Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Su e giù. Perché non tifo Greta ‘nobel’


I giornali di tutta Italia parlano degli effetti del clima sul pianeta, e  gli studenti di tutta Italia sono in sciopero, ispirandosi a Greta Thunberg, simbolo delle lotte giovanili, che ad appena 16 anni è candidata al Nobel per la pace, contro la crisi climatica e il riscaldamento globale.

La 16enne è stata proposta per il premio Nobel per la pace da tre parlamentari norvegesi in segno di riconoscimento per il suo impegno. Greta ha iniziato la scorsa estate a protestare ogni venerdì, appunto, di fronte al Parlamento svedese per chiedere misure più efficaci contro i cambiamenti climatici. Dopo il suo discorso al vertice sul clima delle Nazioni Unite in Polonia e al forum di Davos, è diventata un esempio per molti giovani e non in diversi Paesi.

“Scioperiamo da scuola per il nostro futuro e continueremo a farlo per il tutto tempo necessario, gli adulti sono i benvenuti a unirsi a noi, insieme per la scienza”, ha scritto Greta su Twitter.

Alcuni dirigenti scolastici saranno in piazza con i loro studenti tanto che hanno emanato circolari con cui riconosceranno la loro assenza da scuola come giustificata. Una decisione che il ministro dell’Istruzione non vede di buon occhio. “Si va regolarmente a scuola”, ha detto Marco Bussetti.

Alluvioni, tornado, tempeste di sabbia, negli ultimi anni stanno diventando sempre più potenti e per moltissimi il responsabile è il cambiamento climatico, come ci ha raccontato la nostra Nadia Toffa.

“Quando si è iniziato a parlare dei cambiamenti climatici si sono previsti eventi sempre più estremi”, dice Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate. “Per esempio, ci sono uragani in cui in 4 ore viene rilasciata l’acqua che sarebbe dovuta cadere in 4 mesi”. Una prima conseguenza è l’innalzamento della temperatura terrestre. “Ogni volta che accendiamo la macchina o la luce genera gas ad effetto serra come l’anidride carbonica”, spiega Molteni.

Lo scenario dei prossimi decenni però non lascia certo tranquilli. “Si innalzeranno i mari e l’Italia è uno dei Paesi che più deve stare attento. Il mar Mediterraneo in questo secolo potrebbe crescere di quasi un metro”, aggiunge Molteni. “Potrà portare all’inondazione di vaste aree della costa”. Il rischio è di spezzare via mezza Puglia e mezza Toscana assieme alla Pianura Padana e Venezia è concreto.

Lo sciopero degli studenti è un modo come un altro per non andare a scuola, un argomento per fare festa. È vero, il problema è serio ma se andiamo indietro nel tempo, vediamo che questi fenomeni accadevano anche quando non c’erano gli umani; quindi con la crisi climatica e il riscaldamento globale l’uomo centra poco.

Miliardi di anni fa, su un pianeta di nome Arret , collocato in una delle tante galassie nane facenti parte la Via Lattea, [Via Lattea  (dal latino Via Lactea) è la galassia a cui appartiene il sistema solare; è la galassia per antonomasia, poiché il nome deriva dal greco galaxiaslatteo, utilizzato in epoca greca per designarla.

In base agli studi più recenti pare che da un punto di vista strettamente morfologico, la Galassia, sia una galassia a spirale barrata, ovvero una galassia composta da un nucleo attraversato da una struttura a forma di barra da cui si dipartono i bracci di spirale che seguono un andamento logaritmico; insieme alla Galassia di Andromeda, è il membro principale del Gruppo Locale, un gruppo di galassie comprendente anche la Galassia del Triangolo ed una cinquantina di galassie minori, principalmente galassie nane.

Nell’astronomia osservativa, il termine designa la debole banda luminosa biancastra dall’aspetto lattiginoso che attraversa diagonalmente la sfera celeste, formata dalle stelle e dalle nebulosità situate nel disco galattico stesso. La Via Lattea è più brillante in direzione della costellazione del Sagittario, dove si trova il centro galattico che però non è visibile a causa dell’assorbimento della luce da parte delle dense polveri presenti in quella direzione.]

l’aria era ormai diventata irrespirabile. La  desertificazione del suolo, per mancanza di piogge,  i gas di scarico delle varie aereomobili, gli scarichi industriali, il calore del “sole” che con il susseguirsi dei cicloni, sgretolavano le montagne, dissolvevano i ghiacciai, innalzavano le acque che circondavano le terre emerse, ect…

Gli animali, gli insetti e le piante subivano mutazioni genetiche che erano dannose al genere umano. Il consiglio della “Via Lattea”, incaricò una serie di scienziati di individuare una serie di Pianeti, simili ad Arret ove fosse possibile intraprendere una nuova vita.

La scelta è stata unanime: un solo pianeta aveva le caratteristiche  di Arret, era  relativamente vicino e lo si poteva raggiungere con una astronave a due posti, con velocità interstellare,  in un quinquennio. Il suo nome in ricordo del pianeta madre  è stato ribattezzato: Terra.

L’ astronave partita tra una folla giubilante, equipaggiata da strumenti tecnologici di avanguardia, oltre ai due esseri umani, Adamo ed Eva, portava con se varie specie di fauna, flora, una vera e propria “Arca di Noè”, il tutto atto ad amalgamarsi con il “nuovo mondo” e ricominciare così una nuova era.

La descrizione di ciò la si può leggere nei libri della Genesi.

Il “nuovo mondo” si chiamava “Pangea” (AFI/panˈʤɛa/; dal greco antico πᾶν, forma neutra di πᾶς, “tutto”, e, Γαῖα “terra”, cioè “tutta la terra”) è il super continente che si ritiene includesse tutte le terre emerse della Terra durante il Paleozoico e il primo Mesozoico.

La Pangea si sarebbe formata circa 290 milioni di anni fa, a causa del processo della tettonica delle placche, da due super continenti: la Laurasia (super continente del nord) e la Gondwana (super continente del sud). Dalla frammentazione della Pangea derivano gli attuali continenti, con relative geometrie.

Fu all’inizio del XX secolo che il fisico tedesco Alfred Wegener fu attirato da una strana coincidenza: la forma della costa occidentale del continente africano e quella della costa orientale del continente sudamericano combaciavano perfettamente. Wegener, a conferma della sua teoria, portò altre prove, quali la natura geologicamente simile delle rocce dei continenti che idealmente si incastravano e alcuni ritrovamenti fossili del rettile Mesosaurus e della felce Glossopteris, distribuiti in fasce che abbracciavano i due continenti e che facevano ipotizzare che in passato fossero uniti in un solo continente. Nonostante queste prove la sua teoria fu ritenuta bizzarra e non venne accettata.

In effetti Wegener, con i mezzi e le conoscenze a disposizione nel secolo scorso, non poteva spiegare come e perché da quest’unica Pangea si fossero poi distaccati i vari continenti e da che cosa potesse nascere la forza responsabile dei loro spostamenti successivi. Oggi si sa che la causa è associata ai moti convettivi interni del pianeta, dovuti alla differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno della terra, tema ampiamente trattato nella teoria della Tettonica delle placche.

La teoria sulla Pangea è oggi largamente accettata, e viene detta teoria della Deriva dei continenti. I geologi ipotizzano anzi che la Pangea sia stata preceduta da diversi altri super continenti, tra cui la Pannotia, la Rodinia e la Vaalbara. Difatti tale ipotesi è suffragata dalla realistica possibilità che il magma abbia cominciato a solidificarsi non a partire da un singolo punto, ma da due punti, i due punti più freddi del pianeta, come è oggi per i due poli. E quindi due super continenti, che col progressivo raffreddamento e solidificazione del magma si sarebbero espansi ciascuno in direzione dell’equatore, fino ad unirsi/scontrarsi formando la Pangea.

Le zolle o placche che costituiscono la crosta terrestre si spostano di appena pochi centimetri ogni anno. Tuttavia, nei milioni di anni d’età del nostro pianeta, hanno percorso migliaia di chilometri, originando nuove dorsali oceaniche.

  1. Neoproterozoico(1300 – 700 milioni di anni fa): esiste il supercontinente Rodinia
  2. Neoproterozoico (700 – 570 milioni di anni fa): frantumazione del supercontinente in otto continenti
  3. Cambriano(570 – 510 milioni di anni fa): i continenti sono alle latitudini tropicali venendo riuniti nei subcontinenti Gondwana esteso verso Polo Sud e Laurasia esteso verso nord.
  4. Devoniano(408 – 362 milioni di anni fa): i supercontinenti Laurentia e Gondwana si spostano verso latitudini maggiori, e questo si può osservare dal riscontro di fossili, quali i tilliti;rocce di origine glaciale che si possono riscontrare solo a determinate temperature.
  5. Carbonifero(362 – 290 milioni di anni fa): si sono formati tre continenti: LaurentiaAngara e Gondwana.
  6. Triassico(245 – 208 milioni di anni fa): i tre continenti si sono uniti formando la Pangea.
  7. Giurassico(208 – 145 milioni di anni fa): Pangea comincia a dividersi, la formazione della nuova dorsale oceanica provoca un generale innalzamento dei mari.

Durante il Giurassico, le ‘più alte’ forme di vita viventi erano pesci e rettili marini, questi ultimi includevano ittiosauriplesiosauri e coccodrilli marini

Nel mondo degli invertebrati, apparvero diversi nuovi gruppi accanto ad altri già presenti che conoscono una nuova espansione:

  1. Cretaceo(145 – 65 milioni di anni fa): mari caldi e poco profondi ricoprono le aree pianeggianti adiacenti la piattaforma continentale. I livelli delle acque superano quelli attuali di 25 metri.

Il periodo Cretaceo dura 70 milioni di anni e conclude il Mesozoico. Durante questa fase della storia della Terra si verifica il definitivo frammentarsi dei super continenti. Le zolle che formano i continenti attuali si separano. Soltanto Antartide e Australia rimangono ancora, almeno in parte, connesse con l’America meridionale. L’India si avvicina all’Equatore e lo oltrepassa alla fine del periodo. Anche il Madagascar si stacca dall’Africa. L’Atlantico è ormai abbastanza ampio e continua ad allargarsi Gli elementi della Penisola Italiana e di quella Balcanica si avvicinano al resto dell’Europa da Sud.

Di grande interesse è la presenza in tutti i continenti di vasti mari dì basso fondale: essi separano le zone orientali delle due Americhe da quelle occidentali: dividono ancora l’Europa dall’Asia e la parte occidentale di questo continente dalla Siberia e dall’Estremo Oriente; dividono anche l’Africa in una parte occidentale e una più vasta porzione comprendente le attuali regioni orientali, centrali e meridionali del continente.

Gli spostamenti delle masse continentali portano alla “nascita” di molte montagne (orogenesi) e a una forte attività vulcanica: in zone dove prima “faceva caldo” cade la neve; in altre il Sole è oscurato dalle ceneri di un’eruzione. Si creano situazioni in cui è difficile trovar cibo.
Due sono le componenti essenziali che agiscono sulle forme viventi nel Cretaceo: l’isolamento delle diverse terre emerse e l’instabilità, anche momentanea o locale, delle situazioni ambientali. Intense sollecitazioni dunque, che ebbero come risultato una ricchezza di forme davvero spettacolare, soprattutto tra i dinosauri che scomparvero

Intorno a 7 milioni di anni fa, nelle foreste dell’Africa centro-orientale avvennero grandi trasformazioni ambientali e climatiche; il territorio iniziò a sprofondare e si creò una spaccatura lunga oltre 4000 km, la Rift Valley. Una parte delle foreste non potendo beneficiare delle costanti piogge, si inaridì trasformandosi in una savana. Così ci fu una differenziazione dei primati  e nacquero gli ominidi. La prima specie degli ominidi finora conosciuta è quella degli austrolopitechi.

La periodizzazione della storia umana basata su un punto di vista “eurocentrico” della storia, suddivide la storia del genere Homo in due grandi periodi, Preistoria (che si divide in età della pietra a sua volta divisa in Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, ed età dei metalli, con le sue rispettive divisioni) e Storia (età antica, medievale, moderna e contemporanea).

  • Preistoria(o età della pietra, 2 500 000 anni fa – 3 500 a.C. circa): Inizia con la “nascita” della tecnologia, ovvero la costruzione dei primi rudimentali utensili in pietra da parte di alcuni rappresentanti del genere Australopitecus o/e della prima specie del genere Homo, l’Homo habilis, ad esempio selci Finisce circa 5 500 anni fa con l’invenzione della scrittura da parte di Homo sapiens, evento che segna l’inizio della storia. La preistoria è suddivisa in:
    • Paleolitico(2,5 m.a.f.- 20 000 a.C. circa): La più antica e la più lunga era della storia dell’umanità (ricopre circa il 99% della sua storia), inizia con la nascita della tecnologia e termina con la comparsa delle prime forme di agricoltura. Nel corso di quest’epoca si verifica il lento passaggio dalla specie Homo habilis all’essere umano moderno (sapiens)
    • Mesolitico(20 000-10 000 a.C. circa): È la fase di transizione tra Paleolitico e Neolitico, che vede alcune società umane avviarsi all’agricoltura e alla vita sedentaria.
    • Neolitico(10 000 a.C. – 3 500 a.C. circa): Inizia con la transizione neolitica, ovvero con il completo passaggio di alcuni gruppi umani (in Mesopotamia, Cina, India) da comunità nomadi dedite alla caccia, la pesca e la raccolta, a comunità stabili dedite all’agricoltura e l’allevamento.
    • Età dei metalli
      • Età del rame o eneolitico: dalle prime forme di metallurgia
      • Età del bronzo: dall’uso del bronzo; nelle civiltà che usavano la scrittura è parte della Protostoria
      • Età del ferro: dall’uso del ferro; nelle civiltà che usavano la scrittura è parte della Protostoria
        Abbiamo detto che, con la crisi climatica e il riscaldamento globale, l’uomo centra poco, è tutta una questione di trasformazione del globo terracqueo: si sa che l’inclinazione dell’asse terrestre porta la variazione climatica da temperata a sub tropicale umida, con aumento temperatura del mare, piogge e temporali violenti, nubifragi sempre più frequenti [bombe d’acqua [[1]]] scomparsa progressiva della macchia mediterranea e desertificazione umida.”
        L’asse terrestre è inclinato rispetto alla perpendicolare al piano dell’eclittica: questa inclinazione, combinata con la rivoluzione della Terra intorno al Sole, è causa delle stagioni. L’entità dell’inclinazione varia ciclicamente tra circa 22,5°e circa 24,5°, con un periodo di 41000 anni; attualmente è di 23° 27e in diminuzione.Inoltre l’asse terrestre ruota lentamente intorno alla perpendicolare all’eclittica, descrivendo un doppio cono
        e compiendo un giro ogni 25800 anni (52″ all’anno). Questo moto è chiamato 
        precessione degli equinozi ed è dovuto alla forza di marea, esercitata dalla Luna , dal Sole e dai terremoti. Vi sono, infine, delle oscillazioni dell’asse di minore entità (circa 20′) e con un periodo più breve (circa 18,6 anni): quest’ultimo moto è detto nutazione.La Terra si evolve, dal primo atomo ai minerali, dal magma al verdeggiante paesaggio vivente, il nostro pianeta si trasforma senza sosta.Robert M. Hazen nella sua Breve storia della Terra  sposta più in là le frontiere della geologia, raccontando il profondo intreccio che unisce le vicende della geosfera e della biosfera – delle rocce e della materia vivente –, e che ha trasformato il globo in qualcosa di unico nel Sistema solare, se non nel cosmo intero.Con l’immaginazione di un astrobiologo, la prospettiva di uno storico e la passione per i dettagli di un naturalista, Hazen compone una sorprendente biografia della Terra nei suoi primi 4,567 miliardi di anni: l’origine degli elementi, nati dalla polvere cosmica; le primissime ere geologiche, quando il Sole sorgeva ogni cinque ore e la Luna si alzava in cielo 250 volte più spesso di oggi; la «giovinezza» del globo, ricoperto dai mari prima dell’emersione dei continenti; la misteriosa comparsa della vita e il Grande Evento che dipinse le terre di rosso; il vulcanismo, che ha alterato ogni cosa ed è forse la vera causa dell’estinzione dei dinosauri.Quante volte si è passati dall’inversione dei poli ? Ad ogni passaggio si sono susseguiti: uragani, inondazioni, terremoti, fenomeni vulcanici, tsunami, sprofondamento ed emersione terre e continenti, estinzione esseri viventi di flora e di fauna, etc…; sono un susseguirsi di “fenomeni” normali per la nostra stella ed i suoi pianeti. Chissà cosa scriveranno i giornali e quanti giorni di vacanza faranno gli studenti quando la via Lattea sarà in procinto di essere catturata da un buco nero !
        Alesben B.

        [1] cicloni – tornado – tempeste tropicali – uragani – trombe d’acqua – tifone – monsone (sono sinonimi)


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