Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pieve di Teco:ora è il maresciallo nella bufera


Incredibile ma vero, al cellulare nessuno risponde, squilla a vuoto. Uno, due, tre, quattro numeri diversi. E’ calato il sipario sulle ‘combattutissime comunali’,  la netta vittoria, riconfermata come 5 anni fa, con 124 voti di scarto, del sindaco geometra e progettista, Alessandro Alessandri, padre pensionato artigiano edile. Un tris che ha visto il sostegno convinto e forse plausibile del big dell’imprenditoria pieveve Giacomo Marchisio e dei Manfredi imprenditori, impegnati in molte opere pubbliche. Parlano di uno sfidante Renzo Brunengo, pure lui veterano e già due volte primo cittadino, da cane bastonato che si aggira sotto i portici come un automa. Ma il peggio, ora, è la buriana in cui sarebbe finito il maresciallo maggiore comandante la stazione carabinieri. Avrebbe fatto – il condizionale d’obbligo – promozione elettorale in divisa mentre si trovava ai seggi. Per chi ? Mistero, c’è chi giurerebbe di aver ascoltato tifare pro Alessandri.

Il sindaco non pare lanciare un messaggio di pace, semmai un nuovo duro j’accuse: “I miei avversari (non li chiama nemici ed è già qualcosa nrd) hanno seminato cattiverie. Anche oggi è stata una giornata tesissima, pesantissima, con episodi poco piacevoli fuori dai seggi”. Nei giorni passati quando si  ascoltavano i candidati della lista Brunengo bisogna dare atto che nessuno ha alluso “alla corruzione in Italia che è ancora forte ed i corrotti sono un male assoluto”, come ha dichiarato Cantone. Corruzione, ha detto il magistrato nazionale, che “si annida soprattutto in opere pubbliche ed è  capace di creare consenso specie alle elezioni”.

A Pieve di Teco si respira altra aria. Nessuna commistione sbandierata, né maligne allusioni e poi, comunque, fuori le prove. Semmai, nelle panetterie del paese, ma anche al tavolo di un bar, corre voce che verso le 10 di domenica 10 giugno davanti ai seggi sarebbe accaduto un brutto episodio, se vero e confermato. Due candidati di Brunengo, pare tra gli elettori in attesa, avrebbero ascoltato dal maresciallo in divisa ed in servizio, frase o frasi pro lista Alessandri. Non è chiaro cosa sia successo dopo. Sta di fatto che nel volgere di mezzora è arrivato il maggiore comandante la compagnia dei carabinieri di Imperia, avrebbe ascoltato i presunti  testimoni, chiedendo conferme ? E da quel momento non avrebbe più lasciato l’edificio. Cosa significa ? E con quali conseguenze, qualora ci fossero stati riscontri e ipotesi concrete per il sottufficiale che a Pieve non è malvisto, poi ognuno ha le proprie simpatie. Ma in divisa il dovere è dovere. Soprattutto, ad abbundantiam, a Pieve che il mese scorso ha dato la cittadinanza onoraria ad un generale stimatissimo dell’Arma dei carabinieri e da ex capitano in servizio nella zona.  Non solo, potrebbe trattarsi di competenza dell’autorità giudiziaria, la Procura della Repubblica di Imperia che è alle prese con vuoti sconcertanti nel ruolo di sostituti procuratore.

Per un piccolo ed umile blog di volontari fare il giro delle telefonate non è facile, porte aperte, dunque, anzi spalancate a qualsiasi chiarimento, precisazione, smentita. Dobbiamo solo prendere atto che ‘tutto tace’ perchè qualcosa cova sotto la cenere ?  Il cronista del Secolo XIX Imperia che ha scritto il servizio da Pieve di Teco non ha approfondito ? Non ha ritenuto fosse il caso o da diligente giornalista che ha il dovere di informare si è trovato di fronte ad una situazione delicata ed è rimasto alla larga ? Alla finestra. Stupisce che sia il sindaco, sia il candidato sconfitto non si siano sentiti in dovere di riportare i fatti definiti da Alessandri  “episodi poco piacevoli fuori dai seggi….“. E Brunengo a ribattere senza fare cenno a presunte violazioni alle norme elettorali e ai seggi. A chi credere ?

Del resto lo scarto, dicevamo, tra una lista e l’altra di 124 voti, come nella precedente tornata, dimostra che a Pieve  di Teco l’alternanza al potere, il cambiamento, l’ingresso di forze

Le pubbliche relazioni del luogotenente Giulio Tortorolo all’ombra dei portici di Pieve di Teco

giovani, non è sentita come un’esigenza, forse un inutile optional. A meno che non abbiano gradito che la nuova squadra abbia riproposto un ‘veterano’ della politica e dell’amministrazione, ancorchè di esperienza sul campo. Anche se gli elettori, a nostro avviso, non hanno sempre ragione – lo dimostrano certi risultati in Sicilia o dove governa la mafia – , anche se Pieve è lungi dalla lupara, tuttalpiù ci sarà qualche soggezione, qualche amico che ti ha aiutato nel momento del bisogno e te ne ricordi nell’urna. E’ sempre accaduto. E poi non è secondario che Alessandri veda schierato, con coraggio e coerenza, un imprenditore importante e benemerito quale Giacomo Marchisio e forse la famiglia, parenti, amici, conoscenti, dipendenti. Trattandosi di un personaggio accorto e che in azienda alle parole ha dimostrato i fatti, assieme al cugino, ai genitori, non è pensabile che la scelta  pro Alessandri sia causale o individuale. E’ la squadra di Alessandri a dare garanzie alle due o tre maggiori imprese locali.  Certo, ci saranno rimasti maluccio quei giovani volenterosi dell’associazionismo e ora dopo la sconfitta il rischio serio, per loro, è la frantumazione, il disagio e la stanchezza di trovarsi con le maglie della minoranza. Il pur giovane sindaco a buon gioco a fare breccia dopo che ha dimostrato, ancora una volta, cosa vale e la sua forza elettorale. L’appoggio trasversale anche degli inserzionisti pubblicitari di Imperia Tv, seguitissima nelle vallate.

Ricordate – ma ce ne occuperemo ancora, il caso-dramma umano di Augusto Bertolini, messo in disparte come un sacco di patate nell’ambito della dirigenza della pallapugno Valle Arroscia; lui che per mezzo secolo aveva dato la vita, da scapolone, per lo sferisterio ed i giovani ? Ricordiamo una frase che trucioli ha scritto. Quasi una profezia. L’aria che tirava per chi si trova a frequentare il paese, gli esercizi pubblici e commerciali,  passando come emerito sconosciuto e a volte giova per tastare il polso ed il clima che si respira.

Scrivemmo: C’è chi sostiene che il ‘fattaccio’, perchè tale resta, comunque lo si analizzi, abbia finito per rafforzare il sindaco che forse si avvia trionfante al terzo mandato. C’è chi sostiene che la maggioranza dei pievesi sia rimasta indifferente all’accaduto.  Augusto ? “Ha sbagliato, doveva farsi i fatti suoi”. E il suo impegno civile, sportivo, la libertà di espressione, anche di critica riconosciuta dalla Costituzione repubblicana ? “Non doveva fare il tifoso di Brunengo storico avversario (l’augurio non sia mai un nemico da abbattere) di Alessandri….. e doveva immaginare che di fronte a lotta dura non si guarda in faccia….cosi  anche Augusto è finito nel tritacarne. Oggi fa un po’ pena, un cane bastonato”.


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