Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Associazione Nazionale carabinieri di Imperia a Verona: ‘I 31 uomini del Generale’.
Pieve di Teco, 33 anni fa catturò stupratori di una ragazza: il generale Robusto, 63 anni, insignito della ‘cittadinanza onoraria’


Sabato 21 e domenica 22 aprile si è svolto, a Verona, il biennale raduno delle Associazioni dell’Arma dei Carabinieri. La delegazione della Provincia di Imperia, che ha avuto la grande cortesia di invitarmi all’Evento, ha organizzato un Tour di quattro giornate delle quali le prime due sono state dedicate alla visita dei luoghi sacri delle guerre d’indipendenza, Pastrengo, San Martino e Solferino Goito e Mantova. Leggi anche la cittadinanza onorario di Pieve di Teco al generale di corpo d’Arma dei carabinieri Luigi Robusto che nel 1985 catturò, con un appuntato, lo stupratore di una quindicenne (oggi 48 anni), attratta dalla proposta di ascoltare musica sull’auto. La cerimonia sabato mattina, 28 aprile. Gli sarà consegnata una pergamena e le chiavi della città realizzate dal fabbro del paese.

Successivamente una puntata alla visita di Marostica e la sua celebre scacchiera e poi Bassano del grappa e il suo ponte di legno famoso. Alla sera di sabato, già l’affluenza del pubblico nell’Arena è stato uno spettacolo nello spettacolo: oltre 15.000 persone hanno gradatamente riempito tutti i posti a disposizione. Lo spettacolo è iniziato con la presentazione, da parte di Magalli e della bella Monica Rubele, dei professori d’orchestra della Banda dell’Arma dei Carabinieri, nella vivace colorata uniforme, e del loro Direttore d’Orchestra Col. Massimo Martinelli.

Le musiche sono state subito coinvolgenti ed emozionanti ed hanno spaziato dai classici come Sinfonia dal Guglielmo Tell ai tanghi di Piazzolla alle canzoni come Don’t cry for me Argentina, Con te partirò. Le voci sono state affidate alle Soprano Cecilia Gasdia e Anna Konovalova, al Baritono Roberto Lovera e al Basso Roberto Lenoci. La conclusione del concerto ha avuto momenti di vera commozione quando la Sovrintendente dell’Arena, Soprano Gasdia, ha iniziato a cantare l’Inno Nazionale eseguito anche da tutti gli spettatori in piedi. Premi e ringraziamenti con le parole colte, affettuose e sentite del Comandante dell’Arma di freschissima nomina Generale Nistri.

La domenica è stata dedicata alla sfilata delle Associazioni Nazionali dei Carabinieri di tutta Italia, iniziata alle 9 e che si è protratta fin oltre mezzogiorno. La nostra delegazione di Imperia è sfilata dopo dodici provincie con in testa la bandiera seguita dalla medaglia d’oro, Maresciallo Antonio Brunetti ( (attualmente unica medaglia d’oro al V.M. vivente) e i carabinieri dell’associazione con lo striscione portato dalle “Benemerite”.

Da segnalare con orgoglio l’operato del Maresciallo Brunetti che ha scritto un libro, già nelle librerie e in varie presentazioni, che si intitola “I 31 UOMINI DEL GENERALE”, una descrizione precisa e appassionata della sua partecipazione al pull al comando del compianto Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che ha debellato,con grandi sacrifici e notevole professionalità, il fenomeno del terrorismo delle Brigate Rosse, nel funesto periodo degli anni di piombo. Il ricavato del libro è destinato al sostegno dell’O.N.A.O.M.A.C. Associazione che si occupa dei figli orfani militari dell’Arma dei Carabinieri, che vengono seguiti fino al compimento degli studi di laurea e poi nell’ingresso al lavoro.

Senza scivolare nella retorica sento il dovere di esprimere un sentito ringraziamento agli amici Carabinieri per avermi concesso l’onore di essere con loro in questo evento. Sono tempi difficili e sottolineare che l’Italia, quella dell’orgoglio patrio, delle tradizioni dell’onore dell’educazione esiste ancora è un dovere imprescindibile ,sperando che tutto questo possa essere trasmesso alle nuove generazioni che oggi sembrano smarrite.Per chiudere con una nota mondana , mi sono concesso un omaggio all’arte toccando il seno alla statua di Giuletta sotto il suo famoso balcone.

Nello Scarato

PIEVE DI TECO HA UN PRESTIGIOSO CITTADINO ONORARIO: IL GENERALE LUIGI ROBUSTO

Al generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto la cittadinanza onoraria di Pieve di Teco per aver catturato, quando era capitano della Compagnia a Imperia, due cittadini stranieri che avevano stuprato una quindicenne del paese

Sono trascorsi 33 anni, il 10 giugno anche Pieve di Teco andrà alle urne e c’è chi scommette (fans e sponsor, a partire dalla popolarissima nell’entroterra Imperia Tv) che resterà sulla plancia di comando per la terza volta il geom. Alessandro Alessandri, parentela acquisita per via della figlia di Maurizio Scajola, il più silenzioso dei tre fratelli (la sorella è mancata) della famiglia di big imperiesi. Maurzio, tra l’altro, è stato ai vertici amministrativi (segretario generale) alla Camera di Commercio di Savona. Persona estremamente affabile, poco incline alla esposizione mediatica e mai all’insegna del protagonismo, gran cultore e frequentatore della Sardegna, ma anche della montagna, dell’entroterra, dei locali con cucina agreste.

Ebbene Pieve di Teco avrà l’onore di insignire a ‘cittadino onorario’ al merito il generale  di Corpo d’Armata Luigi Robusto, 63 anni, promosso lo scorso anno su proposta del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, genovese, rieletta in parlamento in Piemonte. Il Generale Robusto, nato ad Atri (TE) il 17 dicembre 1954 ,  dal 29 aprile 2017  riveste la carica di Comandante interregionale carabinieri “CULQUALBER”, con sede a Messina e competenza sulle regioni Sicilia e Calabria. All’età di 14 anni, nel 1969, ha intrapreso gli studi militari presso la Scuola Militare della “Nunziatella” di Napoli, ove ha conseguito la maturità scientifica, ha proseguito negli anni 1973-75 con l’Accademia militare di Modena e 1975-77 con la Scuola Ufficiali di Roma. Laureato in Giurisprudenza, dal 1977 in poi ha ricoperto numerosi incarichi in località diverse del territorio Nazionale tra cui Comandante Carabinieri Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.  Per Pieve di Teco è una giornata di ricordi e riconoscenza, con i suoi 1338 residenti (nel 1861 erano 4.360), vede anche la più numerosa comunità di stranieri ed extracomunitari dell’entroterra: 76 albanesi, 50 marocchini e 22 romeni, ci sono classi in cui gli alunni ‘forestieri’ alcuni nati in Italia sono in maggioranza. Anche se il sito ufficiale del Comune rimane aggiornato, per i residenti, al 2011 con quota 1400.

Il giorno di festa e degli onori è sabato 28 aprile, in mattinata. Dice che il  sindaco. “La comunità pievese vuole ringraziarlo per una vicenda che lo vide protagonista (quando Robusto comandava la Compagnia di Imperia ndr)  insieme al suo assistente, l’appuntato Bertonasco. Seguendo alcune chiazze di sangue lasciate sulla neve – era un freddo inverno di gennaio 1985 –  catturarono due stupratori stranieri che avevano attirato in una trappola una quindicenne del posto, violentandola in auto. La vitta era stata invitata ad ascoltare musica.” L’idea del premio, accolta con entusiasmo, è venuta a Rosario Grasso e Nello Giannini dell’Associazione  nazionale carabinieri. “Oggi abbiamo tutti bisogno di esempi positivi – commenta Alessandri -. In un mondo dove regnano invidia, egoismo, superficialità, è bene dare rilievo a esempi di alta professionalità e senso del dovere. Sono doti così rare da dover essere celebrate perchè non si perdano nel mare dell’indifferenza”. Forse sarebbe saggio aggiungere che tra le doti di cui la nostra Patria, lo Stato, la democrazia hanno davvero bisogno, c’è l’onestà praticata, ognuno nel ruolo che ricopre, la meritocrazia e la competenza, lo spirito di servizio scevro da interessi personali o amicali, il dovere quotidiano a cominciare dalle piccole cose, era solito ricordare il ‘martire’ Aldo Moro, democristiano.

Pieve di Teco, fondata nel 1233, che è tra le rare cittadine virtuose a ‘ricordare e omaggiare’ gli ottantenni e i diciottenni. Per la 46 esima volta, dai tempi del sindaco Trucco (1971) si ritrovano nell’aula consiliare “testimoni di vita e che operando nella società hanno contribuito con la propria opera giornaliera alla crescita ed al benessere della comunità”.  Resta ancora un tassello di riconoscenza che meriterebbero due fratelli pievesi ed il loro padre, pioniere dei trasporti pubblici in Valle  Arroscia (1909), ma anche nel ponente ligure, ancora prima della Sati, agli arbori del secolo scorso. Si tratta di Paolo, capostipite e dei figli Ginetto e Marco Lengueglia, compianti, quest’ultimo fu sindaco di Pieve  dal maggio 1985 all’aprile ’89. Resta un mistero o perlomeno inspiegabile perchè, a questa famiglia pievese, che ha svolto un ruolo storico, sociale, economico per la valle, non si sia ancora provveduto ad intitolare un luogo pubblico o un cippo alla memoria. C’è da dire che nessun consigliere ha sentito l’esigenza di avanzare una proposta. Semplice noncuranza, negligenza ? Del resto hanno figli, figlie, nipoti che portano quel cognome e possono testimoniare sensibilità ed attaccamento al paese che ha dato i natali agli avi.

Pieve di Teco che con lungimiranza e sprone alle virtù, ha già assegnato la cittadinanza onoraria al concittadino Francesco Pannofino , 59 anni, (consegnando con cerimonia le Chiavi della Città); e ancora ‘cittadinanza onoraria’ a Eugenio Ripepi, attore, laurea specialistica in Scienze dello Spettacolo, dottore di ricerca in Arti dello Spettacolo e nuove tecnologie, all’Università di genova, cultore della materia di storia di teatro, molte le pubblicazioni e in Tv nazionali con Zelig.

Pieve di Teco che forse resta l’unica in Liguria ad avere come Santo Patrono, San Sebastiano che nel martirologio romano cade il 20 gennaio mentre agli effetti civili si festeggia il 24 giugno con  la ricorrenza di San Giovanni Battista titolare della  chiesa parrocchiale. Il paese che può vantare la presenza di tre antichi conventi, di un patrimonio di una quarantina di edifici storici di architettura religiosa e civile. E dove, per la statistica, Luciano e Renzo Brunengo (fratelli) hanno amministrato per due mandati ciascuno. Luciano dal 1989 al ’95, poi l’intervallo con Lucia Casella (’95-’97), quindi il commissario  Claudio Sammartino e l’elezione di Renzo Brunengo (dal 1998 al 2007).  Bis anche per il geom. Alessandri con la lista civica ‘Insieme per cambiare‘ e sconfitta dell’ultimo Brunengo.

Tutto lascia presagire che lo scenario si ripeta con la prossima tornata del 10 giugno. Chi tifa affinchè scenda in campo il dr. Paolo Ceppi, farmacista del paese, con un plebiscito alle provinciali, di cui è stato attivo e scrupoloso assessore prima della riforma delle Province, avrà una delusione. Pare che non sia ancora rimarginata la ferita che alle ultime comunali non l’ha visto neppure eletto sui banchi della minoranza (due seggi). Eppure con l’esperienza e l’indipendenza economica, il suo apporto, la sua caratura, sarebbero utili alla comunità. E ce n’è davvero bisogno, soprattutto per chi non naviga nell’oro. Non è il solo esponente, è bene dirlo, anche a Pieve il cambiamento parte con l’inserimento di giovani e volti nuovi, competenti e senza conflitti di interesse. Non è il caso di essere laureati, quantomeno avere alle spalle un percorso formativo e lavorativo. Tutto, a poco più di 40 giorni dal voto, fa pensare che Alessandri raccolga il consenso della maggioranza degli elettori, del resto basta un voto in più per governare. Certo un plebiscito è una credenziale, senza dimenticare che i nostri antenati vedevano nel primo cittadino la persona al di sopra delle parti e il primo della classe per il buon esempio. (L.C.)


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