Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pieve di Teco con l’uovo di Pasqua spazzato via il verde (a dimora da fine ‘800) nel camposanto. Il sindaco: le piante muoiono


Era la cura drastica che la pia comunità pievese, residente e pendolare del camposanto monumentale e sottoposto a vincolo della Soprintendenza della Liguria, forse non si attendeva. Sarà un consiglio di quel ricco sponsor imprenditore di successo ? nessuno ci crede.  Sarà per via di un assessore che può chiedere pareri al papà vivaista ? Può darsi. E’ pacifico che Alessandro Alessandri, geometra, ha messo in pratica il suo cliché preferito. La gente è stanca di parole e promesse. Serve uno che le cose le fa senza chiedere noiosi permessi di legge.  Così siamo di fronte ad uno dei frequenti comunicati stampa della minoranza consiliare ‘Pieve Bene Comune’, inviato ai media cartacei e on line dell’imperiese. E diligentemente cestinato. Parlare di cimiteri oltraggiati nelle feste pasquali fa perdere lettori. Altra notizia ecco i comuni montani dove la Regione Liguria ha consegnato i defibrillatori per le emergenze e prevenzione.

LA BUONA NOTIZIA PER LA VALLE ARROSCIA

CONSEGNATI DALLA REGIONE I DEFIBRILLATORI

Armo, Bajardo, Carpasio, Castel Vittorio, Cosio d’Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Rezzo, Triora.

La consegna è avvenuta nell’ambito del progetto regionale per l’ottimizzazione dell’assistenza sanitaria in emergenza nelle zone a ridotta accessibilità, elaborato dal Dipartimento Regionale Emergenza Sanitaria Territoriale 118 della Regione Liguria per il potenziamento del soccorso nelle zone disagiate. Il defibrillatore semiautomatico esterno è indispensabile per trattare l’arresto cardiaco improvviso. Questi dispositivi sono infatti in grado di individuare le anomalie nel battito cardiaco e di agire in maniera tempestiva, dimostrandosi efficaci nell’iter di pronto intervento anche grazie ai comandi vocali guida emessi. “Agire con rapidità è indispensabile per salvare vite. La morte cardiaca improvvisa – spiega la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria – costituisce oltre il 10% dei decessi annuali nel nostro Paese, molti di più rispetto a quelli dovuti, ad esempio, agli incidenti stradali. Per la propria conformazione territoriale, le zone interne della Liguria sono difficilmente accessibili: dotare di un defibrillatore i Comuni dell’entroterra e i principali punti di snodo dei percorsi escursionistici, da cui si possa raggiungere un punto di primo intervento in un’ora al massimo, consentirà un più rapido ed efficace soccorso a chi è colpito da arresto cardiaco. Obiettivo del progetto regionale è anche la diffusione del suo utilizzo, con l’implementazione del ‘first responder’ attraverso la formazione dei cittadini sulle pratiche da seguire in relazione alle tecniche di primo soccorso e all’utilizzo dei defibrillatori”.

In Liguria, l’incidenza di arresti cardiaci è in linea con i dati della letteratura scientifica, ovvero di circa 100 casi per 100.000 abitanti. Questo significa che, ogni anno, nella nostra Regione 1.500 persone sono colpite da morte cardiaca improvvisa.

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Il vecchio camposanto di Pieve di Teco con i filari di bosso che ora sono stati tagliati e sradicati dal Comune perchè malati.

PIEVE DI TECO – Come dire tutto sommato se una pianta muore, anche se per colpa della trascuratezza o negligenza, l’unico rimedio è sostituirla comprandone altre senza perdersi in discussioni. Magari, dopo aver chiesto  e letto la perizia pagata all’agronomo e deciso che era meglio eliminare in toto tutti i vecchi bossi (secolari e acquistati a Bossieta, Ormea, fine ‘800, come documenta una fattura custodita nell’archivio comunale). E che vengono sostituiti con arbusti meno pregiati e dunque al risparmio. Più di così, un intelligente e bravo sindaco abituato a gestire la cosa pubblica all’insegna del ‘buon padre di famiglia’ cosa dovrebbe fare. Anzi, oltre alla sua terza elezione dovrebbe essere ringraziato da tutti, nessuno escluso, e portato ad esempio anche fuori dai confini comunali. Se non fosse così non avrebbe tanto seguito e la resilienza della maggioranza degli elettori.

A noi poveri trucioli.it (che prendiamo spunto dal comunicato dell’opposizione consiliare) sorge  qualche interrogativo, visto che non siamo in un giardino privato di qualche villa. Intanto il bosso, proprio per la sua resistenza secolare, deve essere curato almeno un paio di volte all’anno, se non altro per rispetto al’luogo sacro’ per la comunità cristiana e al decoro. Un doppio dovere di diligenza e conservazione tutelata con norme precise di legge.  A quanto si apprende, invece, quei bossi erano parecchio trascurati. Se c’è una pianta malata si può sempre ‘curarla’ e comunque anche il buon senso dice che è meglio prevenire.

Passa in secondo piano il fatto che nessuno era stato informato dell’intervento

Pieve di Teco come si presenta oggi l’area cimiteriale dopo la cura ed in attesa della nuova piantumazione

radicale (tabula rasa), anche quelli cresciuti come alberelli, oppure sagomati, lungo i 400 metri di filari. Probabile che il sindaco Alessandri si sia consultato con il giovane assessore Luca Patrone, medico abitante a Muzio, il cui padre è provetto vivaista. Dare consigli giusti e magari fornire le nuove pianticelle con le dovute garanzie e a prezzo conveniente. Più o meno il discorso seguito per sradicare i bossi dopo il taglio. Ha provveduto un consigliere comunale con il suo escavatore, anche in questo caso al risparmio.

Ma non sarebbe stato opportuno coinvolgere o informare almeno la minoranza consiliare, bon ton amministrativo. Parliamo del cimitero sottoposto, ripetiamo, alla disciplina che regola i beni pubblici vincolati. E che le violazioni comportano sanzioni  di legge. Non sarebbe superfluo che proprio  la ‘casa dei cittadini’  (il Municipio) desse il buon esempio.

 

Tagliati anche i bossi più adulti, piante che risalgono a due secoli fa (fine 800) ed erano state acquistate a Bossieta (CN), la fattura è ancora agli archivi del Comune come potrà accertare la Soprintendenza trattandosi di area sottoposta a vincolo ambientale

A meno che siamo tutti convinti che in Italia ci sono leggi, norme, procedure da rispettare ma possiamo anche farne a meno causa l’eccessiva burocrazia. E’ successo, ad esempio, per l’autovelox – salvavite ed anti velocisti di Acquetico, di cui c’è effettiva necessità, ma il sindaco ha fatto tutto in ‘famiglia’ (uffici comunali) e l’Anas, a cui la statale appartiene, ha provveduto senza indugi ad intimare la rimozione. Rimediando una brutta figura.

C’è l’Unione dei Comuni della Valle Arroscia che prevede la ‘comunione’ dei principali servizi, come accade da decenni nelle piccole realtà montane nel centro e nord Europa. Ci sono le delibere di giunta o di consiglio che ne stabiliscono l’attuazione. Pensiamo ai Servizi Sociali, ai Trasporti, alle mense scolastiche, alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e differenziata, la polizia municipale, l’acqua potabile. Quanti, dopo le delibere, hanno avuto attuazione ? Che accadrà, a maggio, con la ‘partenza’ della raccolta differenziata ? L’Ecocentro, a monte del paese, asfaltato,  ma non è ancora ultimato. Manca la tettoia, l’energia elettrica, la cinta. Per supplire ai rifiuti quantomeno ingombranti i cittadini possono conferire ad un camion che passa in paese una volta in settimana.

Non è soltanto e sempre un problema di disponibilità finanziaria, a volte i soldi ci sono e vengono stornati. L’Unione dei Comuni laddove non è solo sulla carta (vedi il comprensorio andorese) razionalizza spesa e rende più efficiente i servizi a favore dei cittadini. Pensiamo solo alle bollette dell’acqua. Ognuno fa per se. C’è  la grana di Rivieracqua che per essere risanata (dopo anni di malgoverno della politica spartitoria) prevede aumenti tariffari fino al 30 per cento. Pieve aveva aderito, ma pare non abbia dato attuazione. Non è così, ad esempio, a Pornassio.  Chi si e chi no, in questo caso chi non ha aderito non dovrebbe essere coinvolto nella stangata. Discorso diverso per la Nettezza Urbana tema attualissimo e con ritardi mostruosi per  una paese civile. Senza contare che sarebbe interessante andare

ritroso e verificare come sono stati spesi i finanziamenti regionali ad hoc.

L’Unione dei Comuni non dovrebbe essere un ‘palla al piede’, ma sinonimo di funzionalità, razionalizzazione della spesa, eliminare doppioni e sprechi eventuali. Pieve si trova nella condizione di essere ‘capofila’, responsabilità ed onori, efficienza e capacità. Finora i risultati, attuazione alla mano, non sono un esempio da mettere in mostra. E non si dica che è sempre colpa di altri. Chi ci crede non si guarda oltre il proprio orticello. E’ un po come tra aziende  private modello ed altre decotte all’insegna magari per malagestione. Accade quasi sempre quando ai vertici ci sono incapaci o mediocri. Che se li senti parlare, gli affideresti  il portafogli. Purtroppo la malagestio nel pubblico spesso viene addirittura premiata dal voto popolare e per la mediocrità degli avversari. Intanto i danni in un caso li paga la famiglia, nell’altro finiscono per pesare sulla comunità contribuente. E se ne pagano le conseguenze nel tempo.

Non c’è soltanto l’arbitrio di un camposanto trascurato, c’è tutta la filiera di un paese che meriterebbe più coesione. A cominciare dal sindaco che ha il dovere di portare efficienza ed armonia e non ‘carburante’ alle divisioni e lacerazioni. I libri di storia lo insegnano: a chi giova il divide ed impera.

COMUNICATO STAMPA – All’insaputa tagliato tutto il verde storico nel Cimitero del Capoluogo.

Di tutto potevamo aspettarci ma non quello di trovare il Cimitero del Capoluogo spoglio,  con tutte le storiche siepi e alberi di bosso tagliati alla radice. Anche i Pievesi più anziani il Cimitero lo ricordano e lo hanno sempre visto con quelle siepi, con quel magnifico verde, ben 400 metri lineari, che ora non c’è più. La cosa ci sorprende perché il sito è sottoposto al vincolo ed alla tutela della Soprintendenza, ai sensi del Decreto Legislativo 42 del 2004, e nessuno ha autorizzato.

Non è bello essere fermati dai cittadini e rimproverati di qualche cosa che nemmeno si è a conoscenza. Lo abbiamo saputo a cose fatte e non esiste alcun progetto. Il Sindaco ha agito su perizia di un tecnico il quale ha attestato che le piante erano attaccate da un lepidottero e tra le ipotesi c’era anche  l’eradicazione. Noi invece sapevamo che un noto vivaista della zona, alcuni anni fa, dopo un sopralluogo ad hoc, aveva vivamente consigliato di potarle e trattarle con prodotti adeguati ed aveva escluso in modo categorico di tagliarle perché il bosso è una pianta molto pregiata a crescita lenta.

Le foto allegate, scattate da un cittadino esterrefatto, il giorno in cui una parte delle siepi erano già state abbattute, dimostrano inequivocabilmente che la nostra non è una sterile polemica e che la siepe e tantomeno gli alberelli, tutti di bosso, erano vivi e vegeti.

Da tempo auspichiamo confronto e dialogo in Consiglio, se del caso anche con spirito critico, per fare delle scelte consapevoli, per fare le scelte più giuste, per portare del bene al paese. Purtroppo non dipende da noi.

Gruppo consigliare “Pieve Bene Comune”


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