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Savona: emergenza a Lavagnola. Senza gas, senza scarichi di acque nere e muro beffa. Paradossale storia di 50 famiglie. ‘Vanni avanti ti che a mi me vegne da rie!’ E la tenace battaglia di Ulivi


Dalla pagina Facebook di Sergio Ravera. Stato di emergenza per Lavagnola

Savona Panorama di Lavagnola nel 2009
Sergio Ravera già funzionario ella Camera di Commercio della provincia di Savona, studioso di tematiche economiche e pubblicista

Lavagnola, realtà antica di centinaia di anni. Pronunciandone il nome, istantaneamente la mente corre alla canzone di Gaber: “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra”, assumendone le peculiarità di un confronto politico. Qual è la differenza tra sinistra e destra? Cambiano i politici, non la zuppa per i poverelli: una bella minestrina è di destra, il minestrone sempre di sinistra. Dalla zuppa al pan bagnato: il cesso è qui a sinistra, il bagno è in fondo a destra.

Quartiere sorto in epoca romana, oggi collegato senza soluzione di continuità al centro di Savona, a nulla è servito dedicare ai santi protettori – già dall’anno 1000 – edifici religiosi: dalla Chiesa all’Oratorio di San Dalmazio per finire alla Cappella di San Martino. Infatti, alle sue spalle si apre l’ampia vallata del Letimbro, da cui discende il fiume di Savona, nei secoli autentica croce della comunità. Qui si racconta di piene tracimanti lungo le sponde in cui trovò morte qualche secolo addietro un sindaco.
Una Lavagnolaa se stante”, entità distante dal mare che viveva del suo lavoro, che ancora recentemente si collocava in un quadro politico assai determinato. Dal secondo dopoguerra è andata evolvendosi: dapprima dotandosi di servizi essenziali ai cittadini, quindi di nuovi palazzi. La piazza grande è rimasta nella sua dimensione, perdendo nondimeno quella funzione di aggregazione che ne aveva caratterizzato la vita secoli addietro e che ha toccato il suo culmine in questi ultimi due anni con il Covid 19: botteghe chiuse, case mal curate. E con la piazza le vie che la circondano, ad iniziare dai vecchi edifici che sporgono sul Letimbro.
Già due anni or sono il fiume aveva arrecato danni ingenti. Poi, la settimana scorsa con maggiore forza si è inoltrato nelle vie interne circondando da ogni lato le case, cui nulla è valso l’appoggiarsi l’una all’altra: asportata la condotta delle acque reflue, eliminata ogni possibilità di ricorrere al gas metano.
Oggi la sorpresa finale. Gaber stesso l’avrebbe inserita nella sua canzone. Una Lavagnola di destra o di sinistra? Certamente ammutolita da un’ordinanza sindacale (comunale) che chiede alle famiglie non tanto la sistemazione delle loro abitazioni quanto la costruzione di un muro (dalle sembianze di autentica forzatura di demanio fluviale, considerata la millenaria presenza in loco) in grado di ripararle da nuove avventure.
Una domanda? Ma quest’ultima disgrazia che si materializza per ognuna delle 50 famiglie interessate in una spesa di 6mila euro non potrebbe innanzitutto indurre Sindaco di Savona e Presidente della Regione a chiedere lo stato di emergenza?
(15.10.2021)
Rosa BrancaSembra una fake news, ma conosco la tua serietà e l’autentica forza civile che ti contraddistingue e quindi la notizia è più che vera. Poveri noi, sudditi e figli di un dio minore! Un caro saluto
Gabriele ScroccaSiamo arrivati al “fai da te”! Se non fosse che di fronte ad un simile comportamento della pubblica amministrazione viene solo da piangere se non da inorridire mi verrebbe da fare la battuta…Vanni avanti ti che a mi me vegne da rie!!
Simone Ravera- Di questo passo sarà compito dei cittadini riparare le buche nelle strade, pulire i tombini…

Roberto Ulivi (a 81 anni, pensionato, decano dei candidati Sinistra per Savona, consigliere comunale  dal 1994 al 2006 e presidente della Prima Circ.Lavagnola-Santuario …)- Tutto ben descritto Sergio. Ma pensare che il Sindaco di Savona e il Presidente della Regione in questo momento di elezioni chiedano lo stato di emergenza è una richiesta vana. Lo possono fare solo quelli che hanno a cuore le sorti di un quartiere e della città ma, non certamente loro. Personalmente (in quanto seguo la vicenda da molto tempo già dai tempi della Prima Circoscrizione) ho in visione tutta la documentazione che è datata 2019, ma l’Ordinanza ultima del 7-10-2021 non tiene conto delle osservazioni dei tecnici che difendono i cittadini -fatte in assemblea straordinaria il 4-Ottobre-2021- proprio nel merito del Demanio fluviale con la seguente dizione.

Chiesto un consulto legale, si confutava la responsabilità dei privati e coinvolgeva negli interventi gli enti stessi in quanto “opere non solo a difesa dei beni privati ma interventi diretti sul fiume a tutela del Demanio idrico” trattandosi di muro d’argine. Di fronte alla diffida del legale dei privati, Regione e Comune hanno risposto che, non si ritengono competenti nell’intervento rimandando ogni onere solo ed esclusivamente ai Privati.

La cosa allucinante però e quella che, conoscendo tutte le procedure burocratiche necessarie in termini di progettazione e inizio lavori, nella Ordinanza i termini sono 15 giorni per il ripristino delle fognature, e 30 per eliminare qualsivoglia pericolo per la privata e pubblica incolumità, in riferimento alla staticità degli edifici. Avvertenza: trascorsi inutilmente i termini indicati nel presente provvedimento senza che gli interessati abbiano ottemperato agli ordini ingiunti, si provvederà alla denuncia all’Autorità Giudiziaria e alle sanzioni previste.

Caro Sergio, Lavagnola forse non è di destra e neanche di sinistra, ma di sicuro è un quartiere dimenticato. Finisco questo post con una considerazione personale. Ciò che ho scritto denuncia ora una Amministrazione di centro- destra in carica da 5 anni. Mentre nel lontano Agosto 1993 una Amministrazione di centro- sinistra, a seguito dei danni ingenti causati dalla alluvione del 1992, con Atto di Giunta e approvazione del Consiglio Comunale deliberava di “approvare gli elenchi dei soggetti privati danneggiati dalla alluvione 1992 ,aventi diritto ad un contributo a titolo di totale o parziale risarcimento dei danni allora subiti. Questa è la differenza tra Destra e Sinistra. La parola al Ballottaggio. Roberto Ulivi

Sergio Ravera a Roberto, ho seguito personalmente l’iter della ordinanza del 2019 chiedendomi ancora oggi come un Comune abbia potuto abbandonare Lavagnola a sé stessa, limitandosi ad imporre ai residenti opere lasciate alla discrezione dei singoli privati. Con il risultato di ritrovarci 2 anni dopo in una situazione disperata. Famiglie senza gas, senza scarichi di acque nere. È demanio un’area che accoglie da centinaia di anni case private, in un contesto che vogliamo pubblico senza configurare un piano generale di servizi pubblici. Sicché anche oggi la premura di evitare grane peggiori, i privati si vedono recapitare a casa una nuova ordinanza che detta tempi di soluzione di problemi delicati che ancora una volta il Letimbro ha posto all’attenzione dell’ordinamento pubblico e della componente privata. La mia presenza stamani su Fb ha voluto ricordare che siamo di fronte ad una realtà sociale troppo a lungo dimenticata dopo averla validamente supportata nel dopoguerra. Troppa frettolosa, ripeto, l’ultima ordinanza firmata dal vicesindaco, a pochi giorni dall’insediamento di una attesa nuova giunta.
Roberto Ulivi  a Ravera –  Abbiamo vedute uguali, non avevo dubbi. Anche se sono fuori da tutto non smetterò mai di battermi per i problemi che interessano il mio quartiere dimenticato. Un caro Saluto.

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