Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Non è morale che chi paga le tasse sia privato del diritto fondamentale alla salute. Soldi per i ministeri (e ponte sulle Stretto) sì, ma non per infermieri e medici. Parola di un impolitico


Asl2, apertura straordinaria di ambulatori e studi medici. Il periodo di Natale, visto che è sempre più difficile far ricorso anche al medico di base. Ma è morale pagare le tasse per chi è deprivato del diritto fondamentale alla salute. Considerazioni di un impolitico.   

di Gianfranco Barcella

Il presidente toti e l’assessore alla Sanità dott. Gratarola

Pochi giorni prima di Natale entro nel portone di casa e scorgo una mia vicina, riversa a terra, in una pozza di sangue.  Sulle scale, attonito il marito; sono entrambi settantenni e lui deambula a stento solo con l’ausilio del bastone per un’artrosi all’anca che non gli dà tregua. La signora per sostenerlo è caduta all’indietro ed ha picchiato nello spigolo della parete procurandosi alla nuca una <bella ferita>.

Per fortuna esce dall’ascensore un medico che risiede nello stesso palazzo. Gli illustro il caso. La signora è cosciente, non presenta conati di vomito, muove agevolmente le gambe. La mia valutazione obiettiva finisce lì. Ho le nozioni ricavate da un corso di Primo soccorso svolto all’ospedale San Paolo di Savona, quando insegnavo. Il medico la invita a non muoversi e nel caso avesse sentito l’esigenza di vomitare l’avrebbe riversata su un fianco per non soffocarsi con il suo espettorato. Io mi limito a rincuorarla dicendo che avrebbe trascorso il Santo Natale tra le mura domestiche: ne ero certo.

Intanto l’ambulanza stenta ad arrivare dopo aver declinato più volte le mie generalità al numero unico di Primo Intervento. Tengo a precisare che siamo ubicati nell’ Oltre Letimbro di Savona. Continuo a guardare l’orologio con nervosismo mal celato. Finalmente arrivano i soccorsi e la malcapitata viene trasportata in ospedale. Una vicina mi informa che viene dimessa nella notte stessa, senza un punto di cucitura in testa. Torna a casa con la ferita ancora sanguinante e per di più deve accudire il marito. Hanno solo dei cugini che vivono fuori Savona. Per fortuna li soccorre la buona volontà di una signora del pianerottolo. Nella disgrazia sono stati fortunati! Ci sono anziani che stanno molto peggio e sono drammaticamente soli!

Ritornando ai miei vicini nessuno li informa che la commozione cerebrale può insorgere anche dopo settimane dall’evento del trauma cranico. Un trauma cranico <non commotivo> può essere considerato meno grave di quello commotivo, ma in presenza di altri sintomi quali ematoma, perdita di memoria di quanto è successo, difficoltà di visione è necessario rimanere in osservazione in ospedale soprattutto se la persona è anziana e con un accompagnatore non del tutto affidabile. Alla signora in questine neppure è stato comunicato che avrebbero potuto presentarsi i sintomi della sindrome post-concussiva. Le consiglio di rivolgersi al suo medico curante per fare altri accertamenti preventivi. Lei mi risponde: “Il nostro medico curante esercita in un multi studio ed a volte è irraggiungibile sul telefono cellulare. Il centralino telefonico molto spesso si trova occupato e si attendo anche quindici minuti prima di prendere la linea”. Per consolarla avrei voluto dirle che alcuni pazienti in Liguria sono privi anche del medico di base, ma poi mi sono vergognato.

Un infermiere in una lettera aperta indirizzata al mistero della Sanità ha scritto tra l’altro: “Sono qui  a dedicarle queste parole apparentemente interminabili, Sig. Ministro, per condividere con Lei (come hanno fatto altri colleghi come me) ciò che sta pensando e provando ogni operatore sanitario: medici, infermieri, OSS, fisioterapisti, tecnici di radiologia e così via, tutti coloro che lavorano instancabilmente nel Servizio Sanitario Nazionale. Le chiedo anzi, le chiediamo di difendere questo servizio. In che modo? Valorizzi i professionisti che dedicano le loro giornate e nottate al Servizio Sanitario Nazionale. Le chiedo, anzi Le chiediamo di difendere questo servizio. In che modo? Valorizzi i professionisti che dedicano le loro giornate e nottate al Servizio Sanitario Nazionale. Offra loro opportunità concrete in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), affinché le possibilità di specializzazione e crescita professionale siano effettive non solo sulla carta come avviene con i numerosi master esistenti, spesso trascurati a livello aziendale e poco pratici nella vita quotidiana, a meno che non siano considerati semplicemente un arricchimento culturale. Aumenti gli stipendi per favore! I giovani non sono più attratti da questa professione. Incrementi le indennità, regolarizzi gli scatti di anzianità, commisuri i rischi di guadagno e renda i percorsi universitari più allettanti. La sostenibilità di questo settore dipende dalla valorizzazione dei suoi operatori. La situazione è critica: sempre meno medici sono disposti a lavorare in Pronto Soccorso, e persino tra gli infermieri si nota una mancanza di entusiasmo per tale impegno. Non è necessario elencare le statistiche dell’abbandono della professione su tutti i fronti; la realtà è evidente ed i problemi da risolvere sono sempre più gravi. L’attenzione a questo declino è essenziale per il futuro della Sanità. Le confesso che ogni giorno mi passa per la mente l’idea di  intraprendere una vita una vita all’estero, magari in un Paese del Golfo, che sta diventando sempre più popolare in questi anni”.

Per pagare un po’ di più il personale sanitario si potrebbe risparmiare sulle spese dei Ministeri ed in primis quello dei Lavori Pubblici. E’ arrivata in aula una manovra in cui si sono trovati i soldi per tutte le segreterie dei Ministeri, ma non per gli infermieri e per i medici”. Così si è espresso Matteo Richetti di Azione.

E a Genova, proprio gli infermieri sono scesi in piazza, di recente, innalzando tra gli altri, un cartello con su scritto: “Si spremono sempre gli stessi limoni!” E su un altro tabellone erano raffigurati i sindacati della triplice, travestiti da fantasmi!

Il problema è che tra le virtù, i politici hanno quella di ignorare gli addetti del settore e non ascoltano i suggerimenti di chi ogni giorno vive i problemi e li vive sulla propria pelle. I nostri cari amministratori seguono una logica tutta loro che non può definirsi neppure come un’intelligenza artificiale… Da impolitico, a questo punto, mi chiedo se pagare le tasse per un servizio sanitario così mal ridotto sia un dovere giuridico e anche morale. Dal punto di vista morale è un dovere affermativo contingente, cioè da non rispettarsi sempre. Questa affermazione non è incitamento alla disobbedienza civile, ma semmai un invito all’obbedienza di alcuni principi etici.

Vi sono almeno due casi, a mio modesto avviso, in cui è  immorale versare i contributi richiesti dallo Stato. Ma si sa: moralità e legalità a volte camminano su binari paralleli. Il primo caso nasce dalla risposta che diamo alla seguente domanda: perché paghiamo le tasse? In sintesi potremmo dire che noi versiamo i tributi al fine di permettere allo Stato di erogare alcuni servizi pubblici. Sono servizi di cui in parte godiamo sicuramente noi tutti, nessuno escluso; pensiamo alle infrastrutture o alla difesa  del territorio nazionale ed in parte  utilizzano solo alcuni; poniamo mente ai soldi che lo Stato versa per alcune ricerche cliniche di cui poi beneficeranno solo alcuni cittadini, o alle risorse destinate alla produzione di film che non saranno visti di certo da tutta la popolazione italiana.

Ma quando si tratta del diritto fondamentale alla salute, sancito all’art.32 della Costituzione e definito fondamentale, che deve essere garantito anche ai meno abbienti e proprio i meno abbienti non ne possono usufruire? Quando c’è in ballo la sussistenza in vita e lo Stato non mi aiuta, devo pagarlo anche per questo servizio negato impunemente? Se versando le tasse sottraggo risorse indispensabili per permettere di condurre una vita dignitosa a me e alla mia famiglia è morale continuare ad espletare questa pratica solo dannosa?

A mio avviso ci sono prima i doveri morali verso se stessi ed i propri cari e poi quelli legali alla comunità statale, molto mal gestita dai politici. Ma resta vigente (purtroppo) il dura lex sed lex; non dimentichiamolo per evitare ulteriori sanzioni ed umiliazioni. E dunque paghiamo le tasse seppur obtorto collo!

Non è egoismo quello che mi anima ma una logica etica e quasi pragmatica: prima di disperdere i soldi per i lontani devo poter essere in grado di aiutare me stesso ed in modo concentrico chi sta vicino a me e verso cui ho doveri morali e giuridici prioritari rispetto alla generica collettività.

Che senso ha, mi domando, per chi versa in stato di povertà contribuire all’ipotetico bene pubblico che non gli devolve alcunché, privandolo di risorse indispensabili al tuo bene privato e personale? C’è un passaggio della Summa Teologica di Tommaso D’Aquino che pur trattando dell’elemosina può fare al caso nostro per analogia delle argomentazioni addotte: “Il necessario può essere di due specie. Primo: può trattarsi di un bene, senza il quale un dato essere non può sussistere. Secondo:non può interessare le persone accanto, senza le quali non c’è dato vivere”. “Elargire i propri beni allo Stato quando non è possibile vivere con ciò che  rimane in maniera decorosa e non  è permesso compiere i propri doveri verso i propri cari, non è cosa commendevole”.

Ma vi è un altro caso in cui sarebbe doveroso non versare i tributi pubblici. Si tratta dell’ipotesi di una tassa pensata unicamente al fine di sovvenzionare una pratica intrinsecamente malvagia dal punto di vista morale. Se penso alla legge riguardante il bonus facciate, definita <legge delinquenziale o legge truffa> dai politici stessi che ora fanno pubblica ammendate, faccio qualche nuova riflessione anche se il caso non rientra appieno in quelli contemplati da S. Tommaso d’Aquino. E non parliamo dell’acquisto delle armi…

Abbandono le mie considerazioni di un impolitico per aggiornare l’argomento, Sanità Pubblica. Flu Point e studi Medici  di medicina generale sono rimasti aperti  durante le vacanze natalizie. E’ stata potenziata l’offerta nel Pronto Soccorso con 115 posti letto in più. Regione Liguria ed Alisa, insieme alle Asl e alle Aziende Ospedaliere, hanno messo a punto il Piano Sistema per la gestione dei Pronto Soccorso, durante le festività natalizie, con particolari attenzioni ai punti di Natale e Capodanno. Sono stati definiti i calendari e le aperture straordinarie di Flu Point e degli Studi Medici di Medicina Generale aperti nei giorni festivi, con un centinaio di medici di famiglia, coinvolti nella pianificazione regionale. Grazie all’accordo stipulato con i Medici di Famiglia coinvolti nella pianificazione regionale.

1) Sono previsti ambulatori nelle ASL appositamente attrezzati o in alcuni studi medici che rimarranno aperti. 2) Gli ambulatori attivati saranno a disposizione di tutta la popolazione (non solo per gli assistiti dei Medici di famiglia coinvolti). Inoltre sono stati programmati interventi per il potenziamento degli organici. Forse c’è stata poca comunicazione perché i pazienti continuano ad intasare i Pronto Soccorso.

Michele Orlando promosso direttore generale dell’Asl 2

A La Spezia si è pensato addirittura di chiedere aiuto alla Protezione Civile per gestire l’afflusso di questi giorni al Pronto Soccorso, a Savona si è verificato un boom di accessi al Pronto Soccorso Pediatrico che ha interessato soprattutto i più piccoli. Un’impennata di casi di influenza e virus respiratori hanno costretto a letto un gran numero di bambini e famiglie. Intanto la Giunta Regionale Ligure poi, su proposta dell’assessore alla Sanità Gratarola ha prorogato per due anni gli incarichi da Direttore Generale Pier Luigi Bottaro in Asl3, per Paolo Petralia in Asl 4 e per Paolo Cavagnaro in Asl5. Nella stessa Giunta, all’attuale Commissario di Asl2 Michele Orlando è stato conferito per tre anni l’incarico di Direttore Generale della stessa Asl.

Questi provvedimenti avranno validità a partire dal 1 Gennaio 2024 . “Ci aspettiamo due anni impegnativi nei quali a livello  di amministrazione regionale – dichiarano il Presidente Giovanni Toti e l’Assessore alla Sanità Angelo Gratarolaporteremo avanti uno sforzo economico importante per l’abbattimento delle liste d’attesa. Contestualmente si stanno sviluppando tutte le attività terapeutiche all’attuazione del Pnrr con ospedali di Comunità e centrali operative territoriali. Compito dei Direttori Generali sarà dunque armonizzare queste progettualità e condurle al loro compimento: le conferme in Asl3, Asl4 e Asl5 si muovono in questa direzione. La stessa logica ha animato il provvedimento che in Asl2 promuove a Direttore Generale l’attuale Commissario Michele Orlando. A tutti loro va l’augurio di un proficuo lavoro”. Da paziente anch’io formulo i migliori auspici di un profittevole 2024.

“ Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in maschera ed io vi ho partecipato con la mia vera faccia” Franz Kafka.

Gianfranco Barcella 


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G.F. Barcella

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