Alassio stazione in galleria. Il sindaco: ‘Basta viabilità ferroviaria far west’. Ma a rischio falde idriche, le Arene Candide, le grotte di Borgio e 1 milione di mc. di detriti va a Tovo S. Giacomo
Nella seduta del Consiglio comunale del 8 aprile 2021, ad Alassio, si è parlato anche del nuovo tracciato ferroviario, con stazione in galleria. Atto secondo. Angelo Fresia di Ceriale che ha dato vita al gruppo ‘non perdiamo il treno’ ha pubblicato le ultime due puntate. La prossima sarà dedicata alle conclusioni: approfondimenti e giornalismo d’inchiesta. Fresia porta alla luce molte notizie assolutamente inedite e che la stragrande maggioranza dei cittadini savonesi ignora. Non ultimo la ‘bomba dossier’ delle discariche di detriti dei 25 km in galleria pari a 7 milioni di mc. Ecco dove sono destinati. Il sindaco di Alassio rivela: il progetto definitivo è già stato firmato da tutti i sindaci interessati.
Ma come sottovalutare, oltre alle tiepide proteste (qui non ci sono talebani della Val Susa che quando non ricorrono a violenze meritano rispetto), l’annale proposta che Assoutenti del suo presidente onorario Gianni Taboga (vedi trucioli.it… con 952 visualizzazioni), ovvero binari sotto l’attuale tracciato, senza sacrificare le stazioni centrali, anzi aggiungendo fermate al porto turistico di Loano e al S. Corona. L’unica area che si ‘salva’ è il territorio di Loano, falde acquifere escluse, ma pare non interessi più di tanto se ci si priva di un bene comune di grande importanza anche per i posteri.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI ALASSIO
Giovanni Parascosso, avvocato.
….”Appello al Consiglio, credo che tutti abbiano recepito di buon grado l’inserimento del raddoppio ferroviario da Finale ad Andora, credo sia necessario che Alassio e i comuni del comprensorio prendano contatti e istituiscano organi collegiali che facciano sentire la propria voce in merito agli impatti sul territorio. Pensavo a un ordine del giorno congiunto per costituzione commissione consigliare.
Marco Melgrati sindaco e architetto- Il progetto definitivo del raddoppio ferroviario è già stato firmato da tutti i sindaci ed è già andato tre volte al Cipe che per tre volte ha assegnato i finanziamenti ad altri progetti.
La stazione di Alassio sarebbe in galleria e avrebbe un’uscita in corrispondenza del vivaio comunale, e una alle spalle della rotonda dell’Aurelia bis. Il parcheggio che stiamo realizzando può sicuramente essere utile alla stazione stessa. Oggi però è impossibile modificare il progetto e se mai vedremo i soldi del recovery fund per poterlo realizzare non sarà possibile modificare nulla di quanto già non sia stato visto e rivisto e sottoscritto dai sindaci. Sarà già un miracolo completare il raddoppio ferroviario e fare in modo che la viabilità ferroviaria del ponente smetta di essere una viabilità da far west.
NON PERDIAMO IL TRENO
Quali saranno gli effetti sull’ambiente dello spostamento a monte della ferrovia?
È difficile prevedere con certezza se ci saranno danni all’ambiente con lo spostamento a monte della ferrovia. È impossibile stabilire come reagirà il terreno agli scavi necessari per realizzare 25 chilometri di gallerie, con la modalità del doppio-tunnel (uno per ogni binario) e di un terzo passaggio pedonale per l’uscita di sicurezza. Possiamo solo tracciare una mappa delle situazioni a rischio e chiedere alle autorità competenti di effettuare tutti gli accertamenti possibili per evitare disastri irreparabili.
Partendo da Finale Ligure, il nuovo tracciato a monte passerà a un centinaio di metri dal sito archeologico delle Arene Candide. La nuova galleria della Caprazoppa sfilerà anche a poche decine di metri dalle Grotte di Borgio Verezzi.
Procedendo verso ponente, la galleria di Loano passerà sotto il torrente Nimbalto nei pressi di via Meceti. Ci auguriamo, per gli abitanti della zona e i titolari delle attività economiche, che venga compiuta un’accurata analisi geologica per scongiurare il rischio di frane. A Borghetto Santo Spirito, i binari attraverseranno la querceta di Madonna degli Angeli e la zona dove ebbe inizio, nel 1795, la Battaglia di Loano, vinta dalle truppe francesi contro gli eserciti austro-piemontesi.
A Ceriale, la galleria passerà sotto la Riserva naturale protetta del rio Torsero, che ospita un deposito di fossili risalenti a cinque milioni di anni fa. Tra Salea e Leca, la nuova ferrovia passerà accanto all’ex vivaio forestale Isolabella. Il centro storico di Bastia sarà attraversato da due gallerie. Superato il viadotto sul torrente Arroscia, la linea ferroviaria entrerà in galleria a Lusignano. Questo versante roccioso è stato recentemente teatro (nel 1994 e nel 2010) di grandi frane, che hanno causato la chiusura della strada provinciale Albenga-Villanova per alcuni mesi, come si può vedere nella foto.
C’è poi l’enigma delle falde acquifere. In pratica, se gli scavi delle gallerie bucano una sorgente sotterranea, prosciugano i depositi d’acqua in breve tempo. In questo campo, purtroppo, i precedenti sono preoccupanti. In Toscana, la costruzione della nuova ferrovia nel Mugello ha prosciugato 81 corsi d’acqua, 37 sorgenti, una trentina di pozzi e cinque acquedotti. Diversi paesi hanno cominciato ad approvvigionarsi con le autobotti per mancanza d’acqua. La magistratura toscana ha avviato un procedimento legale per chiedere agli amministratori pubblici di risarcire un danno di 741 milioni di euro, con l’accusa di avere “sottovalutato le conseguenze idrogeologiche” del progetto.
Negli anni ’60, quando è stata realizzata la galleria dell’autostrada tra Ceriale e Borghetto Santo Spirito, lo scavo ha intercettato un’imponente falda acquifera, con una portata di centinaia di litri d’acqua al minuto, che è stata distrutta dalle perforazioni. Nello stesso periodo, la costruzione della galleria ferroviaria San Giacomo, tra Spotorno e Finale Ligure, ha prosciugato alcune sorgenti d’acqua.
Quante aziende agricole di Borghetto, Peagna, San Giorgio, Campochiesa, Salea e Leca restano in vita grazie all’acqua proveniente dalle dorsali montane? Sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari per escludere il rischio di prosciugare i pozzi?
Con questa puntata, si conclude la nostra campagna d’informazione sul progetto per lo spostamento a monte della ferrovia. Ringraziamo tutti quelli che hanno dedicato il loro tempo e la loro concentrazione per provare a capire quest’opera, di cui ormai si parla dagli anni ’70.
Tra un paio di giorni, alla solita ora, proveremo a riassumere quanto emerso nel dibattito pubblico scaturito dalla nostra iniziativa. Grazie ancora per la vostra attenzione.
Gruppo d’informazione
NON PERDIAMO IL TRENO
COMMENTI – Massimo Torri da Loano: Articolo fazioso.
Giovanni Battista Cepollina (agente immobiliare a Loano, il politico per passione che aveva anticipato ‘Loano una delle capitali della movida del ponente). E’ evidentemente l’ultimo capitolo della narrazione dei “noraddoppio”, almeno non lanciano molotov alla polizia come i notav. Anche questa ultima parte è una raccolta di ipotesi nefaste non supportate da studi seri ma, anzi, in contrasto con le autorizzazione che il progettato raddoppio ha già ottenuto. È evidente che qualcuno sarà danneggiato personalmente dall’opera con qualche esproprio o solo dalla vicinanza delle propria casa od attività alla linea personale, è l’eterna lotta tra gli interessi personali e il bene pubblico…. la sindrome di NIMBY (non nel mio giardino) scoppia ad ogni progetto di infrastruttura e questa non fa eccezione.
Ferruccio Ferrari –E tu a vedere questo PROSSIMO SICURO SCEMPIO pensi di trarne qualche beneficio? Ma renditi conto, invece, di quanto solo esclusivo interesse di alcuni a discapito della popolazione sarà costruire una ASSURDITÀ del genere dai!!!!
Cepollina: Come detto vivo in una cittadina che è letteralmente tagliata in due da una linea vecchia di un secolo e mezzo, subisco quotidianamente 7 passaggi a livello e prego che non ci sia una emergenza che richieda i vvff quando i passaggi a livello sono chiusi perché c’è un unico sottopassaggio che permette il transito delle ambulanze ma non di mezzi più grandi.
Ferrari:A Loano possono realizzare dei sottopassaggi o dei ponti sopraelevati. È così difficile?
Giampaolo Ponteprimo: “Questa sindrome di Nimby la usa come cavallo di battaglia per chi la pensa diversamente? Io non ho interessi personali, anzi, casa mia forse varrebbe decine di migliaia di euro di più, ma penso ai miei concittadini, al territorio. Strano vero? Immagino che anche Lei non abbia interessi personali nella sua campagna pro spostamento… Sicuramente non lavora nel settore immobiliare. Lo fa solo per il bene di Loano.
Angelo Fresia:A me, in questo esatto momento, il doppio binario costiero di Ceriale (perchè da Albenga a Loano c’è già il doppio binario) passa a 4 metri dal negozio. Quattro metri. Se fossi affetto dalla sindrome di NIMBY, vorrei che la ferrovia venisse spostata, perchè oggettivamente mi dà un pò fastidio. Ma invece sei tu che vorresti spostare la ferrovia perchè passa in mezzo a Loano e ti dà fastidio. NIMBY: Not In My Back Yard. Che significa: “Non nel mio cortile sul retro” (riferito a un’opera pubblica che dà fastidio). Esattamente quello che chiedi tu.
Luigi Rossi: Signori roba da chiodi grazie allo spostamento a monte della ferrovia so potrà avere una delle più belle piste ciclabili d’Europa. Venite a vedere fra Varazze ed Arenzano !
Domenico Bogliolo (da Alassio): Angelo approfitto delle tue conoscenze per soddisfare una mia curiosità. Dopo la stazione di Bastia ,in direzione Alassio , è previsto un ponte sull’Arroscia e poi entrerebbe in galleria. Ma,o sservando il tracciato nel tuo post precedente , dovrebbe anche attraversare la provinciale Albenga-Villanova e se passa dove è segnato vi sono dei capannoni ( ad esempio Isolica) .
Cosa pensi che faranno pur considerando che la Ferrovia è una potenza e passa sopra tutto?
Mario Lotito: A leggere questo articolo è una catastrofe con distruzione di reperti storici a cui poche persone sono a conoscenza.Vorrei ricordare che quasi tutte le città quando scavano tunnel per le varie metropolitane si trovano di fronte a difficoltà ma si superano oggi abbiamo macchine e tecnici all’avanguardia milano poggia su un cuscino d’acqua eppure siamo arrivati a sei linee per decine di km il progresso non si può fermare e ovvio che non tutti sono contenti di questa soluzione ma non si può impiegare dalle 4 alle 7 ore per fare 200 km (Ceriale- Milano) con relativi costi di benzina e autostrade. Puntare su una ferrovia efficiente e il futuro non si può più pensare di continuare a ad incrementare percorsi su gomma con disastri ambientali e inquinamento alle stelle.
PUNTATA DEL 30 APRILE –
Dove finiranno i 7 milioni di metri cubi di detriti estratti dalle gallerie dello spostamento a monte?
Con lo spostamento a monte della ferrovia, la costruzione delle nuove gallerie (25 chilometri, a doppia canna) porterà in superficie 7 milioni di metri cubi di detriti. Per semplificare la comprensione: pensate a un quadrato con un lato di due chilometri e mezzo, sul quale posare uno strato di terra e pietre, alto un metro. Oppure pensate a un quadrato più piccolo, con un lato di 850 metri, ma con un altezza di 10 metri. Questa è la dimensione del materiale che verrà estratto dai tunnel.
Ovviamente in Liguria non esistono aree libere così ampie da destinare allo stoccaggio del materiale di risulta. Sono stati preparati diversi piani delle discariche per affrontare questa fase dei lavori. Due progetti di smaltimento hanno raggiunto una fase avanzata a livello amministrativo e adesso andremo a analizzarli.
Entrambe le ipotesi hanno una parte comune. Mezzo milione di metri cubi di detriti sarà utilizzato per alzare di dieci metri l’area di cinque ettari dove sorgerà la stazione di Bastia d’Albenga (nella foto sopra, la ricostruzione dall’alto dell’ingegnere Paolo Forzano). Questo innalzamento della quota sarà necessario per evitare una brusca discesa dei binari, che limiterebbe ulteriormente la velocità dei treni. Un volume simile (circa 500 mila metri cubi) sarà distribuito sulla nuova linea ferroviaria per realizzare il terrapieno su cui poggeranno le rotaie in superficie. Un milione di metri cubi sarà stoccato in discarica a Tovo San Giacomo.
Per gli altri cinque milioni di metri cubi, i due progetti principali danno destinazioni differenti.
Secondo la prima ipotesi, più “concentrata” dal punto di vista geografico, il materiale di risulta dovrà essere depositato su altopiano di circa 50 ettari, da coprire con un’altezza media di 10 metri, compreso tra Enesi (la zona di Albenga dove c’è il canile) e località Ciappe a Villanova, sulla sponda orografica sinistra del torrente Arroscia, in corrispondenza dell’aeroporto Panero.
In base alla seconda opzione, promossa dall’ex Comunità montana, questi 5 milioni di metri cubi sarebbero invece da smaltire in una serie di vallette secondarie, affluenti dell’Arroscia, considerate idonee dal punto di vista geologico e idraulico.
Nessuno studio ha previsto come smaltire il materiale proveniente dal terzo tunnel (quello pedonale di sicurezza, da realizzare in mezzo alle due principali) perché si tratta di un obbligo di legge emerso solo recentemente.
Sinceramente non siamo in grado di valutare quanto questa galleria aggiuntiva possa incidere sul volume complessivo dello “smarino”, il materiale provenienti dagli scavi.
C’è infine un’ipotesi affascinante, sulla quale bisogna evitare sia facili entusiasmi sia bocciature a priori. Qualcuno propone di usare il materiale di risulta per opere di difesa dell’arenile, in particolare moli e dighe soffolte. Noi crediamo che questa eventualità sia praticabile, ma che si debba analizzare le rocce prima di buttarle in mare, per evitare inquinamento e danni al turismo. Questa scelta non deve diventare solo un modo per risparmiare sui costi di discarica.
Usare la terra per opere di ripascimento ci sembra invece più complicato. La terra delle nostre colline ha una consistenza diversa rispetto alla sabbia dei giacimenti marini, usata abitualmente per le opere di ripristino delle spiagge. In passato, i comuni hanno negato l’autorizzazione a riutilizzare il materiale, proveniente dagli scavi, per rinforzare l’arenile. Ci vengono in mente solo rarissime eccezioni, tra cui l’operazione edilizia T1 di Ceriale, a pochi metri dal mare, dove oggettivamente il materiale estratto era molto simile alla sabbia.
COMMENTI –Davide Michelini:Bravo Angelo, aspetto molto importante e fondamentale la gestione delle risulte di scavo. Gestione
che pone gravi problemi ambientali. Grazie per il tuo grande lavoro di approfondimento sulle varie tematiche di questo progetto. Quindi la Frazione di Bastia d’ Albenga verrebbe completamente ” invasa ” dalla ferrovia e dalla sua mega stazione con tutte le opere annesse, terrapieno, strade di collegamento, discariche ecc….un disastro ambientale e paesaggistico…. Difficile persino immaginare, lo scempio che si andrebbe a creare …. Perché tutto ciò’….??? A che pro….???
Sebastiano Serra: Senza contare che poi bisogna vedere scavando che tipo di roccia salta fuori, se ad esempio si trova roccia amiantifera o peggio ancora radioattiva. Ricordo che a Pietra Ligure anni fa si tentò di estrarre uranio dalla roccia. Esiste ancora il foro pilota scavato nella roccia di porfiroide. Molti pietresi non lo sanno neanche che le rocce del loro territorio contengono minerali di uranio e le rocce uranifere dove finiranno…?
Davide Michelini:Stanno emergendo aspetti di questo anacronistico progetto davvero sconcertanti. I pesanti danni all’ ambiente, al territorio e all’ ambiente saranno davvero insostenibili per la nostra provincia. Con tragiche ricadute negative su tutta l’ economia. Dal turismo, all’ agricoltura, al commercio. Singolare e anacronistico anche che da oltre 20 anni non si informino i cittadini e le categorie economiche sui molteplici aspetti e le caratteristiche di quest’ opera colossale, così costosa e impattante.
Perché non c’ è stata informazione? Scusate ho ripetuto ambiente, ma volevo dire danni al paesaggio. Le cattedrali nel deserto di Ventimiglia ( Parco Roja ), Stazione di Arma di Taggia, Stazioni di Diano San Pietro e Andora mountain insegnano…La Democrazia presuppone informazione libera e pluralista, coinvolgimento dei cittadini sulle scelte strategiche che cambieranno per sempre la conformazione ambientale, paesaggistica di un territorio. Nonché la sua economia, la mobilità futura, gli aspetti sociali mai considerati. Siamo un paese senza memoria che non impara mai dai gravi errori commessi in passato. Povera Liguria e Povera Italia.
Franco Stalla: Le opere connesse per la viabilità sono a carico dei comuni come le navette di collegamento.
Michelini:le navette di collegamento in provincia di Imperia, 20 anni dopo….le stanno ancora aspettando….intanto cittadini e turisti hanno smesso di prendere il treno….
Marco Macchi:Io vi dico che avere spostato la ferrovia a monte nel ponente ha portato alla nascita della più bella pista ciclabile d’Italia, e quando sarà pronta a fine anno la tratta Imperia San Lorenzo sarà meravigliosa. Io per 5 anni ho viaggiato tra Sanremo ed Imperia, e conosco ogni passaggio, ogni angolo, e anelo di potermelo gustare con tutta calma in bici o a piedi. Senza contare il tempo perso in incroci, che una volta calcolammo (noi studenti) in una settimana all’anno! Se vorremo smettere di essere il Far-west il raddoppio e ineludibile. La lotta deve essere fatta sui collegamenti, e qui i cittadini si devono far sentire, eccome! Che non capiti come a Diano, che hanno scoperto solo un anno prima il fatto che per arrivare alla nuova stazione non avrebbero neanche potuto passare gli autobus!
Cosimo Luppino:Possibile che nessuno si muova per tirare o far tirare fuori i tre progetti esistenti (Due con raddoppio nell’attuale tracciato) per condurre insieme alla popolazione interessata la dovuta analisi costi-benefici che i piu’ semplici e seri trattati di politica, economia, diritto e scienza dell’amministrazione prevedono? Ma cosa mi induce a perdere tempo ad esprimere il mio pensiero? Si prepari un esposto da inviare alle magistrature, compresa quella contabile, e alle c.d. forze politiche che falsamente si dichiarano democratiche, partecipative, di alta moralita’ e quant’altro per inchiodarle sulle loro responsabilita’ e far perdere loro la faccia!
Ivano Rozzi: Non stiamo vivendo attualmente in uno Stato ma in una confederazione di interessi e poteri e il tappo sta saltando. Ovviamente noi siamo tra i primi a sentirne gli effetti perchè abbiamo delegato la politica non più a chi la sa per conto dei cittadini ma a chi la fa per se stesso e per gli amici , in un mix di ambizione reciproca che annulla ogni limite e spegne ogni sentinella.
NOTA DI TRUCIOLI.IT- In uno dei precedenti articoli sulla Ferrovia a monte un lettore Matteo C. (indirizzo mail) ci scriveva, chiedendo di non apparire ed al quale abbiamo risposto direttamente per mail:…”Ma perchè state perdendo tempo in una battaglia che vi vede perdenti e siete gli unici giornalisti (?) a farlo, ignorate che è già tutto deciso; siete poco più di quattro gatti, avete poche centinaia di lettori. Ignoro perchè il giornalista Angelo Fresia, ora imprenditore (così ho letto sul Secolo XIX a firma di Luca Rebagliati) e il piuttosto rimbambito Luciano Corrado (ho letto su un social di Borghetto che vendeva i giornali nella stazione di Loano, altro che giornalista !) vogliono mettersi in mostra sapendo di non contare nulla. Se si vuole fare un’informazione efficace e popolare bisogna avere l’intelligenza di capire che oggi l’unico veicolo formidabile quanto a numero di lettori, oltre 200 mila e quanto ad autorevolezza, è Ivg.it. Per affrontare una giusta causa per cui vi battete rivolgetevi alle persone giuste altrimenti continuerete ad illudere…”