Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga ecco il supermercato del centro storico. Dopo Loano e Carcare, Arimondo srl di Imperia, alla conquista della Riviera
E opzione di un’area verde a Borghetto S. S.


“Nuovo centro commerciale, i negozianti di Albenga adesso protestano, titolava La Stampa nel febbraio scorso.” Il vice sindaco Riccardo Tomatis, con delega al Commercio, alzava le braccia: ‘Abbiamo le mani legate dalla normativa regionale…la legge non l’abbiamo scritta noi…’ E potrebbe essere imminente la ‘notifica preliminare di cantiere’. Dunque un progetto utile da far conoscere ai cittadini anche per evitare il velo di riservatezza, il silenzio. Mettere in pratica il dovere di informare. E in cosa consisterà l’insediamento (e i dati tecnici) di un altro fiore all’occhiello del formidabile Gruppo Arimondo (padre e figlio) di Imperia che, con successo, si espande in Liguria e non solo. Un mese dopo, ancora La Stampa, a firma di Giò Barbera:”…Albenga, per sopravvivere ai supermercati, le piccole attività si consorziano”. Il progetto è firmato dall’arch. Silvia Odasso con studio  professionale a Loano. Non è un nome che ha mai fatto notizia se non aver partecipato ad un ‘concorso’ pubblico’, patrocinato dal Lions  Loano Doria, per la realizzazione di un parco a Villa Amica (struttura con finalità benefiche). Progetto denominato “Una goccia, tre gocce e vedo arcobaleno”. Undici i partecipanti, a vincere l’arch. Angela Bonfante di Firenze.

Larch. Silvia Odasso con studio a Loano e progettista del supermercato

Ad Albenga l’arch. Odasso  si trova invece impegnata in un elaborato proposto in deroga alla disciplina del piano urbanistico comunale vigente ed adottato. La nuova attività commerciale di 934,36 mq lordi, si sviluppa per 719,36 mq. in un nuovo manufatto. Per una larghezza massima di 17,30 ml in cui è ricompresa l’area di vendita e per 215,00 mq lordi al piano terra dell’edificio esistente, posto in aderenza e direttamente collegato. Edificio dove vengono ricavati, tra l’altro, i locali igienici e laboratori per la lavorazione dei prodotti freschi (carni e gastronomia) e surgelati (prodotti da forno, panificazione).

Una zona centralissima, appena a ridosso del centro storico e delle sue torri. Niente grattacieli, neppure architetti o urbanisti spagnoli a decantare, come era accaduto in passato, il pregio architettonico, il risanamento di una porzione del centro urbano. Con un hotel, manco a dirlo di lusso, e tanti alloggi per chi ha denaro da investire. Operazione naufragata, abortita, tra polemiche e la sollevazione dell’intellighenzia ingauna, capitanata dal concittadino del cuore, alassino di residenza, Antonio Ricci.

L’INAUGURAZIONE DEL MERCATO’ (EX AREA DIMAR)

DELLA FAMIGLIA REVELLO AI CONFINI DI CISANO SUL NEVA – Questa volta non c’entra la vocazione immobiliare (vedi Gruppo Nucera), bensì il ‘pianeta commercio’ trainato da una capillare espansione, penetrazione e soprattutto sfida tra i supermercati alimentari. Albenga – Cisano sul Neva dove è appena stato inaugurato il Mercatò, dove sorgeva la Dimar, fondata da Giuseppe Revello insieme al fratello Luciano, unica catena di supermercati “made in Granda” che, via via, si è estesa nel Torinese e in Liguria. E come vedremo nel Nord Italia con il Gruppo Selex che il 16 luglio scorso ha votato, all’unanimità, Alessandro Revello, classe 1973, terza generazione, il più giovane presidente nella storia che inizia nel 1996, quando nasce il primo negozio Famila a Mondovì.

Giuseppe Revello con il fratello Luciano titolari del Gruppo di supermercati Mercatò (ex Famila) e Selex

Il marchio Famila si diffonde in provincia di Cuneo, in provincia di Asti, in Liguria.  Nel 2007 a Torino viene aperto il primo Mercatò: la famiglia è la stessa, il marchio è differente per esigenze commerciali. Mercatò si radica rapidamente in provincia di Torino, di Imperia, di Savona e di Vercelli. Centinaia di posti di lavoro. Il Mercatò di Ceriale (ex Famila) occupa stabilmente oltre una sessantina di dipendenti, con rinforzi temporanei nel periodo estivo. Tutto era iniziato con il capostipite Mario Revello imprenditore nel campo della Torrefazione (Caffè Revello), mentre la moglie gestiva il negozio di pasticceria di famiglia in Alba. Negli anni ’60 il figlio Giuseppe, con il fratello Luciano, si occupavano di commercio di caffè e dolciumi. La pasticceria di famiglia venne chiusa e i Revello aprirono il primo grande magazzino alimentare in Alba la ‘capitale mondiale’ della famiglia Ferrero.

DA LOANO AD ALBENGA LA FAMIGLIA DEL BALZO – Ora a contendere la piazza di Albenga al colosso Coop (Le Serre), al nuovo supermercato della famiglia Del Balzo di Loano che si trova sulla statale Albenga – Garessio, al potente e popolare Lidl  (famiglia tedesca) nella zona residenziale di levante, a Conad – Margherita, Basko, Crai, Gulliver, Eutrospin, una decina in tutto, si presenta con tutta la sua forza già messa in campo in altre città, la famiglia  di Luciano Arimondo imperiese Doc. Da San Bartolomeo al Mare, a Diano Marina, a Imperia sede operativa.

LE MIRE DELLA FAMIGLIA ARIMONDO DI IMPERIA – Una mossa commercialmente strategica con la scelta di un’area sul confine tra la vecchia e la nuova Albenga. Quella del centro storico risorto e la città nuova ad Est. Il supermercato  Arimondo di Albenga che, almeno nella provincia di Savona, seguirà la imminente apertura a Loano, in pieno centro storico nello stabile che per anni ha ospitato l’ultimo cinema teatro privato della cittadina. Mentre è in itinere un mega centro commerciale a  Carcare dove la  Arimondo Srl vuole aprire un punto vendita su un’area di 8 mila mq in zona Cirietta, lungo la strada provinciale 28 bis, non lontano dalla struttura aperta da Lidl nel 2015. Carcare che detiene il record di supermercati per abitante (sarebbe il sesto): 5.546 residenti, non si vive di turismo e dove si è trasferito, con un moderno e tecnologico stabilimento, il Gruppo Noberasco di Albenga (leader nell’importazione e lavorazione della frutta secca in Italia ed Europa).

Contro l’operazione Arimondo è schierato il WWF. Sono state raccolte un migliaio di firme. Casus belli  la vicinanza del nuovo insediamento commerciale al sito di interesse comunitario della tenuta di Quassolo, sia per un presunto impatto paesaggistico, sia per la biodiversità, con particolare riguardo allo spazio di attraversamento dei volatili, alcuni  di specie rare.

A Borghetto Santo Spirito non ha avuto molta eco invece, sulla scia di quanto era inizialmente accaduto a Loano, il progetto di un supermercato Arimondo con aree opzionate per un periodo di 3 anni. Tra i proprietari dei terreni un consigliere comunale di minoranza, forse un ex sindaco. Qui siamo alla fase preliminare e, con la dovuta cautela, parrebbe sia in corso una trattativa con l’amministrazione comunale. C’è da dire che i commercianti del comprensorio si erano schierati contro l’apertura Conad a Toirano, sui confini con Borghetto, affidandosi ad uno studio legale genovese e causa persa al Tar. Lo stesso studio legale, ma con altro professionista, tutelava la Conad in un controversia sorta in Valbormida. Se così, solo coincidenze.

Non risultano ‘guerre’ in vista in quel di Albenga. Qualche avvisaglia, per la verità, c’era stata almeno a rileggere le dichiarazioni dei rappresentanti dei commercianti, preoccupati. Si annunciavano barricate in caso di semaforo verde da parte del Comune. Qualcosa di più concreto, stando a fonti bene informate, avrebbe tuttavia intrapreso un privato cittadino ingauno confinante dell’area Lamberti e che vedrebbe leso un diritto a proposito di distanze. Ma si tratta pur sempre di un’iniziativa solitaria, ispirata a presupposti di carattere edilizio. Vedremo.

IL PRIMO SUPERMERCATO TRA IL CENTRO STORICO

L’area del deposito di materiali edili Lamberti a ridosso del centro storico dove sorgerà il nuovo supermercato della famiglia Arimondo di Imperia (foto La Stampa)

E I NUOVI QUARTIERI RESIDENZIALI DI LEVANTE – L’area interessata appartiene a una società di Maria Rosa Guglieri, presidente del Consiglio di amministrazione, con il marito Piero Lamberti da cui prendeva il nome l’originario magazzino e rivendita di materiali per l’edilizia tra via Genova, via Papa Giovanni, Via Mazzini. Risultano i proponenti dell’intervento di demolizione e ricostruzione. Con incremento volumetrico di edifici a destinazione produttiva di consistenza inferiore a 10.000 metri cubi, “per la realizzazione di un edificio commerciale, nel rispetto delle disposizioni regionali contenute nella programmazione commerciale ed urbanistica in materia di commercio” si legge nel progetto.

E ancora: “L’intervento è previsto in deroga alla disciplina del Piano Urbanistico Vigente, nel rispetto della distanza minima di 10,00 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici frontistanti, e nel rispetto della dotazione di parcheggi pertinenziali calcolati ai sensi della L. 122/1989, Tognoli...”. E prosegue: “In conformità alle previsioni dei piano territoriale di coordinamento paesistico…e dei piani di bacino, nonché alle norme antisismiche ed alla normativa in materia di rendimento energetico…e della programmazione regionale per il commercio.”
II nuovo manufatto, rettangolare, prevede al piano terreno un’area commerciale di mq. 658,00 comprensiva … e superficie di Vendita pari a mq. 612,00. Tutti i servizi legati all’attività saranno invece posizionati al piano terra dell’edificio esistente e comunicante.

TUTTI I DATI TECNICI DEL PROGETTO – La superficie di riferimento è unicamente da considerare come superficie di distribuzione al dettaglio mq. 882,07 dei quali mq. 205,50 oggetto di cambio dì destinazione d’uso da artigianale. Nella struttura sarà svolta attività di commercio per esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, secondo la classificazione delle attività di commercio al dettaglio.
L’area esterna di competenza del progetto è di mq. 1.547, al netto del sedime dell’edificio. La sistemazione, in relazione alla nuova edificazione e della sua destinazione d’uso, è suddivisa per funzioni così distinte:
995,70 mq. nella zona antistante via E. De Amicis e via Mazzini destinati a parcheggio ad uso pubblico per 595,70 mq. e a parcheggio pertinenziale per 400,00 mq;
72,40 mq destinati a marciapiede pubblico di nuova realizzazione della larghezza di 1,50 ml. che costeggia il lotto di proprietà lungo via E. De Amicis e via Mazzini;
276,95 mq lato mare, antistanti il nuovo volume, destinati a viabilità interna pedonale e veicolare di collegamento tra l’ingresso su via Genova e il parcheggio ad uso pubblico e pertinenziale;
162,00 mq lato Sud, retro edificio, destinato ad un secondo parcheggio pertinenziale comprensivo della sua viabilità.
I parcheggi sono stati calcolati ai sensi della L. 12211989, Tognoli, in misura pari a 1/10 del volume virtuale del fabbricato in progetto, e ai sensi dell’ art. 20 N.d.A P.R,G. Commerciale, in misura pari al 600/o della S,L.U. in progetto e tenendo conto della peggiorativa fra le due.
Parcheggi pertinenziali ai sensi della L. 12211989 (Tognoli) =(3.608,61 x 1/10)=360,86 mq. Parcheggi pertinenziali Art. 20 N.d.A, P.R.G. commerciale: mq.((934,46 x 60)/100)=560,7C mq.  Per 562,00 mq. totali di parcheggi pertinenziali, a fronte dei 560,70 mq. necessari a soddisfare il valore calcolato ai sensi dell’art. 20 N.d.A P.R.G. Commerciale, localizzati in parte nell’area esterna al retro dell’immobile, lato Sud e in parte nel piazzale lato via E. De Amicis, orientato a Nord.

Non si prevede, a progetto, incremento del carico insediativo. Il volume esistente ai fini del calcolo, secondo la legge regionale, risulta di mc 2.110,29. Quello in previsione, calcolato analogamente con il metodo dell’altezza media ponderale dei fronti fuori terra, ammonta a mc. 2.810.46, minore di mc. 2.848,89, volume realizzabile.  Tutto nel rigoroso rispetto della norma.

ORTICELLO MIO NON TI CONOSCO – Forse non siamo abbastanza tecnici, ma a visionare gli elaborati  emerge una sorte di ‘diga‘ , ovvero un muro  di 5 metri e mezzo presumibilmente in aderenza al muro di confine. Chi sarebbe il più penalizzato ? Lo documenteremo in un prossimo servizio, meglio se fotografico. Si tratta dell’unica vittima: l’unico orto rimasto in zona, scampato al progresso civile, al benessere che oggi ci consiglia di coltivare gli ‘orticelli’ sui davanzali e sui terrazzi, leggiamo persino che va di moda l’orto – therapy.  Il solo fazzoletto di verde adiacente alla proprietà Lamberti può sacrificare un’operazione milionaria ? Non sia mai detto direbbero i benefattori della comunità ai quali bisogna pur riconoscere  che gli affari sono affari, non da fatebenefratelli.

Eppure orto o non orto, verde o asfalto e cemento, parrebbe non stare in piedi una sfacciata violazione alle leggi. Semmai una visuale, uno sforzo o un’interpretazione che tenga conto legittimamente di chi vuole vendere da una  parte ed investire dall’altra. In mezzo ci sta il povero orticello. E chi non si rassegna a chiudere gli occhi vedendolo privato di luce solare e aria di madre natura. E poi c’è la questione dei mc. Si possono realizzare 1800 mc o qualche centinaio in meno a seconda delle interpretazioni. Bisogna ammettere che il Comune di Albenga, salvo casi rari, non è mai stato avaro con chi vuole costruire. L’eccezione non fa la regola.

E poi quanto ha già speso il Comune di Albenga per il nuovo Puc (siamo a 1 milione di € ?). Un Puc, va aggiunto per la cronaca, che individua fortunatamente la zona compresa tra via Genova, via Papa Giovanni XXIII come : “Margine orientale  del centro storico”, zona satura e dalle volumetrie incongrue per cui è previsto l’abbattimento con premio del 20% con spostamento in altra zona.

IL ‘PIANO CASA’ INTERESSA ANCHE LE ATTIVITA’ COMMERCIALI ED ARTIGIANALI- La Regione Liguria si è messa la medaglia del ‘Piano Casa‘. Interrogativo: il ‘piano casa’ si applica anche agli immobili o ex commerciali e artigianali ? Se è così bastava estendere la dizione ‘piano casa’ e ‘piano edifici commerciali e artigianali‘ o è un corbelleria ?  Il discusso cantiere di Vadino vede pure un Lamberti (un’omonimia ?) cointeressato. Osserva un tecnico a cui abbiamo chiesto una sua valutazione disinteressata. L’amministrazione comunale aveva  sei mesi di tempo per individuare zone a cui il piano casa non fosse applicato (e con un Puc in approvazione avrebbe dovuto decidere  che non era applicabile all’intero territorio comunale). Non lo ha fatto nessuno della maggioranza e dell’opposizione, sinistra e destra, ed ora il tempo ‘è scaduto’. Con le mani legate, ricordava l’assessore competente della giunta ‘rossa’ dell’avv. Giorgio Cangiano, bisogna rispettare pedissequamente quanto permette la Regione Liguria. Ma per favore nessuno si azzardi a fare una raccolta di firme, lotta persa. Che farà la super battagliera opposizione ingauna ? Capeggiata dal rullo compressore Eraldo Ciangherotti e dal prossimo candidato sindaco del centro destra Gerolamo Calleri come ha scritto Luca Rebagliati (Secolo XIX) il 14 settembre scorso, aggiungendo  che “anche Ciangherotti è pronto a farsi da parte per far spazio all’ex presidente Coldiretti “.

Luciano Arimondo imprenditore di supermercati in Liguria

Albenga, primatista nella presenza di banche con il capoluogo Savona (che però di abitanti ne ha 60 mila contro il 24 e rotti della seconda), non può negare l’arrivo dell’imperiese Arimondo. L’unica arma per non deludere il commercio delle botteghe, alcune storiche del centro storico e delle zone limitrofe, potrebbe essere quello di interpretare le norme senza l’uso della manica larga. Nonostante alcune scelte urbanistiche proprio nell’area Lamberti inducono a qualche interrogativo. Ovvero la provvidenziale ‘manina‘ politica e tecnica. E non è reato.

Il primo progetto Lamberti risulta presentato nel maggio 2017 e non prevede di edificare sui confini, saggia cosa si direbbe  per evitare  strascichi, liti, sospetti. Eppure il Comune l’ha respinto. Non conosciamo le motivazioni. Nell’aprile 2018 progetto ripresentato e questa volta si costruisce sui confini con il privato o i privati. Ignoriamo se uno o più. Non è il numero che conta. Sta di fatto che dopo aver superato il placet dell’Urbanistica comunale, è in attesa della Conferenza dei Servizi presso il Suap, il clima fa presupporre semaforo verde. Sono state presentate osservazioni al progetto da parte di privati o categorie commerciali potenzialmente danneggiate ? Per ora ‘top secret’.

DAI TEMPI DELLE ‘MAGNOLIE’ DI VIVERI

NON SI MUOVE FOGLIA SE LA MASSONERIA … – Questo blog, non da oggi, e chi scrive dal lontano 1967, ha qualche dimestichezza e memoria storica con le logge massoniche che operavano ed operano nel ponente ligure, savonese in particolare. Sul Secolo XIX, agli esordi della Teardo story, avevamo pubblicato per la prima volta in Italia, gli elenchi di tutti i ‘fratelli muratori’ savonesi ed imperiesi divisi per obbedienze (quattro) e logge, una ventina.  Dopo un periodo di sbandamento tra chiusure, ‘riorganizzazione’, iscritti in ‘sonno’, la massoneria ha ripreso vigore, rappresentata anche in piazza San Michele. Errore fare di ogni erba un fascio. Resta il vincolo della solidarietà, il giuramento granitico, la capillare conoscenza e trasversalità.

Da cronisti che non ci accontentiamo del copia e incolla, senza entrature salottiere, da umili servitori dell’informazione, ricordiamo quando ad Albenga andava di moda il detto: ‘Non si muove foglia che non sia magnolia‘ e capitava di confrontarci con il coetaneo Angioletto Viveri. Lui che la massoneria la vedeva come il fumo negli occhi. Eppure ad Albenga….accadeva ed oggi sarà che i fratelli siano più forti e radicati di prima. Sono entrate in campo anche le quote rosa tra Albenga, Alassio e circondario. Una lista significativa era stata acquisita qualche anno fa nell’ambito di una perquisizione in quel di Alassio: un’indagine ‘spiaggia, chioschi e affari’ conclusasi  con il proscioglimento degli indagati. Non si tratta, è bene dirlo, di logge segrete, semmai riservate nei confronti del comuni mortali. Anche il gentil sesso ha trovato modo di collaborare alla diffusione degli ideali massonici e dei legami che scaturiscono con il giuramento.

Come dimenticare quando chiedevamo ad un magistrato o ad un giudice, a proposito della nomina di un perito, di un consulente, di un custode giudiziale, di un amministratore di sostegno, a suo avviso, quale giuramento avrebbero rispettato. Quello verso la giustizia, o  quello massonico dove è pure attiva la ‘giustizia massonica’ e Albenga ha sempre fatto la sua parte.

Luciano Corrado

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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