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Liguria e Basso Piemonte

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Cerisola storia inedita? Perché si parla ormeasco. E Ormea voleva annettersi anche Garessio


Aldo Acquarone sulla pagina Facebook: “Un paio di secoli dopo la stesura di questa carta a valle di Cerexiola”.

Cerisola, in provincia di Cuneo, divisa in tre borgate, una cinquantina di residenti, nell’alta val Neva. Dista a 17 km dal capoluogo Garessio e 23 km da Albenga. Per Wikipedia la popolazione cerisolese parla un dialetto ligure di tipo ingauno. Appartiene alla Diocesi di Mondovì e fu parte della Diocesi di Albenga fino al 1803

“In prossimità del termine di confine (ben visibile ancora oggi in centro strada) il Vinzoni consigliava alla Repubblica di costruire un posto di guardia con almeno 10 soldati in presenza stabile. C’era un alto muro (almeno 7 metri) che se demolito avrebbe bloccato su questa via i commerci verso il Piemonte. Io in quel posto ci sono stato. Si vede una traccia di sentiero che va verso il baratro. La “strada” in quel punto è stata nel tempo modificata. Quel muro non c’è più. Attentato o frana? Quelli di Cerisola erano terribili.”

COMMENTI SOCIAL –Mario Balbo: Il Bireu…da sempre luogo di perenni confini ben definiti…in una valle che di confini ne farebbe anche a meno!!!…Ricordo bene i vecchi abitanti cerisolesi degli anni 50…avevano parole e modi di dire molto più ormeaschi che garessini o liguri…

Ezio Michelis- Credo che gli ormeaschi volessero impadronirsi di Garessio e avevano iniziato l’avvicinamento da Cerixola e Erli, ma poi rinunciarono. Di questo fatto mai citato nei libri di storia rimane la parlata di Cerixola e qualche parola a Erli…

Rossana Acquarone- L’avevo letto in una delle Cronache dei Savoia, Tullio Galvagno mi aveva dato le fotocopie che riguardavano Ormea, le aveva trovate nella biblioteca a Imperia.

Era quasi 50 anni fà: ad Ormea c’erano parecchie famiglie che rifiutavano di convertirli al Cristianesimo, messi alle strette hanno scelto di andar via da Ormea, sono partiti per i monti e sono arrivati a Cerisola, non ricordo se sono stati loro a fondare il paese o se c’era già, ma non credo. Quindi è stato un atto di ribellione. Non solo parlano un dialetto ormeasco, ma ci sono anche tanti cognomi che appartengono ad Ormea e non a Garessio. Potete chiedere a Tullio se ricorda qualcosa di più.
Mario Balbo a Rossana Acquarone-  Anche a me risulta, parlando con i vecchi di Cerisola negli anni 50- Cerisola fu fondata da un gruppo di esuli ormeaschi, mandati in esilio forzato da Ormea e rifugiati a Cerisola. Ovviamente sentivo questi racconti, senza avere visto o ricercato alcun documento che accertasse tutto questo.Ma ricordo bene che erano proprio questi vecchi che negli anni 50 e 60 utilizzavano ancora molte parole tipiche del dialetto ormeasco.
Paolo Bria- Non erano, ma siamo rimasti terribili.

Rossana Acquarone a  Paolo Bria -Puoi dirlo forte, sempre su queste Cronache dei Savoia, si diceva che ad Ormea facevano un tessuto, mi pare di lana (si coltivava anche molto la canapa), ma non c’era verso, avevano dovuto obbligarlo a farlo con una legge! C’è stato il primo sciopero delle donne: avevano vietato l’uso del telaio personale a casa, ma lo avevano in tante e si tessevano tutto, dalle lenzuola al tessuto per i vestiti, camicie e sottovesti, di canapa, così non sono più andate alla filanda, l’attuale Municipio, hanno dovuto lasciargliela tutti! Ahahahah

No so, magari c’era il divieto di filare quel tessuto così bello che batteva anche quelli inglesi che erano il meglio sul mercato, ma tanto a loro non piaceva!
Paolo Bria a Rossana Acquarone – Gli abitanti di Cerisola. Sembra che ancora ora vige il diritto “prime noctis” e si condanna alla fustigazione nella pubblica piazza.

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