‘Caro Trucioli.it ho impiegato pochissimo tempo e non ho avuto nessuna difficoltà anche perchè in buona parte sono storie di mare vissute di persona. Ho stampato parecchie copie per farne dono ai colleghi, a qualche amico e non penso di ricavarne un libro. Per me è stato un grande piacere rivivere quelle esperienze e poterle raccontare”. Tramandare ai posteri da fonte diretta.
GianCarlo Cerutti merita di essere iscritto in un ‘albo d’onore’ ideale dei personaggi alassini che hanno scritto importanti pagine di “storie vere di mare‘. Così sono titolati i quattro fascicoli formato 21 x 30, corredati di immagini, dati, tabelle, informazioni. Un’opera da studiosi, si direbbe, dedicata a quanti sono interessati alla nostra marineria e non solo. Testimonianze, soprattutto, di chi prima di lasciare la vita terrena ha voluto donare la sua sapienza e le sue memorie. Il suo grande ed inestimabile amore per il mondo del mare e con modestia. Senza dimenticare “Il mare e la spiaggia di Alassio”. Cristoforo Colombo e la sua vita. I quattro viaggi verso il nuovo mondo. Oppure le maree, le comete, le aurore, gli uragani, fino ai ostri giorni con l’inquinamento marino.
Nel primo fascicolo: 14 capitoli. Con l’esordio di ‘Titanic’ Grandezza e Miseria 14 aprile 1912. Tre capitoli dal ‘Porto di genova’. Ciclone da Libeccio 19 febbraio 1955. Naufragio ‘London Valour’ 9 aprile 1970. Incendio ed esplosione Hakuypch
Un dramma che si era consumato in quattro giorni quando morirono 5 dei 36 uomini dell’equipaggio, ma 18 furono salvati dal comandante Cerutti.
Maru 12 luglio 1981. Haven anatomia di un disastro 11 aprile 1991. E ancora dal Porto di genova ‘Una serie di trombe marine 31 agosto- 17 settembre 1994. Due capitoli riservati a Andrea Doria, L’affondamento 25 luglio 1956. Navi Liberty in guerra e pace. Oceani- Correnti marine e clima. La battaglia di Capo Matapan 26 marzo 1941. Le Stelle-Sole- Luna e Pianeti. La sfera celeste alle nostre latitudini.
Continua sul prossimo numero: Genova ciclone subtropicale da libeccio 1955.
2) Naufragio della ‘London Vallour’.
