Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La Loggia Pirandello di Albenga onora il massone che ha dato la vita per gli ostaggi


Sarà pur vero che non ci sono massoni savonesi, imperiesi, cuneesi morti con l’aureola da ‘eroe nazionale’, ma di ‘fratelli muratori’ che se ne sono andati lasciando un’eredità morale e civica ammirevole è certo. Perchè  ‘salutare’ con un manifesto funebre il ‘fratello glorioso’ d’Oltralpe di origini italiane? E non anche seguire l’esempio per i massoni di ‘casa nostra’ ? In Svizzera è prassi costante, come abbiamo già scritto e documentato. In Svizzera la libera informazione, senza fare scandalo, ha rivelato come la Lega della Svizzera italiana accolga importanti ‘fratelli’. E pare fuori dubbio che alla ‘massoneria’ si siano ‘convertiti’ importanti esponenti leghisti liguri, da Ventimiglia a La Spezia; presenti in Parlamento, Regione, Province, nei Comuni.

Il manifesto funebre affisso sulle plance comunali della Riviera per ricordare il colonnello francese, di origini italiane, che ha sacrificato la vita per salvare ostaggi da un terrorista. La sorte ha voluto che ad Alassio il cognome Arnaud corrisponda a famiglie alassine molto in vista, tra cui l’ex pretore di Albenga e giudice del tribunale ora in pensione, ma anche la moglie del popolare Antonio Ricci. Insomma un manifesto che ha creato un po’ di confusione. Come non bastasse nella stessa bacheca compare il manifesto del quarto anniversario della morte del popolare avv. Claudio Bottelli, personaggio della Resistenza e che non ha mai nascosto l’antipatia per una certa massoneria ed il suo operato sotto traccia

Chi era  Aurnaud Beltrame ? “Onorato anche dai fratelli della  Rispettabile Loggia Luigi Pirandello n….762 all’Oriente di Albenga abbrunano le insegne e si stringono ai fratelli della Gran Loggia di Francia partecipando al cordoglio per il passaggio all’Oriente Eterno dell’eroico colonnello Fr……”

Un gesto nato non solo dal suo senso profondo del dovere, ma da qualcosa di più, dalla sua fede cristiana, che aveva riscoperto in età adulta, ricevendo la comunione e la cresima nel 2010 e iniziando un cammino intenso verso la celebrazione del matrimonio sacramentale con la sua amata”. Lo scrive il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, nel suo editoriale-messaggio di Pasqua pubblicato dal settimanale diocesano “il Ticino”, dedicato alla vicenda del gendarme francese Arnaud Beltrame, che a Carcassonne ha preso il posto di una donna, di una mamma, come “ostaggio del terrorista inneggiante al Daesh”.

“Il cammino e il gesto finale di Arnaud – sottolinea il vescovo – sono solo uno dei segni di come ancora oggi la potenza della Pasqua di Gesù sia all’opera: nei tanti padri e madri di famiglia che si donano e si spendono per i loro figli, nei tanti uomini e donne che sanno prendersi cura di chi soffre e sanno condividere i bisogni dei propri fratelli, nei giovani e adulti che diventano capaci di vivere impegni seri e prolungati di servizio, magari partendo per terre povere e dimenticate, nei cristiani che, perseguitati o emarginati in molte nazioni, sanno essere fedeli, pagando di persona, senza nutrire sentimenti di odio e di vendetta”. Una vicenda che segnala come “la Pasqua di Cristo diviene una festa di speranza perché ci assicura che, nonostante tutte le tenebre e le oscurità presenti nel nostro tempo, è sempre possibile il miracolo di un amore più potente del male e della morte”. “Tutti – conclude il presule – possiamo diventare testimoni nel quotidiano di un tale amore”.

Il manifesto funebre della Massoneria Universale – Comunione Italiana Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, la più importante e ricca di seguaci, in Italia; nella pianura ingauna è rappresentata dalla Loggia Luigi Pirandello ed annovera, da decenni, esponenti dell’imprenditoriale, professioni, arti, fede politica, solo di sesso maschile. Come tutte le logge ha fatto della discrezione e della riservatezza una delle caratteristiche massoniche.  E’ rarissimo, almeno in Liguria, che alla morte di un ‘affiliato in loggia’ segua una manifesto funebre come nel caso di Arnaud Beltrame, o leggere un necrologio su un quotidiano. Il Secolo XIX in Liguria, La Stampa in Piemonte. E’ vero che in cronaca nazionale un necrologio può costare fino 700 euro ( a seconda delle parole ); un costo di gran lunga modesto se si ricorre ai manifesti affissi negli spazi comunali.

Semmai la questione di fondo è annosa e dibattuta: nella stragrande maggioranza dei casi i massoni lasciano la vita terrena, nel ‘silenzio’ totale. Non solo sono sconosciuti alla comunità, esclusi di ‘addetti’, ma spesso non si conoscono neppure tra di loro, magari fatta eccezione per i venerabili, per i gradi 33 (Piazza del Gesù). Inutile chiedersi la ragione della riservatezza totale, verrebbe da dir: è la ‘loro forza’, unita a quel comandamento – giuramento di aiutare il ‘fratello’, di non tradire le regole. Ecco è più facile immaginare quale possa essere, ad esempio, il ruolo e l’influenza, nelle sue scelte, di un massone primario ospedaliero, di un dirigente Asl, di un perito del tribunale,  di un commissario d’esame per un primariato in ospedale, un punteggio nelle graduatorie, la discrezionalità di un funzionario di banca, dell’Ufficio Imposte, di Commissione tributaria, di un liquidatore o assicuratore, di un esponente politico o di un sindaco, assessore, di un appartenente ad un apparato dello Stato, di un militare di alto grado. Una ‘solidarietà’ reciproca (con immancabili eccezioni di chi alla fin fine sceglie il ‘sonno’ per essere rimasto deluso della fratellanza stessa) che può sfociare, come accade per certe logge calabresi e siciliane, in cui si scopre che i ‘fratelli’ possono essere pure dei mafiosi e ‘ndranghetisti. Le hanno definite logge deviate, come era la P2 assai più insidiosa e potente, visto che il patrimonio accumulato dal suo fondatore alla morte ammontava a oltre 70 miliardi in immobili e titoli di risparmio, gioielli.

In Liguria, in Piemonte, per rimanere nell’ambito locale, è difficile, anzi è accaduto solo negli anni ’80 (ad opera prima del Secolo XIX redazione di Savona, poi a livello regionale) leggere e conoscere tutti i nomi degli aderenti alle tre obbedienze più diffuse. l’Espresso si è sempre distinto con inchieste sulla massoneria italica, su aspetti giudiziari che hanno riguardato le logge, l’inchiesta parlamentare portata avanti ai tempi di Tina Anselmi, in anni più recenti da Rosy Bindi, le perquisizioni, il sequestro di elenchi, l’emergere di ‘fratelli’ che risultano solo ‘all’orecchio del gran maestro’ ed è difficilissimo trovare traccia cartacea e nei file. La protesta e le resistenza dei maestri venerabili ‘nazionali’ che hanno ritenuto illegittimo l’ordine di esibizione delle liste e al rifiuto i ‘blitz’ delle fiamme gialle.

Sui nostri organi di stampa più diffusi (tralasciamo il pur seguito giornale on line IVG.it che può vantare 60 mila ‘contati giornalieri, con punte di 100 mila quando ci sono notizie di allerta meteo, che non fa giornalismo d’inchiesta ed approfondimento) a parte qualche articolo su riunioni massoniche a livello provinciale, nulla viene scoperto a proposito dell’evoluzione delle Logge.  Basta invece sfogliare un quotidiano Svizzero (terra di misteri finanziari) per leggere titoli come: “Analisi, la segretezza della congiura sostituita da interessi di lobby. Uno storico ed un politologo tracciano come sono cambiate le Logge “. O ancora: “Politica e segreti. La svolta di un movimento che insegue  gli altri partiti pure tra i ‘Fratelli muratori’. Alla nuova Lega piace corteggiare la Massoneria. Dopo plr, ppd e ps anche Monte Bogna punta ad avere ‘Squadra e Compasso’. I contatti con la Lega e leghisti del Bel Paese”. Nell’ampio servizio il settimanale Il Caffè del Ticino rivelò che il ministro delle Istituzioni, Norman Gobbi, aveva presentato mesi prima della nomina la candidatura alla Massoneria. E ancora:  Mauro Antonini, comandante delle Guardie di confine svizzere, sfoggia sull’anulare della mano destra, l’anello con ‘Squadra e Compasso‘, il simbolo dell’ordine massonico.  Anello che invece non è uso, se non in rari casi, vederlo alle dita di un massone italiano. Ii ‘fratelli’ si riconoscono tra loro con una particolare ‘stretta di mano’.

Si può ancora leggere che gli aspiranti alle posizioni di comando o in corso per il governo Svizzero, “sono perfettamente in linea con le tradizioni liberali e radicali e semmai al di là dell’appartenenza massonica, il problema numero uno è sempre più la trasparenza, l’indipendenza da vincoli associativi che potrebbe condizionare scelte e decisioni, a vantaggio o a discapito”. Anzi, in Svizzera, e solo in minima parte in Germania, nei paesi nordici, essere iscritti in Loggia è sinonimo di ‘autorità morale’, irreprensibili,  si ritiene che non sia di buon gusto  sfoggiare l’anello con i simboli della Massoneria. Per questa corrente di pensiero e comportamento l’appartenenza  all’Ordine non andrebbe  ostentata, ma vissuta  con discrezione totale.


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