebook con il ministro dell’Interno e con Luca Morisi testimoniano il suo ruolo, un membro della squadra che seguendo umori e algoritmi degli italiani sui social decide di volta in volta se Salvini deve accarezzare gattini oppure dare della criminale a una ragazza incensurata che salva delle vite.
Ma Bosco, nonostante il trasferimento nella capitale, non ha dimenticato la sua terra e partecipa, con altri esponenti della destra al potere all’operazione di diffusione della cultura sovranista e, perché no, di una delle molte forme di rivisitazione del fascismo.
Il giornalista savonese è, infatti, il direttore della rassegna “ Sotto l’archetto” di Andora. Sette date iniziate questa settimana con il professor Paolo Becchi che — spiaggiatasi l’onda pentastellata surfa oggi quella leghista — ha presentato il suo “Manifesto sovranista”; e poi il giornalista de la Verità Alessandro Da Rold; e ancora un altro giornalista, Mario De Fazio, del Secolo XIX, con il suo libro “Tempo di sintesi. L’eredità di Berto Ricci”. Volume dedicato a uno di quei fascisti alternativi e disincantati che oggi piacciono molto all’ultradestra, come testimonia la prefazione al libro di Mario Bernardi Guardi, scrittore organico a Casapound.
Ma se il ponente è iperattivo anche il levante batte un colpo. Da domani a domenica va in scena ad Ameglia, tra le frazioni di Montemarcello e Fiumaretta, la rassegna Liguria D’Autore. Le quattro serate, forse perché “ coorganizzate” dalla Regione, accanto alle tematiche più care alla Lega ( e oggi infatti si parte con l’incontro con Steve Bannon il super populista che ha ispirato il presidente Trump e che in Italia ha trovato una seconda patria e molti finanziatori) fanno registrare anche la presenza in ben due appuntamenti di Giovanni Toti.
D’altra parte si sente anche l’influenza Mediaset visto che ad organizzare è l’agenzia di cui è contitolare Valentina Fontana, la moglie del giornalista d’inchiesta e conduttore di Rete4 Gianluigi Nuzzi, anche lui ospite di una serata. Fra i politici la maggioranza la fa padrona con Daniela Santanché, Marco Campomenosi, Gianlugi Paragone, un recuperato Armando Siri e l’esponente del Front National Philppe Vardon.Unica eccezione Alessia Morani, parlamentare Pd, che dialogherà con il filosofo di sinistra più amato dalla destra, Diego Fusaro.
Marco Preve
ULTIMA VOLTA CHE CRISTIANO BOSCO (il papà era un apprezzato esponente socialista, è stato presidente dell’Iacp e non è morto ricco o possidente) HA SCRITTO A TRUCIOLI.IT
Da Andora ricevo e inoltro: MONSIEUR LE POP presenta
E DOPO TANTA NOTTE TORNA PINKETTS
Alla fine del 2018 lo scrittore Andrea G. Pinketts lascia il suo pubblico con due ultimi regali: il titolo “Monsieur Le Pop”, per la rassegna sulla cultura popolare creata ad Andora con il collega Andrea Carlo Cappi e realizzata in collaborazione con Momart GuestHouse e Hotel Galleano; e il suo gioiello narrativo “E dopo tanta notte strizzami le occhiaie” (ora in libreria e ebook da Arnoldo Mondadori Editore), una raccolta di racconti e romanzi brevi concepiti in simbiosi con i dipinti di Alexia Solazzo che fanno parte del volume.
Domenica 23 giugno alle 21.00, presso Delos (Passeggiata di Ponente, Marina di Andora), Monsieur Le Pop rende omaggio allo scrittore che ha saputo saccheggiare i generi della narrativa, del fumetto e del cinema per fonderli in storie epiche e surreali, ricche di contenuti filosofici, umoristiche ma drammaticamente profonde. Accompagna la presentazione del volume il Maestro Zac, attore e musicista (e personaggio di uno dei racconti); già co-autore con Pinketts della colonna sonora delle serate letterarie milanesi, per la prima volta si esibirà ad Andora cantando brani come “Indagine Song” e “Si beve le donne”. Partecipa alla serata la pittrice Alexia Solazzo, autrice della parte figurativa del libro. Conduce Andrea Carlo Cappi, curatore dell’edizione del volume.
L’appuntamento di “Monsieur Le Pop” ad Andora sarà la prima tappa del tour di presentazioni “Pinketts on the Road”, che toccherà alcuni dei luoghi canonici dello scrittore scomparso. Il 25 giugno sarà la volta di Positano, nell’ambito delle manifestazioni culturali estive. Il 30 giugno il libro verrà presentato al Gran Giallo di Cattolica, il più longevo festival italiano di letteratura di genere, che scoprì e lanciò l’autore negli ann Ottanta e che quest’anno inaugura il Premio Letterario Andrea G. Pinketts. Mentre il 3 luglio a dedicargli una serata sarà Le Trottoir, il locale milanese prediletto dallo scrittore, più volte citato nei suoi romanzi.
ABBIAMO CONTATTATO IL COLLEGA BOSCO VIA E MAIL
DOPO L’ARTICOLO DI MARCO PREVE SU LA REPUBBLICA
Non ho (purtroppo) avuto contatti con il collega Preve, non mi ha scritto né telefonato. Ho trovato il pezzo mercoledì mattina sul giornale, con un po’ di stupore e amarezza. Intanto non pensavo di essere così importante da meritare una pagina intera: la “notizia” che io segua l’ufficio stampa della Lega al Senato (non so di cosa parli, quando parla di “Bestia“…), se di notizia si tratta, è risalente al giugno 2018.
Comunque, se mi avesse contattato, gli avrei risposto che ho 36 anni e non 37 (almeno fino al prossimo 20 ottobre), che l’ordine dei lavori non è del tutto corretto (ho seguito l’ufficio stampa della Lega e quello di Bruzzone a Genova prima di cominciare a Savona, ma sono dettagli), e soprattutto che non c’è alcuna relazione diretta tra il mio lavoro a Roma e le presentazioni di libri in Liguria: nei sei anni “Sotto l’Archetto” ad Andora si è parlato di qualsiasi argomento e ho ospitato ogni tipo di relatore, destra, sinistra, centro, radicali, romanzi, gialli, saggi, storie di partigiani, libri di giornalisti di Repubblica e del Fatto Quotidiano.
Non c’è alcun “disegno” di fondo, l’Archetto ha mai avuto colorazione politica e mai ne avrà. E per quanto concerne l’edizione di quest’anno, anche se comprendo il ragionamento alla base del pezzo (che rispetto, ma non condivido), l’unico autore “sovranista” è Paolo Becchi, ospite della serata di apertura, che ho intervistato al fianco di Diego Pistacchi del Giornale. Alessandro Da Rold attualmente scrive su La Verità, ma è un giornalista di inchiesta e non si può certo definire “sovranista“. Mario De Fazio dimostra la sua professionalità ogni giorno sulle pagine nazionali del Secolo XIX, lo abbiamo già ospitato anni fa e lo abbiamo invitato alla notizia dell’uscita di un libro scritto da lui, prima ancora della stessa pubblicazione.
Mi fa comunque piacere che la nostra piccola rassegna sia stata accostata a un evento molto più grande (e, presumo, costoso) come Liguria d’Autore. Per noi è un bel traguardo…
Cristiano Bosco
ANGELO FRESIA PER 10 ANNI CORRISPONDENTE DE LA STAMPA DAL PONENTE SAVONESE
QUANDO CHIESE DI ESSERE ‘REGOLARIZZATO’ LA RISPOSTA FU:
NON ABBIAMO PIU’ BISOGNO DELLA SUA COLLABORAZIONE
IL GIUDICE DEL LAVORO DEL TRIBUNALE DI SAVONA ALESSANDRA COCCOLI AVEVA RESPINTO TUTTE LE RICHIESTE E CONDANNATO FRESIA AL PAGAMENTO DELLE SPESE DI GIUDIZIO E LEGALI. SENTENZA RIBALTATA IN APPELLO A GENOVA
E una sola, solida, costante. Nessun organo di informazione locale – parliamo almeno di web, tenuto conto della situazione editoriale che unisce La Stampa, Il Secolo XIX, La Repubblica -, ad esempio il più seguito dal mondo web e social, Ivg.it, ha mai ritenuto di pubblicare anche solo una breve sulla triste esperienza del giovane collega Fresia. Analoga situazione, dopo 20 anni a La Stampa, vedeva in causa Willy Olivero che dopo la sentenza e perso la causa a Savona (condannato alle spese come Fresia), ha scelto la via della transazione, diciamo al minimo. Willy, laureato in giurisprudenza, figlio unico e con gli anziani genitori da assistere. Fresia ha rinunciato a chiedere l’assunzione, intraprendendo un lavoro in proprio a Ceriale. Non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni o commenti di fronte alla brutta esperienza di vita, da giornalista – cronista di provincia. Del resto sono centinaia, in Italia, i precari del mondo dell’informazione di cui quasi nessuna si occupa quantomeno nel ‘fare informazione’.
Certamente le scelte editoriali dei quotidiani della carta stampa, anche di fronte a potenti fusioni e sinergie, almeno in questa nostra Liguria, non hanno dato i frutti sperati quanto a lettori. Forse ha ragione chi sostiene che un tempo il numero dei redattori aveva come ‘stella polare’ il numero delle copie vendute, sulla base di un redattore ogni 1000 mila copie. Con questo metro le forze nelle redazioni centrali e periferiche andrebbero ulteriormente tagliate, ridotte. Resta anche il nodo della qualità del prodotto, ma difficile realizzare un ‘buon prodotto’ sul mercato dei lettori quando mancano forze e a volte anche a scapito della professionalità. I risultati, da alcuni anni, sono quelli che ci offrono le statistiche.
LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO CHE CONDANNA GEDI NEWS NETYWORK SPA. E’ ESECUTIVA MA NON SI PUO’ ESCLUDERE IL RICORSO IN CASSAZIONE DEL PRIMO GRUPPO EDITORIALE ITALIANO
LE VENDITE IN EDICOLA DEI MAGGIORI QUOTIDIANI ITALIANI NEL MESE DI APRILE 2019