Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona, i portoghesi assaltano il treno
In stazione biglietteria ‘maleducata’
Vergognoso ‘disservizio’ di un impiegato


Savona, l’assalto dei senza biglietto: in 80 sul treno regionale per Ventimiglia senza titolo di viaggio. A causare il clamoroso ritardo nel Regionale delle 8:28, da Albenga per Ventimiglia, non è stato un sovraffollamento di passeggeri ma un vero e proprio esercito di “scrocconi” senza biglietto.

di Alesben B.

Trenitalia intende fare chiarezza in risposta alla comunicazione di un lettore. Oggi scriveva il pendolare: “Si chiudono tutte le porte e la capotreno fa scendere un centinaio di persone dal fondo del treno; si riparte alle ore 9,06” .

Risponde Trenitalia: “Per la precisione si trattava di 80 persone, tutte senza biglietto. Il transito del treno è stato regolare e senza intoppi fino a Savona e tutto sarebbe potuto procedere normalmente fino a destinazione. Se non fosse che alla stazione di Savona sono salite tutte insieme ben 80 persone tutte prive di biglietto, che cercavano di viaggiare gratis. Ovviamente tra l’allarme dato dai controllori, le procedure di identificazione e lo sbarco dal convoglio ferroviario i tempi si sono dilungati. Il ritardo in questo caso non è imputabile alle ferrovie ma ai “furbetti” che cercano di viaggiare a scrocco“.

In risposta a  Trenitalia.  Non sono salite gratis per fare i così detti “furbetti”. Il giorno prima sono stato in stazione con mia figlia per chiedere informazioni sulla tratta Savona, Milano, Zurigo, St. Polten, …….. L’ufficio informazioni non esiste più o per lo meno è stato soppiattato. Dietro ad uno sportello c’era un addetto, piuttosto corpulento, che occhieggiava fuori  ed eseguiva dei calcoli a mano nonostante avesse davanti a se una calcolatrice; alla richiesta di informazioni, con la parola: “scusi mi…”prontamente espone un cartello con la scritta “chiuso” ed accompagna, il tutto, con le parole “se vuole un biglietto, li accanto c’è una biglietteria automatica..”. Diverse persone in attesa prontamente si sono avvicinate alla biglietteria automatica sulla quale spiccava una altro avviso “la macchina non da il resto” ed uno successivo “no biglietti lunghe tratte”. Una signora rimasta esterrefatta si rivolge all’addetto e dice: “devo andare a Milano, dove compro il biglietto ?” L’addetto senza scomporsi risponde: “vada in una agenzia !” Che bravo fa l’interesse delle Ferrovie dello Stato, e purtroppo come lui ce ne sono un “esercito” che fanno così. Ah dimenticavo erano le 14 del pomeriggio. Le agenzie aprono i battenti alle 16 – 16.30, il treno per Milano partiva per le 14.35 IC, l’unica era fare il titolo di viaggio in treno, sempre che si possa salire perché occorre la prenotazione obbligatoria. Ecco come Trenitalia riesce a “far cassa” al tempo del Covid-19.

Per evitare l’effetto “Carri Bestiame” ieri il presidente della Regione Liguria ha consentito sui treni regionali e sugli autobus extraurbani la ripresa “a pieno carico”, togliendo quindi l’obbligo di distanziamento fisico per i posti a sedere”. L’ordinanza emessa vale solo per la Regione Liguria ed è un grande pasticcio perché non vale sui bus urbani, sui treni interregionali, gli Intercity e le Frecce provenienti da altre regioni,  quindi ci sarà chi viaggia ammassato e chi no, e laddove si viaggerà ammassati questo comporterà un rischio per lavoratori e passeggeri.

Un esempio significativo è quello riportato dalla Stampa,  accaduto domenica 29 giugno, durante il viaggio di ritorno con il treno che dalla Liguria e dal mare doveva portare tantissime persone a casa, a Torino. Teresa, 40 anni, due figli, si è trovata al centro di un vero e proprio incubo: «Assembramenti di ogni genere, calca, risse, un tizio ubriaco che ad un certo punto ha addirittura provato a darsi fuoco alle bende che gli proteggevano un braccio. Insomma, un viaggio allucinante».

<<Stazione di Finale Ligure, il treno è quello in partenza alle 18,29 che già a quell’ora, però, porta come indicazione più di 30 minuti di ritardo. Il motivo sarebbe legato ad un problema – una rissa tra tre giovani – alla stazione di Albenga, che ha bloccato un treno (la sua partenza era prevista per le 17, ma è avvenuta alle 19,22) facendo di conseguenza slittare tutti gli altri. E infatti alle 19,06 inizia quello che per centinaia di viaggiatori si trasforma in un vero e proprio incubo. Ci siamo resi conto che la situazione era complicata a giudicare dalla presenza di persone sul treno – racconta sempre Teresa – . Ad un certo punto è salita una marea di persone, tutti che spingevano, alcuni avevano la mascherina, altri no. Io ero con una mia amica e i rispettivi figli. Il treno non si decideva a partire».

Poi il caos. «Gente che spingeva, urlava. E quel tizio che poi ha tentato di darsi fuoco alle bende. Personale di Trenitalia? Può darsi che ci fosse, ma in quella confusione noi non abbiamo visto nessuno». Fs, nel frattempo, a Savona ha dovuto mettere a disposizione due pullman sostitutivi.

Quindi, tutti giù dal treno. Si sale su due pullman sostitutivi. «Alle 21 siamo partiti con il pullman da Savona, l’autista aspettava che si riempisse prima di partire e le distanze sociali non sono nemmeno state fatte rispettare». Sempre Teresa racconta: «Il pullman era pieno, è stato un viaggio da incubo». L’arrivo a Porta Nuova intorno a mezzanotte. «Eravamo stravolti, i bambini erano stanchissimi. Dovevamo arrivare alle 21,10 e siamo giunti a destinazione quasi 3 ore dopo».

La Regione Liguria ha richiesto a Trenitalia il ripristino del 100% dei treni,  e che venissero potenziati i collegamenti tra la regione con Milano e Torino. Da allora tutto tace. Forse il Pd ligure dimentica che il ministero dei Trasporti, maggiore azionista di Trenitalia, è gestito da una rappresentante del loro partito, Paola De Micheli”.

“In conclusione – precisa l’assessore ai Trasporti Berrino  – visto che l’alternativa era che i passeggeri restassero sulle banchine, non abbiamo avuto altra opzione che eliminare il distanziamento sociale, ovviamente con il parere favorevole di Alisa” “Mi domando poi perché – di fronte a una scelta del tutto analoga effettuata dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini non ci sia stata una analoga levata di scudi, soprattutto in una regione che, in termini percentuali, ha molto meno treni rispetto alla Liguria”.

Il ricorso a misure regionali senza coordinamento nazionale «è la prova concreta di come certe norme debbano avere una loro omogeneità che vada al di sopra delle differenze tra regioni e tra province. È anche dimostrazione dell’assenza del governo che fa del MIT un paravento su temi che vengono sollecitati ormai da troppo tempo: le Regioni sono state lasciate sole e si sono dovute arrangiare creando, loro malgrado, situazioni di disparità come quella dei treni che possono partire pieni dalla Liguria, ma non dal Piemonte o dalla Lombardia. Sulla questione i Presidenti delle regioni limitrofe e della Liguria si sono confrontati per superare l’impasse che crea differenziazioni che non dovrebbero esserci tra regioni confinanti di Piemonte ed Emilia Romagna, senza dimenticare la Toscana e la Lombardia.

E non solo Liguria: Ogni giorno sui treni regionali che percorrono la tratta Roma-Napoli, migliaia di persone si ammassano l’una accanto all’altra senza quasi nemmeno lo spazio per respirare, e affrontano un viaggio in condizioni pietose.

Quella che prima era rabbia e sdegno, adesso, si è trasformata in mesta rassegnazione; i treni regionali sono troppo esigui per il loro bacino di utenza e se s’intende viaggiare in maniera dignitosa, bisogna pagare più del doppio. Condizioni di viaggio che rasentano l’indecenza, treni sporchi, ritardi, nessun posto a sedere e si fatica a salire anche stando in piedi

 

“Garantire al paese un’offerta di servizi di qualità in grado di soddisfare, in ambito nazionale ed europeo, le esigenze di mobilità dei viaggiatori e il trasporto delle merci; rendere sempre più moderna e funzionale la struttura industriale e indirizzare l’azienda verso obiettivi di sviluppo tecnologico e di fatturato a costi efficienti; lavorare per competere, con lealtà e professionalità.” Questa la missione della società.

Probabilmente è arrivato il momento per Trenitalia di pensare un po’ meno ai costi e di più alle esigenze dei consumatori e alla qualità del servizio. E non si tratta di migliorare le condizioni di viaggio sui treni dell’alta velocità, dovuta soprattutto all’entrata nel mercato del nuovo competitore NTV, ma di migliorare la fruizione del servizio nelle tratte regionali dove, chi non può permettersi un prezzo elevato, è costretto a viaggiare in condizioni adatte, al massimo, al trasporto animali.

 

Alesben B.


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