Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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E’ in cielo don Gariboldi, missionario in Cile, ordinato sacerdote da Papa Montini. E don Peirano neo Cappellano ospedale di Imperia. La ‘lezione’ di don De Canis e don Pozzoli


Don Adelio Gariboldi, seminarista nel Seminario Vescovile di Albenga, si è spento a 83 anni nella casa di cura Ardoino – Morelli di Diano Marina. Ordinato sacerdote dall’allora cardinale Montini (Paolo VI, Beato), per due volte missionario in Cile, arciprete a Verzi di Loano, in precedenza parroco a Lenzari e Cesio (Imperia). Seconda notizia, il vescovo Borghetti ha designato, dal primo maggio, don Gianluigi Peirano a Cappellano dell’ospedale di Imperia, resta vicario della parrocchia Concattedrale di San Maurizio (IM). Infine una riflessione di esegesi, di un ex seminarista, su mons. Angelo De Canis che a settembre, per raggiunti limiti di età, lascia la parrocchia San Ambrogio di Alassio e il ruolo di don Paolo Pozzoni apostolo – pastore che è presidente del FBC Imperia.Un ” fil rouge ” lega l’attività pastorale di don Angelo De Canis, ordinazione sacerdotale nel luglio 1964, e don Paolo Pozzoli, ordinato sacerdote nel maggio 1997, non per niente sono entrambi ” preti “: don Angelo – parroco a Sant’Ambrogio di Alassio e insigne colleggiata, canonico, rettore del Santuario Madonna delle Guardia – come quando ci assisteva come ” Prefetto ” in Seminario, parlava poco ed agiva con l’esempio sul campetto ( antistante la bella struttura con al centro la torretta ) spronandoci a partecipare alle partite di calcio ( ovviamente eravamo tutti più giovani allora, primi anni ’60 ), così oggi don Paolo, partendo dal gioco sul campo sportivo parrocchiale, porta al centro del cuore della Liturgia: il Mistero pasquale, celebrando coralmente – come nella squadra di calcio- i riti dell’anno liturgico.
Entrando, un giorno, in Sant’Ambrogio di Alassio, ho visto con mia intima soddisfazione che don Angelo pregava, seduto nelle file dei banchi dei comuni fedeli ( non nel coro ) con il Breviario in mano: mi tornò alla mente il suo ” vivere ” da seminarista e da allora, senza clamori, lo immagino nostro mediatore orante.
Ritengo che preghi pure don Pozzoli quando, senza ambizioni, presiede il Consiglio della Fbc come quando amministra i Sacramenti. Don Poalo parroco della Sacra Famiglia e amministratore parrocchiale a San Michele di Borgo d’Oneglia.
Qui c’è ancora una riscoperta da fare: quella della ricchezza insostituibile delle manifestazioni primitive dello spirito umano, quella della gestualità per mezzo del corpo. Noi con evidenza la intuiamo senza difficoltà, quando si tratta della poesia, della musica, della scultura, dell’arte, anche in una semplice parola. Perché dovrebbe essere assente dai rapporti umani nella loro consuetudine corrente, o, all’estremo opposto, nella loro realizzazione suprema, l’adesione comunitaria con Dio attraverso il culto? E forse saremo condotti a percepire in maniera sperimentale e costringente, non solamente la ricchezza spirituale del nostro corpo e la ” missione ” meravigliosa della nostra sensibilità sottomessa, ma anche i tesori di “significato”, di espressione, di “senso” delle manifestazioni umane, alle quali gli uomini si abbandonano anima e corpo: di esse, il ” gioco ” è la più frequente, la ” liturgia ” ne è la più alta.

In questa prospettiva si evidenzia pure il vero aspetto del ” mondo delle cose “: se noi siamo anima e corpo, ogni realtà al mondo lo è pure in gradi diversi, ed il nostro privilegio di uomini è di scoprire questi significati intrinseci nelle cose. Non c’è affatto bisogno di una grande vita interiore per comprendere più che le foreste o le montagne la loro propria voce: quelli che hanno saputo ritrovare la loro umanità integrale nell’unione a quella dei loro fratelli e nell’adorazione di Dio, sanno anche intendere il cantico delle creature; essi sanno che ogni cosa parla e la scoprono come ” simbolo “.
Allora la creazione nella sua totalità ritrova il suo carattere “sacro” e l’uomo riacquista in essa, quasi naturalmente, il posto e la dignità che gli spettano. Nella comunità alla quale egli appartiene, come ad una squadra di calcio, le “feste”, le “celebrazioni” vengono a mantenere ed a rinnovare l’equilibrio generale degli esseri e delle cose, a lottare efficacemente con apporti di vita nuova e di entusiasmo contro le forze di morte e di dissoluzione. E che sarà, se in mezzo agli uomini la cui disobbedienza a Dio ha rotto l’armonia intima con Lui, con gli altri, con se stessi e con le cose, viene Dio stesso, per mezzo del suo Cristo ( e dei nostri “preti” – come don Angelo e don Paolo – suoi collaboratori ) a restituire l’unità a tutto?
Per formarci nuovamente a questa mentalità perduta, non si ha che da prendere concretamente coscienza di ciò che si potrebbe chiamare il “fenomeno liturgico”. L’uomo è naturalmente un Liturgo, e non si può sopprimere questa inclinazione in modo che essa non abbia subito a ricomparire.

E’, perciò, normale che questa iniziazione – come gli allenamenti sportivi – ci faccia anzitutto considerare la moltitudine delle manifestazioni liturgiche, così diverse nelle loro forme, ma così uniche, in sostanza, a motivo del senso di cui esse sono testimoni. Si sviluppano allora delle costanti, quelle che abbiamo or ora ricordato e che, indubbiamente, don Paolo, giorno dopo giorno, come ha fatto don Angelo, aiuterà a comprendere, anche sul campo sportivo: gioco di squadra, spirito di appartenenza alla società sportiva, aspetti comunitario, rituale e simbolico della liturgia; il suo carattere sacro ed il suo rapporto con il Trascendente; infine, il piano concreto delle celebrazioni in Chiesa, come gli allenamenti sportivi e le singole partite sul campo sportivo, ci porteranno alla “coppa”, ardua ma certa, della nostra Parusia.
Grazie, don Angelo, per il dono del tuo sacerdozio ed al tuo confratello, don Paolo, un avvenire promettente per il bene della nostra società e della nostra Chiesa particolare di Albenga – Imperia, Cristo regni sempre in tutti noi con il Suo Spirito Consolatore. Amen.
Michele dott. Di Giuseppe*

(nella foto, già seminarista ad Albenga della Diocesi di Albenga – Imperia)

OSPEDALE DI IMPERIA: DON PEIRANO NUOVA CAPPELLANO

Don  Gianluigi Peirano nuovo Cappellano Ospedale di Imperia

Don Gianluigi Peirano è il nuovo Cappellano dell’Ospedale di Imperia. Dopo la morte del compianto Padre Giangirolamo Martini, camilliano, la cappellania dell’Ospedale di Imperia si era resa vacante; don Teodolindo Antinori ha ricoperto l’incarico ad interimin attesa della nomina di un Cappellano stabile. Don Peirano è nato all’Ospedale di Sanremo il 13 dicembre del 1984 e vissuto sempre a Civezza. É stato ordinato sacerdote il 4 ottobre del 2016.  Attualmente è vicario parrocchiale nella Parrocchia della Basilica Concattedrale di San Maurizio e compagni martiri in Imperia, incarico che pure conserverà. Il Decreto di nomina vescovile porta la data del 1° maggio 2018, memoria liturgica di San Giuseppe Lavoratore, giorno in cui inizierà il suo servizio tra i degenti del nosocomio cittadino.

L’ADDIO A DON GARIBOLDI, MISSIONARIO IN CILE, EX PARROCO A VERZI, LENZARI E CESIO:

FU ORDINATO SACERDOTE DAL CARDINALE MONTINI (PAOLO VI, BEATO)

E ALUNNO DEL SEMINARIO VESCOVILE DI ALBENGA

Il missionario don Adelio Gariboldi si è spento nella casa di riposo di Diano Marina

Nel cuore del Tempo pasquale, nella vigilia della quinta Domenica di Pasqua, è cristianamente spirato don Adelio Gariboldi; don Adelio è nato ad Acquate di Lecco il 14 novembre 1934 e nella locale chiesa parrocchiale ha ricevuto il S. Battesimo il giorno successivo e la Cresima il 13 giugno 1942. Alunno del Seminario Vescovile di Albenga è stato ordinato suddiacono il 21 dicembre 1958 e Diacono nella Chiesa parrocchiale di Ceriale il 22 marzo 1959. Ad ordinarlo presbitero è stato Sua Eccellenza Mons. Giovanni Battista Montini il 28 giugno 1959 nel Duomo di Milano, il futuro Beato Paolo VI.

Parroco di Lenzari dal 1 settembre 1959 al 14 marzo 1961, quindi di Cesio sino al 1 gennaio 1963. È partito missionario in Cile dove è rimasto sino all’estate del 2007, dopo aver guidato diverse Parrocchie prima nella Diocesi di Los Angeles e poi di Santiago del Cile. Rientrato in Italia negli ultimi mesi del 2006, per motivi di salute, venne nominato Arciprete di Verzi il 1° settembre 2007. Nel mese di giugno 2009 decise di ritornare in Cile occupandosi ancora di diverse Parrocchie prima nella Prelatura di Calamà e poi di Santiago del Cile. Fu raggiunto in missione da sua sorella Claudina nel 1971. Fu per lui una valida collaboratrice, fino al giorno in cui nel 1981, colpita da una incurabile malattia, si spense.

Nella primavera del 2016, don Adelio, rientrato definitivamente in Italia a causa della salute cagionevole, soggiornando dapprima, per breve tempo, presso il Seminario Vescovile e poi nella Casa di cura Ardoino-Morelli di Diano Marina. È deceduto nel pomeriggio di sabato 28 aprile nell’Ospedale Civile di Imperia. La celebrazione della Santa Messa esequiale presieduta dal Vescovo S. E. Mons. Guglielmo Borghetti si è tenuta lunedì 30 aprile alle ore 15:00 nella Cappella del Seminario di Albenga. La preghiera di suffragio della Chiesa di Albenga-Imperia lo accompagni al Trono dell’Altissimo. La preghiera di questa anima missionaria accenda il fuoco della vocazione missionaria nei nostri sacerdoti, religiosi, laici e ottenga sante vocazioni alla vita consacrata.

 


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