Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La lettera 2 – Lasciate in pace i massoni!


“Egregio sig. trucioli ho letto l’articolo su Andora, non firmato ( vedi…..con oltre mille visualizzazioni) e mi sono chiesto, ancora una volta, per quale ragione siete l’unico social o organo di informazione, se così potete definirvi, ma io lo dubito, che continuate a mettere all’indice e sparlare della massoneria in questa o quella località della Liguria di Ponente.

Verrebbe da chiedersi cosa hanno fatto di male i massoni. Anche Savona e Imperia possono vantare ottimi venerabili e specchiati giornalisti, di ieri e di oggi. Nessuno, fatto salvo il signor…., può attribuirsi il ‘merito’ di cacciatore di massoni per la semplice ragione che non sono associati a delinquere, non seguono la scuola dei qualunquisti alla trucioli. Certo anche i massoni sbagliano, ma per nessuna ragione al mondo meritano tanto ludibrio. Non scrivo per invocare la vostra pietas, del resto contate come il due di picche e ad ascoltare pure chi vi legge non sbaglio a definire la vostra credibilità simile a quella di tanti parolai e mestatori. Ecco perché voglio esprimere il disgusto della stragrande maggioranza dei cittadini, a partire da chi fa seriamente e professionalmente informazione. Andate semmai a caccia di ladri e delinquenti di cui sono piene le strade e le piazze….Andate a caccia dei tanti pelandroni che vivono alle spalle di chi lavora e paga le tasse. Altro che lobby dei colletti bianchi da additare al disprezzo. Se c’è qualcuno da disprezzare cercatelo in casa vostra…. E semmai copiate i buoni esempi da chi sceglie l’impegno culturale e civile come ho letto di recente con la creazione del sito ‘piazzastramba’. Meritano incoraggiamento !

Lettera con indirizzo e mail….

trucioli risponde:…. è un lettore troppo intelligente ! Forse è l’unico al corrente di quanti siano anche i ‘fratelli muratori’ finiti sotto inchiesta giudiziaria, in attesa di giudizio, assolti o condannati, commissioni tributarie incluse e di cui nulla si scrive. Oppure beneficiari di prescrizione. E buon ultimo il responso dei tribunali massonici di appartenenza.

Nella precedente legislatura, l’Antimafia presieduta dall’on. Rosy Bindi aveva messo insieme circa 20mila nominativi, di centinaia e centinaia di logge, nell’arco degli ultimi 17 anni. Almeno 800 in provincia di Savona e Imperia dove negli ultimi anni c’è stato un forte risveglio di vocazioni massoniche, rispetto al periodo delle inchieste giudiziarie, di chi si mise in sonno o emigrò nella vicina e fiorente (quanto a massoneria) Costa Azzurra. Generalizzare è sempre sbagliato e fuorviante. L’autocensura per non ‘inimicarsi’ il potere o solamente per pusillanimità sono pratiche diffuse. Non è casuale se nella Svizzera, ‘ricca e moderna’, siano i partiti a chiedere più trasparenza ai loro candidati se in loggia.

Era il primo marzo 2017 quando la Commissione parlamentare Antimafia ha deliberato all’unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d’Italia; Gran Loggia Regolare d’Italia; Serenissima Gran Loggia d’Italia; Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori. Per acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo Scico della Guardia di Finanza di Roma a procedere alle perquisizioni. Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione.
Il sequestro degli elenchi è diventato subito operativo. La richiesta dell’Antimafia è avvenuta nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria. La Commissione, guidata dalla presidente Rosy Bindi, ha chiesto più volte alle obbedienze massoniche – chiamate in audizione – la consegna degli elenchi, consegna che però non è mai avvenuta. E sono lontani i decenni quando anche nel Savonese e in Liguria la ‘Camea’ aveva propagazioni in Sicilia, dove era nata.

Più recente la vicenda che ha coinvolto il savonese Luca Savoini (i media non voglione fare pubblicità al suo paese natale e di famiglia Laigueglia ?) dove emerge la presenza, tra i protagonisti del presunto ‘affaire’, di un avvocato massone, Gianluca Merenda della banca Euro. Ib che ha trattato con Savoini e i russi per finanziare la Lega, è indagato a Milano ma ha respinto le accuse.  E ancora Pietra Amara (pure lui massone ?) ex legale Enel accusato di corruzione, arrestato a Roma e a Messina, ha confessato molti reati. A Milano indagato per presunte tangenti Eni. Anche Savoini e suoi ‘amici’ russi frequentavano logge ? L’unica certezza è che nessun altro massone savonese della Lega sia stato finora coinvolto nelle attività dei Laiguegliese Savoini. Nella cittadina rivierasca la famiglia di imprenditori balneari è sempre stata all’onore del mondo e della stima dei concittadini anche nell’impegno politico amministrativo. Il compianto papà era stato iscritto al Pri.

Non è un giornale made in Italia, ma IL CAFFE’ quotidiano della Svizzera, Canton Ticino, di lingua italiana. Anche la Lega ticinese si era dichiarata favorevole ritenendo che l’esigenza di segretezza per quanti sono chiamati ad un ruolo politico non ha ragione d’essere. Nel Bel Paese l’articolo 8 dello statuto della Lega vieta l’iscrizione alla logge massoniche. Un ‘divieto’ già disatteso,almeno nel ponente ligure, dai tempi del segretario Umberto Bossi che però era solito lanciare strali a massoni e Vaticano. Con Salvini (e il savonese Savoini) la musica è cambiata. Il magistrato Nino Di Matteo ha scritto il 21 aprile scorso:….”il potere mafioso ha una grande capacità di cogliere i segnali che arrivano dalla politica e dalle istituzioni e dalle indagini continua ad emergere una diffusa rete di protezione trasversale che purtroppo sembra riguardare uomini delle istituzioni, massoni, imprenditori e poltici. Per questo Cosa nostra può leggere come un segnale la difesa verso il sottosegretario Armando Siri”.  Savoini che ha fatto ricorso  per chiedere l’inutilizzabilità dell’audio sostenendo  che doveva considerarsi illegale in quanto registrato  sul territorio della Federazione russa.

LA LIGURIA ED IL SUO PONENTE

VACCINATI ALLA ‘NDRANGHETA E ALLA MASSONERIA

Le accuse di Gratteri
di Claudio Cordova, giornalista d’inchiesta
Ndrangheta e massoneria, l’intreccio fatale per mettere le mani sulle istituzioni. La fratellanza, dunque, viene vista molto spesso come una camera di compensazione. Una sorta di “tavolino” (ideale, ma, forse, molto spesso materiale) attorno al quale possono sedersi le figure più disparate: una melassa in cui tutti – politici, imprenditori, professionisti, dipendenti pubblici, mafiosi – decidono l’andamento della vita politica, economica e sociale. Il “sistema ‘ndrangheta” oggi è soprattutto questo.
“La ‘ndrangheta non esiste più! Una volta a Limbadi, a Nicotera, a Rosarno, c’era la ‘ndrangheta! La ‘ndrangheta fa parte della massoneria! […] diciamo… è sotto della massoneria, però hanno le stesse regole e le stesse cose […] ora cosa c’è di più? Ora è rimasta la massoneria e quei quattro storti che ancora credono alla ‘ndrangheta! Una volta era dei benestanti la ‘ndrangheta, dopo gliel’hanno lasciata ai poveracci, agli zappatori… e hanno fatto la massoneria! Le regole quelle sono… come ce l’ha la massoneria, ce l’ha quella!

Perché la vera ‘ndrangheta non è quella che dicono loro… perché lo ‘ndranghetista non è che va a fare quello che dicono loro […] adesso sono tutti giovanotti che vanno a ruota libera, sono drogati!”. E’ il 15 maggio del 2010. A parlare – in auto e quindi sicuro di non essere intercettato – è il boss Pantaleone Mancuso, “Zio Luni” per tutti. E’ uno dei personaggi più forti della potente cosca di Limbadi, piccolo centro a cavallo tra la provincia di Reggio Calabria e quella di Vibo Valentia. I Mancuso appartengono al gotha della ‘ndrangheta: una delle cosche che maggiormente ha saputo modernizzare la ‘ndrangheta, attraverso relazioni ed economia, senza perdere la propria crudeltà. Esattamente a Limbadi, pochi mesi fa, è stato fatto saltare in aria a bordo della propria auto un uomo, Matteo Vinci. E il sospetto che la ‘ndrangheta dei Mancuso sia in qualche modo coinvolta, è altissimo.

Quelle contenute nell’inchiesta “Black Money” sono quindi affermazioni intercettate di grande valenza, non solo per il contenuto ma, soprattutto, per la caratura del personaggio che le pronuncia, Pantaleone Mancuso: “Ancora con la ‘ndrangheta sono rimasti! E’ finita! Bisogna fare come… per dire… c’era la “Democrazia”… è caduta la “Democrazia” e hanno fatto un altro partito… Forza Italia, “Forza Cose”… bisogna modernizzarsi, non stare con le vecchie regole! Il mondo cambia e e bisogna cambiare tutte le cose. Oggi la chiamiamo “massoneria”, domani la chiamiamo P4, P6, P9”.
Oltre otto anni dopo, parlando del territorio vibonese, il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, conferma e in qualche modo rafforza il dato: “Solo a Vibo Valentia, città a più alta densità massonica in Italia, abbiamo contato 12 logge”. Proprio in questi giorni, Gratteri sta presentando in tutta Italia il suo ultimo libro, scritto, come di consueto, a quattro mani insieme al giornalista Antonio Nicaso: “Storia segreta della ‘ndrangheta”. E la Procura di Catanzaro è quella competente in Calabria per tutti i reati di criminalità organizzata, eccezion fatta per il territorio della provincia di Reggio Calabria. Insomma, quando parla di massoneria e ‘ndrangheta, Gratteri sa cosa dice: “Gli ‘ndranghetisti ormai discutono di massoneria come di una cosa di cui possono disporre e trarre benefici, le indagini ci confermano che in alcune logge esistono ancora incappucciati, i cui nomi sono noti solo all’orecchio del gran maestro, che sono pregiudicati e ‘ndranghetisti” dice il procuratore di Catanzaro.

Ecco il salto di qualità della ‘ndrangheta. Le indagini che si occupano delle cosche di alto rango evidenziano costantemente l’interesse della ‘ndrangheta ad “avvicinare” politici, giudici, esponenti delle forze dell’ordine, ma anche imprenditori e professionisti, al fine di ottenere vantaggi, soprattutto di carattere giudiziario o economico. Le relazioni con mondi apparentemente lontani sono ciò che ha permesso alla ‘ndrangheta di uscire dalla dimensione esclusivamente militare e di entrare nei gangli della società. Lo dicono le parole del boss Mancuso, lo dicono le indagini della Procura di Reggio Calabria sulla cupola massonica della ‘ndrangheta, lo dicono le risultanze dell’inchiesta “Aemilia”, in cui emerge la vicinanza della cosca Grande Aracri con gli ambienti del Vaticano.

Così la criminalità organizzata ha accresciuto il proprio potere di controllo del territorio e la propria forza di intimidazione nei confronti della popolazione, conscia di essere soggiogata da un’organizzazione mafiosa non solo temibile militarmente, ma anche sorretta da trasversali appoggi esterni. E i boss del calibro di Pantaleone Mancuso mostrano di conoscere bene le dinamiche della ‘ndrangheta e, soprattutto, cosa sia diventata, forse anche in virtù della sua stessa appartenenza alla massoneria. E se una piccola cittadina come Vibo Valentia (dove i Mancuso estendono i propri tentacoli) viene definita da Gratterila città a più alta densità massonica d’Italia” il dato è inquietante. Nel corso della Legislatura precedente al voto del 4 marzo, la Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha dedicato (non senza forti polemiche con il Gran Maestro Stefano Bisi) ampio spazio ai rapporti tra criminalità organizzata e massoneria. E dagli accertamenti sarebbe emerso come la Calabria fosse una delle regioni a più alta presenza massonica. E, purtroppo, a più alta infiltrazione delle stesse logge da parte della ‘ndrangheta.

La fratellanza, dunque, viene vista molto spesso come una camera di compensazione. Una sorta di “tavolino” (ideale, ma, forse, molto spesso materiale) attorno al quale possono sedersi le figure più disparate: una melassa in cui tutti – politici, imprenditori, professionisti, dipendenti pubblici, mafiosi – decidono l’andamento della vita politica, economica e sociale.  Il “sistema ‘ndrangheta” oggi è soprattutto questo.

La massoneria che non si nasconde con il Gran maestro Stefano Bisi è pure entrata in rotta di collisione quando Rosy Bindi, presidente dell’Antimafia, ordinò l’esibizione degli elenchi di iscritti a ‘logge riservate’ del Sud Italia. Tra le reazioni  quella di Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia dal 2001, l’unica col ‘bollino blu’ della Massoneria inglese: Nella relazione dell’ex presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, siamo stati messi tutti insieme, noi con centinaia e centinaia di altre logge spurie. In quelle pagine si parla di rapporti e intrecci con organizzazioni malavitose… la Grande Loggia Regolare ha subito un grave danno, doppiamente ingiusto vista la nostra disponibilità a collaborare. Io sono membro della Loggia Quatuor Coronatorum n. 2076 di Londra, la più antica Loggia di Ricerca del mondo…

E A SANREMO NEL FEBBRAIO 2018 CONVEGNO AL CASINO’  SULLA MASSONERIA

Gran Loggia d’Italia degli A∴L∴A∴M∴ Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico e Accettato
Obbedienza di Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi

CON IL GRAN MAESTRO ANTONIO BINNI E PRESENTI LE TELECAMERE DI IMPERIA TV

Sanremo: il Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia Antonio Binni nell’abbraccio con una bandiera della massoneria ligure e savonese di Palazzo Giustiniani, il veterano e stimato avv. Renzo Brunetti, storico esponente del PRI locale, provinciale e ligure, tra gli ex assessori del Comune di Savona. Nel giugno 2018 intervista di Savona News a Stefano Bisi (G.O.I), massima autorità del Grande Oriente d’Italia, durante un convegno massonico a Loano 2 Village. Il venerabile ricordava:”…Siamo un Ordine iniziatico i cui membri operano per l’elevazione  morale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia”.

 UN’INCHIESTA CHE FECE ENORME SCALPORE, MA GRAN PARTE

DEGLI ATTI D’INDAGINE NON SONO MAI STATI PUBBLICATI

SARANNO CUSTODITI NELL’ARCHIVIO DEL  CORAGGIOSO ‘UOMINI LIBERI’ ?

 


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