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‘Signor Capo dello Stato, lei non è Zorro’. Lettera aperta di un ex magistrato e avvocato. Ha difeso anche Licio Gelli


L’Ungheria è un paese di 9 milioni 639 mila abitanti (dati del 2022). L’Italia 58 milioni 94 mila (dati 2022). L’Ungheria ha un premier Viktor Mihály Orbán, avvocato,  in carica dal 2010, leader del partito Fidesz – Unione Civica Ungherese. Il primo ministro non ha remore a definirsi ‘illiberale’.

Ilaria Salis nell’aula del tribunale di Budapest

Nelle carceri ungheresi, in una struttura di massima sicurezza, con un iniziale trattamento inumano e ‘bestiale’, è trattenuta da 13 mesi una giovane dichiaratamente antifascista e bollata da alcuni media ungheresi (l’80 per cento pro Orban) ‘sporca comunista‘. Accusata dalla polizia e dalla magistratura inquirente di quel paese di lesioni personali (bastonate) giudicate guaribili in 7 giorni e senza querela di parte. Le due giovani vittime, secondo quanto si ascolta da alcune Tv italiane (dove si pratica la bieca lottizzazione dei giornalisti), sono di ‘destra‘ ma indossavano indumenti con svastiche naziste durante una manifestazione di estrema destra.

In Italia per chi ha vissuto certe esperienze professionali ricorderà i detenuti accompagnati nei tribunali con catenacci ai polsi, esibiti a fotografi e Tv, reporter. Spesso foto da prima pagina.
Ilaria Salis, insegnante, non è una ‘martire‘, deve essere giudicata secondo le norme ungheresi – assai più severe che nel Bel Paese – in cui ha commesso i reati di cui è imputata in attesa di sentenza. Diversi mass media europei hanno ‘documentato’ che l’ultimo provvedimento emesso in udienza dal giudice ungherese era già stato scritto in precedenza. Organi di stampa dell’Ungheria hanno bollato il difensore della Salisun avvocato di sinistra‘. Per quei reati la giovane italiana – chiamiamola pure estremista che “da il cattivo esempio ai suoi alunni” – rischia  una condanna da 11 a 23 anni di carcere e gli sono già stati negati gli arresti domiciliari in quel paese dove, secondo quelle autorità, la magistratura è un potere indipendente come in Italia e dunque non si può interferire sulle sue decisioni. Il settimanale Panorama (gruppo editoriale La Verità) ha scritto e titolato, tra l’altro, che la Salis fa parte di centri sociali dell’area anarchica con “4 condanne” passate in giudicato (?) e 29 denunce (definite ‘segnalazioni all’autorità giudiziaria’). Matteo Salvini, leader della Lega, ha dichiarato che si vergognerebbe se avesse una figlia come Ilaria e non manderebbe mai i suoi figli a scuola dove lei è insegnante.
PUBBLICHIAMO LA LETTERA APERTA DI AUGUSTO SINAGRA, DIFFUSA SUL WEB, CHE SCRIVE AL NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. L’AUTORE SI FIRMA ‘EX MAGISTRATO PROFESSORE UNIVERSITARIO DI DIRITTO INTERNAZIONALE’. AGGIUNGIAMO AVVOCATO (VEDI curriculum….)
Il prof. avv. Augusto Sinagra che è stato tra i difensori del capo piduista Licio Gelli, è uno dei candidati più noti di CasaPound alle elezioni politiche del 2018. Il partito neofascista che sostiene la corsa di Simone Di Stefano a presidente del Consiglio ha candidato il noto avvocato nel collegio uninominale di Roma Tuscolano. Augusto Sinagra è descritto da Cpi come un accademico prestigioso, che ha posizioni contrapposte all’Unione Europea. Il candidato di CasaPound è docente dell’Università La Sapienza di Roma, dove insegna Diritto dell’Unione europea presso la facoltà di Scienze Politiche e sopratutto un noto avvocato.

Amatissimo Signor Capo dello Stato, non capisco a che titolo lei, come leggo, abbia corrisposto telefonicamente ad una missiva dell’ansioso babbo della nota martire italiana in mani ungheresi: lei non è Zorro che ripara i torti e fa trionfare il bene; né tale sua iniziativa rientra nelle sue competenze istituzionali: lei risponde o fa rispondere a chiunque si rivolga a lei per chiedere aiuto? (in realtà, lo faceva il Duce ma non mi permetto di accostarlo alla sua persona: sarebbe un paragone improponibile).

Lei si preoccupa anche di tutti i circa 2.600 italiani detenuti in una pluralità di Stati esteri, soprattutto extraeuropei? Non credo proprio.
Lei conosce la mia devozione e l’immensa stima che ho per lei e, già prima, per il suo indimenticabile padre Bernardo e per i suoi fratelli Piersanti e Antonino.
Non voglio pensare che tale sua iniziativa – inevitabilmente pubblica – sia stata da lei presa a sostegno della sua parte politica di riferimento, e cioè il PD.
Premesso che l’ansioso babbo della martire italiana in Ungheria dovrebbe lui farsi un esame di coscienza sui valori che ha trasmesso alla figlia e non invitare il governo italiano a far esso un esame di coscienza, vi è che molto recentemente il Generale Raimondo Caria (un Soldato con la “S” maiuscola) è intervenuto sul problema in questione esponendo intelligentemente non tanto opinioni quanto numeri.
Ripropongo alla sua attenzione i dati numerici forniti dal Gen. Raimondo Caria che indicano la radicale differenza tra il nostro sistema giudiziario e quello ungherese.
Ciò emerge dalle pronunce della Corte europea di Strasburgo dei diritti dell’uomo con riguardo al periodo 1959 – 2021:
– l’Italia è il terzo Stato nella graduatoria degli Stati che hanno violato la Convenzione di Roma del 1950; dopo la Turchia e la Russia, è stata condannata 2.466 volte, l’Ungheria 614;
– l’Italia è stata condannata 9 volte per tortura e l’Ungheria mai;
– l’Italia è stata condannata 297 volte per violazione del “giusto processo” e l’Ungheria 33 volte;
– l’Italia è stata condannata 1.203 volte per eccessiva durata dei processi civili e anche penali, l’Ungheria 344 volte.
Sempre il Generale Raimondo Caria ricorda che in Italia:
– più di un detenuto su tre è in custodia carceraria da più di sei mesi in attesa di giudizio;
– in Italia dal 1991 al 2022 vi sono stati circa 30.000 casi di errori giudiziari, circa 961 cittadini sono stati messi in carcere ogni anno, e condannati, ancorché innocenti;
– il sovra affollamento delle carceri italiane non riguarda soltanto i detenuti ma anche e soprattutto topi, scarafaggi e cimici, con un sovra affollamento del 119% rispetto agli spazi regolamentari;
– in Italia i casi di suicidio in carcere al 2022 sono stati 85 e il 40% delle carceri è stato costruito prima del 1900; non tutte le carceri (quasi la metà) dispongono di acqua calda o di doccia, né diete personalizzate e cure mediche adeguate.
Illustre a amatissimo Signor Capo dello Stato, non ritiene che a giudicare dall’aspetto ilare e talvolta anche supponente, dall’abbigliamento e dai capelli curati della democraticissima fanciulla italiana tutto si può dire meno che sia maltrattata (a parte i ceppi alle caviglie e ai polsi come è tradizione specificamente dei nostri padroni americani, ma in realtà lo facciamo anche noi e lei sicuramente ricorderà l’identico caso dell’On. Enzo Carra tradotto in Tribunale in ceppi).
Sono assolutamente certo che lei ben condivide la intrinseca ingiustizia del sistema giudiziario italiano che ci priva di ogni titolo per pretendere, nella nostra presunzione, di dar lezioni di democrazia e di civiltà a chicchessia.
Vede, egregio Mattarella, poteva ben risparmiarsi una telefonata non solo inutile ma anche pregiudizievole non solo per la Ilaria Salis, ma anche per lei stesso.
AUGUSTO SINAGRA, ex magistrato e professore universitario di diritto internazionale

 


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