Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettere/ Superbonus 110%, entroterra dimenticato. 2/ La Cia petizione danni dai cinghiali. 3/ Alassio park riservati a ospiti di hotel


Il presidente di Cia Liguria: Superbonus 110%. Le nuove soluzioni ipotizzate dal Governo rischiano di dimenticare l’entroterra.

Aldo Alberto presidente Cia

“ La formula attuale del superbonus 110%, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri la prossima settimana, prevede una proroga a tutto il 2023 ma solo per i condomini o abitazioni con non meno di quattro unità abitative – sottolinea Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. Questa sarebbe una discriminazione gravissima per le zone rurali della Liguria che più di altre hanno bisogno di interventi urgenti. Forse c’è chi pensa che le case uni/bi familiari siano tutte villette con piscina e spa ma non è così. Nei nostri paesi c’è invece la maggiore necessità di intervento sul patrimonio abitativo. Oltre a commettere un’evidente e ingiusta discriminazione, si rischia di accelerare un processo di abbandono dell’entroterra​ che in questi anni, grazie anche alle tante iniziative delle imprese agricole, abbiamo cercato di invertire”.

Danni da cinghiali. Al “Mercatino delle cassette vuote” 
Cia Liguria lancia la petizione per cambiare la legge regionale.
E avere rimborsi giusti e più tutela per il lavoro degli agricoltori.
Nel giorno di lancio tanta gente  allo stand ad Albenga per firmare.
Mastroianni: il mercatino delle cassette vuote non è un rischio, ma una realtà in molti comuni e territori della provincia di Savona
Gli agricoltori liguri aderenti a Cia Agricoltori italiani sono scesi in piazza. Per non lasciare campo ai cinghiali. E lanciare una raccolta firme, coinvolgendo cittadini e istituzioni, per cambiare la legge regionale.  Una petizione che è partita oggi in tutte le province negli stand del “Mercatino delle cassette vuote” dislocato ad Albenga, Bordighera,  Genova e Varese Ligure. Negli stand nessun prodotto. Perché questo è quello che rischiano gli agricoltori liguri  e i consumatori se non si limiterà il fenomeno della presenza insostenibile dei cinghiali ( e di tanti altri selvatici) sul territorio dell’entroterra così come in tante strade cittadine. E non si darà una soluzione definitiva al rimborso dei danni.
“ Nonostante le ripetute denunce non sono stati assunti provvedimenti adeguati – ha sottolineato Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. C’è bisogno di rimborsi giusti e più tutela per il lavoro degli agricoltori. Si continuano ad affrontare la problematiche  insistendo sulla gestione “venatoria” che si dimostra inadeguata ed insufficiente a governare il problema. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’attività venatoria non riesce a controllare il proliferare dei capi, con il risultato che cresce il numero dei danni che l’agricoltura subisce. Danni molto spesso riconosciuti con tempi e somme che riteniamo inaccettabili e che hanno allontanato molti danneggiati a presentare domanda di risarcimento”.
I dati parlano chiaro. Dal 2018 al 2021 le domande di rimborso sono aumentate del 40%. Ma le risorse disponibili sono rimaste le stesse: circa 300 mila euro all’anno. Risultato: la maggior parte degli agricoltori rinuncia a chiedere il rimborso dei danni che Cia Liguria stima intorno ai 5 milioni annui ( si pensi solo alla distruzione dei muretti a secco) nella nostra regione. Danni provocati in particolare dai cinghiali, senza dimenticare quelli causati da altri selvatici come caprioli, tassi, istrici, lupi. “ Il mercatino delle cassette vuote non è un rischio, ma una realtà in molti comuni e territori della provincia di Savona – spiega Mirco Mastroianni, presidente di Cia Savona -.  I danni provocati dai cinghiali e dagli altri animali selvatici hanno colpito tutte le coltivazioni: dagli aromi in vaso al fiorito, dagli alberi da frutto e i frutti agli ulivi, sino ai vigneti. La presenza di questi animali ormai nei centri abitati è il segno evidente che il fenomeno è fuori da ogni controllo e che le misure (poche e burocratiche) sinora messe in atto non sono state sufficienti  e sempre meno lo saranno in futuro. Oramai non è solo una questione  agricola, ma di Ordine e sanità pubblica. Proprio per tale motivo gli agricoltori non possono più sopportare i costi ed i danni economici senza i giusti indennizzi: i fondi si devono trovare da parte di chi legifera e vigila su tale materia”.
Le risorse regionali che si possono destinare al rimborso danni all’ agricoltura rappresentano  infatti circa il 25% dell’introito complessivo proveniente dai tesserini venatori. In sostanza su un introito di circa 1,5 milioni di Euro /anno al risarcimento dei danni vanno appunto circa 300mila €/anno.  “ Una cifra inadeguata – spiega Aldo Alberto -. La nostra proposta è di costituire un fondo dedicato che venga alimentato sia dalle risorse previste dall’ art. 42 delle Legge Regionale, raddoppiando le risorse – tratte dall’introito dei tesserini – dedicate alla prevenzione ed al risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole. E prevedendo risorse aggiuntive da trovare nel bilancio regionale”.
Cia Liguria chiede, grazie alla raccolta firme,  anche di modificare la delibera che regola il controllo degli ungulati.
In particolare che l’uso di impianti di cattura fissi ( recinti e gabbie) debba essere semplicemente comunicato, e non autorizzato, dalla Regione Liguria seguendo ovviamente le istruzioni operative fornite dall’ente stesso.
“ Occorrono procedure più snelle per far fronte all’emergenza – conclude Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. La  cronaca segnala sempre più incidenti e conferma tutti i giorni che il problema, anche dal punto di vista della sicurezza, coinvolge ogni parte del territorio. Con questa raccolta firma vogliamo portare tutti gli attori ad assumersi le proprie responsabilità”. Tante le firme oggi nei primi quattro stand che Cia Liguria ha approntato nelle diverse province.  Un’iniziativa che ha avuto la conferma del sostegno di molti amministratori pubblici locali che hanno già firmato presso gli stand e  che nelle prossime settimane ospiteranno nuove iniziative di Cia Liguria nei diversi paesi dell’entroterra a sostegno della petizione.
La petizione si può firmare anche sulla piattaforma change.org al link https://bit.ly/3jlLSRk

ALASSIO DOVE OSPITI DI HOTEL HANNO PARK RISERVATI

NELLE STRADE GIA’ CARENTI DI POSTEGGI.

Spettabile redazione di trucioli.it. Tutto la spazio ad Alassio è fonte di reddito concentrato per pochi privilegiati.
Dopo l’abbondanza di seconde case, e sarebbe curioso sapere quante ce ne sono disabitate durante l’ anno, ora Alassio ha generosamente concesso anche spazi stradali per parcheggio riservato agli ospiti stagionali degli alberghi. Un po’ dappertutto i cittadini residenti  si son trovati ancora meno spazio per parcheggiare se non a pagamento. Si stanno o si vogliono costruire nuovi garage che fuori stagione resteranno vuoti.
Così  ora in molte strade si ritrovano nuovi e tanti spazi delimitati da strisce gialle, che non si possono usare perché riservati agli alberghi CHIUSI e quindi senza ospiti . Se qualcuno dei residenti parcheggia rischia anche la multa. Dall’ economia delle case deserte, ora la novità , anche spazi deserti e parcheggi deserti. Un economia concentrata in poco spazio e in  pochi mesi dell’anno e tanta speculazione selvaggia a danno dei residenti che cercano solo tranquillità e quieto vivere essendo per la maggior parte anziani.
Forse c’è da domandarsi se non è il caso di programmare e prendere iniziative per una Alassio più bella ma anche più giusta e soprattutto più vivibile.
La domanda è perché ad un condominio no parcheggi e a un albergo di che entrambi hanno ospiti solo in stagione e i residenti devono pagare e perché gli alberghi o molti non hanno le strutture per ospitare i clienti? Oltre all’Alassino di oro credo di poter proporrei il metro d oro per Alassio perche usano o non sanno usare pesi e misure speciali quando si tratta di parcheggi .
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