Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il ‘nemico’ lupo: danni e paura. 25 anni fa un branco a Vinadio. In Francia c’era un esemplare con radiocollare. Invasione tra Liguria e Piemonte


Il tempo è galantuomo, dice un antico proverbio. Chissà che non finisca per divenirlo anche per la storia del Lupo nelle Alpi.

di Franco Zunino*

È infatti noto come gli studiosi e ricercatori in genere abbiano ignorato per anni di indagare sulle vere ragioni del ritorno di quest’animale sulle Alpi – benché il suo “improvviso” arrivo sia stato, non tanto segnalato con singoli sperduti individui, quanto con interi branchi (!); cosa che avrebbe dovuto essere IL PRIMO MOTIVO DI INDAGINE, anziché, come hanno fatto studiosi e autorità (italiane ed europee), trastullarsi in inutili o almeno quasi inutili, indagini di biologia e comportamento predatorio (di fatto “scoprendo” l’acqua calda delle tante indagini sul lupo fatte ovunque nei paesi con presenza di lupi).

Infatti, non fu mai iniziata alcuna indagine conoscitiva strettamente riferita all’ultimo decennio del secolo scorso, per capire le origini di quell’improvvisa comparsa. Una cosa che avrebbe dovuto farsi consultando tutti i comandi stazioni dell’allora Corpo Forestale dello Stato, delle Polizie Provinciali e servizi di guardiania venatoria, gli allevatori, i cacciatori e loro organizzazioni, e, perché no, anche i tanti escursionisti, onde poter registrare gli ipotetici avvistamenti o segni della presenza di lupi che avrebbero dovuto giocoforza farsi e/o rinvenirsi in quel tratto di montagne a cavallo tra Liguria e Piemonte che va da Genova a Cuneo (tratto spaziale allora notoriamente privo di segnalazioni – come più volte a quell’epoca chi scrive attestò formalmente –, nonostante l’abbondanza di selvaggina – caprioli, daini e cinghiali e la presenza di armenti domestici – ma che, secondo la tesi dei suddetti studiosi, non pochi lupi lo avrebbero (evidentemente!) saltato a piè pari o attraversato di gran carriera senza farsi notare, per andarsi improvvisamente ad insediare sulle Alpi tra Francia e Piemonte con interi branchi!). Così come avrebbero dovuto, per serietà scientifica, fare una stessa indagine comparativa per lo stesso periodo, sul versante francese delle Alpi.

Tornando all’incipit di questa notizia, ecco, a distanza di 25 anni, quale notizia è giunta alla Segreteria Generale dell’AIW: «a proposito di lupi, non ricordo se ti avevo segnalato (se si, scusami per la ripetizione) di un emozionante incontro occorsomi sulle creste di confine I/F a ovest dei Bagni di Vinadio, nel corso di un giro sci-alpinistico, con un amico, a quota circa 2500 m. : fermatici sull’orlo di un valloncello (una trentina di metri di profondità) che separa il Piemonte dal territorio francese, scorgiamo una fila di sette lupi che, a non più di trecento metri in linea d’aria da noi, risalgono il ripido pendio innevato del versante opposto, in territorio appunto francese. Davanti si muoveva, mentre gli altri attendevano fermi, il capobranco, zigzagando, poi si arrestava. Quindi  gli altri si incamminavano sulle sue tracce, e , una volta raggiunto, il capo si rimetteva a salire, arrestandosi a un certo punto e guardando indietro;  a quel punto gli altri risalivano. E così via per tre o quattro volte. Infine, raggiunto l’altipiano, il branco si era allontanato. Fine anni 90 o inizio 2000.»

Ora, come non chiedersi: ma è mai possibile che individui di lupi errabondi nel nord dell’Appennino, come i suddetti studiosi e ricercatori hanno scritto e sostenuto (senza alcuna prova, ovviamente, ma solo sulla base del: lo dico io quindi è vero è dimostrato!) già sul finire degli anni ‘90 abbiano potuto formare un tale branco? O si deve credere che, appunto, in branco i lupi si siano decisamente spostati dall’Appennino per andarsi ad insediare sulle Alpi franco-piemontesi (evento migratorio anomalo mai verificatasi in alcuna parte dei paesi abitati da popolazioni di lupo)? O, come mai individui errabondi abbiano potuto poi così tanto rapidamente riprodursi e creare quei “focolai”, questi sì, dimostrati dagli studiosi? E non è strano che il suddetto avvistamento (fatto da persona nota per serietà e credibilità – che peraltro autorizza la diffusione di quella sua osservazione) sia avvenuto proprio nella zona e nel periodo in cui in Francia fu trovato il primo lupo con segni di radiocollare (notizia documentata), e quando sul versante francese delle Alpi iniziarono (ben prima che non in Italia!) esplorazioni e ricerche sulla presenza del lupo dopo le prime segnalazioni di danni alla pastorizia, fatte anche, guarda caso, proprio, e solo, sul versante francese, da parte di una equipe di documentaristi per conto della National Geographic?

La quale ricercava, e sperava di poter filmare, quello che sapeva di poter trovare!

Franco Zunino

(Segretario Generale AIW)

2/Due aereogeneratori in provincia di Savona e la Regione Liguria

Se ci voleva la prova di quanto è stato più volte scritto in merito al fatto che le tanto esaltate procedure di Via, ritenute una garanzia per la difesa dell’ambiente, siano perlopiù inutile burocrazia per consentire piuttosto al potere politico di poter sempre dire di SI con la coscienza a posto, ora ce l’abbiamo con un recente Decreto della Regione Liguria che ha stabilito che la procedura di VIA per uno dei tanti osceni progetti eolici in Provincia di Savona (due aereogeneratori) va rimodulata in quanto “con documentazione insufficiente”!

Eppure detta procedura è composta da ben 17 pagine, con tanto di schemi e precise cartografie da Google, con finanche l’itinerario stradale per il trasporto dei componenti le torri eoliche dal porto di Savona al sito di installazione: tutto per dimostrare che non vi sia nessun danno all’ambiente, alla fauna e al paesaggio. In realtà tutto un gran gioco di parole buoniste. D’altronde, ovvio: a stendere queste relazioni di VIA non sono soggetti super-partes come logica vorrebbe, ma tecnici al servizio delle ditte che devono realizzare i progetti! In pratica, la volpe messa alla guardia dei pollai! Pensare che queste procedure sono state viste come una garanzia e difesa dell’ambiente da parte del mondo ambientalista! Cornuti e mazziati dice un antico proverbio meridionale! Tornando al suddetto, dove sta il ridicolo o, meglio, la presa in giro? Eccola: nelle 17 pagine non c’è alcun riferimento all’ipotetico danno da impatto paesaggistico alla vicina (2 Km) Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia (mentre il riferimento c’è per i centri abitati, che sono alla stessa distanza e anche più!). Ma il colmo non è solo questo, è che la necessità di una revisione della suddetta Relazione di VIA viene richiesta… dopo che le due torri eoliche sono già state installate e sono in piena funzionalità!

 


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