Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Stellanello: cosi lo descriveva il questore Molinari. E replica di un esiliato volontario. La mia famiglia tra quelle illustri, i Laureri: magistrati, prelati, giureconsulti, medici, notai ed uffiziali


La rivista mensile era ‘Equilibrio’, aprile-maggio 1979.Anno XVII. Redazione a Genova in via Maragliano. L’articolo titolato ‘La comunità della valle di Stellanello’ recava la firma di un personaggio, il questore Arrigo Molinari, negli anni salito anche alla ribalta della cronaca nazionale e della P2 (‘mi iscrissi come infiltrato della Polizia di Stato’). Morirà per mano di un balordo mentre dormiva nell’hotel Ariston della famiglia Pallavicini di cui Molinari aveva sposato la primogenita avvocato.

Il questore Molinari che racconta Stellanello ieri e oggi. Un articolo all’epoca assai diffuso non solo per la nomea dell’autore e la diffusione che venne fatta. E quanto pare soltanto Goffredo Casalis, un abate e storico italiano ( 9 luglio 1781, Saluzzo; morto il 10 marzo 1856 a Torino),  a lui si deve il ‘Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna’;  Casalis , dicevamo, ha scritto ed approfondito la storia di Stellanello e di Andora. E infatti Molinari nel suo scritto si rifà proprio a notizie attinte dall’abate.

Si cita, ad esempio, “il villaggio di Stellanello, di cui lo stemma è descritto nel nome medesimo, che si governava secondo la norma di statuti municipali, risalenti al 1305 e scritti in lingua latina. Alle relazioni commerciali poco rilevanti il paese supplisce  con la solerzia solidale dei suoi agricoltori, la ricchezza dei frantoi delle olive che producono olio per Alassio, Laigueglia, Diano, Oneglia che, a loro volta, lo scambiano  con vino, frumento, telerie.  Sulla pubblica piazza comunale, nel borgo dei Rossi, il bancvo della Regione comprende la casa comunale, le prigioni, il macello ed un collegio istruttivo ed educativo. I ruderi dei castelli, il primo nella parrocchia  di  Santa Maria, il secondo nella parrocchia di San Gregorio, ricco di oliveti e vigneti ed appartenente al Principe  Doria Panfili, testimoniano nella Valle di Stellanello la vita feudale e rurale nei molini di grano e di olio, nella fiera del bestiame, di utensili e di strumenti agricoli. Paese dunque antichissimo, ma pure nobilissimo per le famiglie che furono certamente protagoniste: Dai Marchesi del Carretto e di Finale, ai Principi Doria Landi Panfili che assunserto il titolo di Conti di Loano. A Stellanello c’era 5 consoli, uno per parrocchia, eletti dai votanti in Parlamento, amministravano la giustizia riunendosi nel borgo dei Rossi, capoluogo e come si è detto Banco della Regione….”.

Il mensile Equilibrio ospita il numero dopo un ‘interessante lettera- testimonianza  di Silvio Laureri, cittadino che si è trasferito in Svizzera ma che ricorda  dal suo volontario esilio l’amata Patria ligure. E rimprovera il questore di non aver citato “la mia famiglia fra quelle illustri della valle. Come Le potrà confermare  don Francesco Laureri – prevosto di Laigueglia –  si possono distinguere due rami principali fra i Laureri di Stellanello:  i discendenti dell’Alfiere Frasncesco di San damianom fra i quali spicca il missionario Calasanzio don Pietro Laureri, morto in concetto di santità a Pechino nel 1867 ed i miei antenati,  di Bossano San Lorenzo, fra i quali si annoverano magistrati, prelati, giureconsulti, medici, notai ed uffiziali. Don carlo maria Laureri visse a lungo a palazzo Doria, fuori portaSan Tomaso in genova  probabilmente come cappellano od i e suo fratello Giovanni Lorenzo fu investito del feudo dell’Autino dal Principe Andrea Doria Landi. Mio bisnonno Gerolamo Laureri- insieme ai fratelli Conti di Stellanello, uno dei quali era suo cognato. acquisto nel 1854 dal principe  Don Filippo Andrea Doria Panfili, tutti i terreni e beni immobili che possedeva in territorio di Stellanello e di testico per la somma di  di circa 32 mila lire….”

LA RISPOSTA DI SILVIO LAURERI, GEOLOGO

 


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