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Liguria e Basso Piemonte

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Ato provinciale nel fango del groviglio di interessi politici, economici, clientelari (poltrone). Vittime i cittadini utenti


Il 23 febbraio 2024 il quotidiano on line SavonaNews ha pubblicato un interessante intervento di Gian Luigi Taboga storico presidente ora onorario di Assoutenti Savona. Il Titolo: Crisi idrica a ponente: “Utenti vittime di una gestione campanilistica e carente”. E non solo, aggiungiamo. E’ normale che i rappresentanti della politica in Regione, in Provincia, nei Comuni ignorino i loro doveri verso la comunità che rappresentano? Qualcuno deve prendersi la responsabilità che è in capo al presidente della Provincia.Tante promesse, decisionismo pessimo. Da un rinvio all’altro,è normale, è saggio e che risultati produce? Quali prospetive si vogliono dare ai cittadini.

Chi si deve assumere il coordinamento ? Il presidente della Provincia? E il prefetto non ha alcun dovere-potere? Perchè non partono le diffide ? Quando si muoverà la Corte dei Conti ? Ci sono nella Servizi Ambientali Spa responsabilità anche personali ?

Taboga non infierisce e omette nomi e cognomi. Che ci sono eccome ! Responsabili morali di ieri e oggi di gravi omissioni. Interessi trasversali e per interposta persona, potere clientelare e sottobosco, nomine a presidiare poltrone remunerate. Cittadini sempre più disinteressati e nauseati lasciando purtroppo festeggiare il ‘carnevale’ ai soliti noti. Menefreghismo ? Ignavia? Trucioli.it non ha le forze per un’inchiesta giornalistica a 360 gradi e smascherare almeno i presunti ‘malfattori’. Non parliamo di codice penale. Ma dare conto di impegni e promesse in gran parte disattesi. Un inganno per la comunità amministrata. Da tempo ormai è assai carente l’approfondimento ed il pungolo senza sconti che per anni ha rappresentato nella cronaca locale Il Secolo XIX.

Quasi ogni comune, ogni comprensorio, fa ‘repubblica a se’. Nella tariffa della depurazione, nelle bollette dell’acqua potabile, in quella irrigua. Acquedotti pubblici e privati che resistono in contrapposizione. Il tesoro delle falde acquifere. C’è  pure la irrisolta problematica del consumo nelle seconde case, quella del contatore unico in molti palazzi, il fabbisogno che subisce impennate. Lo spettro della siccità di cui ci si occupa solo quando esplode l’emergenza e si ascoltano le consuete litanie del ‘bisogna fare, realizzare, accelerare’.

Gian Luigi Taboga una vita dedicata a Assoutenti

Taboga: “La situazione è drammatica e si tace. Mancano le riforme, serve arrivare all’ATO unico e basta a disuguaglianze tra località e utenti”. Taboga rappresentante dei consumatori nella Camera di Commercio delle Riviere Liguri e unico a rinunciare al gettone a seduta di 250 €. 180 mila euro invece per le indennità del presidente (60 mila € lordi all’imperiese Enrico Lupi) e dei componenti di giunta 12 mila €. ciascuno. “Uno schiaffo alle imprese del territorio in un momento di grave difficoltà economica per imprese e molte famiglie”– aveva tuonato il capogruppo di M5S in Comune a Savona.

Chi se ne frega! Anche in provincia di Savona è sempre la stessa musica. Alle urne si reca la metà (e meno) degli aventi diritto al voto e godono gli artefici della mala amministrazione pubblica. Non importa se siamo di fronte a temi e problematiche strategiche, come è strategico l’adozione di un piano regolatore al passo con i tempi, per dare un reale (e non promesso) futuro ai giovani, alle generazioni a venire. Una rete autostradale che non penalizzi economia e turismo ormai quasi unica fonte di reddito per la maggioranza degli abitanti.

Servizio idrico nell’area del Ponente savonese?  Dovrebbe vedere una mobilitazione popolare, partiti di maggioranza e opposizione, associazioni di categoria. Iniziando da Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, artigiani, sindacati più rappresentativi, ordini professionali. Taboga: “E’ entrata in una fase assolutamente critica, con la sensazione di trovarsi di fronte a un groviglio dove interessi politici, economici e amministrativi configgono con i diritti dei cittadini utenti, vittime di una gestione carente che non soddisfa le loro legittime e sacrosante esigenze per un servizio di primaria importanza e una serie di riforme che avrebbero dovuto incidere positivamente sulle varie fasi della gestione del servizio idrico rimaste mere aspirazioni, disattese nella loro esecuzione».

«La ragione principale è e rimane la mancata unificazione dei vari enti preposti in un unico organismo di gestione – continua Taboga – comuni, aziende pubbliche e private dovrebbero trovare, sotto l’egida dell’ATO provinciale, una sintesi per un’adeguata amministrazione dei problemi di captazione, distribuzione, depurazione e riciclo dell’acqua, bene pubblico e prezioso. Tuttavia, dimostrano una netta propensione verso una gestione campanilistica, in contrasto con le norme vigenti, generando una conflittualità permanente con l’utenza e giuste rivendicazioni per oneri di depurazione non dovuti, che potrebbero sfociare in azioni legali, pesando economicamente sull’intero sistema».

Tra i punti sottolineati come manchevoli, dal rappresentante dell’associazione consumatori, vi è anche quello di una «estrema disuguaglianza nella suddivisione degli oneri tra utenti residenti e utenti delle seconde case», ma anche «tra zone servite dalla depurazione e zone non coperte dal servizio», tema, quest’ultimo, tornato di forte attualità dopo la pronuncia della scorsa settimana da parte del Difensore civico regionale che ha preso spunto anche da esplicite sentenze della Cassazione. Con una battaglia, inizialmente sbeffeggiata e sottovalutata, del consigliere di opposizione, a Pietra Ligure, Mario Carrara.

«È da considerare anche il degrado del sistema distributivo con perdite in rete di crescente importanza – aggiunge Taboga –, senza concreti interventi su nuove fonti di captazione tramite invasi diffusi sul territorio, al fine di evitare una crisi simile a quella sofferta dal comprensorio di Andora».

Un capitolo a parte Assoutenti lo riserva «alla canalizzazione e il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso agricolo e industriale, oltre all’approvazione di un regolamento contrattuale unico per l’intero ATO e di una “carta di qualità” del servizio redatta obbligatoriamente con le Associazioni dei Consumatori, insieme a una verifica periodica sulla qualità reale e percepita dagli utenti, nonché sulla validità della gestione economica e del sistema di gestione dei reclami e della conciliazione paritetica dei conflitti». «È nostro dovere, come Associazioni dei Consumatori, esporre quanto sopra per l’interesse generale, invitando coloro che hanno responsabilità a tutti i livelli amministrativi a provvedere nei tempi e nei modi previsti dal buon governo e dalle norme esistenti»

 


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