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Liguria e Basso Piemonte

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Genova, no alla legge ‘bavaglio’ per giornalisti. 2/I ‘meriti’ dell’assessore comunale Gambino


Doppio ‘bavaglio’ per il giornalismo. La Polizia Locale di Genova non può più parlare con i cronisti che, per informazioni, devono rivolgersi all’assessore comunale Antonino Gambino. Da ultimo un emendamento del governo Meloni-Salvini-Tajani, proposto dal cuneese Enrico Costa (Azione di Calenda) e col voto di IV di Renzi, vieta la pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Il 28 dicembre mobilitazione Fnsi. 

Oltre alle proteste subito messe in atto sarebbe utile se l’informazione regionale e locale facesse conoscere ai lettori l’opinione dei pubblici amministratori liguri che siedono in Regione, nelle Province e nei Comuni. Interviste tra cittadini, le associazioni  di categoria, delle professioni, della cultura, dell’arte, dei sindaci, assessori, capigruppo, dei giovani studenti. Una potenziale mobilitazione che trae la sua forza quando nasce dal ‘basso’, viene condivisa dalla maggioranza dei cittadini.

Far capire a chi giova il provvedimento parlamentare. Se agli onesti o ai disonesti, a delinquenti e corrotti o persone perbene, mafiosi o chi muore assassinato per la lotta alla mafia,  a chi commette stupri e femminicidio, la legalità nel paese dell’illegalità diffusa, dei processi penali che durano anche decenni perchè mancano magistrati e personale, delle querele e cause civili temerarie per intimidire i giornalisti liberi e che fanno inchieste scomode. Il paese di ‘cattive leggi’ varate da politici che siedono in Parlamento e per ‘dovere’ applicate dai giudici. Chi fomenta odio (certa stampa) in un’Italia dei condoni facili, dell’evasione fiscale (primi in Europa), delle carceri superaffollate ma con gravissime carenze tra la Polizia penitenziarie e servizi sociali destinati. Con giovani che collaborano con il giornalismo locale pagati anche 3 euro a notizia. Ne ha fatto cenno il Tgr Liguria nell’edizione di mercoledì sera 20 dicembre 2023.

1/GENOVA, PROTESTA DEI GIORNALISTI CONTRO LA “LEGGE BAVAGLIO”

L’on.Enrico Costa è stato ministro per gli affari regionali dal 29 gennaio 2016 al 19 luglio 2017 nei governi Renzi e Gentiloni, in quest’ultimo con delega alle politiche della famiglia. Nato il: 29 novembre 1969, a Cuneo, ha aderito ad Azione di Calenda. E’ figlio dell’ex ministro della Sanità compianto Raffaele Costa (già Pli). La famiglia ha interessi nella società proprietaria di Mondovicino di Mondovì.

Protesta a Genova dei giornalisti liguri contro la “legge bavaglio” dopo che la Camera dei Deputati ha approvato l’emendamento alla legge di delegazione europea presentato dal deputato di Azione Enrico Costa, nella versione riformulata dal governo, che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. L’emendamento è passato con 160 voti favorevoli e 70 contrari.

Hanno votato no M5S, Avs e Pd, mentre Iv e Azione hanno votato a favore con la maggioranza. L’evento Cronaca di un anno di Cronaca, organizzato oggi dal Gruppo Cronisti Liguri, si è aperto con un minuto di silenzio: in segno di protesta i giornalisti si sono presentati sul palco del teatro con la bocca coperta. L’Associazione Ligure dei Giornalisti e il Gruppo Cronisti Liguri, che sono pronti a organizzare nuove manifestazioni di protesta sul territorio e invitano i colleghi alla massima partecipazione, accolgono e condividono l’appello della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana che ha chiesto fin d’ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti. Domani, (21 dicembre 2023, ndr) la Fnsi non sarà alla conferenza stampa di fine anno della premier Meloni e convocherà invece una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare.

2/Associazione Ligure dei Giornalisti- Gruppo Cronisti Liguri

COMUNICATO STAMPA- La Polizia Locale di Genova non può più parlare con i giornalisti i quali, per avere qualsiasi tipo di informazione sull’attività svolta dagli agenti, devono passare dall’assessore comunale Antonino Gambino. È quanto si sono sentiti dire i cronisti genovesi che hanno contattato negli ultimi giorni la Polizia Locale per avere informazioni su quanto accade in città e sugli interventi: dagli incidenti stradali all’attività di polizia giudiziaria. L’Associazione Ligure dei Giornalisti, l’Ordine dei Giornalisti della Liguria e il Gruppo Cronisti Liguri, che sempre hanno avuto un ottimo rapporto di collaborazione con la Polizia Locale di Genova, denunciano e condannano con forza un comportamento totalmente inaccettabile da parte dell’amministrazione comunale genovese. Atteggiamento che limita il diritto di cronaca, colpisce il diritto dei cittadini di essere informati, imbavaglia l’informazione e azzera totalmente il flusso di comunicazione – sempre esistito – tra la stampa genovese e la Polizia Locale del capoluogo ligure.

Associazione Ligure dei Giornalisti- Gruppo Cronisti Liguri- Ordine dei Giornalisti della Liguria.

3/Bavaglio Costa, il 28 dicembre mobilitazione Fnsi                                     

Comunicato stampa- Si è riunita oggi la Giunta esecutiva della Fnsi con la Consulta dei presidenti e segretari delle Associazioni regionali di Stampa per organizzare la mobilitazione, che dovrà arrivare allo sciopero generale, contro l’emendamento Costa, norma che si prefigge di censurare la stampa e limitare il diritto dei cittadini a conoscere le notizie.
Giovedì 28 dicembre la Federazione nazionale della Stampa, come annunciato, non parteciperà alla conferenza stampa di fine anno della premier, espressione di una maggioranza che vuole stringere il bavaglio intorno all’informazione.
Quel giorno, invece, la Fnsi promuoverà una protesta simbolica che coinvolgerà i presidenti e i segretari delle Associazioni regionali, i cronisti e giornalisti tutti. A seguire, il 3 gennaio prossimo sarà convocata la Conferenza dei Comitati di redazione per stabilire la scansione delle azioni che dovranno portare allo sciopero generale, uno sciopero contro la censura di Stato e per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione.
La protesta di Fnsi e Associazioni regionali di Stampa proseguirà fino allo sciopero generale con l’organizzazione di presidi davanti alle prefetture italiane. In queste azioni sarà importante essere affiancati dalla società civile e dalle organizzazioni che si battono per la carta costituzionale e la democrazia.


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