Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Albissola si ‘arricchisce’ con il Vino di Jorn. Le uve di Acquetico, da Vado Ligure la botte, alla casa museo con 300 bottiglie di Ormeasco ‘ambasciatore’


Eccolo il ‘Vino di Jorn’. Una storia straordinaria e unica da prima pagina. Una piccola squadra di volontari (Associazione Amici di Casa Jorn) ha realizzato quello che era “il loro sogno’. Un progetto, a piccoli passi, sfociato in un’eccellenza che unisce ed esalta la tradizione di Albissola Marina, il territorio, con la partnership di due aziende. La Tenuta Maffone di Acquetico (frazione di Pieve di Teco) con le sue uve più pregiate; la Clayver,  di Vado Ligure, artefice di un brevetto innovativo per il vino. Una botte ( gres) in ceramica per la vinificazione, l’affinamento e invecchiamento. Leggi anche della mostra Leonin alla galleria Signori.

Siamo di fronte ad “un’opera d’arte contemporanea”.  Felice e promettente epilogo della “Cantina Jorn – Limited Edition 2019”: 300 bottiglie (Ormeasco Superiore) numerate e confezionate con la stessa celebre etichetta creata da Asger Jorn. La presentazione ufficiale è avvenuta sabato 14 Novembre, alle 17.00. Con lo strumento della modalità virtuale (in tempi di virus), affidato alla pagina Facebook di Casa Museo Jorn. Nel comunicato si ricorda la passione che l’artista danese nutriva per il vino. “Sappiamo che Jorn, con un po’ di ironia, creò la sua cantina personale, realizzando il vino grazie all’aiuto del suo amico  e custode Berto e della moglie di quest’ultimo, Teresa”.

Questa storia è stata rinnovata e riportata ai giorni nostri grazie, appunto, all’Associazione Amici di Casa Jorn’. I primi risultati raggiunti in sinergia con la Tenuta Maffone e Clayver.Un’operazione culturale di fundraising e marketing territoriale a sostegno di un museo del territorio. Il ricavato dalla vendita delle pregiate bottiglie andrà infatti a sostenere progetti di valorizzazione e conservazione di Casa Museo Jorn.  È possibile acquistare le bottiglie della Cantina Jorn contattando l’Associazione Amici di Casa Jorn”.

Stella Cattaneo presidente dellAssociazione Amici di Casa Jorn

E’ un capitolo storico quello realizzato dall’associazione Amici di Casa Jorn. La presidente del sodalizio Stella Cattaneo, nella diretta, ha presentato gli artefici che hanno collaborato al traguardo che va oltre le ‘mura’ cittadine. “Catalizzatori di energie presenti ad Albissola e nel territorio”. Hanno preso la parola il vice sindaco di Albissola Marina, Nicoletta Negro, Maurizio Gasco della Clayver Srl (sede a Vado Ligure), Luca Bocchicchio, PhD, primo presidente dell’Associazione ora direttore scientifico del MuDA ( Museo Diffuso di Albissola Marina), Jacopo Fanciulli, ex presidente, consulente Marketing e Comunicazione per il mondo dell’Enologia e della Gastronomia, Sommelier e Degustatore Ufficiale; Eliana Maffone che con il marito Bruno sono viticoltori e produttori dell’omonima e affermata azienda dell’Alta valle Arroscia.

Eliana Maffone dell’omonima azienda vitivinicola di Acquetico
Jacopo Fanciulli dell’ Italian Wine Academy

E’ Fanciulli ad approfondire il “percorso – miracolo’ delle 300 bottiglie del Vino Jorn di Ormeasco Superiore. “Il mio compito è stato quello  di garantire  un prodotto finale di qualità eccellente. Una volta nella botte in gres,  controllavo ogni dieci giorni, assaggiavo, proteggevo da eventuali  ossidazioni. Questo è un vino senza alcun additivo chimico e, unico intervento  mescolarlo  con l’uso di una cannella. Il Vino Jorn conservato prima in una botte di legno, poi un anno e mezzo nella botte di ceramica della Clayver . Non ho dubbi a classificarlo vino unico e una produzione limitatissima; con una botte di 250 litri si possono ricavare solo 300 bottiglie”. Sigillate con ceralacca.

E’ un gran vino da collezione, per collezionisti, intenditori, che non si trova in nessun altro posto al mondo. Un volano di alta qualità. Che oggi arricchisce la culla di un museo all’aria aperta.

Fanciulli ha spiegato che chi compra le bottiglie Jorn deve berle  entro 3 o 4 anni, al loro top. Con 5 anni è ancora bevibile, anche se inizia a perdere le sue caratteristiche peculiari. Fanciulli che  non è più albissolese,  opera con successo nell’ Italian Wine Academy

L’Ormeasco, è risaputo, non è un rosso qualunque, della famiglia del Dolcetto e Barbera  ma con un produzione Doc assai più limitata sul mercato dei vini ed un territorio che si staglia nel ponente ligure.

Nicoletta Negro vice sindaco di Albissola

E col ‘progetto Vino di Jorn’, ha spiegato la vice sindaca Negro, significa dare “l’importanza che merita, aiutare un piccolo museo proiettato in un contesto nazionale. Personalmente ho iniziato l’avventura di pubblico amministratore nel 2014, con un restauro di ‘casa Jorn’ che si è protrattosi un decennio e ne valeva la pena per la ricchezza  di opere in ceramica all’aperto. E’ stata significativa la spinta di Bocchicchio, primo presidente  e direttore del MuDA.  Strategica direi la collaborazione  con l’Università di Genova a restauro avvenuto”.

Hanno iniziato  con piccoli progetti fino ad arrivare  al vino “mettendo insieme  la tradizione di quello che Albissola può dare in termini di cultura, con la qualificata partnership di MaffoneClayver.  Museo – ha concluso Nicoletta Negro –  che continua ad essere energia pulsante anche se chiuso causa Covid”.

C’è pure un ‘legame storico’ storico hanno spiegato durante la presentazione. Jorn aveva un rapporto molto stretto con Piero Simondo, artista e pittore internazionale, nativo di Cosio D’Arroscia (è morto due settimane fa vedi articolo- ricordo di trucioli.it………) dove è nata l’ Internazionale Situazionista, probabilmente il gruppo d’avanguardia artistico-politica più influente del secondo Novecento.  In quella occasione, Piero e gli amici bevevano vino cosiese,  ‘prototipico’ dell’Ormeasco.

Luca Bocchicchio direttore scientifico del MuDA

Bocchicchio, ideatore del progetto ‘Vino Jorn‘, tra storia artistica ed umana. Ora alle prese con la cantina – dispensa che fu dell’artista danese, il cui patrimonio artistico e culturale viene curato da una  fondazione creata ad hoc in Danimarca. Jorn che nel ’36 soggiornava in Costa Azzurra, nel ’56 si trasferisce nella casa di campagna di Albissola.  “Amava la cucina , il vino delle Langhe, beveva pure Barolo, ma era arrivato a produrre anche il suo vino, rosso da tavola, con uve del suo giardino e la collaborazione del suo tuttofare Berto“.

L’idea associativa del ‘Vino Jorn‘ è nata nell’autunno 2017, con l’inizio della collaborazione di Jacopo Fanciulli; oltre ad essere un enologo professionista, è esperto in comunicazione e sapiente comunicatore.

Maurizio Gasco amministratore unico della Clayver di Vado L.

Ma con il ‘caster’ di Maurizio Gasco si è raggiunta la vera eccellenza. Gasco ha illustrato il percorso tutt’altro che semplice ed improvvisato. La realizzazione di un contenitore in ceramica capace di microporosità  è importante per l’affinamento del contenuto (vino). Si sono analizzati  tutti i materiali presenti sul mercato. E si è arrivati alla conclusione che il ‘grès’ fosse il materiale più idoneo. Siamo nel 2015 per l’azienda di Vado Ligure. Poi accorreva realizzare la forma migliore della botte.  Non solo designer, si è pensato ad una sfera che doveva restare in un metro di diametro. Nulla è stato casuale ma frutto di ingegno e dedizione.

Un abbinamento con l’aria che si respirava ad Albissola ai tempi di Jorn. La ceramica  non è solo materiale antico, ora destinato al futuro. Non è solo terracotta, siamo al ‘grès’.  Innovazione dunque anche per il mondo dell’arte. Così la nuova botte in ceramica  chiusa in cantina per 2 anni. Il monitoraggio di Fanciulli, le sue sensazioni gustative, attraverso un percorso quasi  didattico.  Un ‘progetto da esportare’ e si è già avuto modo di condividere con Faenza e Caserta.  E  un altro pregio: nulla di lucroso nella vendita delle bottiglie Jorn (morto nel 1973). Il ricavato solo a scopi benefici portati avanti dall’Associazione ‘ Amici di Casa Jorn’. Con la preziosa e professionale collaborazione tecnica di Silvia Basso al web.

L.Cor.

LA MOSTRA DI LEONIN

Alessandro Signori comunica l’apertura della mostra Leonin, opere di Carlo Leone Gallo.
La sede presso la SIGNORI ARTE, Corso Bigliati 88 Albissola Marina (SV); libera – e gradita – la partecipazione. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 dicembre 2020. Catalogo disponibile in galleria. Rispettando le norme tutt’ora in vigore non è prevista inaugurazione, la mostra sarà visitabile negli orari sotto indicati:
Lunedì 16.00/19.30 dal martedì al sabato 10.00/12.30 – 16.00/19.30 domenica su appuntamento.
CARLO LEONE GALLO (Cairo Montenotte, 20 febbraio 1875- 13 gennaio 1960) frequentò da giovanissimo lo studio di Lazzaro De Maestri (pittore, Savona 1840- 1910) Il quale lo aiutò ad entrare all’accademia Albertina di Torino. Nel 1898 espose alla Quadriennale di Torino, nel 1905 a Brera, Milano, e in seguito fu invitato in varie mostre, personali e collettive in tutta italia. Notevole fu la produzione di ritratti che dipinse su commissione per famiglie italiane emigrate nell’America del Sud. Incarnò lo stereotipo dell’artista di provincia, isolato, che rifugge le luci della ribalta e la vita delle rassegne nazionali e internazionali che dagli anni ’50, grazie ad Albissola, investirono la provincia di Savona. Sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private sia in Europa che nelle Americhe.

Colori su tavola che furono – Ho avuto il piacere di acquisire queste nove opere su tavola dagli eredi del committente, che incaricò l’artista tra il 1941 e il 1948 di dipingergli una serie di vedute su Savona e provincia. Le opere sono contraddistinte da una pittura attenta alla natura, che attraverso il colore e la luce comunica fascino e suggestione. Cavalletto a tracolla e pennelli lisi nella sacca, Leonin parte per dipingere an plan air ciò che lo circonda. Le sue opere, poesie realizzate col pennello, suscitano molte sensazioni in chi si sofferma ad osservarle.
Se socchiudo gli occhi immagino quel vecchietto (ritto sull’attenti come lo ritrasse Peluzzi) dai malinconici occhi azzurri nel suo piccolo studio, vicino ad una vecchia stufa a legno, a rifinire le opere precedentemente imbastite al chiaro di una fioca luce gialla. E in un attimo sono immerso in un’altra dimensione, fatta di piccole case e piccole persone che abitavano un mondo a noi ormai sconosciuto.


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto