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Lettera/Dilemma sanitario dell’Asl2: tra efficienza e qualità dei servizi. Apparecchi diagnostici datati 2008, ecografi fuori servizio per mancanza di pezzi di ricambio


Spettabile trucioli.it. Nell’ASL2 del savonese, si profila un dilemma che mette in luce le criticità del sistema sanitario locale, oscillante tra la necessità di garantire prestazioni diagnostiche tempestive e l’obbligo di mantenere elevati standard qualitativi. 

Le strutture ospedaliere come quella di Albenga si trovano a fronteggiare l’obsolescenza tecnologica senza prospettive di rinnovamento: apparecchiature diagnostiche datate al 2008, ecografi fuori servizio per mancanza di pezzi di ricambio, una situazione che grida vendetta in un contesto di crescente domanda di cure specialistiche e diagnostiche avanzate.

Questo scenario costringe l’ASL a rivolgersi ai centri diagnostici privati convenzionati, una soluzione di comodo che però nasconde insidie non trascurabili. Il risparmio economico conseguito attraverso l’esternalizzazione di prestazioni come la risonanza magnetica si rivela spesso un’arma a doppio taglio. Gli esami effettuati nel privato, pur essendo convenienti dal punto di vista logistico perché senza lista d’attesa, non sempre raggiungono la qualità e la specificità richiesta dai medici specialisti, obbligando i pazienti a ripetere le procedure nell’ambito dell’ASL, con un inevitabile spreco di risorse e tempo, sia per i pazienti che per il sistema sanitario regionale.

Un episodio emblematico coinvolge mio suocero, un paziente dell’entroterra savonese, al quale è stata diagnosticata una metastasi dorsale dopo un intervento al rene. La necessità di una risonanza magnetica urgente ha messo in luce le difficoltà di interfaccia tra i medici delle cliniche private e quelli dell’ASL, evidenziando una mancanza di competenze specifiche nel privato e un approccio talvolta superficiale nella gestione delle sequenze di risonanza.

Il personale medico dell’ASL, spesso al limite della resilienza, manifesta un malcontento crescente nei confronti di una situazione lavorativa precaria, aggravata da stipendi non competitivi che scoraggiano l’ingresso di nuove “leve” e la permanenza di professionisti qualificati. L’offerta di contratti economicamente vantaggiosi da parte delle cliniche private mina ulteriormente la stabilità del sistema pubblico, creando un circolo vizioso che allontana i medici dall’ASL e compromette la qualità delle cure.

In questo contesto, emerge la necessità di un ripensamento radicale del modello di gestione sanitaria locale, che valorizzi il personale medico e tecnico dell’ASL attraverso adeguate politiche di incentivo, rinnovi tecnologici e un dialogo costruttivo tra pubblico e privato. Solo così sarà possibile garantire ai cittadini del savonese un accesso equo e qualitativamente elevato alle cure mediche, evitando che l’efficienza logistica si traduca in una perdita di efficacia clinica. La salute dei pazienti, in ultima analisi, non può e non deve essere compromessa da dinamiche di risparmio che ignorano la complessità e la specificità delle esigenze diagnostiche e terapeutiche.

Enrico Loa

Pietra Ligure


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