Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Liguria e Piemonte, il serbatoio elettorale
autotrasporto ed edilizia confermano
E sulla Sanità concordo con l’avv. Scosceria


Ottima descrizione quella fatta nell’articolo a firma Ajassa & Zucchelli: nemmeno a farlo apposta, dalla A alla Z, sono stati messi in luce molti dei problemi che affliggono i trasporti e fanno venir meno soluzioni alle esigenze di mobilità dei Cittadini.

di Roberto Borri

Si è fatto un gran parlare delle autostrade, dei colli di bottiglia che su queste, assoggettate a lavori di manutenzione la cui straordinarietà getta non pochi sospetti sul rispetto della regola d’arte in fase di costruzione, ma nessuno ha pensato di incrementare l’offerta di posti * kilometro in treno, stante il sottoutilizzo delle linee.

Purtroppo, i politici hanno nell’autotrasporto e nel mondo dell’edilizia un grosso serbatoio elettorale ed ecco che in Piemonte si tergiversa sulle riaperture al traffico delle linee sospese ed in Liguria si fa di tutto per allontanare il treno dalle persone, con gli infausti risultati sotto gli occhi di tutti. Va da sé che, con il selvaggio snellimento della rete (come segnalato, sono state declassate a fermata anche stazioni come Albissola e Varazze!) viene meno la possibilità di circolazioni eterotachiche, grazie alle quali è possibile offrire ai Signori Viaggiatori il servizio adatto alle loro esigenze e, grazie ad un adeguato sistema di coincidenze e comporti, la possibilità di viaggiare combinando le varie categorie. Non merita commento il senso di degrado derivante da binari asportati ed aree abbandonate, aree sulle quali sono già puntati occhi di esseri dall’artiglio facile. Inoltre, quanto al degrado, pienamente condivisibile l’osservazione del Signor Capo Stazione di Loano.
Tutto questo non fa altro che allontanare l’utenza e crea un alibi per la costruzione di linee ad alta velocità, le quali, seppur necessarie per coprire lunghe e lunghissime distanze, sono adoperate, impropriamente, anche per brevi percorsi, in sostituzione delle linee convenzionali, intasate dai treni con fermata in tutte o quasi le località, ma senza possibilità di effettuare precedenze. Sarebbe ora di ripristinare quanto inopinatamente levato, apportare le migliorie tra cui quelle citate nell’articolo ed istituire nuovamente treni a media e lunga percorrenza e di composizione adeguata anche sulle linee complementari, vere o ridotte a questo rango in forza di un avventato decreto.
Sul fronte della Sanità, invece, abbiamo, finalmente, una saggia presa di posizione da parte dell’Avvocato Scosceria, il quale pone l’accento sulle esigenze dei Pazienti e non già su quelle di far quadrare dei bilanci, tanto di moda di questi tempi e, forse per questo, causa della denominazione “Azienda” attribuita alle Unità Sanitarie Locali territoriali od agli Enti Ospedalieri maggiori. A quanto segnalato, si aggiunga che, un tempo, anche Alassio e Finale Ligure avevano il loro piccolo Ospedale: strutture che non sono da considerare uno spreco, stante la forte capacità ricettiva della zona e l’afflusso turistico, specie in alta stagione, quando le strade sono quasi permanentemente intasate ed è quanto mai importante avere un presidio sanitario a distanza ragionevolmente breve, se non altro per stabilizzare il Paziente.

Nell’estremo Ponente della Provincia di Savona, sulla Struttura Ingauna gravita l’intera Valle Arroscia, anche la parte compresa in Provincia di Imperia, poiché il percorso, ancorché di lunghezza confrontabile, è più agevole, tanto è vero che gli stessi Pievesi affermano di avere ad Albenga e non già ad Imperia anche il loro scalo ferroviario di riferimento.

Alla luce di quanto enunciato e considerata anche la zona impervia, non guasterebbe affatto il ritorno di un Ospedale, seppur con servizi essenziali come Ambulatori e Reparto di Medicina Interna, Chirurgia Generale con specialisti in appoggio, Ginecologia & Ostetricia e Pronto Soccorso.

Roberto Borri


Avatar

Roberto Borri

Torna in alto